Incontro fra Mario Monti e il presidente del Consiglio. Che alla lista dei ministri dà parere positivo ma insistendo perché all'attuale sottosegretario alla Presidenza del Consiglio venga attribuito il ruolo di vicepremier. Ma le opposizioni non ci stanno. E lui annuncia: "Non voglio essere un ostacolo". Il Pdl dà il via libera a Monti: "Tanto al nuovo esecutivo stacchiamo la spina quando vogliamo"
Così quello che già viene chiamato "il governo dei bocconiani", per via di quei nomi che con insistenza animano il toto-ministri, rimarrà un esecutivo tecnico. Un governo che otterrà il via libera di gran parte del fronte politico: oltre ai sì già annunciati da Pd e Terzo Polo, oggi anche l'Idv ha dato il suo ok a un governo Monti, "purché davvero tecnico", senza nessun politico. Un diktat che ha affossato Letta.
E via libera a Monti anche dall'ufficio di presidenza del Pdl. Prima di salire al Colle per rassegnare le proprie dimissioni 1, Berlusconi ha riunito i vertici del suo partito. Sì al governo Monti, avrebbe spiegato, ma sui provvedimenti si vedrà "di volta in volta". Tanto "stacchiamo la spina quando vogliamo", avrebbe detto ancora il premier.
Un sì quindi condizionato al fatto che il programma preveda solo le misure illustrate nella lettera inviata all'Ue, e che sia a breve scadenza, al massimo fino alla prossima primavera, quando si dovrà tornare al voto. L'ufficio di presidenza, poi, ha dato la delega al premier e al segretario Angelino Alfano per trattare sui nomi del nuovo esecutivo e sollecitarne alcuni.
Durante l'incontro con Monti Berlusconi avrebbe infatti proposto diversi nomi per alcuni ministeri chiave, tra i quali quello della Giustizia, non riscontrando però in Monti pieno accoglimento. Lo stesso vale per il programma del futuro esecutivo, sul quale il possibile prossimo presidente del Consiglio non sarebbe intenzionato a trattare.
I papabili. Quanto ai nomi - questi sì slegati dalla politica - che circolano, al ministero della Giustizia potrebbe andare Ugo De Siervo, fino allo scorso aprile presidente della Corte Costituzionale; alla Difesa il generale Rolando Mosca Moschini, ex comandante generale della Guardia di Finanza, membro per l'Italia del comando militare dell'Unione europea e attuale consigliere militare del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.
Al Welfare, sfumata quasi del tutto la candidatura di Raffaele Bonanni, attuale segretario della Cisl, prende corpo quella di Carlo Dell'Aringa, economista della Cattolica. E ancora, all'oncologo Umberto Veronesi sarebbe destinata la poltrona di ministero della Salute, mentre il caloroso abbraccio con cui Emma Bonino ha cinto Mario Monti al suo ingresso in Senato fa pensare che siano concrete le voci che la vorrebbero alla guida del ministero delle Politiche comunitarie.
E poi Bini Smaghi possibile ministro dell'Economia, il presidente dell'Antitrust Antonio Catricalà in pole position per le Attività produttive così come alte sono le probabilità che il segretario generale della Farnesina Giampiero Massolo prenda il posto occupato fino a oggi da Franco Frattini.
Un sogno lungo un giorno. Viceministri e sottosegretari per neanche un mese. E' la vicenda di Catia Polidori, Aurelio Misiti e Giuseppe Galati. I primi due nominati sottosegretari, rispettivamente allo Sviluppo economico e alle Infrastrutture, lo scorso 5 maggio e poi promossi viceministri negli stessi dicasteri il 24 ottobre.
Pochissimi giorni al governo invece per Galati, sottosegretario all'Istruzione dal 17 ottobre quando Guido Viceconte, che aveva ricoperto quell'incarico dal 4 marzo del 2010, è transitato con lo stesso ruolo al Viminale. Poco più di tre mesi nell'esecutivo per i ministri Nitto Palma e Anna Maria Bernini, alla Gustizia e alle Politiche europee dal 27 luglio di quest'anno; e per il sottosegretario all'Ambiente Elio Belcastro, nominato due giorni dopo.
Sottosegretari dal 5 maggio a oggi Bruno Cesario e Antonio Gentile all'Economia; Roberto Rosso alle Politiche agricole; Giampiero Catone all'Ambiente, Luca Bellotti al Lavoro, Riccardo Villari alla Cultura. Del 18 aprile invece la nomina a sottosegretario al Lavoro di Nello Musumeci.
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