domenica 31 marzo 2013

Lo sbarco a Palermo e l'arrivo a Marsala

Lo sbarco a Marsala



 
L'abbandono dell'Aereoporto per raggiungere Marsala

Il percorso con l'autobus per raggiungere Marsala

       Le saline di Marsala
L'arrivo a Marsala a fianco alla stazione
La Chiesa dell'Itria per incntrare Padre Mario Genco Agostiniano scalzo dell'ordine dello zio fra Nazareno Scolaro
La Chiesa della Madrice dove si sarebbe benedizione della mia impresa "Unfiloperlitalia"

Via XI Maggio a Marsala

Ristorante Il colore del vino

Rosa Vincenza e Giuseppe al Ristorante

La cagnetta padrona di casa

La Chiesa della Madrice

Mappa delle 52 tappe e località di sosta "unfiloperlitalia"


In cammino da Marsala a Venaria l'impresa di un torinese per unire l'Italia



Franco Zanotto partirà il 1° aprile e percorrerà oltre 2 mila chilometri in 52 giorni. In ogni paese che toccherà lascerà un filo tricolore: "Voglio aiutare la nostra nazione a essere più unità e più solidale"

di STEFANO PAROLA

Ogni mattina partirà all’alba e arriverà al tramonto. Tappe tra i 30 e i 50 chilometri. Zanotto ha chiamato la sua iniziativa “Un filo per l’Italia” (che è anche il nome del blog in cui racconterà la sua avventura: unfiloperlitalia.blogspot.com) perché ogni volta che arriverà in un Comune e davanti a una chiesta lascerà un pezzettino di filo tricolore, che unirà simbolicamente il Sud e il Nord del Paese. Anzi, quando giungerà a Messina e dovrà attraversare lo stretto ha anche fatto predisporre un sistema di palloni aerostatici che collegherà con un filo le due sponde. Spiega l’imprenditore che “porterò con me la Costituzione e il Vangelo, simboli cardine e imprescindibili della nostra identità nazionale”. Non solo ma, promette, “cercherò di sensibilizzare la popolazione a unirsi all’insegna di valori sani come la fraternità, l’uguaglianza e la solidarietà”.
Durante il suo cammino Franco Zanotto si farà ospitare dalle parrocchie e raggiungerà alcuni in date suggestive: nella settimana santa attraverserà Calabria e Campania, sarà a Roma il 1° maggio, giorno della beatificazione di Giovanni Paolo II, l’8 maggio arriverà a Firenze, seconda capitale d’Italia, mentre due giorni dopo incrocerà il Giro d’Italia in direzione Viareggio. L’arrivo a Torino è previsto per il 21 maggio e, anche in quel caso, il percorso non sarà casuale: “Percorrerò corso Unità d’Italia e poi corso Massimo D’Azeglio, intitolato all’uomo che ebbe la capacità di intravedere i limiti della riunificazione”. L’arrivo a Venaria è invece previsto per il 22 maggio.
(31 marzo 2011) © Riproduzione riservata

sabato 30 marzo 2013

In cammino da Marsala a Venaria l'impresa di un torinese per unire l'Italia - http://torino.repubblica.it/cronaca/2011/03/31/news/in_cammino_da_marsala_a_venaria_l_impresa_di_un_torinese_per_unire_l_italia-14337735/

Franco Zanotto partirà il 1° aprile e percorrerà oltre 2 mila chilometri in 52 giorni. In ogni paese che toccherà lascerà un filo tricolore: "Voglio aiutare la nostra nazione a essere più unità e più solidale"

di STEFANO PAROLA
E’ una impresa un po’ pazza, ma Franzo Zanotto ci crede: “Voglio cambiare il senso di marcia della nostra società, rendere questo paese un po’ più sano e prospero di valori e di identità nazionale”, racconta. A parlare è un imprenditore torinese che dal 1° aprile inizierà un viaggio a piedi lungo 2.258 chilometri: partirà da Marsala, in provincia di Trapani, proprio dove sbarcarono i Mille di Garibaldi, e arriverà a Venaria, la sua città. Ha calcolato che il suo cammino durerà 52 giorni.
Ogni mattina partirà all’alba e arriverà al tramonto. Tappe tra i 30 e i 50 chilometri. Zanotto ha chiamato la sua iniziativa “Un filo per l’Italia” (che è anche il nome del blog in cui racconterà la sua avventura: unfiloperlitalia.blogspot.com) perché ogni volta che arriverà in un Comune e davanti a una chiesta lascerà un pezzettino di filo tricolore, che unirà simbolicamente il Sud e il Nord del Paese. Anzi, quando giungerà a Messina e dovrà attraversare lo stretto ha anche fatto predisporre un sistema di palloni aerostatici che collegherà con un filo le due sponde. Spiega l’imprenditore che “porterò con me la Costituzione e il Vangelo, simboli cardine e imprescindibili della nostra identità nazionale”. Non solo ma, promette, “cercherò di sensibilizzare la popolazione a unirsi all’insegnadi valori sani come la fraternità, l’uguaglianza e la solidarietà”.
Durante il suo cammino Franco Zanotto si farà ospitare dalle parrocchie e raggiungerà alcuni in date suggestive: nella settimana santa attraverserà Calabria e Campania, sarà a Roma il 1° maggio, giorno della beatificazione di Giovanni Paolo II, l’8 maggio arriverà a Firenze, seconda capitale d’Italia, mentre due giorni dopo incrocerà il Giro d’Italia in direzione Viareggio. L’arrivo a Torino è previsto per il 21 maggio e, anche in quel caso, il percorso non sarà casuale: “Percorrerò corso Unità d’Italia e poi corso Massimo D’Azeglio, intitolato all’uomo che ebbe la capacità di intravedere i limiti della riunificazione”. L’arrivo a Venaria è invece previsto per il 22 maggio.

martedì 19 marzo 2013

Gesù scaccia i mercanti dal Tempio Come Papa Francesco scaccerà i faccendieri dalla Chiesa di Cristo


http://grottablog.files.wordpress.com/2010/12/el_greco_012_cacciata_dei_mercanti_dal_tempio_1570.jpg
 


Giov II. 13 Si avvicinava intanto la Pasqua dei Giudei e Gesù salì a Gerusalemme. 14 Trovò nel tempio gente che vendeva buoi, pecore e colombe, e i cambiavalute seduti al banco. 15 Fatta allora una sferza di cordicelle, scacciò tutti fuori del Tempio con le pecore e i buoi; gettò a terra il denaro dei cambiavalute e ne rovesciò i banchi, 16 e ai venditori di colombe disse: "Portate via queste cose e non fate della casa del Padre mio un luogo di mercato".
17 I discepoli si ricordarono che sta scritto: "Lo zelo per la Tua casa mi consuma".
18 Allora i Giudei presero la parola e gli dissero: "Quale segno ci mostri per fare queste cose?" 19 Rispose loro Gesù: "Distruggete questo Tempio e in tre giorni lo farò risorgere". 20 Gli dissero allora i Giudei: "Questo tempio è stato costruito in quarantasei anni e tu in tre giorni lo farai risorgere?" 21 Ma egli parlava del tempio del Suo corpo.
22 Quando poi fu risuscitato dai morti, i suoi discepoli si ricordarono che aveva detto questo, e credettero alla Scrittura e alla parola detta da Gesù
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8 L'intronizzazione di Papa Francesco: "Non abbiate paura della tenerezza"









Dalle 8.45 l'uscita da casa Santa Marta per la cerimonia di inaugurazione del pontificato. E' andato in mezzo ai fedeli prima della cerimonia sul sagrato di piazza San Pietro. E le prime parole sono per Ratzinger. L'omelia incentrata sul tema della "custodia" del creato e degli altri. "Il vero potere è il servizio". Segui la nostra diretta multimedialedi ALESSIA MANFREDI

CITTÀ DEL VATICANO - È il giorno storico dell'intronizzazione del primo Papa gesuita, del primo Papa sudamericano, del primo a chiamarsi Francesco. Ma soprattutto è l'inaugurazione di un papato che si annuncia dirompente nei modi e nei contenuti. Già dalle prime uscite e dai primi discorsi, papa Bergoglio sta abituando i fedeli a gesti inattesi, come attendere i fedeli fuori dalla messa domenica mattina e salutarli ad uno ad uno.

Jorge Mario Bergoglio è uscito da casa Santa Marta poco prima delle nove e si è immerso nella folla di piazza San Pietro. In piedi, su una jeep bianca scoperta si è sporto per salutare i fedeli, abbracciare dei disabili, baciare bambini. Poi è rientrato in Basilica e ha indossato i paramenti per la cerimonia. Poi è sceso a pregare sulla tomba di San Pietro accompagnato da rappresentanti delle chiese orientali e cattoliche (4 cardinali e 6 arcivescovi). Sulla tomba di Pietro gli è stato consegnato il Pallio (la stola di lana con la croce rossa) e l'anello del pescatore. Con tutti i cardinali concelebranti è poi uscito dalla basilica ed è ricomparso davanti alla
folla per celebrare la messa. Le prime parole sono dedicate al Papa emerito: oggi è San Giuseppe, onomastico di Joseph Ratzinger. Il tema è la "custodia" dell'altro, dell'ambiente, del creato. "Non dobbiamo avere paura della bontà, anzi neanche della tenerezza: il prendersi cura chiede bontà". "Il vero potere è il servizio", soprattutto dei "più deboli e dei più poveri".

Conflitto d'interessi, pronta la legge del Pd: "Norme da ampliare a tutte cariche di governo"

I democratici annunciano di aver messo a punto una proposta che intende abrogare la legge Frattini estendendo in maniera decisa i casi di incompatibilità. La replica di Berlusconi: "La priorità è la crescita"

ROMA - E' pronta la proposta di Pierluigi Bersani per una nuova legge sul conflitto di interessi. Lo annuncia il Partito democratico in una nota, spiegando che il provvedimento passa, tra l'altro, per l'abrogazione della legge Frattini; l'ampliamento delle norme sul conflitto e dei controlli a tutti i titolari di cariche di governo, nelle Regioni e negli enti locali.

I controlli, sottolinea ancora il comunicato, saranno ampliati anche nei confronti dei componenti delle Autorità indipendenti e sarà estesa l'incompatibilità anche alla sola proprietà di imprese, azioni o quote di società. Fra le altre proposte, più poteri di intervento concreto sui conflitti di interesse all'Antitrust; il mandato irrevocabile a vendere per evitare la sanzione della decadenza; un nuovo sistema di sanzioni e di controllo applicabile anche alle cariche ricoperte attualmente; l'impossibilità per chi ha precedenti penali a sedere in Parlamento, nei consigli regionali, negli enti locali; abbassare o eliminare i limiti di pena che danno luogo a incandidabilità.

Come per gli altri punti della piattaforma presentata nei giorni scorsi da Bersani alla direzione del partito, anche in questo caso le proposte sono pubblicate sul sito del Pd rendendole commentabili dai lettori, che possono anche proporre modifiche e contribuire con ulteriori ipotesi di intervento.

La nuova iniziativa dei democratici è stata commentata con sarcasmo da Silvio Berlusconi. "Altro che conflitto d'interesse e corruzione. Serve la ripresa economica e occorre aiutare le imprese", avrebbe detto l'ex premier secondo quanto riferiscono alcuni partecipanti alla riunione del Pdl al Senato per eleggere il nuovo capogruppo. Comunque, avrebbe aggiunto, "è un problema che non mi riguarda, ho già dato tutto ai miei figli".

Berlusconi attacca magistratura Csm, Vietti: "Moderare i toni"




Il Cavaliere: "Se presidente a sinistra, battaglia in piazza". "Pronto, come vent'anni fa, a non dare il paese che amo a questi signori della sinistra". Moretti (Pd): "Dichiarazioni inaccettabili e oltraggiose". Brunetta in pole position come capo gruppo alla Camera, Schifani eletto al Senat. Nota dei gruppi parlamentari Pdl al Pd: "Siete ancora in tempo per fermarvi"

ROMA - Annuncia iniziative clamorose se il presidente della Repubblica verrà scelto dalla sinistra. Silvio Berlusconi è pronto a far partire un'azione di protesta se non verrà scelto un candidato moderato. "Credo che la sinistra sceglierà anche il presidente della Repubblica e allora daremo battaglia nelle piazze e nel Parlamento". E' un Cavaliere furioso quello che si è presentato questa mattina alla riunione del Pdl della Camera. Solo poco prima aveva attaccato ancora una volta i giudici: "All'interno della magistratura c'è una parte che ha formato una specie di associazione a delinquere che usa il potere giudiziario a fini politici: è una magistratocrazia". Una provocazione alla quale replica il vicepresidente del Csm, Michele Vietti, lanciando un "appello" a "moderare toni, gesti, con spirito di leale collaborazione". Su twitter interviene anche Alessandra Moretti, portavoce di Pierluigi Bersani e deputata del Pd che definisce "inaccettabili e oltraggiose le dichiarazioni di Berlusconi sulla magistratura. A conferma ulteriore dell'inaffidabilità del Pdl". Insorge l'Anm che parla di "insulto inaudito".

L'attacco ai magistrati. I magistrati avrebbero messo in piedi, accusa il Cavaliere, "un'operazione per farmi fare la fine di Craxi. Ma hanno sbagliato persona". E per questo non può che essere negativo anche il commento sulla scelta di Piero Grasso al Senato. "Il Senato è andato a un pm, andando contro il sentire del 37,7% dei cittadini preoccupati per la 'magistratocrazia'", ha aggiunto l'ex premier. In un clima sempre più teso Berlusconi ricorda che si potrebbe tornare a votare: "Consideriamoci già in campagna elettorale". Gli fa eco uno dei suoi: "Bisognerebbe riuscire a porre un freno a questi blitz di parte dei pm che, sfociando nella militanza politica rischiano di andare oltre il proprio ruolo e di fare politica", ha detto l'ex ministro dell'Istruzione, ora deputato Pdl, Mariastella Gelmini.

L'attacco ha toccato più protagonisti della politica. L'ex premier ha detto di temere che "un numero sufficiente di grillini possano vendersi a Bersani". Berlusconi ha parlato anche una legge per consentire l'elezione diretta del Capo dello Stato.  Rispondendo alla proposta di Pier Luigi Bersani di introdurre norme più severe sul conflitto di interessi, Berlusconi ha detto: "Altro che conflitto d'interesse e corruzione. Serve la ripresa economica e occorre aiutare le imprese".

La proposta. Parole quelle di Berlusconi che sarebbero trapelate dalla riunione del Pdl questa mattina alla Camera dei deputati, alla quale ha partecipato anche il segretario Angelino Alfano. Sulla questione della presidenza della Repubblica l'ex premier avrebbe detto ribadendo la sua posizione: "Con Bersani probabilmente incaricato di formare un governo e due Camere alla sinistra, così come detto da Alfano, abbiamo suggerito che il presidente della Repubblica potesse essere espressione dei moderati e Bersani, di contro, ha respinto questa ragionevolissima proposta come fosse uno scambio indecente anche se la nostra coalizione ha preso il 30% dei voti".

Parole poi corroborate da una nota dei gruppi parlamentari Pdl. "Sono ancora in tempo per fermarsi e per cambiare strada prima che sia troppo tardi", si legge in riferimento al Pd. "I vertici del Partito Democratico - sottolinea ancora il comunicato - anziché aprirsi ad una collaborazione con i moderati, preferiscono condannare l'Italia all'ingovernabilità e alla depressione economica".

Brunetta in pole position come capo gruppo. La riunione del Pdl alla Camera è stata convocata per l'indicazione del nuovo capogruppo, che sarà eletto nell'assemblea di domani. Il più quotato quale successore di Fabrizio Cicchitto è Renato Brunetta, voluto dal Cavaliere. "Si voterà il capogruppo perché è  importante per Renato Brunetta capire il gradimento. Sua vis politica importante", ha detto Berlusconi intervenendo alla riunione. Al Senato invece è stato eletto Renato Schifani, su segnalazione del Cavaliere.

La Lega non chiude a Bersani. Intanto potrebbe non essersi chiuso completamente il dialogo fra la Lega e il Pd per la formazione del governo. Tutto però se ci sarà un accordo sul nome del futuro presidente della Repubblica. La notizia arriva da un'intervista de la repubblica a al leghista Roberto Calderoli, l'uomo del Carroccio in prima linea nelle trattative tra i partiti. Il dialogo non è affatto chiuso e "certo, se avessimo condiviso questo passaggio, ovviamente non con questi nomi, si sarebbe aperto subito un dialogo sulle cose da fare e magari anche un accordo sul prossimo governo: ma c'è ancora una possibilità: la scelta del Presidente della Repubblica", ha detto Calderoli rispondendo alle domande di Rodolfo Sala.

Il prossimo Capo dello Stato, dice ancora Calderoli "non dovrà avere tessere di partito, e men che meno essere il quarto di sinistra". Nei "diversi incontri" avuti in questi giorni con esponenti del Pd, dice, "mi sembrano tutti d'accordo. Il guaio è che ogni volta spuntano fuori i 'turchi': nel Pd quelli che continuano a spingere verso l'alleanza con Grillo. Che li prende a sberle, si diverte e aumenta ogni giorno così il suo consenso". E nel Pdl quelli che vogliono le elezioni subito

Appello a Beppe Grillo e al Movimento 5 Stelle: se non ora, quando?

Caro Beppe Grillo, cari amici del Movimento 5 Stelle,

Una grande occasione si apre, con la vostra vittoria alle elezioni, di cambiare dalle fondamenta il sistema politico in Italia e anche in Europa. Ma si apre ora, qui e subito. E si apre in questa democrazia, dove è sperabile che nessuna formazione raggiunga, da sola, il 100 per cento dei voti. Nessuno di noi può avere la certezza che l’occasione si ripresenti nel futuro. Non potete aspettare di divenire ancora più forti (magari un partito-movimento unico) di quel che già siete, perché gli italiani che vi hanno votato vi hanno anche chiamato: esigono alcuni risultati molto concreti, nell’immediato, che concernano lo Stato di diritto e l’economia e l’Europa. Sappiamo che è difficile dare la fiducia a candidati premier e a governi che includono partiti che da quasi vent’anni hanno detto parole che non hanno mantenuto, consentito a politiche che non hanno restaurato ma disfatto la democrazia, accettato un’Europa interamente concentrata su un’austerità che – lo ricorda il Nobel Joseph Stiglitz – di fatto «è stata una strategia anti-crescita», distruttiva dell’Unione e dell’ideale che la fonda.
Ma dire no a un governo che facesse propri alcuni punti fondamentali della vostra battaglia sarebbe a nostro avviso una forma di suicidio: gli orizzonti che avete aperto si chiuderebbero, non sappiamo per quanto tempo. Le speranze pure. Non otterremmo quelle misure di estrema urgenza che solo con una maggioranza che vi includa diventano possibili. Tra queste: una legge sul conflitto di interesse che impedisca a presenti e futuri padroni della televisione, della stampa o delle banche di entrare in politica; una legge elettorale maggioritaria con doppio turno alla francese; il dimezzamento dei parlamentari il più presto possibile e dei loro compensi subito; una Camera delle autonomie al posto del Senato, composta di rappresentanti delle regioni e dei comuni; la riduzione al minimo dei rimborsi statali ai partiti; una legge anti-corruzione e anti-evasione che riformi in senso restrittivo, anche aumentando le pene, la disciplina delle prescrizioni, bloccandole ad esempio al rinvio a giudizio; nuovi reati come autoriciclaggio, collusione mafiosa, e ripristino del falso in bilancio; ineleggibilità per condannati fin dal primo grado, che colpisca corruttori e corrotti e vieti loro l’ingresso in politica; un’operazione pulizia nelle regioni dove impera la mafia (Lombardia compresa); una confisca dei beni di provenienza non chiara; una tutela rigorosa del paesaggio e limiti netti alla cementificazione; un’abolizione delle province non parziale ma totale; diritti civili non negoziati con la Chiesa; riconsiderazione radicale dei costi e benefici delle opere pubbliche più contestate come la Tav. E vista l’emergenza povertà e la fuga dei cervelli: più fondi a scuola pubblica e a ricerca, reddito di cittadinanza, Non per ultimo: un bilancio europeo per la crescita e per gli investimenti su territorio, energia, ricerca, gestito da un governo europeo sotto il controllo del Parlamento europeo (non il bilancio ignominiosamente decurtato dagli avvocati dell’austerità nel vertice europeo del 7-8 febbraio).
Non sappiamo quale possa essere la via che vi permetta di dire sì a questi punti di programma consentendo la formazione del nuovo governo che decida di attuarli, e al tempo stesso di non contraddire la vostra vocazione. Nella giunta parlamentare si può fin da subito dar seguito alla richiesta di ineleggibilità di Berlusconi, firmata da ormai 150.000 persone : la fiducia può essere condizionata alla volontà effettiva di darvi seguito. Quel che sappiamo, è che per la prima volta nei paesi industrializzati e in Europa, un movimento di indignati entra in Parlamento, che un’Azione Popolare diventa possibile. Oggi ha inizio una vostra marcia attraverso le istituzioni, che cambieranno solo se voi non fuggirete in attesa di giorni migliori, o peggiori. Se ci aiuterete a liberarci ora, subito, dell’era Berlusconi: un imprenditore che secondo la legge non avrebbe nemmeno dovuto metter piedi in Parlamento e tanto meno a Palazzo Chigi.
Avete detto: «Lo Stato siamo noi». Avete svegliato in Italia una cittadinanza che vuole essere attiva e contare, non più delegando ai partiti tradizionali le proprie aspirazioni. Vale per voi, per noi tutti, la parola con cui questa cittadinanza attiva si è alzata e ha cominciato a camminare, nell’era Berlusconi: «Se non ora, quando?»
Remo Bodei
Roberta De Monticelli
Tomaso Montanari
Antonio Padoa-Schioppa
Salvatore Settis
Barbara Spinelli

L'intronizzazione di Papa Francesco: la piazza attende il giro sulla papamobile

Dalle 8.45 l'uscita da casa Santa Marta per la cerimonia di inaugurazione del pontificato. Andrà in mezzo ai fedeli prima della cerimonia. La messa al via alle 10. Segui la nostra diretta multimediale

CITTÀ DEL VATICANO - È il giorno storico dell'intronizzazione del primo Papa gesuita, del primo Papa sudamericano, del primo a chiamarsi Francesco. Ma soprattutto è l'inaugurazione di un papato che si annuncia dirompente nei modi e nei contenuti. Già dalle prime uscite e dai primi discorsi, papa Bergoglio sta abituando i fedeli a gesti inattesi, come attendere i fedeli fuori dalla messa domenica mattina e salutarli ad uno ad uno.

Jorge Mario Bergoglio uscirà da casa Santa Marta poco prima delle nove e si immergerà nella folla di piazza San Pietro. Ecco le tappe della giornata.

 



8.45 - Il Papa esce da Santa Marta e raggiunge piazza San Pietro
8.50/9.10 - Giro sulla piazza sulla papamobile
9.15 - Francesco entra in basilica, va nella sacrestia vicino alla Pietà e si veste per l'inizio della cerimonia
9.20 - Scende alla tomba di San Pietro accompagnato da rappresentanti delle chiese orientali e cattoliche (4 cardinali e 6 arcivescovi)
9.25 - Sulla tomba di san Pietro viene consegnato il Pallio (la stola di lana con la croce rossa) e l' anello del pescatore
9.30 - Con tutti i cardinali concelebranti esce dalla basilica e va sul sagrato per l'inizio della celebrazione
9.35 - Il Pallio viene imposto sulle spalle del Papa dal cardinale protodiacono (Jean Louis Tauran). L'anello del pescatore viene consegnato dal Decano (Angelo Sodano)
9.45 - Una rappresentanza di sei cardinali presta obedienza al Papa
10 - Inizio della messa
11.30 - Conclusione prevista della cerimonia
11.45 - Il Papa entra in Basilica e incontra le delegazioni degli Stati stranieri.

Imbottivano' cani per importare cocaina poi li uccidevano: 75 arresti in tutta Italia

La polizia ha sgominato una rete di gang di sudamericani accusati di traffico internazionale di stupefacenti. Ordinanze di custodia cautelare e perquisizioni a Milano, Roma e in numerose altre provincie italiane

MILANO - Un'operazione della polizia di Stato contro gang di sudamericani coinvolte nel traffico internazionale di droga e altri reati ha portato all'esecuzione di 75 ordinanze di custodia cautelare con l'accusa di associazione per delinquere finalizzata alla commissione di reati contro la persona, il patrimonio, traffico di droga e detenzione d'armi. Perquisizioni a Milano e provincia, nelle province di Bergamo, Brescia, Lodi, Pavia, Piacenza, Novara, Varese, e a Roma. Le persone coinvolte sono 57 maggiorenni e 18 minorenni, nella quasi totalità cittadini dell'America Latina, tutti gravemente indiziati. Uno dei membri della gang, localizzato in Spagna, a carico del quale è stato emesso mandato di arresto europeo, è ricercato sul territorio di Barcellona.

Nello stesso contesto sono state denuciate in stato di libertà altre 112 persone, rispettivamente 98 maggiorenni e 14 minori. L'indagine, condotta dal commissariato di polizia Mecenate, vede coinvolti numerosi gruppi di giovani di origine sudamericana riconducibili al fenomeno delle cosidette 'pandillas', ed è la prosecuzione di una prima indagine conclusa con l'emissione di 30 ordinanze di custodia cautelare eseguite il 7 febbraio 2012, a carico di altrettante persone ritenute gravemente indiziate di tentati omicidi, rapine ed estorsioni. Le indagini successive  svolte dagli investigatori del commissariato Mecenate, con intercettazioni telefoniche ed ambientali, ha permesso di accertare che alcune delle 'pandillas' attive sul territorio milanese sonoorganizzate come vere e proprie associazioni per delinquere, gerarchicamente orientate, finalizzate a commettere di un numero indeterminato di reati e alle quali si accede dopo una iniziazione sul modello di quelle di Cosa nostra.

Uno dei particolari più impressionanti dell'indagine è che le gang utilizzavano cani di grossa taglia come vettori della droga che importavano, imbottendoli di cocaina prima della partenza e poi uccidendoli per recuperarla.  E' stato accertato come gli animali venissero sottoposti a operazioni chirurgiche prima di partire, riempiendo di ovuli il loro intestino. Poi, una volta recuperati, venivano uccisi e squartati. La droga prima di essere collocata nel ventre dei cani veniva avvolta in un cellophane, poi nella carta carbone per essere impenetrabile ai raggi X dopodiché ancora nel cellophane e in uno scotch di vinile nero, ancor più resistente ai raggi X. L'involucro era così pronto per essere inserito nei cani di grossa taglia tipo San Bernardo, Gran Danese, Dog de Bordeaux, Mastino Napoletano e Labrador. Almeno una cinquantina i casi stimati dalle intercettazioni: si sarebbe salvato solo un cane.
(19 marzo 2013)

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