martedì 9 agosto 2011

12 milioni di Euro la mia richiesta danni a Miuccia Prada e Patrizio Bertelli. Segue lettera denuncia e richiesta danni inviata alla Miuccia Prada, per comportamento scorretto, sleale e inadempienza contrattuale. Un vero scandalo, una vera porcata. Si vergognino!!!



Il packaging della vergogna

Egr. Sig.ra Miuccia Prada,

sono lieto giungere a Lei con questa mia scrittura per metterla a conoscenza di alcuni gravi fatti accaduti durante il periodo 1999/2000 a causa del Packaging in bolle d’aria miu-miu 1999, come già comunicato alla sua segretaria Sig.ra P. M., avvertendomi di fare una relazione sugli avvenimenti e di concludere con le mie richieste.

Nel maggio 1999, il mio rappresentante, il Signor P.B.mio rappresentante mi comunicò di aver preso contatti con il Vs. Signor A.D., fissando un incontro nella sede di Via Bergamo. 
A questo incontro ci è stato presentato il 
Sig. L.M. dei Pellettieri d'Italia (Prada) S.p.A. il quale mi ha informato che stava lavorando su un nuovo packaging per i negozi Prada e miu-miu in previsione del Natale 99. 
Vedendo alcuni campioni che avevo con me, tra i quali il cuscinetto gonfiabile che fornivo alla ditta Plastimoda (Mandarina Duck), Bric’s, Pollini, Spalding, e altri per il riempimento interno delle borse e come packaging gonfiabile ha affermato che ero la persona adatta per collaborare a questi nuovi progetti.
A questo punto gli dissi che Fendi aveva realizzato nel 1998 una busta in pluriball, e che ero in grado di realizzare un modello con tecnologia più avanzata, un prodotto innovativo di nuova tendenza.
Nel frattempo ero in contatto con il gruppo Benetton per realizzare una busta rossa in bolle d’aria trasparente con patella adesiva per la linea Sisley, per il confezionamento di una T-shirt per la ricorrenza del San Valentino 2000

Ho così iniziato a mantenere contatti diretti giornalieri con il Sig. L.M. dei Pellettieri d'Italia (Prada) S.p.A. a Milano e a Terranova Bracciolini per definire i vari accoppiamenti di materiali, ( mylar/alluminio ) le tinte e i formati sia per il materiale in bolle d’aria, che per il sottovuoto Prada e la busta in mylar. Ci siamo diretti più volte con il mio rappresentante a Milano ed a Terranova Bracciolini per consegnare personalmente i campioni e coordinare alcune modifiche per migliorarne di volta in volta la qualità sotto la sovraintendenza del Sig. P.Bertelli.

Avvisai il Sig. L.M. dei Pellettieri d'Italia (Prada) S.p.A. che per avere la sicurezza di consegnare in tempo nei negozi i prodotti, era necessario ricevere l’ordine entro la fine di luglio, in quanto per le forniture delle materie prime il mio fornitore abituale mi garantiva le consegne a di 60 gg. dall’ordine. Inoltre era necessario progettare un attrezzatura particolare a dedicata a quel tipo di lavorazione; comunicai così i miei recapiti del luogo delle vacanze, per eventuali comunicazioni urgenti.

I primi di settembre ci sono stati richiesti ulteriori campioni per la definizione nei dettagli dei colori, formati e quantità. Per un articolo, e precisamente per la shopping bag blu scuro in mylar non ci sarebbero stati i tempi utili per approvvigionarsi della materia prima proveniente dalla Du-Pontamericana; per il sottovuoto c’erano problemi di comunicazione con i vari negozi e quindi rimaneva il packaging per i negozi miu miu.


L’ordine mi è giunto i primi giorni di ottobre, avvisai che sarebbe stato un miracolo riuscire a consegnare entro i termini stabiliti ma che comunque avrei fatto i salti mortali per consegnare, il prima possibile.

Essendo stretti i tempi per l’acquisto dei macchinari e delle attrezzature tramite leasing ho dovuto provvedere al pagamento a breve di lire 120 milioni circa, chiesi così un anticipo dell’ordine per pagare i vari acconti richiesti dai miei fornitori e poter così iniziare il lavoro. Mi era stato confidato dal Sig. L.M. dei Pellettieri d'Italia (Prada) S.p.A. che se il Sig. P.Bertelli veniva a conoscenza che il progetto fosse stato svolto da una piccola azienda come la mia, lo avrebbe sbattuti fuori.

Il 5 ottobre sollecitai il pagamento dell’acconto in ritardo, mi fu comunicato per fax dal Sig. N.C. dei Pellettieri d'Italia (Prada) S.p.A. che i ritardi erano dovuti a causa dei controlli da parte della Guardia di Finanza, controlli iniziati da Venerdì 1° ottobre

Pensai utile depositare il 13 ottobre 1999 una domanda di brevetto per invenzione industriale presso lo studio Jacobacci & Perani S.p.a. di Torino, del prodotto di bolle d’aria vista la complessità per giungere al prodotto finito. La buona riuscita del semilavorato in bolle d’aria prevedeva un’accurata scelta delle materie prime, degli spessori, dei tipi di collanti per ottenere un prodotto idoneo.

Intorno al 10 di ottobre ci siamo dati appuntamento presso la società C.U. S.p.a. Di Guardamiglio (PC), di Guardamiglio, uscita Piacenza Nord con il Sig. P.B. mio rappresentante, i Vs. Sigg. Sig. L.M. dei Pellettieri d'Italia (Prada) S.p.A., il Sig. N.C. dei Pellettieri d'Italia (Prada) S.p.A.e M.B.dei Pellettieri d'Italia (Prada) S.p.A.; per prendere visione della prima parte del ciclo produttivo;presso questa azienda è accaduto un fatto molto grave:
mentre sopraggiungevo presso gli uffici della società C.U. S.p.a. Di Guardamiglio (PC), sono stato contattato dal Sig. P.B. mio rappresentante, il quale mi informava che il Sig. L.M. dei Pellettieri d'Italia (Prada) S.p.A. con un atteggiamento isterico lo aveva obbligato ad aprire il cofano della sua macchina sottraendogli un campione simile alla busta in bolle d’aria rossa per Sisley. A scatenare questa baraonda è stato un caso: il Sig. O. responsabile commerciale della società C.U. S.p.a. Di Guardamiglio (PC), ha estratto dagli archivi il dossier degli ordini in corso per conto della mia azienda, dal quale fuoriusciva un campione in bolle d’aria di colore rosso dedicato a Benetton. Vorrei far notare che la società C.U. S.p.a. Di Guardamiglio (PC), ho fornito il know-how necessario, elenco delle materie prime e relativi fornitori, a questo riguardo il Sig. O. della società C.U. S.p.a. Di Guardamiglio (PC), mi aveva garantito l’assoluta segretezza.

Arrivai dopo che tutto era accaduto, all’ingresso della ditta società C.U. S.p.a. Di Guardamiglio (PC), trovai il Sig. P.B. mio rappresentante nella sua macchina molto provato ed i Vs. collaboratori nella loro vettura, il Sig. N.C. dei Pellettieri d'Italia (Prada) S.p.A. seduto sul lato destro anteriore, tirò giù il finestrino e mi sussurrò che a lui interessava solo la merce e che il resto non lo riguardava. Li ho accompagnati così presso la ditta B. s.nc. di Piacenza dove si sarebbe proceduto alla fase di termosaldatura delle buste piatte; qui il Sig. L.M. dei Pellettieri d'Italia (Prada) S.p.A. si è addirittura permesso di minacciarci, e di fronte ai suoi colleghi Sigg. N.C. dei Pellettieri d'Italia (Prada) S.p.A. e M.B. dei Pellettieri d'Italia (Prada) S.p.A. disse: “state attenti che noi siamo di quelli che .....................”, mi sono stupito che né il Sig. N.C. dei Pellettieri d'Italia (Prada) S.p.A.. e né tanto meno il Sig. M.B. dei Pellettieri d'Italia (Prada) S.p.A. siano intervenuti. Ero a questo punto pentito di avere accettato quel progetto, ed a questo punto ero ignaro di cosa sarebbe potuto accadere più avanti. Non capivo questa mancanza di fiducia nei miei confronti, eppure tutto stava procedendo secondo i programmi. E’ stato messo tutto l’impegno possibile cercando di collaborare al meglio.

Vorrei farLe presente che durante le fasi di allestimento delle campionature, nella seconda metà di settembre ho ricevuto un E-mail dalla Società francese Louis Vuitton nella persona di A.T., 2 Rue du Pont-Neuf F-75034 Paris Cedex 01 per sapere se avevo un rappresentante in Francia, chiedendomi di inviarle tramite un agente documentazione e campioni riguardanti la mia attività.
Così incaricai il Sig. P.B. mio rappresentante di partire per Parigi e proporre tutte le nostre produzioni assicurandomi di non far trapelare nulla del materiale in bolle d’aria e dei prodotti collegati ai Vs. progetti.

Il 15 ottobre avevo già la materia prima in casa, il secondo passaggio prevedeva la realizzazione del semilavorato della bolla d’aria , da qui la produzione e la consegna.

Il 21 ottobre ricevo un fax dal Sig. N.C. dei Pellettieri d'Italia (Prada) S.p.A. in cui mi chiedeva di inviare una campionatura completa per misure e per colore urgente entro il 26 ottobre per il book fotografico che sarebbe stato inviato a tutti i negozi miu miu con le modalità di utilizzo del packaging, mi confidò che insieme al mio packaging si sarebbe messa una spiga dorata con un gambo di 13 cm. immerso per 3 cm. in una lacca rossa.

Successivamente in data 29 ottobre quindi solo qualche giorno dopo l’invio dei campioni richiesti è stato depositato dalla Società I Pellettieri d’Italia un brevetto tramite un Vs. procuratore : Dr. Ing. Petruzziello Aldo e altri facenti parte dello studio Racheli & C. S p A. di Milano.
A seguito della lettura di questo brevetto vorrei sollevare dei grossi errori nell’elencare le materie prime utilizzate, ciò a prova dell’incompetenza di colui che l’ha redatto e ancora più di chi di Voi ha presentato il progetto; nel mio semilavorato non c’è niente di quanto depositato, mai si avverte nei miei accoppiamenti la presenza di PE-LD (polietilene a bassa densità) ma di composti laminati nobili che hanno la funzione di resistere alle alte temperature si nomina addirittura il PE-HD ( polietilene ad alta densità) mai usato. Le voglio fare presente che con la stratificazione menzionata nella Vs. domanda di brevetto non avreste ottenuto di certo il prodotto in discussione, ma bensì la copia di quanto Fendi nel 98 aveva già realizzato.

Mi domando con quale presunzione qualcuno dei Vostri si sia permesso di brevettare un qualcosa frutto certo di non propria capacità, ma frutto di una professionalità acquisita in una ricerca trentennale nel settore della materie plastiche. Inoltre ritengo che La Prada debba brevettare oggetti e cose di propria appartenenza, non di certo una shopping bag che, comunque sia, per bella che possa essere, rimane pur sempre un involucro, una contenitore per la spesa.
Ho saputo il mese scorso che Sig. O.C. della C. s.r.l. di Ancona dalla fine del 2003 non ha più l’esclusiva con Prada e che quindi può produrre su Vs. licenza queste shopping bags. Queste voci mi sono giunte da alcune persone di una ditta di Roma che ha ricevuto queste informazioni direttamente dal Sig. O.C. della C. s.r.l. di Ancona

Nei primi giorni di novembre si sono presentati nella mia ditta i Sigg. P.P. e N.C. dei Pellettieri d'Italia (Prada) S.p.A. , avevo appena ricevuto il semilavorato in pluriball ed ero nella fase di organizzare la produzione, vedendo ancora il lavoro in alto mare secondo loro, il Sig. N.C. dei Pellettieri d'Italia (Prada) S.p.A. mi ha minacciato di farmi fallire intimandomi che il mio prodotto lo avevano brevettato loro. Successivamente, ed esattamente il giorno 10 novembre mi arrivò un fax imperativo dove il Sig. N.C. dei Pellettieri d'Italia (Prada) S.p.A. mi invitava ad inviare il semilavorato alle ditte C. s.r.l. di Ancona nei magazzini di Colonnella (TE) e della ditta A. di Carpi (MO) così si legge nel documento: ogni fornitore dovrà avere materiale sufficiente per realizzare 10.000 buste. 
Ho preferito inviare dei campioni prima di muovere 2 container in giro per l’Italia per poi ritrovarmeli dopo qualche giorno nuovamente in casa, di fatti entrambe le società che mi furono indicate e che ricevettero di conseguenza le campionature 
non furono in grado di realizzare il manufatto. Avrei dato la mia disponibilità per organizzare la produzione altrove ma si sarebbe comunque perso del tempo prezioso per improvvisare la produzione da altre parti. Per cui cercai di velocizzare il lavoro a Torino.
Il 15 novembre mi arriva un altro fax dal Sig. N.C. dei Pellettieri d'Italia (Prada) S.p.A.comunicandomi che il giorno martedì 16 alle ore ore 8,30 sarebbe passato un Vs. autista a ritirare del materiale per realizzare le buste termosaldate da consegnare alla ditta L. S.p.a. di Milano e di inviarle all’att. ne della Sig.ra V. (su suggerimento del Sig. L.M. dei Pellettieri d'Italia (Prada) S.p.A.). Così con un po’ di perplessità ho caricato il camion finché ho potuto. Ho inviato il mio autista a ritirare le buste termosaldate a Milano qualche giorno dopo. Al suo rientro in azienda mi sono reso conto che mi avevano danneggiato tutto il materiale, era stato tutto termosaldato a cuneo e non a piattina, la saldatura laterale delle buste era così simile ad una lama di coltello seghettata , quindi anche pericolosa; dell’altra metà avevano sbagliato la misura. Abbiamo così dovuto recuperare tutto il materiale con enormi perdite di tempo e di materiale.
Con un successivo fax del 26 novembre mi invitava ad attenermi scrupolosamente alle suddette istruzioni, dovevo inviare entro il 29 di Novembre, tutte le buste e shopping bags alla ditta G. s.r.l. di Schio (VI), la quale avrebbe dovuto termosaldare i manici delle buste e delle shopping bags, ma comunicai al Sig. N.C. dei Pellettieri d'Italia (Prada) S.p.A. che quello era il lavoro meno importante e che quindi non era il caso di perdere altro tempo inutilmente. Il Sig. N.C. dei Pellettieri d'Italia (Prada) S.p.A. ha insistito categoricamente; telefonai al Sig. D.G. titolare della G. s.r.l. di Schio (VI)per mettermi d’accordo, gli inviai di comune accordo tramite il mio corriere espresso un migliaio di pezzi. Provarono nell’intento di riuscirci ma mi comunicarono subito dopo qualche giorno che le loro attrezzature non erano in grado di lavorare quei tipi di spessore, il materiale non mi è più stato restituito nonostante i miei solleciti, pare sia stato distrutto.

Insomma l’intervento dei “collaboratori” del Sig. N.C. dei Pellettieri d'Italia (Prada) S.p.A. non solo ha intralciato e rallentato la produzione e di conseguenza le consegne, ma ci ha fatto perdere diverso materiale prezioso.

Comunque il 6 dicembre era stato già consegnato quasi l’80% dell’ordine, un vero miracolo; considerando tutte le difficoltà (e “sabotaggi”) incontrati e che se avessi ricevuto la conferma dell’ordine nei tempi previsti dall’accordo cioè, i primi giorni di settembre, sarebbe stata cosa di ordinaria amministrazione.

I primi giorni di gennaio,sono stato informato dal Sig. N.C. dei Pellettieri d'Italia (Prada) S.p.A. che le shopping bags in bolle d’aria erano state scelte come packaging continuativo per il periodo futuro e che quindi mi avrebbero consentito di continuare a lavorare con loro.

Nel frattempo sono continuate le consegne in gennaio e febbraio su richieste specifiche. 
Una richiesta anomala mi è giunta dal 
Sig. L.M. dei Pellettieri d'Italia (Prada) S.p.A. a metà gennaio, che mi chiedeva di dichiarare e sottoscrivere che la paternità del progetto era sua, così avrebbe fatto bella figura nei confronti dei colleghi e del Sig. Bertelli, altrimenti avrebbe rischiato di perdere il posto di lavoro nella I.P.I. ; non ho creduto molto a quell’ultima parte ma comunque assolsi alla sua richiesta.

Il 1 febbraio 2000 mi viene inviato un nuovo ordine che mi rifiutai di firmare, in quanto non era negli accordi preliminari quanto menzionato nel punto F) e cioè:
Diritti di privativa industriale di I.P.I. così cita: “L’Impresa (Helicon di Zanotto Franco) riconosce espressamente di non avere alcun diritto – di ogni e qualsiasi natura – relativamente a disegni, prototipi e prodotti oggetto del presente incarico, e per tanto si impegna a non avanzare pretesa alcuna relativamente agli stessi e a non fabbricare ne commercializzare, direttamente o indirettamente, prodotti con marchi propri o di terzi identici o fortemente riconducibili a disegni e campioni.
L’Impresa si impegna ad informare immediatamente I Pellettieri d'Italia (Prada) S.p.A. della eventuale esistenza sul territorio di prodotti – fabbricati e/o commercializzati da terzi – identici o riconducibili ai disegni e campioni dei Prodotti, nonché a prestare ogni collaborazione attiva affinché I Pellettieri d'Italia (Prada) S.p.A. possa individuare i soggetti che illecitamente producano articoli falsi o comunque riconducibili a tali disegni e campioni.”

Parlando telefonicamente con il Sig. N.C. dei Pellettieri d'Italia (Prada) S.p.A. gli chiesi per contro un impegno per almeno 3 anni, nell’utilizzare questo tipo di packaging, in quanto avrei dovuto acquistare un’attrezzatura del valore di lire 500.000.000 adatta per quel tipo di produzione; i prezzi si sarebbero ridotti e le consegne sarebbero potute avvenire in tempi reali.

Il secondo punto di disapprovazione riguardava le tempistiche di consegna: mi si chiedeva unaquantità di 152.000 pezzi per un valore complessivo di Lire 580.760.000; si era concordato uno sconto del 10 % rispetto al primo ordine vista la continuità e la possibilità di ottimizzare le fasi produttive; le consegne richieste erano del:
il primo 25% il 1 marzo, un altro 25% il 15 marzo, un terzo 25% il 31 marzo e l’ultimo 25% il 15 aprile;
già la prima scadenza era impossibile visto che avevo solo 30 giorni di tempo per la consegna, avendo riferito al Sig. N.C. dei Pellettieri d'Italia (Prada) S.p.A. che il prodotto semilavorato era ancora in fase di produzione.

Vorrei farle notare che i prezzi unitari erano stati modificati fin dall’inizio, in quanto le shopping bags con il fondo quadro avevano un costo molto alto, i passaggi erano molti e tutti fatti a mano, per tanto di comune accordo con il Sig. L.M. dei Pellettieri d'Italia (Prada) S.p.A. si erano stabiliti dei prezzi fittizi come segue:
  • la busta fondo quadro con manico lungo per capispalla e/o stivali era stata offerta a Lire 8.160/fatturata lire 6.450;
  • la busta fondo rettangolare 42 x 45 + 6 cm. con manico lungo aveva un prezzo di Lire 4.560/3.800,
  • lo shopper per la calzatura formato 38 x 30 + 14 cm. con manico corto aveva un prezzo iniziale di Lire 5.000/4.200,
la differenza doveva essere compensata con le buste piatte con pattina e/o manici saldati le quali sono state aumentate di un importo equo - proporzionale alle quantità dell’ordine. Chiaro che sarebbero cambiati i prezzi se fossero cambiate tali proporzioni.

Ricevetti così un nuovo ordine il 22 febbraio 2000 da parte de I Pellettieri d’Italia, in cui mi si chiedeva nel frattempo di occuparmi direttamente delle consegne nei vari paesi. Mi fu comunicato dalSig. N.C. dei Pellettieri d'Italia (Prada) S.p.A. che la I.P.I. non poteva fatturare direttamente ai propri negozi le shopping bags, in quanto lo statuto della I.P.I. non consentiva di fatturare merce non prodotta dalla stessa. Mi propose un’alternativa, si poteva contattare “eventualmente” la ditta C. s.r.l. di Ancona che già forniva i vari negozi nel mondo e che aveva già contatti con i vari spedizionieri. Così mi suggerì di fatturare direttamente alla ditta C. s.r.l. di Ancona, per contro rinunciando al 5% del valore della merce; tale percentuale doveva essere riconosciuta alla la ditta C. s.r.l. di Ancona a fronte della sua prestazione, così dovetti accettare.

Sopraggiunse infine in data 2 marzo il nuovo ordine aperto in cui era contemplato il 15% all’ordine per far fronte all’approvvigionamento delle materie prime per un importo complessivo di lire 92.116.800 IVA inclusa ricevuto in data 12 marzo; era ovvio che le consegne avrebbero avuto un ritardo di almeno un mese.
Avvisai il Sig. N.C. dei Pellettieri d'Italia (Prada) S.p.A. che non era possibile mantenere quelle date di consegna visto che mancavano pochi giorni lavorativi dalla prima consegna del 15 marzo e che quindi ci poteva essere uno slittamento di almeno un mese. Nonostante ciò, comunicai al Sig. N.C.dei Pellettieri d'Italia (Prada) S.p.A. che:
  • il 15 marzo era pronta merce per 28.000 pezzi,
  • il 17 marzo ho consegnato alla C. s.r.l. di Ancona 34.000 pezzi;
  • il 4 aprile 16.000 pezzi;
  • l’11 aprile altri 9.500 pezzi;
  • il 19 aprile 16100 pezzi;
  • l’8 maggio 18.500 pezzi;
  • il 15 maggio 14.000 pezzi;
  • il 25 maggio 19.000 pezzi;
  • 1l 12 giugno 18.500 pezzi,
  • il 13 giugno 11600 pezzi;
  • il 30 giugno 16.200 pezzi;
per un totale di 174.400 pezzi. Contro i 152.000 richiesti nell’ordine.
Documento allegato n. 1

Nonostante le consegne avvenissero con continuità costante e regolate dalle richieste del Sig. O.C.della C. s.r.l. di Ancona mi è sopraggiunta una copia della lettera dal Sig. N.C. dei Pellettieri d'Italia (Prada) S.p.A. in data 3 maggio 2000 che incaricava la ditta C. s.r.l. di Ancona a fatturarmi una penale pari al 15% del valore dei quantitativi non consegnati per un importo ammontante a lire 38.594.000; tale cifra non mi è stata addebitata nell’immediato, ma nel frattempo con le prime scadenze di pagamento la C. s.r.l. di Ancona si tratteneva illecitamente l’importoversato per l’anticipo dell’ordine di lire 92.116.800. Doc. allegato n.2

Dopo il fatto sopra esposto e a seguito dell’emissione delle fatture per conto della ditta C. s.r.l. di Ancona con dichiarazione d’intento, la mia azienda si ritrovava a corto di liquidità a causa del crescente credito di IVA conseguente e l’illecito trattenimento dell’acconto. Mi sono trovato di fatto in difficoltà di liquidità, nonostante ciò ho cercato di far fronte a tutti i miei impegni.
Come se non bastasse venivano modificate di volta in volta quantità, e priorità creando disturbo alle mie programmazioni. Doc. allegati n. 3 di 3 /4/5.
Nel frattempo comunicavo alla ditta C. s.r.l. di Ancona dell’arrivo di altri 150.000 metri lineari di film plastico da stampare e da trasformate, richiedendo così il nuovo ripristino dell’acconto per continuare i lavori.

Altro fatto grave: il Sig. N.C. dei Pellettieri d'Italia (Prada) S.p.A. si mette in contatto con la dittaD.P. s.r.l. di S. Gemignano e invita il titolare Sig. D. della D.P. s.r.l. di S. Gemignano di mettersi in contatto con il Sig. O. della ditta C.U. S.p.a. di Guardamiglio(PC) per richiedere alcune campionature per realizzare lo stesso semilavorato che stavano producendo per me. Il Sig. O. della C.U. S.p.a. di Guardamiglio (PC) si è subito messo in contatto con me per mettermi a conoscenza del fatto, dicendomi che era stato contattato da questa ditta D.P. s.r.l. di S. Gemignano nella persona del titolare il Sig. D.e che il loro nominativo era stato indicato dal Sig. N.C. dei Pellettieri d'Italia (Prada) S.p.A.; a lui feci presente che c’erano degli accordi di riservatezza e che il prodotto era sotto la tutela di brevetto industriale. La stessa telefonata è stata fatta da me al Sig. D. dellaD.P. s.r.l. di S. Gemignano mettendolo in guardia sulla proprietà e priorità del brevetto.

Un’altra azienda produttrice di materiali per l’imballaggio, e precisamente la ditta I. S.p.a. di Lodi,nella persona del Sig. S.A., uno dei soci, mi ha informato che una ditta di Brescia, e precisamente una delle titolari Sig.ra G. della G. s.r.l. di Brescia della rispettiva ditta Vs. fornitrice, stava cercando un’azienda in grado di confezionare le borse in bolle d’aria.
Mi misi subito in contatto telefonico con il Sig. O.C. della C. s.r.l. di Ancona, in quanto sapevo che la Sig.ra G. della G. s.r.l. di Brescia svolgeva opera di rappresentante per la ditta C. s.r.l. di Ancona; in risposta il Sig. O.C. della C. s.r.l. di Ancona fece un’esclamazione di disgusto carica di appellativi poco gradevoli nei confronti della Sig.ra G. della G. s.r.l. di Brescia dicendosi indignato e che lui non sapeva nulla di questa storia e che l’avrebbe chiamata immediatamente. Tutta Italia invece sapeva che il Sig. O.C. della C. s.r.l. di Ancona e il Sig. N.C. dei Pellettieri d'Italia (Prada) S.p.A.e il Sig. D. della D.P. s.r.l. di S. Gemignano erano alla ricerca di qualcuno che potesse sostituirmi nella produzione delle shopping bags di miu-miu.
La posta in gioco era alta, c’era in ballo un fatturato di circa 2,5/3 miliardi di lire e un’azienda solida alle spalle in forte espansione, e quindi dava molto fastidio che una piccola azienda come la mia potesse restare in gioco.

Continuai a questo punto a sollecitare al Sig. O.C. della C. s.r.l. di Ancona l’anticipo, avvisandolo che avrei potuto avere dei problemi a garantire le richieste che di volta in volta ricevevo senza quell’anticipo per i materiali, inoltre gli dissi che l’ordine aperto ricevuto da I Pellettieri d’Italia  era stato violato visto che si era trattenuto dall’ordine stesso il 15% di penale non dovuta. Gli comunicai che non mi sarei potuto assumere nessuna responsabilità a questo punto se la merce fosse stata consegnata in ritardo o addirittura fosse stata bloccata per ovvi motivi.
Il 19 ottobre 2000 gli inviai una successiva raccomandata di sollecito di richiesta dell’acconto e nello stesso tempo gli comunicavo che ciò nonostante il lavoro stava procedendo con nuovi acquisti di materie prime, sollecitai quindi ancora l’acconto per poter procedere: in data 3 novembre, e in data 4 novembre. Doc. allegati n. 6/7/8.

Faccio presente che il 17 luglio 2000 mi ero rivolto presso la ditta W.L. di Mezzovico Lugano(CH)per ordinare la macchina che mi avrebbe consentito di snellire le consegne degli ordini futuri. Lasciaiun acconto di lire 30.000.000 per l’ordine, il costo della macchina era di 300.000.000 circa.Doc. allegato n.9

Il 15 novembre 2000 a tutta risposta ricevo una copia del fax che il Sig. N.C. dei Pellettieri d'Italia (Prada) S.p.A. ha inviato al Sig. O.C. della C. s.r.l. di Ancona in cui si legge: “Si incarica la ditta C. s.r.l. di Ancona di produrre mensilmente 40.000 borse con il logo miu-miu, nei vari formati e secondo ns. richiesta sino al 31/12/01 . Tutte le shopping bags, in caso di recesso del presente incarico verranno comunque ritirate così come il materiale giacente a magazzino”, in questo documento non si fa menzione alcuna della mia ditta.
Ma come era possibile che venisse dato l’incarico alla Sig. O.C. della C. s.r.l. di Ancona a produrre, quando il Sig. N.C. dei Pellettieri d'Italia (Prada) S.p.A. stesso sapeva che era la mia ditta a produrre e che la ditta C. s.r.l. di Ancona era stata incaricata solo della distribuzione? Immediatamente ricevo Fax per conoscenza dalla ditta ditta C. s.r.l. di Ancona in cui mi si specifica quanto segue: “Fateci sapere al più presto le Vs. decisioni in merito , ma nel frattempo Vi ricordiamo che in qualsiasi momento un incaricato della ditta suddetta,(ovvero della ditta C. s.r.l. di Ancona), potrebbe recarsi c/o la Vs. sede per un controllo del materiale e delle borse in confezione autorizzati, come spesso succede anche a noi.”,(diciamo pure che era evidente così la loro intenzione di entrare in contatto con la ditta J.B. s.a.s. di Torino e chiedere la sua collaborazione. La stessa ditta J.B. s.a.s. Di Torino era a conoscenza, per tramite della mia ditta, del know.-how, in quanto produceva sotto mia commissione le lavorazioni più delicate), Doc. allegati n.10/11

A questo punto tutto era chiaro, c’era un complotto per escludermi da questo lavoro già dall’inizio 2000. Nel mese di settembre si rivolsero al Sig. R. del S. E. di Calendasco (PC) due signori toscani, per conto di Prada che consegnarono un paio di rotoli di pluriball per fare delle prove di saldatura. Fu dal Sig. Rossi del Sacchettificio E. di Calendasco (PC) indicato loro un possibile costruttore di macchine di Piacenza di nome Giuseppe ex socio di una ditta fallita in seguito a problemi con la Finanza; in seguito la macchina è stata commissionata ad un artigiano di Como dalla D.P. s.r.l. di S. Gemignano, ovviamente per realizzare le saldature laterali delle shopping bags con manico e delle buste con pattina; ricordo che il D.P. s.r.l. di S. Gemignano era stato avvisato del brevetto.

Il 15 dicembre ricevo un altro fax dalla ditta C. s.r.l. di Ancona in cui si legge: “Non sappiamo a quali conseguenze andremo incontro con i Pellettieri d’Italia, visto che la maggior parte dei negozi sono sprovvisti di borse e comunque Vi riterremo responsabili per qualsiasi controversia o danno che andremo a subire solo ed esclusivamente per Vs. negligenza.”Visto che l’incarico di distribuzione è stato dato alla ditta ditta C. s.r.l. di Ancona, perché avrei dovuto essere io il responsabile della mancata consegna? Naturalmente 
ho continuato ad insistere per avere il rinnovo del contratto dal 
23 maggio 2000, per tanto ritengo siano state considerate nulle queste mie richieste, poiché non c’era palesemente intenzione di continuare con la mia azienda e nonostante tutto ho continuato a consegnare il mio prodotto finché ho potuto. Doc. allegato n. 12

Sopraggiunge un ulteriore raccomandata dalla ditta C. s.r.l. di Ancona in data 24 gennaio 2001 in cui si paventa la possibilità che I Pellettieri d’Italia potessero chiedere i danni per le tardive consegne, e per merce che risultava non idonea. La richiesta fu poi quantificata in lire 55.369.000 IVA esclusa ovviamente, e si torna a farmi presente la penale del 3 maggio di lire 38.594.000.Doc. allegato n.13

Ciliegina sulla torta”: mi telefonò con il suo cellulare il Sig. L.M. dei Pellettieri d'Italia (Prada) S.p.A. facendomi una domanda ironica (che prevedeva già la risposta): “Ho saputo che non lavori più per Noi è vero?dopo il danno pure la beffa!!! “Io gli ho risposto in tutta sincerità che a me non era giunta notizia, ma che comunque aspettavo da parte sua una conferma se ciò fosse stato vero.

Il 28 febbraio ricevo tramite il mio legale una richiesta danni di lire 55.369.000 + una sospensione del pagamento di lire 38.594.000 per la penale attribuita dal Sig. N.C. dei Pellettieri d'Italia (Prada) S.p.A. il 5 maggio 2000 da parte del legale della ditta C. s.r.l. di Ancona

Il giorno 28 maggio 2001, si raggiunge con la ditta C. s.r.l. di Ancona una transazione di lire 207.239.964 contro un credito di lire 301.202.964 di cui detratte lire 55.369.000 per la merce difettosa di cui la stessa Helicon di Zanotto Franco si solleva dalla responsabilità in ordine alla contestazione sollevata dalla ditta ditta C. s.r.l. di Ancona altra clausola art. 6: “in caso di avveramento della condizione prevista dall’art.5 lettera b( lire 38.594.000 da corrispondere in data 31/12/2001, in condizione che la ditta Pellettieri d’Italia S.p.a. non abbia preteso, entro tale data il pagamento, da parte della ditta C. s.r.l. di Ancona della penale di cui si è fatto cenno in premessa),del presente atto pagamento della penale di lire 38.584.000 in favore della ditta I Pellettieri d’Italia S.p.A. la somma di lire 38.584.000 verrà definitivamente incamerata dalla ditta ditta C. s.r.l. di Ancona a titolo di risarcimento danni.”

Il giorno 13 novembre 2001 ci viene comunicato quanto previsto: ricevo tramite il mio legale una Raccomandata inviata dal legale della ditta C. s.r.l. di Ancona in cui si legge: “La ditta C. s.r.l. di Ancona si è vista costretta a riconoscere alla ditta I Pellettieri d’Italia la penale di lit. 38.594.000 dovuta a causa della mancata consegna di parte della merce nei termini stabiliti.”
Su espressa richiesta della ditta I Pellettieri d’Italia (oggi Prada Industrial S.p.a.), infatti la somma di cui alla penale in questione è andata a compensare un credito che la ditta C. s.r.l. di Ancona vantava nei confronti della stessa I Pellettieri d’Italia S.p.A.  Doc. allegato n.° 14

Si riceve copia firmata dal Sig. N.C. dei Pellettieri d'Italia (Prada) S.p.A. che firma sul timbro dellaPrada Engineering un ulteriore documento datato 18 settembre 2001 a cui allega documento del 3 maggio 2000 rif. alla penale e una richiesta esplicita dal Sig. O.C. della C. s.r.l. di Ancona di lire 44.010.100 per shopping bags di vecchia produzione con il marchio F.lli Prada giacenti dal 1999.Doc. allegati n. 15/3

A conferma di quanto sopra, quest’autunno , a seguito di una dichiarazione di un teste dipendente della ditta J.B.di Torino( in una delle tante cause in corso), chiamato in causa, ha dichiarato che la ditta ditta J.B.di Torino era stata contattata direttamente e stava dalla fine di dicembre 2000 continuando a produrre direttamente per conto della D.P. s.r.l. di S. Gemignano di con destinazione della ditta C. s.r.l. di Ancona le shopping bags miu-miu destinate alla Vs. società.
Faccio rilevare che hanno continuato a produrre in modo illecito e in concorrenza sleale con i miei macchinari e tutte le mie attrezzature, tutti i miei materiali e le mie scatole di imballo.
Sono riusciti nel loro programma di eliminazione della mia ditta perpetrato di comune accordo, i seguenti personaggi: il Sig. N.C. dei Pellettieri d'Italia (Prada) S.p.A., il Sig. O.C. della ditta C. s.r.l. di Ancona , il Sig. D. della D.P. s.r.l. di S. Gemignano e il Sig. M.B. della J. B. s.a.s. di Torino, quest’ultima incaricata a produrre con il mio know-how e con tutta la mia attrezzatura e macchinari fin da quando si era presentata alla mia azienda perché bisognosa di lavoro e ad essa avevo dato tutta la mia fiducia.

Le allego la lettera indirizzata al Signor Patrizio Bertelli in data 16 settembre 2002

Conclusioni:
La mia ditta si trova oggi in netto declino e gravi difficoltà, nonostante le possibilità che avrei potuto avere avendo raggiunto dall’anno 1995 un incremento di fatturato annuo raddoppiato di anno in anno, in seguito alle scorrettezze commerciali sopra esposte. In cuor mio non ho assolutamente voluto approfittare di nessuna condizione a me favorevole, ho seguito il corso degli eventi adattandomi mio malgrado alle situazioni e combattendo per quanto possibile per non essere defraudato della mia tecnologia. Mi sono ritrovato indebitato alla fine per più di lire 800.000.000 con merce per 500.000 metri lineari con i colori a Voi dedicati e rimasti inutilizzati, per la fornitura del 2001 per un fatturato previsto complessivo di circa 1,5 milioni di Euro.

Richiedo da parte Sua un riconoscimento del danno subito pari a € 500.000 per il mancato ritiro delle materie prime che sarebbero servite a coprire gran parte della produzione del 2001, e l’interruzione della commessa sarebbe toccato solo ed esclusivamente al sottoscritto in quanto promesso. D’altronde di chi era il progetto? Non di certo del Sig. L.M. dei Pellettieri d'Italia (Prada) S.p.A.
Chiedo inoltre un risarcimento di € 150.000 all’anno per danni procurarti alla mia ditta in seguito anche al mancato mantenimento degli impegni presi da parte Vs. per questi ultimi 3 anni, dal 2000 al 2003.


Oggi 10 Agosto la richiesta è di 12 milioni di Euro, 
cosa aspettano? 
Io ho pazienza e posso aspettare fino alla fine dei 
miei giorni;
non ho fretta.  
Chi l'ha dura la vince.
Domenica 11 settembre 2011
Tutti a Milano 
nella
Galleria Vittorio Emanuele II
Ore 15.00    
 Non permettete mai a nessun essere umano di calpestare i vostri diritti
Tutti abbiamo il diritto di vivere 
e
nessuno ha il diritto di distruggerci la nostra vita.

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