In cammino da Marsala a Venaria
l'impresa di un torinese per unire l'Italia
Franco Zanotto partirà il 1° aprile e percorrerà oltre 2 mila chilometri in 52 giorni. In ogni paese che toccherà lascerà un filo tricolore: "Voglio aiutare la nostra nazione a essere più unità e più solidale"
di STEFANO PAROLA
sabato 5 novembre 2011
Napolitano in campo anche a Cannes, è gelo Berlusconi-Tremonti
A G20 negoziato durissimo, premier deve accettare verifica Fmi
Cannes, 5 nov. (TMNews) - A rappresentare
l'Italia al G20 di Cannes c'era fisicamente Silvio Berlusconi. Ma via
telefono, a tenere le fila di un negoziato durissimo, c'era anche
Giorgio Napolitano. Contatti continui con il premier, normali (questi)
in un frangente così delicato, ma anche con gli altri protagonisti del
vertice: Barroso e Van Rompuy, come rivelato da Berlusconi in conferenza
stampa, e con gli altri leader, tanto che chi a Cannes c'era parla di
un ruolo di "primo piano" del Colle, e dal Quirinale sottolineano che
Napolitano ha fatto tutto quello che c'era da fare nell'interesse della
nazione. Perchè i toni della riunione di giovedì sera, raccontano dalla
delegazione italiana, sono stati "franchi e schietti": nel linguaggio
della diplomazia, durissimi. Con Francia e Germania che spingevano
nettamente per un monitoraggio ferreo, con l'Fmi che sarebbe arrivato a
proporre di mettere l'Italia "sotto programma". Una opzione cui l'Italia
si sarebbe opposta, ricevendo il sostegno di Barack Obama, ringraziato
pubblicamente oggi da Berlusconi: "Si è dimostrato un amico prezioso per
l'Italia". Dal presidente americano - raccontano ancora dalla
delegazione italiana - sarebbe infatti arrivato l'invito alla cautela
che ha frenato la spinta franco-tedesca, con l'invito a sospendere la
riunione per lasciare lavorare i tecnici. Che però questa mattina hanno
portato ancora una bozza in cui si parlava di "monitoraggio", come
anticipato dalla Reuters. Soluzione smentita duramente da fonti
ufficiali italiane, e che è stata ritenuta inaccettabile daRomain
apertura della riunione di oggi. Alla fine, la formulazione definitiva,
con l'Italia che subisce comunque la "verifica trimestrale" invece del
monitoraggio, e con la sottolineatura che la richiesta è italiana, come
ribadito da Van Rompuy: "Non c'è stato diktat". Un esito di cui
Berlusconi ha subito informato Napolitano, prima di recarsi nella
conferenza stampa dove ha spiegato che la decisione di 'invitare' l'Fmi
"è stata concordata con il Capo dello Stato", dove ha ringraziato il
Capo dello Stato per "il modo in cui ha operato in questi giorni", e
dove ha 'ridotto' la portata delle consultazioni svolte dal Colle
all'"auspicio di convergenza dell'opposizione su queste misure. Ne
eravamo avvertiti e abbiamo apprezzato". Un esito che ora, spiegano
dalla maggioranza, Berlusconi proverà addirittura a usare a suo
vantaggio per restare a palazzo Chigi: "E' chiaro che l'abbiamo subito,
ma ora può essere paradossalmente un bene...". Ovvero, pubblicamente
respingere - come già fatto oggi - l'immagine del 'commissariato',
spiegando che il governo è talmente certo di attuare gli impegni presi
da non temere la verifica di Washington. E poi - dicono i suoi - farsi
scudo dell'Fmi nei confronti di chi volesse mettere i bastoni tra le
ruote all'attuazione delle misure o addirittura far cadere il governo:
Queste sono le cose da fare, e questo è il governo che ha garantito si
facciano. Un piano che però deve fare prima di tutto i conti con una
maggioranza sempre più ridotta e forse non più tale, e poi con il gelo
mostrato ancora oggi pubblicamente tra il premier e il 'suo' ministro
del Tesoro. Berlusconi arriva da solo in conferenza stampa, non aspetta
Tremonti che si siederà al suo fianco a incontro iniziato. Una distanza
'nascosta' al tavolo internazionale, ma evidente, sul volto di Tremonti,
quando Berlusconi parla dell'Italia come di un Paese dove la crisi "non
si sente". E a fatica il ministro farà una mezza smentita dei
retroscena che raccontano di una sua richiesta di dimissioni a
Berlusconi: "Non ho letto i giornali, non sono tenuto a smentire ciò che
non ho letto e non ho detto". Ma il retroscena ormai valica i confini
nazionali: "Lunedì ci sarà un disastro sui mercati se tu, Silvio, resti.
A torto o a ragione, il problema per i mercati e per l'Europa sei tu",
si legge sul blog del Financial Times. Rea/Bac
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