martedì 1 novembre 2011

Palestina all'Unesco, Netanyahu convoca consiglio di sicurezza


Il viceministro degli Esteri di Gerusalemme: i palestinesi vogliono la guerra, risponderemo al voto. Gli Usa sospendono gli aiuti


Netanyahu
Gerusalemme, 1 nov. (TMNews) - Il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha convocato per oggi una riunione del cosiddetto gabinetto di sicurezza, con i sette ministri principali del governo, per esaminare le ripercussioni dell'ammissione della Palestina all'Unesco. "Il consiglio dei ministri ristretto - scrivono i media israeliani - si riunirà nel pomeriggio per fare il punto sulla reazione israeliana al voto" di ieri alla conferenza generale dell'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'educazione, la scienza e la cultura. "Prenderemo in esame una serie di possibili risposte a questo voto" ha confermato un alto funzionario israeliano che preferisce mantenere l'anonimato. Intervistato stamattina dalla radio pubblica israeliana, il vice ministro degli Esteri Danny Ayalon ha, dal canto suo, assicurato che "Israele rifletterà molto bene sulle sue reazioni al voto, sia a livello diplomatico che politico, tenendo conto dei suoi interessi". Secondo lui, però "ammettendo uno Stato che non esiste, dopo il voto di una maggioranza automatica dei suoi membri, l'Unesco è diventata di fatto un'organizzazione politica". "Questa iniziativa dei palestinesi - ha aggiunto il vice ministro degli Esteri israeliano - dimostra che non vogliono né la pace né i negoziati, ma intendono portare avanti il conflitto". Ayalon ha d'altronde riferito che Israele ha intenzione di esprimere il proprio "disappunto" alla Francia per un voto che considera "bizzarro, perché la Francia, un paese amico ha finito col cedere all'Autorità palestinese dopo aver tentato di dissuaderla dalla sua azione all'Unesco". La risoluzione è stata adottata con 107 voti a favore, 52 astenuti e 14 voti contrari. Tra i paesi che hanno votato no, oltre agli Stati Uniti c'erano appunto il Canada e la Germania. Italia e Regno Unito si sono astenuti, mentre la Francia, la Cina, l'India hanno votato a favore, insieme alla quasi totalità dei Paesi arabi, africani e latino-americani. Washington ha annunciato quasi subito la sospensione di un versamento di 60 milioni di dollari destinato all'agenzia: una misura automatica, visto che due leggi approvate negli anni '90 dagli Usa, da sempre alleato fedele di Israele, vietano espressamente il finanziamento di qualsiasi organizzazione Onu che accetti la Palestina come membro a pieno titolo. La sospensione dei finanziamenti americani rappresenta un duro colpo per l'Unesco, visto che gli Usa da soli assicurano il 22 percento del suo bilancio con un contributo pari a 80 milioni di dollari l'anno. Spr-Cla 

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