lunedì 31 ottobre 2011

L'Unesco riconosce la Palestina. Choc da Israele. Gli Usa: «Stop ai fondi»


 Accolta a maggioranza come stato membro a tutti gli effetti. L'Italia si è astenuta, la Francia ha votato sì


 
MILANO - La conferenza generale dell'Unesco ha votato a favore dell'adesione della Palestina come membro a pieno titolo dell'organismo Onu che si occupa di educazione, scienza e cultura. La decisione è stata votata a maggioranza (serviva il benestare almeno dei due terzi dell'assemblea, composta sino ad oggi da 193 membri): i consensi sono stati 107, i voti contrari 14. Il risultato ha subito suscitato i malumori di Israele e degli Usa, che hanno giudicato l'operazione «prematura» e «controproducente» e che alla vigilia del voto hanno minacciato di tagliare i finanziamenti all'organizzazione in caso di ingresso palestinese. La quota versata dagli Usa corrisponde al 22% delle somme corrisposte dagli Stati membri. Due leggi approvate negli anni '90 dagli Usa, da sempre alleato fedele di Israele, vietano espressamente il finanziamento di qualsiasi organizzazione Onu che accetti la Palestina come membro a pieno titolo. A Novembre, informa il dipartimento di Stato, era prevista l'assegnazione di 60 milioni di dollari che ora è saltata.
«E' UNA TRAGEDIA» - Le prime dichiarazioni ufficiali dei rappresentanti di Washington sembrano andare proprio in questa direzione: «Non possiamo accettare questa decisione». Il portavoce di Gerusalemme è stato ancora più drastico e ha definito il via libera dell'Unesco come «una tragedia». La portavoce del Dipartimento di Stato americano, Victoria Nuland, aveva chiarito molto bene la posizione Usa la scorsa settimana: «Esistono linee rosse molto chiare nella legislazione e, se sono sorpassate nell'Unesco, tale legislazione viene attivata». E stamane, il sottosegretario Usa per l'Educazione, Martha Kanter, ha appunto parlato di «controproducente e prematuro». Gli Usa sono rientrati nell'Unesco solo nel 2003, dopo anni di boicottaggio nei confronti di quella che il Dipartimento di Stato definiva «la crescente disparità tra la politica estera Usa e gli obiettivi dell'Unesco»; ma nonostante il ventennio di boicottaggio, il presidente Barack Obama ha sempre considerato quella parigina un'organizzazione di interesse strategico e un utile strumento multilaterale per propagare i valori occidentali.







(Reuters)
L'ASTENSIONE DELL'ITALIA - Tra le nazioni che hanno votato contro, oltre agli Usa, ci sono Germania e Canada. L'Italia e il Regno Unito si sono astenuti, mentre la Francia, la Cina, l'India hanno votato a favore, insieme alla quasi totalità dei Paesi arabi, africani e latino-americani. Complessivamente, i voti a favore sono stati 107, mentre 14 paesi hanno votato contro l'ammissione e 52 si sono astenuti. . «L'Italia si è attivata per giungere a una posizione coesa e unita dell'Ue, in mancanza della quale abbiamo deciso di astenerci», ha spiegato Maurizio Massari, portavoce della Farnesina -. Riteniamo che non era questo il momento per porre la questione della membership palestinese all'Unesco, in una fase in cui si sta cercando di creare le condizioni ideali per una ripresa del negoziato tra le due parti».
L'ADESIONE ALL'ONU - Il voto di oggi ha un valore simbolico per i palestinesi, e rappresenta un primo importante successo in attesa che il Consiglio di Sicurezza dell'Onu si pronunci sull'ammissione della Palestina nelle Nazioni Unite, sulla base della richiesta presentata lo scorso settembre dal presidente palestinese Abu Mazen alla 66ma Assemblea Generale. Gli Stati Uniti hanno però già annunciato che sono pronti a mettere il veto, ritenendo che uno Stato palestinese debba essere riconosciuto nell'ambito del negoziato di pace con Israele.

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