domenica 8 luglio 2012

Spending review, via 11.000 travet e 13.000 dagli enti territoriali


Si punta a mandare a casa 5.600 ministeriali. I pensionabili sono in tutto 8.000. Fra i tagli anche 674 uffici del giudice di pace, 220 sedi distaccate, e di oltre 70 uffici giudiziari circondariali. Ridotte le risorse della sanità e del sistema penitenziario  

ROMA - Parte domani da Palazzo Madama il tour de force parlamentare, appena 15 giorni di esame per ogni ramo del Parlamento,  che porterà al via libera della revisione della spesa pubblica, la spending review,  entro il prossimo 3 agosto. Il decreto decadrebbe a settembre ma è chiaro che il governo punta ad incassarlo prima della pausa estiva. E questo anche per consentire al premier, Mario Monti, di presentarsi domani a Bruxelles un altro pezzo di 'compiti a casa' già 'chiuso' o almeno ben incardinato.

Fra i punti principali quello del taglio dei dipendenti pubblici, quelli in esubero sono 24.000, come riferisce la relazione alla spending review. Fra questi circa 11.000 lavorano nei ministeri e negli enti pubblici non economici (di cui 5.600 nei ministeri) e 13.000 negli enti territoriali (escluse le regioni). Tra gli 11.000 nei ministeri sono 6.000 i pensionabili al 31/12/2011 e 2000 negli enti locali.

Mobilità per chi è vicino alla pensione. I lavoratori della Pubblica amministrazione in esubero e vicini alla pensione potrebbero avere una mobilità lunga, senza lavorare ma con l'80% dello stipendio, per 48 mesi. Lo stabilisce l'articolo 2, comma 12, del decreto legge sulla spending review. Normalmente la mobilità dura 24 mesi, ma il periodo "può essere aumentato fino a 48 mesi laddove il personale collocato in disponibilità maturi entro il predetto arco temporale i requisiti per il trattamento pensionistico".

Risparmi
per la finanza pubblica.
La relazione tecnica prevede anche risparmi per la finanza pubblica, quantificabili in circa 480 milioni per il 2013, 960 milioni per il 2014 e 1.600 milioni annui a partire dall'anno 2015 con gli acquisti centralizzati della Consip. Il risparmio è stimato nel 10% del valore degli acquisti.

Via i giudici di pace. La razionalizzazione degli uffici giudiziari comporta la riduzione di 674 uffici del giudice di pace, di 220 sedi distaccate, e di oltre 70 uffici giudiziari circondariali. Lo prevede la relazione al dl. Risparmi per 35 mln nel 2012 e 70 mln nel 2013. Sulle intercettazioni il risparmio sarà di 20 mln nel 2012 e 40 nel 2013.

Due miliardi dalla sanità.
La relazione della spending review stabilisce che da qui al 2014 la sanità dovrà  tagliare 900 milioni nel 2012, 1,8 miliardi nel 2013 e 2 nel 2014. I maggiori risparmi arriveranno dal taglio della spesa per gli acquisti di beni e servizi compresi i dispositivi e per i farmaci.

Stretta su siringhe e lenzuola. Tagli sulle spese per siringhe, lenzuola pulite, mense. Solo alcuni dei prodotti sotto l'etichetta 'beni e servizi' acquistati dal servizio sanitario che saranno tagliati di 500 mln nel 2012. Ma si dovrà fare economia anche sui dispositivi medici (dalle protesi, alle valvole cardiache, ai pace-maker) con una sforbiciata da 400 mln nel 2013 e 500 mln nel 2014 per effetto minor tetto di spesa (passa dal 5,2 al 4,9 e poi al 4,8 dal 2014).

Posti letto. Un taglio di 20 milioni per il 2013 e 50 per il 2014. E' il risparmio calcolato per il taglio dei posti letto, perché si calcola solo "la contrazione della spesa per beni e servizi correlata ai posti letto cessanti", quindi ad esempio meno lenzuola da lavare o pasti in meno da portare. I posti letto a 'saltare' dovrebbero essere circa 18mila, passando da 4 per mille abitanti a 3,7.

Carceri.  Cala la spesa penitenziaria e un taglio da 3,5 mln arriva per l'approvvigionamento del vestiario. Una riduzione di 1,5 mln arriverà con la razionalizzazione dei costi per l'acquisizione di beni e servizi e 4 milioni per l'anno 2013 potranno essere reperiti in considerazione del fatto che le funzioni assistenziali sono trasferite al Servizio sanitario nazionale.

Assunzioni uguali per tutti. Rendendo omogenee le assunzioni come previsto dalla spending review si arriverà a regime (nel 2016) ad un risparmio di 1,1 miliardi. La disposizione prevede in particolare che per il triennio 2012-2014 anche i Vigili del fuoco, i Corpi di polizia, il sistema delle Università e gli Enti di ricerca, potranno procedere al ricambio del turn-over nella misura del 20% nel triennio 2012-2014, del 50% nell'anno 2015 ed il pieno reintegro del personale cessato dal 2016.

Buoni pasto. Con il limite a 7 euro per i buoni pasto ai travet si risparmieranno 53,8 milioni. Il taglio maggiore arriverà per i lavoratori degli Enti Pubblici non economici che hanno un valore medio del buono di 11,60 euro.

Affitti di Stato.  Dal taglio del 15% degli affitti arriverà un risparmio annuo di circa 90 milioni a decorrere dal 2013. Per il mancato adeguamento Istat degli affitti di Stato il risparmio è di 5 milioni per il 2012, 16 l'anno dopo e milioni e 15 milioni a decorrere dal 2014. Per gli enti territoriali è ipotizzabile in relazione al secondo semestre 2012 un risparmio pari a 5 milioni, per l'anno 2013 pari a 17 milioni di euro e a decorrere dall'anno 2014 pari a 16 milioni di euro.

Scuola con tesoreria unica. 
I benefici attesi dal passaggio alla Tesoreria unica per la scuola non sono alti. Ipotizzando una giacenza minima di 900 milioni si otterrebbe un calo della spesa per interessi pari a 4 milioni nel 2012, 31 milioni 2013 e 36 milioni 2014. L'impatto sull'avanzo/deficit è minimo, per quanto positivo.

Restano da trovare 6,5 miliardi nel 2013. I sacrifici previsti dal decreto legge sulla spending review non saranno gli ultimi. Lo stesso dl prevede l'aumento di due punti dell'Iva a partire dal primo luglio 2013, a meno che non si approvino entro il 30 giugno 2013 "provvedimenti legislativi in materia fiscale e assistenziale aventi ad oggetto il riordino della spesa in materia sociale, nonchè l'eliminazione o riduzione dei regimi di esenzione, esclusione e favore fiscale che si sovrappongono alle prestazioni assistenziali, tale da determinare effetti positivi, ai fini dell'indebitamento netto, non inferiori a 6,56 miliardi di euro annui a decorrere dal 2013". Lo stesso decreto legge stabilisce un aumento dell'Iva dal 10 all'11% e dal 21 al 22% a decorrere dal primo gennaio 2014.

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