sabato 24 marzo 2012

L'uomo fra due abissi Blaise Pascal

Epitaffio di Pascal
La filosofia di Pascal ha come centro la profonda analisi della condizione umana, in rapporto alla verità divina rivelata dal Cristo. Egli scrive:

« [...] Noi navighiamo in un vasto mare, sempre incerti e instabili, sballottati da un capo all'altro. Qualunque scoglio, a cui pensiamo di attaccarci e restar saldi, vien meno e ci abbandona e, se l'inseguiamo, sguscia alla nostra presa, ci scivola di mano e fugge in una fuga eterna. Per noi nulla si ferma. [...] »

(Blaise Pascal, Pensieri, 72)
Dunque, per Pascal la condizione umana è nient'altro che estrema precarietà, impossibilità di raggiungere punti fermi, insanabile contraddizione fra il volere e l'ottenere, volubilità e continuo movimento nell'avere e nel volere stesso. L'uomo è una pura contraddizione in sé, posto tra i due abissi dell'infinito e del nulla, fra l'infinitamente grande e l'infinitamente piccolo, fra l'essere spirituale (eterno) e l'essere corporeo (temporale). L'uomo non può sapere né ignorare totalmente. In sostanza:

« [...] che cos'è l'uomo nella natura? Un nulla in confronto all'infinito, un tutto in confronto al nulla, un qualcosa di mezzo fra nulla e tutto. [...] »

(Blaise Pascal, Pensieri, 72)

Il ministro Balduzzi: «Stop all'azzardo da tutto il governo»


«Se seguissi l’istinto direi proibiamo. Ma proibire non è mai la soluzione. Nemmeno quando si tratta di dire basta al gioco d’azzardo». Il ministro della Salute Renato Balduzzi sono giorni che riflette sul tema, che si interroga sui numeri dell’emergenza, che analizza il fenomeno. E ora spiega la volontà sua e del governo guidato da Mario Monti di mettere sul serio la testa sul problema. «La strada maestra è regolamentare la materia e l’esecutivo è pronto a muoversi. Ho parlato a lungo con il ministro dell’Interno, con quello dello Sviluppo economico, ho sentito anche il presidente del Consiglio... Beh, in tutti c’è la stessa determinazione, la stessa volontà di correggere certe storture, certe anomalie. Certo, serve equilibrio, serve cautela, ma la volontà di intervenire per dare un assetto sano al settore del gioco è fuori discussione. La prego lo scriva: è fuori discussione». Parliamo al telefono con Renato Balduzzi per quasi un’ora e sono due gli elementi forti che prendono forma dietro i suoi ragionamenti. Il primo: la ludopatia sarà presto, prestissimo considerata a tutti gli effetti una malattia. «Negli Stati Uniti è così da trent’anni, in Italia ancora no», ci spiega facendoci capire chiaramente il senso della svolta. Il secondo: sulla pubblicità si cambia, si gira pagina. «I tecnici del ministero dell’Economia – spiega Balduzzi – stanno già lavorando. Perché certe cose non ci sono piaciute, perché non vogliamo più vedere uno spot dove si dice che chi non gioca è un bacchettone. Perchè proibire no, ma nemmeno spingere al gioco in questo modo».


Ministro che ha in testa?
Ho in testa i rischi che corrono i nostri ragazzi. Bisogna dire loro che giocare è pericoloso, che il gioco rischia di diventare una malattia, che così ci si rovina, ci si massacra. Nel governo c’è una preoccupazione reale e corale e siamo tutti pronti a pretendere rigore. Nelle scelte e nelle parole. Ripeto la strada non è proibire, è regolamentare. Perchè serve serietà, perché bisogna dire che i divieti assoluti rischiano sempre di provocare l’effetto opposto, di accendere i riflettori sul gioco, di creare ancora più attenzione. Ma detto questo così non si va avanti e la svolta sarà chiara: la persona sarà rispettata e i minori protetti non "sfregiati" con spot che raccontano che una "vincita può cambiarti la vita". Questi non ci dovranno essere più. E chi non si adeguerà perderà la concessione.

La notizia appena uscita che 10mila posti di lavoro nelle scuole saranno parzialmente finanziati con i proventi del gioco non la fa pensare?
Mi fa pensare e mi rattrista. Ma che si fa? Si decide di non mettere le imposte sul gioco? Giocherebbero di più e non avremmo i vantaggi positivi. Vede tutto è terribilmente complicato: lo Stato può disincentivare e incentivare la buona amministrazione. E le assicuro: non sarà poco.

Che cosa significa buona amministrazione?
Significa che i sindaci che vogliono contrastare il fenomeno vanno aiutati. Servono strumenti normativi? Beh, glieli daremo. Perché se la loro battaglia è impedire il moltiplicarsi di sale giochi vicino a scuole e parrocchie il governo sarà al loro fianco. Non possiamo stare a guardare mentre videopoker, slot machine e sale scommesse rischiano di stravolgere la vita delle comunità.

Ministro, i minori non dovrebbero giocare, eppure giocano... E il governo non nega le concessioni
L’attenzione c’è già, ma la sfida al gioco d’azzardo sarà forte come è forte quella all’evasione. L’impegno di contrasto c’era, ma ora c’è di più. Vogliamo intensificare i controlli e, parallelamente, far crescere una consapevolezza che – ammettiamolo – comincia a farsi largo. La Conferenza episcopale ha detto parole forti, il cardinale Angelo Bagnasco ha messo l’emergenza sotto i riflettori e anche il ministro Andrea Riccardi si è speso in maniera impegnativa. Sono stati passi importanti e ora la collaborazione tra Stato, società e Chiesa può mostrare tutta la sua luminosità e tutta la sua vitalità aiutando tanti ragazzi e tanta povera gente a sviluppare un progetto di vita piena che non si perda dietro questi sogni di evasione senza futuro e senza speranza.

Veniamo al suo ministero, la Salute. La ludopatia sarà davvero considerata una malattia?
Sì, sarà una malattia. Qui in Italia abbiamo tardato ad acquisire questa consapevolezza culturale, ma ora anche su questo si volterà pagina. Nelle prossime settimane si rivisiteranno i livelli essenziali di assistenza e la ludopatia sarà inserita nell’elenco delle patologie. Sarà una decisione nazionale che verrà presa d’intesa con il sistema delle Regioni e poi si concretizzerà con un decreto del presidente del Consiglio dei ministri.

Che cosa cambia?
Tutto. Ci sarà una prevenzione, un’assistenza, verranno rafforzati i servizi nelle Asl... Insomma una svolta concreta.

Ministro, in che tempi vedremo i risultati?
Non partiamo da zero, è da tempo che ci confrontiamo su questa emergenza. E da subito – me lo faccia ripetere – c’è stata assoluta disponibilità da parte di tutti i dicasteri interessati. C’è stato e c’è ancora in queste ore un confronto largo perché ogni iniziativa ha bisogno di un confronto preventivo e di un sì collegiale del governo che, eventualmente, possa sfociare in strumenti normativi adeguati.

Monti avrà coraggio di sfidare l’impopolarità e di anteporre il bene della società alle esigenze di cassa?
Questo governo ha dimostrato coraggio e continuerà a farlo. Ma rimanendo dentro i confini della legalità costituzionale. Insomma useremo la mano ferma contro il gioco d’azzardo, ma senza mai dimenticare che nella Costituzione si coniugano diritti e doveri. Noi vogliamo questo coniugare la solidarietà al rispetto delle libertà. Lo Stato non può diventare uno Stato etico, ma le sue leggi possono far capire dove sta il valore e dove il disvalore. E così aiutare a comprendere che certe scelte spingono solo sul fondo.

Arturo Celletti

mercoledì 21 marzo 2012

Dell'Utri prima riceve 8 milioni di €uro da Berlusconi per aiutarlo, perchè poverino, ricco e decadente e poi lo stesso Berlusconi se ne acquista l'immobile. C'è qualcosa che non quadra. Ci vedo poco trasparenza anzi pare di scorgere un azione di pulizia per non usare un'altro termine. Con il gioco delle tre carte hanno una cosa in comune l'inganno e il riciclaggio.

Silvio Berlusconi compra casa sul lago di Como. Il venditore? Marcello Dell’Utri
Berlusconi, l'uomo più povero d'Italia. Lui se la ride  ma lo sa.

Secondo il quotidiano 'Il Giorno', l'otto marzo scorso l'ex premier ha acquistato villa Comalcione dall'amico senatore. La dimora storica balzò agli onori della cronaca la scorsa estate, quando il politico siciliano giustificò un versamento di 8 milioni di euro da parte del Cavaliere come prestito necessario alla ristrutturazione dell'immobile prima della vendita

Villa Comalcione, venduta da Dell'Utri a Berlusconi
Trenta camere, campo da tennis, darsena e vista mozzafiato sul lago di Como. E’ l’ultima conquista immobiliare di Silvio Berlusconi, che l’otto marzo scorso ha acquistato – con regolare passaggio di proprietà – villa Comalcione, dimora storica ‘completamente ristrutturata’ sulla penisola di Torno. Noto il compratore, arcinoto il venditore: trattasi di Marcello Dell’Utri, senatore del Pdl, fondatore di Forza Italia nonché amico storico del Cavaliere. La notizia è stata resa nota dal quotidiano Il Giorno. Dell’Utri si era trasferito da una decina d’anni a Torno, dopo avere ceduto la sua villa di Sala Comacina. Berlusconi, invece, da anni era alla ricerca di una dimora sul Lario: ne ha visionate tante e due anni fa sembrava averla trovata, a Cernobbio, ma il proprietario aveva fatto dietrofront e la vendita era sfumata.

Ora l’acquisto di villa Dell’Utri, abitazione principesca già nota alle cronache dalla scorsa estate dopo un’intervista rilasciata dallo stesso senatore al Corriere della Sera. In quei giorni, il fondatore di Forza Italia si trovava al centro di un caso giudiziario per un versamento di otto milioni di euro ricevuti dall’amico Silvio Berlusconi. Il motivo di quei soldi? Per i pm si trattava di passaggi di denaro nell’ambito dell’attività della P3; per Dell’Utri, invece, erano solo un innocente prestito chiesto all’amico Silvio. L’obiettivo del senatore era quello di ristrutturare villa Comalcione per poi metterla sul mercato. Dell’Utri, del resto, diceva di avere seri problemi economici e voleva far cassa tramite la vendita della dimora sul lago. Operazione che, però, non poteva avvenire se non dopo una corposa (e costosa) ristrutturazione. Con quali fondi? Con i milioni di euro chiesti in prestito all’ex premier, che poi ha deciso di comprare proprio la villa in questione.

Ti potrebbero interessare anche

martedì 20 marzo 2012

La rivelazione attraverso le visioni al mio risveglio del Tau.


Rivelazione del Tau

Questa mattina al mio risveglio ho visto col terzo occhio una lampada da cui usciva una luce che si trasformava in Tau, guardai attentamente mentre cresceva, era l'Italia che usciva dalla Sicilia, e precisamente da Messina. L'isola stava generando luce che risplendeva nella croce, al mio passaggio avevo sfregato quel suolo sacro risvegliando la sua luce nascosta nei secoli. Poi pensai all'Apocalisse, ovvero alla rivelazione, e mi venne in visione il Pomo di Apple come il morso di Adamo, e il suo fondatore Steve Jobs; morto nel corpo ma resuscitato nel Web per vivere in eterno mi dissi. L'Apocalisse, la rivelazione, la finestra sul mondo:" Il Web! Come illuminato mi apparve ogni cosa più chiara, niente è a caso, tutto è collegato come un filo che unisce la nostra esistenza al nostro Creatore, non più tenebre ma luce infinita. Mi vennero in mente tantissime immagini, sovrapposte una all'altra, avevo trovato quel misterioso filo di arianna. Ricordavo la mia chiamata nell'Isola di Alcudi, la più piccola delle sette sorelle, proveniente dalla Città di San Giovanni e riflessa dalla Madonna della Lettera di Messina sua Patrona. Ho ricordato quella mattina all'alba nell'isola di Lerìn seduto su uno scoglio che all'improvviso si è innalzato al punto che mi sono trovato in bilico su una montagna senza fine e fui poi rapito in Spirito. Poi, mi venne in mente il primo mattino, nell'isola di Alicudi, mentre i miei compagni di cubo di Firenze erano in sonno. La finestra che si offriva a oriente, a 300 gradini dal porticciolo, erano le ore 6.00, e da oriente, giunse quella chiamata: "Franco...Franco... Franco...", una voce delicata e soave di donna mi chiamava. Uscii e contemplai l'alba. Il giorno dopo, dopo una giornata di mare e di meditazione e una notte serena, la stessa voce, le stesse parole, alla stessa ora, le ore 6: "Franco... Franco... Franco...", i miei due compagni di cubo ancora immersi nei loro sogni, ed io tornai sul terrazzino da dove giungeva quella voce, l'alba e un panorama meraviglioso, si poteva vedere la Sicilia da Cefalù a Messina e poi lo stretto, San Giovanni e a salire tutta la costa Calabra, e davanti le sei delle sette sorelle, le Isole Eolie, Filicudi subito davanti, dietro Salina, Lipari, Vulcano verso lo stretto, salendo verso nord Panarea e Stromboli con il suo pennacchio. Uno spettacolo stupefacente, i primi raggi di sole si immergevano dentro una nuvola sopra Filicudi e si irradiavano sull'Isola illuminandola a raggiera con fasci di luce che partivano da un punto a formarne un triangolo. Mentre contemplavo quella grazia di Dio, tre fulmini a ciel sereno, prima uno, poi il secondo e poi il terzo, tutti mi penetrarono dall'alto verso il basso da sinistra verso destra, ma l'ultimo fu così forte e prorompente che mi mandò in estasi, tremavo tutto, fu come essere esploso internamente e rimasi lì pietrificato. Mentre ciò accadeva si stavano spegnendo le sette stelle del Grande Carro sopra di me. Tornando a casa, in Via Francesco Petrarca al civico 100, a Savonera, una strada che da sud porta alla Reggia della Venaria Reale, la sera mentre mi coricavo, ai piedi del letto, la stessa voce mi chiamava: "Franco...Franco...Franco..." come se volesse avvertirmi che lei non era nell'isola ma era con me, non a caso.     

Postato sul mio blog "Apocalisse 2012"  il 5 novembre 2011

 

lunedì 19 marzo 2012

Franco Zanotto una vita Creativa, Artistica e di Fede e di Patria



L'albero della vita
Nasce nel cuore di in una regione di forma triangolare, la cui provincia è ( CL ) come150 e il cui comune a 900 metri sul livello del mare, si traduce dall’arabo dimora di ricchezza “Mussomeli”. Il suo cognome è di fantasia, inizia con Z l’ultima lettera dell’alfabeto, 8 come l’infinito,”Zan8” il suo nome è Franco e Carmelo il suo secondo nome” Franco il Carmelo”. Nasce il 24 febbraio del  ’58, cento anni prima, lo stesso giorno appariva la Madonna per l’ottava volta a Bernadette  a Lourdes. In Italia si sta svolgendo la terza guerra d’Indipendenza, mentre Garibaldi si accingeva all’unificazione del Regno l’Italia. Nasce di fronte al Santuario della Madonna dei Miracoli Patrona del Paese di Mussomeli, da Padre Giuseppe e Madre Grazia ha già un fratello Vincenzo il cui secondo nome è Salvatore “Vincenzo il Salvatore”.



Cokerel
 La via in cui nasce ha origine da una chiesa, la Chiesa di Sant’Antonio Abate, che custodisce il quadro di Sant’Eligio, protettore degli orafi e dei maniscalchi. Nel quadro viene rappresentato il Santo in piedi mentre ai suoi piedi su uno sgabello una donna sta finendo di allestire la toga bianca del Santo, mentre già Giuseppe Garibaldi seduto è vestito di rosso e Giuseppe Mazzini  tra i due, in piedi, indossa la toga verde, fu commissionato in attesa dell’Unità d’Italia. Mentre realizzavo il packaging commissionato da Prada per la fine del ’99, Giovanni Paolo II insigniva il Santo Eligio, protettore dei creativi e degli artisti, di cui mi sento parte. Cinquant’ anni fa partiva dal Paese per trasferirmi a Venaria la Reale, di fianco alla Reggia e lo stesso quadro, dopo quarantanove anni, il giorno del mio 53° anno, il 24 febbraio lo scorso anno lo segue esattamente dentro la Reggia per occupare un’area adiacente alla Via XX Settembre, all’interno della Scuderia Reale, trasportato dalla Gondrad. La sua prima residenza a Venaria è stata proprio la via XX settembre al civico 5.
 
Il suo cammino di 53 tappe per i 150° dell'Unità d'Italia
L'albero della Passine per la conoscenza
La linea artistica e creativa è già scritta e confermata da tutta una serie di eventi. Percorrera dopo un’anno la strada Maestra con la famiglia, attualmente Via Andrea Mensa che tornerà col nome originale, “La Strada Maestra” come battezzata dal Castellamonte, per raggiungere la successiva abitazione nella parrocchia di San Lorenzo, ad Altessano, dove a 6 anni frequenta il catechismo con il fratello Vincenzo, il 30 marzo del 1964 sarò investito Soldato di Cristo con la Prima Comunione e la Cresima. Dopo sei mesi viene trasferito a Savigliano, 50 km da Torino, nel collegio delle Suore della Sacra Famiglia nell’Istituto “Pro Pueritia Sacro Cuore”, in via Allione. A 10 anni torna tra casa e finisce le elementari in un aula della parrocchia di San Lorenzo, dove ha ricevuto i due Sacramenti, aula ceduta alla scuola "Antonio Gramsci" come succursale, la sua insegnante la troverà clochard alla stazione di Porta Nuova a Torino un ventennio dopo. A dieci anni raggiunge il suo primo sogno, durante il mese di luglio lavorando in una betola nel cortile di casa raggiunge la somma di lire 28.700 per acquistarmi la mia prima bicicletta, da cross e di colore rosso, il sabato stesso, riscossa la paga, si reca con il padre in viale Buridani, sotto il monumento ai caduti, dove un ambulante ha le sue biciclette, scelgo la migliore, di colore rosso e da cross, il suo costo è precisamente la cifra che ha guadagnato.
A 14 anni, in via Po comincia ad acquistare i primi libri sulle filosofie orientali, Buddismo Zen, Buddismo tibetano, Hata Yoga, Jnana Yoga, e filosofi Indiani.
E’ luglio del ’73, ho 15 anni entra nel mondo del lavoro, mattina a scuola pomeriggio la piccola ditta artigianale in cui si produce materiale di imballaggio in cellophane poi sostituito dalle materie plastiche.
In un secondo tempo, proseguì  gli studi all’Avogadro frequentando i corsi serali, il lavoro lo affascina e si entusiasma, ma non era meno il suo interesse verso la Fisica e la Chimica, la Storia e la Geografia, il laboratorio e il disegno.
Dopo la vicenda Prada "Crocifisso"
Il 14 agosto del  ’77, mentre trascorre le vacanze a Lignano Sabbiadoro, al camping Riviera lo raggiunge una telefonata da suo padre, è giunta la lettera per la naja, destinazione Codroipo (UD), 50 km, circa da Lignano Sabbiadoro.
Nel settembre del ’78 rientra nella ditta artigiana, nel frattempo ci furono dei cambiamenti, il cellophan era in crisi, era in atto una rivoluzione delle materie prime, per cui il suo datore di lavoro lo avvisava che dovevo trovarmi un'altro posto.
Nell’aprile  del 79, l’autista di un fornitore gli confidava che la proprietaria della ditta di Massalombarda voleva cedere la sua attività, per l'età avanzata e così ebbe un colloqui con la titolare e di lì ad un mese ne diventa il nuovo proprietario trasferendomi a Massalombarda (RA), trasformandosi da dipendente a fornitore della ditta da cui ha fatto esperienza. Si rifornisce delle materie prime a Forlì presso la Orsi & Mangelli S.P.A. che ancora produceva cellophane nel cuore della città.
Duck
Nel settembre del ’82 dopo tre anni di attività si reca in America per trovare nuove fonti di approvvigionamento e si rivolgo all’industria leader delle materie Plastiche La Du-Pont De Nemours a Wilmington del Deloware in U.S.A.  a sud Whashington, tramite lo zio Franco Cannella.
Nell’83 comincia a fornire la Orsi & Mangelli di Forlì. I loro responsabili, Gherardini e Mantellini lo mettono in contatto con un Magnate Svizzero Ebreo, console onorario della Bolivia un pezzo da novanta nel mondo del Packaging che vuole l’esclusiva, tramite il suo direttore generale Todorovich della Giudici Cellophane, che gli annuncia della telefonata che sarebbe seguita nel pomeriggio dal suo Presidente da Lugano. 
Nell’84 lo chiama in seno alle sue aziende in Svizzera e in Italia, lo nomina amministratore e delegato e vice presidente della sua srl di Como: “Modern Packing”, stabiliamo alcuni contratti di partecipazione agli utili e di rappresentante della Trading di Lugano.
Call Me
Nel luglio dell’85 l’incontro con il Dalai Lama che inverte il mio senso di marcia verso una ricerca interiore e spirituale.  Due amici che aveva conosciuto a Massalombarda, di cui uno entrato nel Monastero Tibetano di Pomai, nel paese di Santa Luce (PI) lo chiamarono per chiede ospitalità a Lugano per la notte, all’indomani avrebbero raggiunto il Dalai Lama nel villaggio tibetano di Rikon, a Nord di Zurigo vicino a Winterthur .
Era prevista l’iniziazione era del Kalachakra che si celebra ogni cento anni, ovvero iniziazione di Diamante, Richard Gere era tra loro per questa esperienza memorabile, per cui la sua convinzione è stata di non essere a Lugano per fare soldi ma per incontrare proprio lui il Dalai Lama e la Luce. Alla fine di questa iniziazione il Dalai lama si è rivolto a tutti i partecipanti, circa duecento e ha invitato a tutti i partecipanti di riscoprire la propria religione, e percorrere la strada attraverso la propria cultura e le proprie origini, un vero segno di umiltà e rispetto tutte le religioni.

Il gancio per la vita verso la luce
Non a caso l'anno successivo il 26 ottobre ad Assisi Giovanni Paolo II, riunisce tutte le religioni del mondo, per la Pace.
Ascolta i suggerimenti del Dalai Lama, e di seguito al suo ritorno a Lugano va nella libreria delle Paoline per acquistare tutto quello che trova di San Francesco, patrono d’Italia e suo protettore, torna a leggersi il Vangelo e le Sacre Scritture e riscopre la propria religione d’origine, ascolta come suggerito dal Dalai Lama a tutti i partecipanti.. 
Di lì il suo ritorno alla mia religione cristiana  seguito da una crisi esistenziale, di delusione  di tradimento da parte del suo socio svizzero miliardario e console onorario e padrone di mezza Bolivia.
Fine 85 la depressione, l’esaurimento nervoso e una malattia mi hanno portato a fare il volontario verso attività sociali, occupandomi di laboratorio artigianale e di agricoltura.
I primi dell’86 si ritrova volontario in una comunità “Comunità Aperta” fondata da Valentino Bonadio poi investito Diacono al Duomo di Torino, un orefice che ha ceduto la sua attività ad un dipendente. Scambia la BMW 524 in mio possesso con una regata di seconda mano per evitare ostentare ciò di cui non si pregiava.
Il Santo Graal a Torino
Nell’87 riapre la nuova ditta Helicon, Helicon come il monte Sacro alle Muse in Grecia,  per realizzare buste biodegradabili, ma il mercato non è ancora pronto, costavano troppo rispetto alla plastica di polietilene, le classiche e famigerate shoppers. Riprende l'attività collaborando con Autogrill e Rinascente fornendo nuove tecniche di packaging e confezionamento. Realizza le prime buste regalo oggi di uso istituzionale in tutti i paesi del mondo.
Nell’87 realizza le prime buste ad alta barriera con cerniera, in seguito immette sul mercato le prime buste in poliammide per cucinare in acqua calda, a bagnomaria e al forno, in seguito i sacchi salva spazio per trapunte e piumini con valvola e cerniera.
Nel '95 crea il primo “ballon bag” da inserire dentro le borse morbide per Mandarina Duck, poi a seguito tutto il mondo della pelletteria entra in contatto e a conoscenza di questo prodotto, viene realizzato per campagne promozionali tra le tante per una campagna di raccolta punti per la prima Play Station per Fina Italia.    
Nel ’99 realizza la prima shopping bag in pluriball per Prada e Miu-Miu e Benetton per Il marchio Sisley.
Martini & Rossi
Nel 2000 è la volta dello “Standing-Up” un totem che resta in piedi grazie ad una zavorra di acqua, con l’effetto dell’Ercolino sempre in piedi degli anni ’60, che proposto per pubblicità, viene utilizzato per le loro campagne pubblicitarie da TIM, Martini è Rossi, a Paraflu, Q8 ed altri.
Attualmente alcuni  prodotti sono candidati nei prossimi consumi  nel settore dell’illuminazione e del confezionamento.   

sabato 17 marzo 2012

Lombardia, i verbali sul leghista Boni: “Tangenti sui grandi affari immobiliari”

L'architetto Ugliola, al centro dell'inchiesta per corruzione che coinvolge il presidente del consiglio regionale, racconta ai pm di mazzette sui principali interventi urbanistici della regione gestiti dal gruppo Zunino. Comprese l'area Falck e Santa Giulia. A Cassano d'Adda "soldi a Lega e Forza Italia". Le accuse confermate da un politico locale del Carroccio

Davide Boni
Per concludere affari immobiliari in Lombardia era necessario passare “per Boni e Ghezzi”. Cioè Davide Boni, presidente leghista del consiglio regionale, e Dario Ghezzi, suo stretto collaboratore, indagati per corruzione.

Una nuova testimonianza, depositata la Tribunale del riesame in seguito a un ricorso di alcuni indagati, rende ancora più pesante il quadro del malaffare politico-imprenditoriale in Lombardia, la regione guidata da Roberto Formigoni dove nove consiglieri su 80 sono indagati. Due giorni giorni fa è toccato al pidiellino Angelo Giammario, accusato di aver intascato mazzette sulla manutenzione del verde pubblico. Ma altri casi emergono, in modo bipartisan, in altre regioni del Nord. In Toscana, dove il consigliere regionale del Pd Riccardo Conti è indagato per corruzione con il manager Vito Gamberale (in una vicenda legata al caso Sea che fa tremare la giunta Pisapia a Milano). E in Emilia-Romagna, dove il presidente Vasco Errani si dice pronto alle dimissioni dopo essere finito sotto inchiesta con l’accusa di aver ostacolato indagini su una coop in cui è interessato suo fratello.

A parlare di Boni è un altro indagato, Gilberto Leuci, che in un interrogatorio ai pm di Milano dichiara: ”Nel corso di un incontro che ho intrattenuto con l’amministratore delegato della Serenissima Sgr (società di gestione del risparmio creata dalla spa pubblico-privata Autostrada Brescia-Verona-Vicenza-Padova, ndr), lo stesso mi rappresentò che era a conoscenza del fatto che per montare affari immobiliari in Lombardia era necessario fare un passaggio da Boni e da Ghezzi, i quali dirigevano l’imprenditore verso il sottoscritto e da Ugliola”. Il riferimento è a Michele Ugliola, l’architetto-mediatore intorno al quale ruota l’inchiesta condotta dai pm Alfredo Robledo e Paolo Filippini. “Personalmente non ho mai consegnato denaro a Boni o a Ghezzi, in quanto tali incombenze sono state gestite da Ugliola”.

L’inchiesta nasce dal presunto sistema di tangenti sull’urbanistica di Cassano D’Adda, comune in Provincia di Milano. Ma il meccanismo era esteso alle grandi operazioni immobiliari di altre zone della Lombardia, compresa l’area Falck di Sesto San Giovanni per la quale è indagato per corruzione l’ex dirigente del Pd Filippo Penati. Lo afferma in interrogatorio , il 12 luglio 2011, l’architetto Ugliola, che elenca una serie di operazioni “viziate” da mazzette: “Si tratta di tutti gli incarichi che ho ottenuto dalla società ‘Risanamento’ di Luigi Zunino, quali Santa Giulia, Area Falck di Sesto San Giovanni, Rodano – Pioltello – area ex Sisas, Scalo Farini, con riferimento all’immobile ex poste e Marconi 2000 – comune di Varedo. In ciascuno di questi casi”, ha spiegato Ugliola, “sono state promesse somme di denaro ai medesimi esponenti politici sopra indicati, e cioè Boni, Ghezzi e Casiraghi (Monica Casiraghi, consulente di Boni all’assesssorato regionale al Territorio, ndr), in cambio dell’ottenimento delle autorizzazioni necessarie”.

Circostanziato il racconto sul presunto sistema delle tangenti a Cassano D’Adda, di nuovo dai verbali di Leuci. “Sono a conoscenza che i soldi per la politica dovevano essere destinati pro quota ai partiti che reggevano la giunta cassanese, in particolare Forza Italia e Lega Nord“, spiega ancora Leuci. “Posso dire che le operazioni che io ho montato a Cassano, sulle quali ho percepito denaro dagli imprenditori, denaro che oggi ho girato a Michele Ugliola trattenendo la mia parte, sono circa 12. Posso quantificare in circa un milione e mezzo di euro la somma che io ho ritirato dagli imprenditori per le predette operazioni. Io e Ugliola trattenevamo generalmente tra un quarto e un terzo delle somme ricevute valutando la quota trattenuta caso per caso”.

L’indagato ha spiegato come avveniva la spartizione delle tangenti. “La quota da destinare ai politici, di circa due terzi della somma percepita, era gestita completamente da Ugliola, il quale si occupava di recapitarla ai politici”. Per quanto riguarda i presunti collettori delle tangenti, “non so indicare un esponente politico preciso per quanto riguarda il partito Forza Italia”, ha precisato Leuci, mentre posso indicare Boni e Ghezzi come politici di livello più alto, con cui aveva stretto rapporti Ugliola, da cui avevamo copertura”.

Dai verbali emerge una conferma interna al partito di Umberto Bossi: “Ero consapevole del fatto che un terzo dei profitti sarebbero andati alla Lega”, afferma nell’interrogatorio del 21 ottobre 2011 Marco Paoletti, consigliere provinciale milanese eletto con la Lega Nord. Nel 2010, Paoletti subisce una perquisizione nell’ambito dell’inchiesta su Cassano: “Ricordo che Boni in più occasioni mi tranquillizzò – dice ai pm – dicendomi che non mi avrebbero abbandonato politicamente qualora ci fosse stato un risvolto giudiziario negativo nei miei confronti”.

Le presunte tangenti, ha aggiunto Paoletti, erano una sorta di “approvvigionamento” per “sostenere i costi della campagna elettorale” di Boni. Paoletti ha raccontato di un colloquio con Ghezzi, il collaboratore di Boni, nell’autunno 2009: “Avevo già preso i 20mila euro quando mostrai la disponibilità a contribuire alle spese della campagna elettorale di Boni, ma a fronte di questa disponibilità Ghezzi mi rispose: ‘tu pensa a portare i voti che il resto ce lo aspettiamo da Michele’, facendomi così capire che non vi erano problemi per quanto riguardava l’approvvigionamento a sostenere i costi della campagna elettorale”.

giovedì 15 marzo 2012

PERCHE' LA MIA MALATTIA ??? "Viverla tutta", con coraggio perché serve raccontare la malattia (Lettera inviata su invito del quotidiano Repubblica all'Istituto Superiore della Sanità)


Così corrispondo al messaggio di invito del quotidiano "Repubblica", facendovi partecipi e testimoni della mia missiva indirizzata all'Istituto Superiore della Sanità 

 "Viverla tutta", con coraggio  perché serve raccontare la malattia  SALUTE Da oggi voce ai pazienti e ai familiari: il loro rapporto con patologie, problemi, informazioni. La prima indagine scientifica di medicina narrativa su internet in collaborazione con l'Istituto superiore della Sanità. Già centinaia di testimonianze                                         a cura di MAURIZIO PAGANELLI

Mi chiamo Franco Zanotto, ho 53 anni sono nato a Mussomeli (in arabo "dimora di ricchezza) a 900 mt. sul livello del mare, la cui provincia rappresenta in numeri romani proprio 150(CL) il 24 02 1958 (100 anni prima la Madonna di Lourdes appare a Bernadette pronunciando parole profetiche "Penitenza,....) e vivo a Venaria Reale (TO). Alla mia nascita mi assiste un quadro di Sant'Eligio "La Bottega di Sant'Eligio" appoggiato nella chiesa di Sant'Antonio Abate da dove nasce la via in cui vengo alla luce (via Generale Cascino). Il quadro commissionato per l'Unità d'Italia rappresenta la bottega di orafi i cui lavoratori sono Giuseppe Garibaldi vestito di Rosso, Giuseppe Mazzini vestito di Bianco, Sant'Eligio che attende una giovane che ai suoi piedi sta ultimando la veste verde per il Santo per completare il tricolore, misura 2,5 x 3 metri. Grazie alla mia malattia, decido di fare il un impresa esemplare e coraggiosa e di solidarietà per i 150 anni dall'Unità d'Italia insieme a Vangelo e Costituzione più mille fili di cotone bianco, come i mille di Garibaldi, che ho distribuito a tutte le persone che incontravo, a Mussomeli scopro l'esistenza e la storia di questo quadro
Al mio arrivo in paese, il giorno 5 aprile San Vincenzo, il sindaco Salvatore Calà mi annuncia che un quadro viene prestato proprio alla Reggia di Venaria alla mostra della Bella Italia per Rappresentare l'artigianato Siciliano. 
Franco a 4 anni a Villalba
Non a caso quel quadro è partito dal mio paese il giorno del mio compleanno 24 febbraio di quest'anno in carico alla Gondrand e trasportato a Venaria Reale dentro la Reggia, destinato su una parete della Citroniera dello Juvarra, sulla parete che dà nella via XX settembre, via che 49 anni fa sono stato residente e precisamente al numero civico 5. 


La bottega di Sant'Eligio esposto alla Mostra de "La Bella Italia"
Il quadro è stato scelto dal curatore del museo di Cefalù, Vincenzo Abbate, che nasce nel '49 (fate caso al nome e al cognome, e all'anno; Vincenzo il giorno in cui mi viene annunciato del quadro, Abbate come la chiesa da cui viene prelevato il quadro, e 49 come i 49 anni che mi separano dalla data di arrivo collegato agli anni dalla mia partenza dal paese). Ho dicato la mia vita per capire il senso della mia esistenza fin dall'età della ragione.         A quattro anni i miei riuniscono la famiglia trapiantandosi a Venaria Reale(TO) a sei anni, 
Mio fratello Enzo ed io Franco il 30 marzo 1964 fuori dalla chiesa di San Lorenzo Martire dopo avere ricevuto la Prima Comunione e la Cresima
il 30 marzo 1964 ricevo la Prima Comunione e Cresima, dopo sei mesi entro in collegio a Savigliano (CN) "Pro Pueritia Sacro Cuore" gestito dalle suore della Sacra Famiglia. A 14 anni comincio a studiare le filosofie orientali per curiosità. A 15 anni entro nel mondo del lavoro, settore imballaggio e materie plastiche contemporaneamente mi iscrivo all'I.T.I.S. per conseguire il diploma prima frequentando la scuola al diurno per finire con la frequenza serale, dedicando più tempo all'esperienza  lavorativa. Nell'agosto 1977 sono chiamato ad assolvere il mio dovere verso la Patria per il militare nel corpo degli alpini in Friuli. Un anno dopo prendo il congedo. Nel maggio 1989 rilevo un'attività di un fornitore per l'azienda per cui lavoro a Massalombarda(RA). Nel 1982 mi reco negli U.S.A. presso la Du-Pont De Nemours a Wilmington (DW) Leader nel settore delle Materie Plastiche e della chimica con 60 mila dipendenti, concludendo in seguito grandi affari. Fine '93 attraverso la mia attività incontro uno svizzero ebreo miliardario, console onorario e padrone di mezza Bolivia, che vive a Lugano, con cui entro in società. Primi dell'84 ricevo la carica di Amministratore Delegato e Vice Presidente di una s.r.l. "Modern Packing" di Como. 
Il Dalai Lama
Nel luglio '85 incontro con il Dalai Lama a Wintertur (CH) in occasione di un' Iniziazione in cui aderiscono 200 persone da tutto il mondo tra cui Richard Gere. 
Richard Gere
Su invito e consiglio del Dalai Lama torno a riscoprire la mia religione d'origine e mi fornisco presso la libreria delle Paoline di Lugano tutto su San Francesco. 
San Francesco
Il 26 ottobre dell'86 ad Assisi Giovanni Paolo II invita tutte le religioni del Mondo ad unirsi per la Pace. Il Dalai Lama sarà al suo fianco sinistro per tutta la cerimonia. Fine '85 Subisco un danno e un tradimento dal socio svizzero miliardario in seguito entro in depressione con un fortissimo esaurimento. 
Giovanni Paolo II ad Assisi con Romano Prodi "Uniti per la Pace nel Mondo" ottobre '86

Giovanni Paolo II con i Delegati e Rappresentanti di tutte le religioni del Mondo
Ricorsi in pronto soccorsi, ricoveri in ospedali , consulenze Psichiatri e psicologi. Nel '87 riapro una ditta individuale e mi rimetto in attività per superare la crisi, comincio a lavorare con le più importanti aziende italiane e realizzo particolari prodotto di successo, per dare valore aggiunto agli oggetti prodotti dagli uomini. 
Nel '99 Giovanni Paolo II designa in Vaticano Sant'Eligio già protettore dei maniscalchi e degli orafi, protettore dei creativi e degli artisti di cui mi sento parte. Nel maggio dello stesso anno vengo convocato dall'azienda n° 1 nel Mondo la Prada per progettare un prodotto nuovo e di immagine. Nella primavera del 2000 mi reco all'EUR per proporre un progetto alle Poste Italiane, il progetto viene adottato, si impegnano ad offrirmi il primo ordine che sarà inferiore di 400 milioni, ma in seguito vengo tagliato fuori. 
Giovanni Paolo II con il Suo Pastorale
Tarda mattinata mi reco al Vaticano con il nulla osta dalla Curia di Torino per un progetto per il pellegrino in occasione del Giubileo, in quella sede mi viene annunciato del passaggio in Basilica di Giovanni Paolo II, mi precipito, ci sono già le transenne e un mare di pellegrini in attesa del grande evento, mi faccio largo e raggiungo una postazione strategica. Giunge il momento, Egli, già affaticato poggiando sul Suo Pastorale si ferma davanti a me, ci sono davanti a me alcuni pellegrini, capisco che ha sentito la mia presenza, mi cerca, mi scruta, capisco che mi sta cercando, faccio capolino tra un paio di teste, mi vede e mi sorride, proprio come pensavo stava cercando i miei occhi, il suo sguardo si rivolge alla sua Croce sul Pastorale e subito dopo mi torna a guardare sorridendo e lanciandomi un messaggio "Proprio tu porterai per me Questa Croce"immediatamente i miei occhi cominciarono a lacrimare, sorrisi come per confermare con onore la mia disponibilità ed accettazione a quell'incarico. 
L'azienda nel 2000 fattura quasi 4 miliardi di lire con due dipendenti, una segretaria peruviana: Magdaleine e un dipendente  albanese: Adriano.  Da questa, per così dire importante firma "Prada" subisco un tradimento, nuovamente entro in depressione e si cominciano a manifestare su tutto il corpo piccole macchie rosse. Eseguo degli esami, "una biopsia", il risultato: "Mastocitosi", un tumore del sangue, classificata una malattia rara per cui non esistono cure e non esistono ricerche per combatterla, ma la mia battaglia sarà più ambiziosa, non per salvare me ma il mondo. Dopo 10 anni da quell'evento decido, per protesta contro il sistema corrotto e diretto verso una condizione di non ritorno, verso il baratro, di percorrere tutta l'Italia a piedi partendo da Marsala il 1 aprile per raggiungere a Venaria Reale il 22 maggio. 53 tappe, come i miei anni, senza un euro in tasca, ho chiesto la benedizione da Padre Pino Ponte, Arciprete di Marsala insieme a Vangelo e Costituzione e una matassa con 1000 ( Come i Mille di Garibadi) filo di cotone bianco, simbolo di purezza, simbolicamente per purificare lungo il cammino l'Italia. Una donna, abbandonato Marsala, in prossimità dell'Ospedale mi chiama sul cellulare e mi annuncia che il cammino che stavo facendo era stato scritto prima della mia nascita, invitandomi di fare molta attenzione ai segni rivelatori e profetici che avrei incontrato lungo il cammino. Un'azione deterrente, la mia impresa memorabile, per battere il passo e amplificare la mia sete di giustizia e verità nei confronti degli impostori e dei demoni, (Il diavolo veste Prada, non è un caso) e alla Prada chiedo 12 milioni di euro di risarcimento danni per inadempienza contrattuale e per il resto delle porcate nei miei confronti. Il denaro sarà utilizzato a fini sociali e progetti di solidarietà, dedicando una parte per la ricerca sulla mia rara malattia "Mastocitosi". Una protesta contro il sistema orientato verso infimi fini di lucro che calpestano i diritti dell'umanità. La mia determinazione è anticipata dalla mia impresa memorabile e coraggiosa di 2300 km a piedi, in carità, provvidenza, solidarietà, fratellanza e amore. L'Italia deve essere di esempio per il mondo  effettuando un giro di boa per orientarsi verso il vero senso di umanità: giustizia, verità, legalità, accoglienza, fraternità e amor di Patria.
Leonardo "Il Genio, Il Mito" Presto alla Reggia di Venaria Reale


Il Cenacolo di Leonardo da Vinci nel Santuario di Santa Maria delle Grazie (Milano)

Non sono a Milano per i miei fini personali, ma per portare un contributo di solidarietà a questa società devastata dal cancro in metastasi, e sarà proprio la mia malattia che mi aiuterà nella battaglia contro il male che governa questo Bel Paese, "Nostra Nazione" e non al servizio di un malato di miseria umana.            E' SCRITTO, e' Giunta la sua fine per un nuovo inizio!!!  
Viva l'Italia Unita.  


Invito voi lettori ad esaminare attentamente le ultime due immagine che ho caricato su questo spot e provate a collegarle, il senso e il messaggio è imprescindibile e chiaro. Si collegano entrambi in un messaggio profetico.

mercoledì 14 marzo 2012

Tra Piramidi e Monti per Venaria Reale (TO)

Piazza Michelangelo a Venaria Reale tra Luna e Monviso
Piazza Michelangelo Piramide Madre a Venaria Reale (TO)
Piramide a cono in Piazza Michelangelo a Venaria Reale (TO)

I misteri dei caveau di San Marino Opere d’arte, preziosi e dossier riservati

Le cassette di sicurezza conservate alla Euro commercial Bank del Titano sono intestate al piduista Giorgio Hugo Balestrieri e quelle della Fin Project a Gianluca Bruscoli. Riaperte su ordine degli inquirenti sanmarinesi, tra una tela di Raffello e una di Matisse spuntano documenti top secret su 'ndrangheta, tangenti e Libia
Crocifisso ligneo attribuito erroneamente al Raffaello
Le tangenti e Michelangelo Buonarroti. La ‘ndrangheta e Raffaello Sanzio. I segreti di stato libici e Henry Matisse. Che cosa hanno in comune? Tutti sono stati custoditi sul monte Titano, nei caveau della Repubblica di San Marino che ora cominciano ad aprirsi e a portare alla luce non più solo denaro, ma anche opere d’arte, carteggi e segreti stranieri.

Nascosti capolavori dal Rinascimento all’età contemporanea. Quando nel piccolo Stato si torna a parlare del Cristo ligneo di Michelangelo vuol dire che l’ennesimo scandalo è alle porte. Se ne vocifera da anni di questo capolavoro di cui esisterebbe anche un “gemello”, anch’esso di paternità incerta, comprato comunque dall’ex ministro Sandro Bondi con fondi pubblici e ora esposto a Firenze. Pare che il conte Ugolini, morto nel 2006 e proprietario di quest’opera che secondo molti non apparterrebbe all’artista della Pietà, nel suo testamento volesse proprio portarla qui.


Con "Mani pulite" ci si è puliti le scarpe come la fanciulla a San Marino


La preziosa statuetta è rispuntata fuori il 7 marzo scorso da un caveau della piccola Repubblica del Titano. Per qualche anno se ne erano perse le tracce. E con essa, si è scoperto ieri, c’è anche una serie di altri documenti e opere d’arte di inestimabile valore e, in questo caso, autentiche: uno schizzo per la Cappella Sistina dello stesso Buonarroti, un altro di Raffaello Sanzio, due antichi e preziosi corani, alcune tele con la firma di Gustav Klimt e Henry Matisse, Edgar Degas, Éduard Manet, Marc Chagall e Renato Guttuso.

L’indagine di Torino e il piduista Balestrieri. Le preziose cassette di sicurezza, conservate alla Euro commercial Bank di San Marino, sono intestate a Giorgio Hugo Balestrieri e sono state aperte la scorsa settimana su ordine dello stesso proprietario. Ieri, con l’aiuto dei carabinieri arrivati da Roma e Bologna, il magistrato che segue l’indagine, il commissario della legge Rita Vannucci, ha fatto un primo inventario. “Bisogna appurare principalmente se sono oggetto di reato, se sono state rubate. Questo la mia prima preoccupazione”, ha detto Vannucci. Ora la Procura di Torino ha presentato una rogatoria internazionale e indaga per esportazione clandestina di opere d’arte e ha chiesto e ottenuto il sequestro del Cristo michelangiolesco.

Ma chi è Balestrieri? Massone e piduista dichiarato, in Italia è innanzitutto un latitante, dopo che alla fine del 2009 la direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria ha emesso nei suoi confronti un mandato di cattura per presunti collegamenti con la ‘ndrangheta e la cosca Molè di Gioia Tauro. Lui si è sempre dichiarato estraneo alle accuse, sostenendo, attraverso i suoi legali, di avere avuto quei contatti in quanto esponente dell’intelligence sotto copertura.

Con la stessa forza Balestrieri ha sempre difeso la autenticità del “suo” Michelangelo che nei giorni scorsi ha deciso di riportare alla luce ordinando al suo avvocato di aprire le cassette. Negli Stati Uniti, dove ha preso la cittadinanza, Balestrieri è presidente del Rotary club di New York. Un anno fa al quotidiano Libero disse di essere pronto a esporre al pubblico la controversa opera: “Posso consegnarlo solo nelle mani del gesuita Pfeiffer (un esperto del Buonarroti, ndr) e a patto che venga messo in sicurezza ed esposto a tutti in un museo della Repubblica di San Marino”.

Tra attestazioni di autenticità e dossier segreti libici. Tra i sostenitori della originalità della statuetta lignea ci sarebbe  anche monsignor Rino Fisichella, ritratto in una foto di alcuni anni fa con in mano il crocifisso di Balestrieri. In quella stessa immagine, l’uomo accanto all’arcivescovo è Angelo Boccardelli, personaggio vicino a Balestrieri, ora in carcere nell’ambito della stessa inchiesta per cui il rotariano risulta latitante.

Ma i caveau del Titano in questi giorni stanno portando alla luce molti altri scheletri dell’armadio della vicina Italia. L’ultimissimo caso è quello che riguarda Gianluca Bruscoli, già rappresentante diplomatico in Libia per la piccola repubblica. Nei giorni scorsi, di fronte a una perquisizione tra le cassette di sicurezza della Fin Project società in liquidazione di cui è proprietario al 20%, il diplomatico ha opposto agli inquirenti il segreto di stato libico. Niente da fare. La richiesta non è stata accolta e Bruscoli si è bruciato la carriera diplomatica visto che il suo incarico non verrà probabilmente riconfermato, dopo il clamore della notizia tra i sammarinesi. In quella cassetta gli inquirenti avrebbero trovato delle carte con all’interno alcuni indizi sulla storia tangenti Enav. Un’ennesima prova che quella pagina di corruzione del management pubblico italiano potrebbe essere stata scritta proprio nella più antica repubblica del mondo.

lunedì 12 marzo 2012

Perché la Lega ha paura di Saviano

Roberto Saviano
Ci mancherebbe: Roberto Saviano può anche non piacere, ognuno è libero di pensare ciò che vuole dei suoi libri, dei suoi articoli o dei suoi interventi in tv. Ma qua non di questo parliamo, non di una questione di gradimento, ne’ tantomeno letteraria o estetica.

Ieri la città di Milano ha conferito allo scrittore la cittadinanza onoraria. “Di tutte le cose che mi potevano capitare nella vita non avrei mai immaginato un giorno di diventare milanese” ha detto lui all’apertura della cerimonia”. È proprio da Milano, ha aggiunto, “che può partire la resistenza alle organizzazioni criminali, ancor più che dal Sud”. In un paese schiacciato dalla criminalità organizzata, c’è qualcuno che può non essere d’accordo con queste parole? No, direbbe qualsiasi persona per bene, ancora di più all’indomani dell’arresto di Massimo Ponzoni (già assessore di Formigoni e ora accusato di corruzione, bancarotta e di aver preso soldi dalla ‘ndrangheta per finanziarsi la campagna elettorale).

Eppure, c’è chi è riuscito ad attaccare Saviano per il solo fatto che la città (tra l’altro all’epoca di Letizia Moratti) avesse deciso assegnargli il riconoscimento. Aveva comiciato a spararee ad alzo zero Davide Boni, leghista e presidente del Consiglio regionale lombardo. Saviano, aveva detto Boni il 13 gennaio, “non rappresenta in alcun modo la città di Milano” e conferirgli la cittadinanza onoraria è “un’iniziativa prettamente demagogica e chiaramente politica”. Se Boni faceva sapere che non avrebbe presenziato alla cerimonia, a breve giro sulla stessa questione Formigoni aveva fatto il vago da pari suo: “Io neppure sono stato invitato…”.

Per carità, niente di nuovo. Già lo scorso giugno il Comune di Pavia aveva negato la cittadinanza onoraria all’autore di Gomorra. La proposta del Pd non aveva ottenuto i 2/3 dei voti dell’assemblea necessari e il sindaco Alessandro Cattaneo, del Pdl, aveva avvallato il voto: “Mi pare più un uomo di parte che, invece, di tutte le parti come dovrebbe essere chi si batte contro la mafia”. Ieri, alla fine, a Milano la Lega ha disertato la cerimonia. Il Pdl invece, che aveva annunciato forfait, si è fatto vedere nelle vesti dal consigliere Giulio Gallera e dal presidente del consiglio provinciale Bruno Dapei (Formigoni era assente). Il commento di Saviano su queste assenze è stato sibillino: “E’ un gesto coerente, quando si va a difendere Nicola Cosentino è molto difficile essere qui stasera”. E ha aggiunto un’altra cosa importante: “Io non sono un vessillo di una parte, le battaglie antimafia sono trasversali per definizione”.

Dovrebbe essere così, in effetti, se la Lega e buon parte del Pdl non se la fosse legata al dito. Colpa di “Vieni via con me” e del famoso monologo sulle ‘ndrine al Nord. Avete presente molti servizi televisivi sulla mafia? Nei paesi tenuti in scacco ad alto tasso mafioso, inquisiti e accusati danno sempre la stesse risposte ai giornalisti: “la mafia non esiste”,  ”siete voi che l’avete invetata”, “io non so niente”. La Lega ugualmente, rimuove, sembra quasi voler negare l’esistenza della cosche al nord. Come se se le fosse inventate Saviano. E lui, che gli rinfresca la memoria a ogni pie’ sospinto, non può che far loro antipatia.

Archivio blog