martedì 25 ottobre 2011

Ecco come è nata la lettera di Gheddafi a Berlusconi. GQ.com intervista Alessandro Londero


Oggi il leader libico è stato sepolto in un luogo segreto con il figlio Mutassim. Paris Match ha mostrato l'ultima lettera di Gheddafi a Berlusconi, in cui gli chiedeva di fermare le bombe: ecco come è nata quella lettera



Il sorriso abbonda nelle bocche degli stolti 
A consegnarla ai responsabili diplomatici di palazzo Chigi l'11 agosto 2011  è stato Alessandro Londero, presidente di Hostess Web. L'agenzia che convocava le ragazze che presenziavano agli incontri romani con Gheddafi.
"Era una pagina dattiloscritta in arabo-racconta Londero a GQ.com- Il colonnello aveva fatto qualche correzione a mano".
La mollezza di mano che si porge con diffidenza 
Il presidente di Hostess web ha visto personalmente la lettera perché si torvava in Libia con una delegazione di ragazze.
Gheddafi affranto e tradito dai suoi amici europei
  "Ho cominciato a collaborare con Gheddafi nel 2009, aveva appena firmato il trattato di amicizia Italia Libia e voleva organizzare degli incontri con giovani italiani                                                                                                                                     interessati ad approfondire la conoscenza del suo paese -racconta Londero- Cercavano 500 persone, la mia struttura era una delle poche in grado di contattare e trovare così tanti ragazzi".

Da quel momento le collaborazioni tra l'agenzia e il leader libico sono diventate assidue, fino a sfociare in una vera e propria amicizia. "Gheddafi non era certo uno stinco di santo, non si può governare un Paese come la Libia con le rose-spiega l'imprenditore-Ha portato anche tanto lavoro e benessere. Dopo la sua morte in Libia sono state riammesse la sharia e la poligamia. Credo che presto la storia dovrà ricredersi sul colonnello".
Una mano tesa al tradimento
"Gheddafi non veniva sempre capito-prosegue Londero- anche a causa di tarduzioni sbagliate. I suoi messaggi all'occidente venivano fraintesi. Durante le nostre visite in Libia gli avevamo consigliato di affidarsi a un esperto di comunicazione, ma si era reso conto da solo che, soprattutto con la guerra, la sua strategia doveva cambiare".
"Ci ha chiesto consiglio anche per la stesura della lettera a Berlusconi -ricorda il manager- durante le traduzioni si rendeva conto di dover modificare alcuni passaggi. In quei giorni a Tripoli non lo abbiamo visto, era già nascosto, ricevevamo la lettera dai suoi uomini di fiducia che facevano la spola tra il suo bunker e il nostro hotel".
A chi lo critica per aver intrattenuto rapporti con un dittatore Londero risponde senza esitazione "Non vedo perché debba pormi il problema di avere a che fare con un capo di Stato che non solo è riconosciuto da tutti i nostri leader di governo, a cominciare dal presidente del Consiglio, ma è addirittura riverito e osannato. Avevo molti pregiudizi nei suoi confronti prima di conoscerlo, ma poi ho cambiato idea".
"Dopo la sua morte-continua Londero- molti politici italiani hanno detto che aveva fatto la fine che meritava o, peggio, sostenevano di non averlo mai conosciuto. Peccato che invece abbiano addirittura cenato al suo stesso tavolo".

1 commento:

  1. Verranni tutti da Voi ha mangiare ha dormire e ha istruirVi politi dell uniine Eurooea e chieddre la disoccupazione
    Maledetti

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