martedì 25 ottobre 2011

Bagnasco: "Il mondo cambia il lavoro conta più del capitale"


Il cardinale parla al convegno dei direttori diocesani a Rimini, e rimarca il cambiamento in atto nella collettività a livello economico, finanziario e sociale: "Senza occupazione, manca uno strumento di sviluppo per l'uomo". E sottolinea le responsabilità dei cattolici

ROMA - Il cardinale Angelo Bagnasco parla a tutto campo, ospite al convegno nazionale dei direttori diocesani della pastorale sociale. Il presidente della Cei affronta temi sociali, economici e finanziari, in uno scenario mondiale in rapida evoluzione. E richiama i cattolici alle responsabilità che hanno nel contesto sociale, anche relativamente agli stili di vita.

"Il mondo cambia". Bagnasco ha detto che di fronte ai "rivolgimenti economici, finanziari e sociali" in atto, occorre una "nuova e più acuta lungimiranza, abbandonando anche categorie ormai vecchie, metodiche inadeguate e programmazioni irrealistiche, inerzie consolidate. Ma anche è necessaria, da parte di tutti, una missione educativa e culturale che rimetta a fuoco la vera immagine dell'uomo con le sue conseguenze" e che permetta di coniugare "solidarietà e sussidiarieta".

"Lavoro ha primato sul capitale". Nel suo discorso, Bagnasco entra nel merito dei temi economici e sociali. Secondo il cardinale, "Il lavoro è un diritto e va riconosciuto il suo primato sul capitale". Spiega Bagnasco: "Si deve parlare del lavoro come diritto e dovere di ogni persona, del primato dell'uomo sul lavoro, e del primato del lavoro sul capitale: senza il lavoro, infatti, la persona viene a mancare di quelle vie di autosviluppo che Dio ha inscritto nella natura umana come grazia e compito per ognuno".

Le responsabilità  dei Cattolici



 Il presidente della Cei parla poi direttamente alla comunità cattolica: "I cattolici hanno una grande responsabilità verso il corpo sociale in tutte le sue espressioni: hanno un debito di servizio per il dono della fede ricevuta, che li abilita ad essere umilmente 'luce e sale della terra e luce del mondo', e anche per quel patrimonio di storia cristiana che è un tesoro e come un giacimento inesauribile per il bene degli uomini e della civica".

In tutte le attività umane, ha detto il cardinale, è richiesto che si coltivino "le virtù come la fiducia in se stessi, la laboriosità, la sobrietà, il senso di appartenenza ad una comunità verso la quale si hanno diritti ma anche doveri di onestà e di sacrificio. Insomma si tratta di andare a scuola delle virtù sociali.
Bisogna riscoprire il gusto di 'stili di vita nei quali la ricerca del vero, del bello e del buono, e la comunione con gli altri uomini per una crescita comune siano elementi che determinano le scelte dei consumi, dei risparmi, e degli investimenti'".

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