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di STEFANO PAROLA
venerdì 4 novembre 2011
Faida Gargano: 14 anni di galera al «criature»
Enzo Miucci
MANFREDONIA
- Condannato a 14 anni di reclusione per omicidio con l’aggravante
delle finalità mafiose Enzo Miucci, ventisettenne manfredoniano, parente
dei Libergolis, ritenuto il conducente della motocicletta utilizzata
dai due killer che la sera del 2 settembre del 2001 uccisero a
Manfredonia Matteo Mangini, ventenne sipontino. Il giovane fu crivellato
di colpi di pistola sotto i portici di via Gargano, nei pressi di un
bar.
Per questo omicidio il 2 marzo scorso i carabinieri del
reparto operativo hanno arrestato, su ordinanza di custodia cautelare
chiesta dalla Dda, il secondo presunto killer, Angelo Gioacchino Grilli
di 32 anni, ritenuto il passeggero della motocicletta.
Dell’omicidio
Mangini - sarebbe stato ammazzato per contrasti nel mondo dello spaccio
con il clan Libergolis - si parla anche nel maxi- processo alla mafia
garganica: la corte d’assise di Foggia nel marzo 2009 ha inflitto l’erg
astolo a Franco Libergolis, 31 anni, quale mandante dell’agguato.
Peraltro lo stesso Enzo Miucci è stato a sua volta coinvolto nel maxi-
processo alla mafia ed assolto in via definitiva dall’accusa di essere
affiliato al clan Libergolis.
LA SENTENZA - La
sentenza di condanna a 14 anni nei confronti di Miucci è stata
pronunciata al termine del processo abbreviato chiesto dalla difesa e
che ha comportato lo sconto di un terzo della pena, dal giudice
dell’udienza preliminare del Tribunale per i minorenni di Bari.
All’epoca
dell’omicidio Mangini, Miucci era minorenne: avrebbe compiuto 18 anni
un mese e mezzo dopo l’agguato, il 16 ottobre 2001. Miucci è stato
riconosciuto colpevole di concorso in omicidio premeditato aggravato
dalle finalità mafiose perchè Mangini sarebbe stato eliminato per
favorire il clan Libergolis.
Il pm ne chiedeva la condanna a 17
anni di reclusione, il difensore l’assoluzione: farà appello contro il
verdetto di primo grado. Miucci nonostante la condanna è a piede libero:
nei suoi confronti c’era stata una richiesta di arresto respinta nel
2009 dal gip del Tribunale per i minorenni, sul presupposto che non ci
fossero esigenze cautelari visto che i fatti contestati risalivano a 8
anni prima.
LIBERO, MA IRREPERIBILE - Enzo
Miucci (che nell’inchiesta sulla mafia garganica veniva indicato con il
soprannome «u’ criature») è quindi un uomo libero, anche se da 10 mesi
se ne sono perse le tracce. Sparì dalla circolazione nel maggio 2009,
pochi giorni dopo l’omicidio di Andrea Barbarino , il paralitico amico
dei Libergolis e assolto nel maxi- processo alla mafia, ammazzato a
Manfredonia da due killer mentre era sulla sedia a rotelle nei pressi di
casa.
Qualche giorno dopo l’omicidio di Barbarino, Miucci (bene
rimarcare che è estraneo a quel delitto) sparì dalla circolazione. Un
familiare ne denunciò anche la scomparsa ai carabinieri e fu lo
stesso... scomparso qualche giorno dopo a contattare gli investigatori,
spiegare che non c’era nulla di strano nel suo allontanamento, avendo
soltanto deciso di allontanarsi da Manfredonia. Fatto sta che da allora
non è stato più visto o controllato dalle forze dell’ordine.
PADRE UCCISO PER FAIDA - Enzo
Miucci è il figlio di Antonio, il cognato di Ciccillo Libergolis
ammazzato a Monte Sant’Angelo il 14 agosto del ‘93 nell’ambito della
faida tra i Libergolis e gli Alfieri/Primosa. Per l’omicidio di Antonio
Miucci fu arrestato, processato e assolto Michele Alfieri, il giovane
montanaro ucciso nel gennaio scorso a Monte Sant’Angelo davanti ad un
bar.
L’AGGUATO A MANGINI - Quali elementi hanno
portato ora alla condanna di Enzo Miucci per l’omicidio Mangini? Gli
stessi posti alla base del provvedimento di cattura che il 2 marzo
scorso ha portato in carcere Angelo Gioacchino Grilli. Il padre di
Matteo Mangini parlò con un conoscente presente sul luogo dell’agguato e
registrò il colloquio all’insaputa dell’interlocutore. Il testimone
avrebbe rivelato al padre della vittima d’aver riconosciuto sulla moto
dei sicari Enzino Miucci alla guida e Angelo Grilli seduto dietro.
La
difesa di Miucci ha replicato che i due killer di Mangini avevano il
casco da motociclisti e che il testimone, sentito in corte d’assise nel
maxi-processo alla mafia garganica, aveva escluso d’aver potuto
riconoscere i due sicari proprio perchè agirono con il volto coperto. Un
altro degli elementi d’accusa contro Miucci e Grilli è rappresentato
dalle intercettazioni ambientali eseguite sull’auto di Franco
Libergolis, condannato all’ergastolo quale mandante dell’omicidio
Mangini.
Parlando con un amico, Libergolis avrebbe detto che
Miucci e Grilli si erano esercitati su una moto in vista dell’agguato ai
danni del rivale.
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