sabato 5 novembre 2011

Napolitano in campo anche a Cannes, è gelo Berlusconi-Tremonti


A G20 negoziato durissimo, premier deve accettare verifica Fmi

Tremonti e Berlusconi 

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Cannes, 5 nov. (TMNews) - A rappresentare l'Italia al G20 di Cannes c'era fisicamente Silvio Berlusconi. Ma via telefono, a tenere le fila di un negoziato durissimo, c'era anche Giorgio Napolitano. Contatti continui con il premier, normali (questi) in un frangente così delicato, ma anche con gli altri protagonisti del vertice: Barroso e Van Rompuy, come rivelato da Berlusconi in conferenza stampa, e con gli altri leader, tanto che chi a Cannes c'era parla di un ruolo di "primo piano" del Colle, e dal Quirinale sottolineano che Napolitano ha fatto tutto quello che c'era da fare nell'interesse della nazione. Perchè i toni della riunione di giovedì sera, raccontano dalla delegazione italiana, sono stati "franchi e schietti": nel linguaggio della diplomazia, durissimi. Con Francia e Germania che spingevano nettamente per un monitoraggio ferreo, con l'Fmi che sarebbe arrivato a proporre di mettere l'Italia "sotto programma". Una opzione cui l'Italia si sarebbe opposta, ricevendo il sostegno di Barack Obama, ringraziato pubblicamente oggi da Berlusconi: "Si è dimostrato un amico prezioso per l'Italia". Dal presidente americano - raccontano ancora dalla delegazione italiana - sarebbe infatti arrivato l'invito alla cautela che ha frenato la spinta franco-tedesca, con l'invito a sospendere la riunione per lasciare lavorare i tecnici. Che però questa mattina hanno portato ancora una bozza in cui si parlava di "monitoraggio", come anticipato dalla Reuters. Soluzione smentita duramente da fonti ufficiali italiane, e che è stata ritenuta inaccettabile daRomain apertura della riunione di oggi. Alla fine, la formulazione definitiva, con l'Italia che subisce comunque la "verifica trimestrale" invece del monitoraggio, e con la sottolineatura che la richiesta è italiana, come ribadito da Van Rompuy: "Non c'è stato diktat". Un esito di cui Berlusconi ha subito informato Napolitano, prima di recarsi nella conferenza stampa dove ha spiegato che la decisione di 'invitare' l'Fmi "è stata concordata con il Capo dello Stato", dove ha ringraziato il Capo dello Stato per "il modo in cui ha operato in questi giorni", e dove ha 'ridotto' la portata delle consultazioni svolte dal Colle all'"auspicio di convergenza dell'opposizione su queste misure. Ne eravamo avvertiti e abbiamo apprezzato". Un esito che ora, spiegano dalla maggioranza, Berlusconi proverà addirittura a usare a suo vantaggio per restare a palazzo Chigi: "E' chiaro che l'abbiamo subito, ma ora può essere paradossalmente un bene...". Ovvero, pubblicamente respingere - come già fatto oggi - l'immagine del 'commissariato', spiegando che il governo è talmente certo di attuare gli impegni presi da non temere la verifica di Washington. E poi - dicono i suoi - farsi scudo dell'Fmi nei confronti di chi volesse mettere i bastoni tra le ruote all'attuazione delle misure o addirittura far cadere il governo: Queste sono le cose da fare, e questo è il governo che ha garantito si facciano. Un piano che però deve fare prima di tutto i conti con una maggioranza sempre più ridotta e forse non più tale, e poi con il gelo mostrato ancora oggi pubblicamente tra il premier e il 'suo' ministro del Tesoro. Berlusconi arriva da solo in conferenza stampa, non aspetta Tremonti che si siederà al suo fianco a incontro iniziato. Una distanza 'nascosta' al tavolo internazionale, ma evidente, sul volto di Tremonti, quando Berlusconi parla dell'Italia come di un Paese dove la crisi "non si sente". E a fatica il ministro farà una mezza smentita dei retroscena che raccontano di una sua richiesta di dimissioni a Berlusconi: "Non ho letto i giornali, non sono tenuto a smentire ciò che non ho letto e non ho detto". Ma il retroscena ormai valica i confini nazionali: "Lunedì ci sarà un disastro sui mercati se tu, Silvio, resti. A torto o a ragione, il problema per i mercati e per l'Europa sei tu", si legge sul blog del Financial Times. Rea/Bac 

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