mercoledì 2 novembre 2011

Governo sul filo, drammatico Cdm niente patrimoniale, sì a dismissioni

Riunione tesissima a Palazzo Chigi. Rinviato il decreto legge, le misure seguiranno l'iter parlamentare. Non ci saranno patrimoniale e prelievo bancario. Interventi su enti locali, ordini professionali e banda larga. Bersani da Napolitano: "Serve colpo di reni". Anche Tremonti e Terzo Polo salgono al Colle, Casini: "Problema di credibilità del premier". Domani incontro al Quirinale con delegazioni Pdl e Lega. Lettera di frondisti del Pdl: "Passo indietro"

ROMA - Il Consiglio dei ministri più tormentato della legislatura, interrotto da Berlusconi per "un momento di riflessione". Nella riunione straordinaria di oggi, tra tensioni e interruzioni, il governo ha esaminato le misure anticrisi con cui rispondere alle richieste dell'Europa. Che non saranno contenute in un decreto legge, non gradito al Colle, ma in un maxiemendamento alla legge di stabilità. E che non comprendono una patrimoniale o un prelievo forzoso dai conti correnti, come confermato dal ministro Romano all'uscita da Palazzo Chigi. Una decisione che il ministro Calderoli commenta così: "Decreto legge alla memoria: quando si calano le braghe bisogna stare molto attenti a coprirsi le spalle perchè svolazzano i temuti uccelli paduli...".
E poco dopo il termine della riunione arriva il commento del Partito Democratico: "A una prima occhiata siamo
assolutamente lontani da quel che ci vorrebbe. Purtroppo".

Maxiemendamento in Parlamento.
Il Quirinale aveva indicato il suo pensiero già nei giorni scorsi, cercando "larghe intese" sui contenuti della bozza. E oggi, il Pdl spiega così l'atteggiamento del Colle, che vuole un passaggio parlamentare: "Nessuna norma che può stravolgere lo stato sociale può essere inserita in un decreto, nessuna misura come quella sui licenziamenti facili può essere approvata con uno strumento d'urgenza".

Le misure. Dalle bozze di manovra presentate nella seduta, l'esecutivo traccia un percorso di liberalizzazione dei servizi locali e delle professioni, investimenti sulla banda larga, valorizzazione degli immobili della difesa. E ancora, vendita di immobili del patrimonio pubblico, misure sul trasporto locale.

Per quanto riguarda gli enti locali, potranno valutare "l'opportunità di procedere all'affidamento simultaneo con gara di una pluralità di servizi pubblici", mentre per quanto riguarda la liberalizzazione degli ordini professionali, la bozza del decreto prevede una riforma "entro 12 mesi dalla data di entrata in vigore del presente decreto". Altri commi disciplinano "la costituzione di società tra professionisti: "Il nostro paese, infatti - si legge - è ancora uno dei pochi stati membri che vieta ai professionisti iscritti ad ordini o albi professionali, salve rare eccezioni, di esercitare la loro professione in forma societaria".

Lavoro. Un capitolo del maxiemendamento riguarda una serie di misure sul lavoro. Saranno facilitati i contratti di apprendistato ed è prevista una serie di incentivi per l'assunzione di giovani disoccupati, per facilitare il lavoro part-time, l'inserimento delle donne e il telelavoro. La Cgil commenta con le parole del segretario Susanna Camusso: "Per quel poco che filtra, il maxiemendamento è un ulteriore colpo alla credibilità di questo Paese alla vigilia di un appuntamento cruciale". Conclude Camusso: "Il governo, in evidente stato confusionale, se ne deve andare al più presto prima di portare il Paese alla deriva e senza permettersi nel frattempo di attaccare ancora una volta il mondo del lavoro".

Banda larga e promozione. Il dl anticrisi contiene poi un "Progetto strategico nazionale" per la banda larga e ultralarga. Finalizzato, secondo quanto si legge, "ad assicurare l'azzeramento del digital divide, l'individuazione delle modalità di realizzazione degli interventi nelle aree per le quali gli operatori di telecomunicazione non prevedono di assicurare la copertura con le reti di nuova generazione, nonché provvede a definire le modalità di coinvolgimento degli operatori privati e della cassa depositi e prestiti".

E dopo la soppressione dell'Ice, arriva il progetto di una nuova agenzia per la promozione all'estero e l'internazionalizzazione delle imprese italiane. La nuova agenzia avrà autonomia gestionale, patrimoniale e contabile. L'agenzia è sottoposta "ai poteri di vigilanza e di indirizzo strategico, in materia di promozione e internazionalizzazione delle imprese, da parte del ministero dello sviluppo economico e del ministero degli affari esteri, attraverso un'apposita cabina di regia".

LA GIORNATA

Incontri al Quirinale.
Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha ricevuto oggi Pierluigi Bersani e una delegazione del Terzo Polo. "Ormai è chiaro a tutto il mondo che il problema dell'Italia è innanzitutto la mancanza di credibilità del premier", ha detto Casini in una conferenza stampa convocata dopo essersi recato al Colle. "Noi abbiamo detto al capo dello Stato che, nonostante siamo all'opposizione siamo disponibili a prenderci la nostra dose di responsabilità per i sacrifici ma il problema di Berlusconi esiste e viene immediatamente prima del problema della crescita", ha aggiunto. In serata però arriva la notizia di una lettera firmata 1 da deputati del Pdl in cui si chiede al premier l'apertura di una fase nuova. A questa si aggiungono le frasi di Maurizio Paniz 2, in cui il parlamentare chiede un passo indietro di Berlusconi e un governo a guida Letta o Schifani.

Bersani: "Situazione non più sottovalutabile". "C'è l'esigenza assoluta e urgente di un colpo di reni e di una scossa nella politica e nei contenuti per dare una risposta credibile a questa situazione che è il passaggio più difficile per l'Italia dal Dopoguerra ad oggi", spiega invece il segretario Pd al termine del vertice interno e prima di salire al Colle. "C'è una preoccupazione molto molto seria - aggiunge - perché con ogni evidenza siamo finiti sul fronte più esposto alla bufera". Bersani si rivolge anche alla maggioranza "perché non è più accettabile la sottovalutazione di quello che sta accadendo, chi sottovaluta la situazione si prende una responsabilità storica".

Anche Tremonti al Colle. Dopo il leader democratico è stata la volta del ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, a salire al Quirinale.  Prima dell'incontro con Napolitano il partito ha riunito l'ufficio di presidenza a Palazzo Grazioli, anche per fare il punto sulle misure anti crisi da varare in vista del G20 di domani e per discutere dell'attuale situazione politica.

Domani incontro con Pdl e Lega.
E' slittato a domani l'incontro al Quirinale tra Napolitano e la delegazione del Pdl guidata dal segretario Alfano. E' stato lo stesso partito di Silvio Berlusconi a chiedere il rinvio, per il prolungarsi della riunione dell'ufficio di presidenza del Pdl con il premier a Palazzo Grazioli. Dall'ufficio di presidenza, Alfano ha ribadito la mancanza di alternative al governo in carica ("C'è solo Berlusconi"), specificando che "Il governo va avanti, se poi dovesse capitare un incidente e si dovesse aprire una crisi nel 2012, il presidente della Repubblica dovrebbe indire le elezioni". Al Quirinale domani è previsto anche un incontro del presidente della Repubblica con una delegazione della Lega.

Di Pietro: "Serve nuovo esecutivo politico". "Si vada al più presto a elezioni: serve un governo politico che abbia la fiducia dei cittadini". Lo dice il leader dell'Idv, Antonio Di Pietro, che spiega: "è una situazione assurda: il governo racconta frottole ogni giorno e si prepara a varare misure che mortificheranno la parte più debole del Paese". Quindi "chiediamo al Capo dello Stato che il Governo venga sfiduciato" e che si faccia una manovra "per far pagare quel 10% di italiani che continuano a frodare il fisco".

Bossi, pernacchie e gestacci. Ennesima pernacchia di Umberto Bossi. Questa volta a scatenare i rumori corporali del leader leghista è l'ipotesi di un governo di Mario Monti per sostituire il sempre più traballante esecutivo Berlusconi. Inutile anche il tentativo dei giornalisti di verificare il punto di vista del ministro delle Riforme rispetto ad un eventuale passo indietro del presidente del Consiglio. "Berlusconi non lo fa. Inutile chiedere, tanto quello non lo fa", replica Bossi. Ed effettivamente oggi il premier incontrando a Palazzo Grazioli Andrea Ronchi, Adolfo Urso e Pippo Scalia si è mostrato super combattivo. "Vado avanti, mi presento davanti al Parlamento e agli italiani traducendo in atti concreti la lettera che ha avuto l'approvazione dell'Ue", dice Berlusconi. "Voglio vedere - aggiunge ancora parlando con gli ex deputati di Fli - chi avrà il coraggio di venirmi contro, chi sarà così irresponsabile da non appoggiare il governo rispetto a leggi così importanti per il Paese e sulle quali abbiamo preso impegni precisi con l'Europa".

Il leader del Carroccio diventa più loquace solo quando le domande dei cronisti toccano il tasto dolente della previdenza. "Se togliamo le pensioni a chi ha sempre lavorato per dare i soldi a Roma, facciamo scoppiare la rivoluzione di sicuro", risponde Bossi senza rinunciare comunque ad alzare il dito medio. Quanto all'appello del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano per un impegno condiviso sulle misure anti-crisi, il Senatur osserva: "Va bene. Bisogna vedere quello che significa".

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