domenica 8 luglio 2012

Libia, "liberali in vantaggio" commissione non conferma

La coalizione dei moderati si dice in vantaggio, mentre lo scrutinio è ancora in corso. E l'organo ufficiale precisa: "da noi nessuna indicazione". Ieri il primo voto del dopo-Gheddafi, affluenza al 60 per cento. Per gli Usa "passo fondamentale verso la democrazia". Clinton: "voto storico"

TRIPOLI - La coalizione dei liberali è in vantaggio nella maggior parte della Libia. L'annuncio, a scrutinio ancora in corso, arriva per bocca di Faisal al-Krekshi, segretario generale dell'Alleanza delle forze nazionali, che riunisce 40 partiti vicini agli artefici della rivolta del 2011. I dati preliminari danno i moderati avanti nella maggior parte delle circoscrizioni elettorali, ha detto. Poco prima, anche il capo della principale formazione islamica, il Partito della giustizia e la ricostruzione, espressione dei Fratelli Musulmani, Mohammed Sawan, aveva riferito che i liberali sono "in netto vantaggio" nelle due città principali del paese, Tripoli e Bengasi. La commissione elettorale, però, invoca alla cautela: "Non siamo responsabili - ha detto il presidente della commissione elettorale - di qualsiasi annuncio sui risultati a meno che non venga da noi, ha aggiunto Abbar, precisando che le informazioni "diffuse fino ad ora sono solo speculazioni".

E' stata una giornata storica ieri per il paese 1, chiamato ad eleggere l'Assemblea costituente nella prima consultazione del post-Gheddafi, dopo 40 anni di dittatura del Colonnello. L'affluenza è stata circa del 60%, secondo i primi dati resi noti dalla Commissione elettorale che ha parlato di 1,6 milioni di votanti sui 2,8 milioni aventi diritto.

I candidati sono 3.700 candidati e più di 100 partiti in lizza, ma la battaglia
è tra moderati (coalizzati dall'ex premier del Cnt Mahmoud Jibril) e islamici (il Partito della Giustizia e la Ricostruzione dei fratelli musulmani e al-Watan, dell'ex capo militare Abdelhakim Belhaj), con questi ultimi dati fino alla vigilia per favoriti per via degli ingenti finanziamenti arrivati dal Qatar.

L'entusiasmo è esploso subito dopo l'apertura dei seggi ed è proseguito tutto il giorno, fino alla chiusura con lunghe code ai seggi, anche se ci sono da registrare alcuni episodi di violenza e disordini.

Il presidente degli Stati Uniti Barack Obama ha affermato che le elezioni in Libia rappresentano "un'altra straordinaria pietra miliare verso la democrazia". Soddisfazione per l'esito del voto è stata espressa anche dal segretario di Stato Hillary Clinton, che ha parlato di "fatto storico" in un Paese provato da decenni di regime dittatoriale.

Per il ministro degli Esteri Giulio Terzi, il voto di ieri in Libia ha segnato uno "spartiacque fondamentale, costituendo un passo avanti decisivo per il consolidamento del processo democratico, secondo le linee indicate dalla comunità internazionale". "Per l'Italia", ha aggiunto il titolare della Farnesina, "fra i primi paesi a credere con impegno e determinazione nella nuova Libia, lo svolgimento delle prime elezioni libere e democratiche costituisce motivo di particolare soddisfazione".

Terzi ha anche fatto sapere che sono giunti ieri sera a Roma 16 feriti libici vittime delle violenze seguite alla rivolta lo scorso anno contro il regime di Gheddafi, fra cui due bambini. I feriti - si legge nella nota diffusa dalla Farnesina - sono ricoverati all'Ospedale San Camillo Forlanini, dove è stato apprestato un apposito padiglione per prestare loro cure specialistiche.

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