lunedì 31 ottobre 2011

Licenziamenti/ Mantovano: Da Sacconi fondata preoccupazione -2-


"C'è costante attenzione ma possono provarci gruppi ristretti"

Ministro del Lavoro Maurizio Sacconi
Roma, 31 ott. (TMNews) - Non c'è un allarme specifico sulla riorganizzazione del terrorismo ma quelle del ministro del Lavoro Maurizio Sacconi sono parole di "fondata preoccupazione". Intervistato telefonicamente da Sky Tg24, il sottosegretario all'Interno Alfredo Mantovano ha difeso il collega di Governo. "Non esistono - ha detto - le Br come esistevano 30 o 10 anni fa, ma questo non fa essere tranquilli: si raccomanda cautela e senso di responsabilità nello stigmatizzare delle parole che sono di fondata preoccupazione". Secondo Mantovano "quando si utilizzano termini come macelleria sociale per commentare le proposte che vengono dall'Europa, dal Governo, dalla maggioranza, che possono essere discutibili o eno, ma quando si utilizzano termini così dirompenti si crea un condizionamento negativo, non ci si rende direttamente responsabili di atti di violenza ma si cera certamente un condizionamento negativo". 
"Non si può parlare di nuovo terrorismo nei termini in cui si poteva parlare trent'anni fa a proposito delle Brigate rosse - ha precisato l'esponente del centrodestra - ma si può parlare di un clima di violenza nel quale possono inserirsi gesti violenti come quelli che potevano provocare la morte di Carabinieri, di appartenenti alle forze di Polizia non più tardi di quindici giorni fa". Anche se le Br "sono state disarticolate - ha osservato Mantovano - anche un nucleo ristretto che dall'anarco-insurrezionalismo passa ad azioni direttamente violente è in grado di provocare la morte di una persona. E se il clima è un clima di condizionamento negativo, di incitazione anche indiretta alla violenza, proprio perché si tratta di un gruppo non strettamente organizzato, c'è un rischio ancora maggiore".
 
"Nei confronti del terrorismo - ha detto ancora il sottosegretario Mantovano - l'attenzione mediatica è altalenante, a seconda se ci siano allarmi o fatti concreti che richiamano l'attenzione del Paese. Ma l'attenzione del sistema sicurezza, delle forze di polizia, della magistratura invece è costante. C'è la costante osservazione, da parte dell'intero sistema di sicurezza, delle fonti di rischio, delle fonti di allarme, e si può dire che le informazioni circolano e che si è in grado di prevenire azioni coordinate e organizzate. Il che non significa - ha concluso - che però non ci provino e non ci provino anche gruppi ristretti". 

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