mercoledì 25 luglio 2012

Armi, Obama non esclude intervento Ma dopo la strage le vendite salgono. Guardate cosa succede dopo una strage e se siete con gli occhi aperti scoprirete i mandanti.

Dopo il massacro di Denver il presidente promette: "Faremo qualcosa per fermare questa violenza insensata". Il portavoce Carney: "E' possibile che in futuro ce ne occuperemo", ma l'agenda rimane vaga. Il bando alle armi d'assalto è scaduto nel 2004, al Congresso non sono previste revisioni della legislazione

WASHINGTON - La Casa Bianca non ha escluso che Barack Obama provi a mettere le mani in quello che negli Stati Uniti rimane un autentico tabù e che, sulla scia dell'emozione suscitata nell'opinione pubblica dalla strage della settimana scorsa a Denver, intervenga sul delicatissimo tema del controllo delle armi.

Durante la sua visita in Colorado domenica per confortare le famiglie delle vittime dell'assalto di James Holmes in cui hanno perso la vita 12 persone e decine sono rimaste ferite, Obama ha usato parole che possono essere interpretate come un'intenzione, seppur vaga, di intervenire: "Spero che nei prossimi giorni, settimane, mesi, possiamo riflettere su come fare qualcosa contro la violenza insensata che flagella questo paese". Una promessa sufficientemente inconsistente da non preoccupare la grande maggioranza degli americani che, secondo i sondaggi, difendono il diritto - secondo l'opinione pubblica sancito dal secondo emendamento costituzionale - alla detenzione libera di armi, e dunque da non danneggiarlo in fase di campagna elettorale. Ma comunque un modo per ribattere alle accuse di chi - come il sindaco di New York Bloomberg - in questi giorni sta battendo con forza sul tasto di un intervento deciso della politica nel controllo delle armi.

Secondo il portavoce presidenziale Jay Carney, infatti, "è certo possibile" che Obama "si occupi in futuro di tali questioni, ma al momento", ha tagliato corto, "non ho da fornire alcun aggiornamento della sua agenda".

Il Congresso di Washington non si è peraltro più occupato di norme di un certo respiro in materia di armi fin dal lontano 1994, e dieci anni più tardi è addirittura scaduto senza ulteriori provvedimenti la messa al bando di certi tipi di fucili semi-automatici, non troppo dissimili da quello utilizzato dal pluri-omicida di Denver.

E che la questione del libero accesso alle armi non sia vista dagli americani come la concausa delle ripetute stragi degli ultimi anni è dimostrato dalla reazione delle ultime ore: secondo il Denver Post, all'indomani del massacro di Aurora non solo le vendite delle armi sono aumentate del 41%, ma sono cresciute anche le richieste per il permesso di porto d'armi nascoste. "Incredibile", ha commentato Jake Meyers, commesso di un negozio di armi nella città di Parker, che ha trovato una ventina di persone in fila davanti al negozio poche ore dopo la sparatoria di aurora. "Molta gente diceva: non pensavo di aver bisogno di un'arma, adesso invece voglio averla". Il Colorado ha concesso 2.887 permessi domenica, un aumento del 41% rispetto alla settimana precedente.

Il killer di Aurora ha acquistato nel giro di otto settimane su internet 6.300 munizioni: 3.000 per il fucile semiautomatico ar-15, altri 3.000 Per le due pistole glock e 300 caricatori per il fucile a pompa. Lo studente 24enne ha comprato anche una rivista specializzata dalla quale ha imparato come sparare anche 60 colpi al minuto.
 

Nessun commento:

Posta un commento

Archivio blog