giovedì 3 novembre 2011

Ipo/ Prada avvia da lunedì il collocamento presso gli investitori istituzionali di Hong Kong. Cosa c’è da sapere

Venerdì, 3 giugno 2011 - 16:34:00

Miuccia Prada and Patrizi 0
Miuccia Prada e Patrizio Bertelli
Prada rispetta le attese e deposita la bozza del prospetto in vista del debutto previsto entro la fine del mese sul listino di Hong Kong. Nella bozza del documento, una cui copia Affaritaliani.it ha potuto leggere, si forniscono alcune ulteriori informazioni sullo stato di salute della società italiana del lusso partecipata da Intesa Sanpaolo al 5,1%, il cui successo, recita il documento, “dipenderà dalla capacità di gestire l’espansione della rete di negozi a gestione diretta”, cresciuti dai 211 del 31 gennaio 2008 a 319 a fine gennaio scorso (Prada chiude l’esercizio fiscale il 31 gennaio di ogni anno, ndr) e che dovrebbero crescere di almeno altre 80 unità entro la fine dell’anno, per mantenere poi lo stesso ritmo di crescita sino a fine gennaio 2014. Quanto ai numeri di bilancio, la società, che controlla anche i marchi Miu Miu, Church’s e Car Shoe, conta di chiudere il semestre in corso con un utile inferiore ai 150 milioni di euro a fronte dei 2,047 miliardi di euro di fatturato dell’esercizio chiuso il 31 gennaio scorso (che rispetto agli 1,644 miliardi di due anni prima equivale a una crescita media dell’11,6% annuo). Sempre alla fine dello scorso esercizio l’Ebitda di Prada era salito a 535,9 milioni di euro (+37,7% medio annuo rispetto ai 282,6 milioni di due anni prima) con un Ebitda margin (Mol) schizzato al 26,2% (era al 17,2% a fine gennaio 2009).
Numeri decisamente superiori alla crescita media del settore moda, che dal 2000 a oggi è risultata pari a circa il 2% medio annuo passando da 129 a 172 miliardi di euro di giro d’affari a  livello mondiale nell’arco di un decennio, sospinto dalla domanda crescente proveniente dall’Asia (regione il cui peso su scala mondiale potrebbe toccare il 18% entro fine  anno, quando il giro d’affari è visto salire a 185 miliardi, rispetto al 16% dell’anno scorso e al 15% del 2009).
Nel documento Prada offre anche un dettaglio degli utili netti da attività correnti, più che raddoppiato nell’ultimo biennio salendo a 253,6 milioni di euro da 101,2 milioni al 31 gennaio 2009 pur a fronte di tasse salite ancora più rapidamente, da 52,6 a 134,7 milioni di euro (l’utile ante imposte di Prada è infatti passato in due anni da 153,8 a 388,2 milioni), ma non fornisce un dato consolidato.
Tra le altre informazioni si viene anche a scoprire che l’amministratore delegato (nonché marito di Miuccia Prada, che attualmente controlla il 94,9% della società), Patrizio Bertelli, ha guadagnato nell’esercizio appena concluso 9 milioni di euro, poco più di sua moglie (che riveste il ruolo di presidente della società), cui sono andati 8,7 milioni negli ultimi tre anni e la sua retribuzione per l'anno fiscale in corso, non supererà i 9 milioni di euro, in base a quanto scritto nel documento depositato.
L’operazione, che prenderà il via da lunedì con l’offerta agli istituzionali, riguarda in tutto Prada 423,3 milioni di azioni (a fronte di un capitale di 250 milioni di euro nominali rappresentato da 2,5 miliardi di azioni ordinarie da 0,10 euro di valor nominale), di cui l’86% messe in vendita dagli azionisti esistenti. Sul mercato finirà dunque poco più del 16,9% del capitale. Per evitare ogni problema col fisco italiano il filing model ricorda che gli azionisti, quantunque residenti all’estero come nel caso di investitori di Hong Kong, potrebbero essere soggetti all’imposta italiana del 12,5% sulle plusvalenze realizzate, anche se resta da chiarire, come nota il Wall Street Journal commentando la notizia, come potranno gli 007 di Tremonti “stanare” e costringere a versare quanto dovuto gli eventuali “evasori”di tale obbligo.
Luca Spoldi

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