mercoledì 13 giugno 2012

Corruzione, incandidabilità solo da 2018 Cicchitto: “Cambiare traffico di influenze”

 IO NON CI STO'

CHE VERGOGNA, se la sono contata bene, ci prendiamo tempo fino al 2018, rubiamo e corrompiamo ancora per i prossimi anni, mettiamo aposto le nostre generazioni future, lasciamo il paese nella fogna, affossiamolo più che possiamo, tanto chi se ne frega di un popolo di coglioni, diceva qualcuno.

Si sono spartiti il Bel Paese ed ora... ...all'arrembaggio con sette stelle.

Stanno diprezzando e insultando l'intelligenza umana 

Basta ora. 

Si deve scendere in piazza e urlare a gran voce: 

Fuori tutti dalle Istituzioni dal Parlamento, rimettete il paese in mano al Popolo Italiano, NE HA DIRITTO.

Il capo gruppo Pdl alla Camera si auspica modifiche a Palazzo Madama. Nel partito di Silvio Berlusconi alcuni deputati potrebbero non votare gli altri due articoli. E da Fli arriva l'allarme: "'Sarebbe gravissimo se le forze politiche licenziassero il ddl anticorruzione alla Camera per poi assassinarlo al Senato"  

FZ

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Il fiducia day inizia bene per il governo che incassa il primo sì sull’articolo 10 del ddl corruzione, quello sull’incandidabilità dei condannati che sarà applicato, in caso di conferma anche al Senato, soltanto dal 2018 e non dalle prossime elezioni come chiedevano Fli, che si è astenuta, e anche Pd, che ha votato a favore. Ma adesso dovranno ricevere il sì altri due articoli, il 13 e il 14 ovvero la norme con nuovi reati come il traffico di influenze e la corruzione tra privati. A Montecitorio la prima fiducia è passata con 461 sì, 75 no e 7 astenuti. Nonostante l’impegno del ministro della Giustizia Paola Severino non si era arrivati nei giorni scorsi a un accordo e così il ministro per i rapporti con il Parlamento, Piero Giarda, in aula alla Camera ha posto, a nome del governo, la fiducia sugli articoli 10, 13, e 14 del  del disegno di legge, senza modifiche rispetto ai testi approvati in commissione. Sull’articolo 10 sono arrivati i no di Idv e Lega, Fli si è astenuta (ma voterà gli altri due, ndr) Pd e Pdl hanno votato a favore. ”Quando il provvedimento anticorruzione arriverà al Senato, verificherò quello che molti sostengono e cioè che il disegno di legge, sui cui il governo Monti chiede tre volte la fiducia, contenga una norma salva Penati. Si tratta del noto braccio destro del segretario del Pd Pierluigi Bersani, indagato per lo scandalo di Sesto San Giovanni che richiama tutta una serie complessa di vicende, che investono situazioni non soltanto locali. Se così fosse ci troveremmo dinanzi ad una grave contraddizione – dice il capogruppo del Pdl al Senato, Maurizio Gasparri – . Non ho alcuna intenzione di dare il mio consenso ad una norma pro corrotti travestita da anti corruzione. Quando il provvedimento sarà al Senato approfondiremo la questione ma sia chiaro fin d’ora che c’è un limite a tutto. La norma salva Penati al Senato non passerà”.
Dall’altra parte c’è il Pd: ”Finalmente il nostro ordinamento potrà avere una legge anticorruzione che riteniamo assolutamente necessaria – afferma Pina Picierno – . Nel nostro Paese il vero spread è rappresentato dalla dilagante corruzione, che costa circa 60 miliardi in termini di danno erariale, e che ci pone in ambito internazionale dietro i più evoluti paesi occidentali. E’ dal dopo-tangentopoli che si avverte la necessità di strumenti normativi e sistemi di controllo efficaci per un forte contrasto dei fenomeni corruttivi, ma in tutti questi anni siamo stati incapaci di misure adeguate, e anzi si è fatto di tutto per non ostacolarne la diffusione. Quello che emerge dalle inchieste è solo la punta dell’iceberg di un sommers0 dalle dimensioni gigantesche. Per queste ragioni occorre approvare una legge per contrastare la corruzione, che avremmo voluto più incisiva, restituendo dignità alla politica e fiducia ai cittadini”.
Il risultato di questa mattina così ampio per il governo potrebbe non arrivare anche su gli altri due articoli. Almeno a sentire alcuni rappresentanti del Pdl. Perché se il vice presidente vicario del Pdl alla Camera, Massimo Corsaro e l’ex-ministro della Gioventù, Giorgia Meloni hanno inviato, tramite una nota,  l’ordine di scuderia pur con qualche mal di pancia (“Pur nella convinzione che questo provvedimento avrebbe avuto bisogno di un maggiore approfondimento e sarebbe potuto essere assai più incisivo di quanto invece risulterà per volere del governo, voteremo le tre fiducie di oggi, e invitiamo i colleghi a farlo, per non consentire a questo esecutivo la furbata di accusare il Popolo della Libertà di non avere a cuore il tema della lotta alla corruzione. Tema che proprio il Pdl, su proposta del segretario Angelino Alfano, ha posto per primo all’attenzione del parlamento”), Alessandra Mussolini ha fatto che i suoi sono “tre convinti no. Dite che non appartenete ai poteri forti ma siete voi i poteri forti – ha detto, rivolta al Governo – dimettetevi, non ne avete azzeccata una da quando vi siete insediati”. E i pidiellini Lucio Barani e Giuliano Cazzola hanno fatto sapere parteciperemo sugli articoli 13 e 14 “perché non giudichiamo sensato combattere, come è giusto e doveroso, la corruzione con norme degne della Inquisizione spagnola o di regimi totalitari piuttosto che di uno Stato democratico. Ovviamente trarremo conclusioni coerenti in sede di voto sui singoli articoli e sul provvedimento nel suo complesso”. Del resto lo stesso Fabrizio Cicchitto, il capogruppo del Pdl alla Camera, dichiara: “Come avrò modo di dire nella dichiarazione di voto di domani, è auspicabile che al Senato questo disegno di legge abbia alcune modifiche, in primo luogo per quello che riguarda il traffico di influenza perché esso rischia di dare ai pubblici ministeri una discrezionalità del tutto eccessiva”.
Dello scontento che sembra montare nel partito di Silvio Berlusconi si sono accorti in tanti. E per questo che arriva un avvertimento da Fli: ”Sarebbe gravissimo se le forze politiche licenziassero il ddl anticorruzione alla Camera per poi assassinarlo al Senato” dice Carmelo Briguglio di Futuro e Libertà invitando il governo ad esserre “responsabile, seguendo l’iter complessivo del provvedimento. Se è solo un atto di ipocrisia per farlo uscire dalla Camera e poi eliminarlo al Senato, perché non favorisce il sistema Penati o favorisce il sistema Ruby allora gli italiani avrebbero il diritto a elevare con un moto forte il proprio sdegno verso le istituzioni e verso la classe politica”.

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