giovedì 29 dicembre 2011

Nullatenenti in Porsche e commercianti in jet Il “bestiario” 2011 dell’evasione fiscale



Dall'universitario esentato dalla retta, ma sempre a bordo di un'auto di lusso, allo chef milionario con ristorante senza licenza. Dallo scultore del toro di Wall Street al campione di ciclismo alla pornostar. Fino ai soliti noti
Dove vada la finanza globale, a quanto pare, nessuno lo sa. Dove corra il suo simbolo, invece, è finalmente chiaro: fugge dal Fisco italiano a gambe levate. Il celebre toro di bronzo di Wall Street da 3,2 tonnellate è stato scolpito da un siciliano di Vittoria, Arturo Di Modica, che ha un contenzioso col fisco per 5 milioni di redditi mai dichiarati, a dispetto di una residenza (ufficialmente) negli States. E’ uno dei casi clamorosi di evasione balzati agli onori delle cronache nel 2011, l’anno in cui l’Italia ha smesso di sorridere sui furbetti del fisco e ha iniziato a capire che gli evasori d’Italia – piccoli e grandi che siano – non sono più un male endemico, ma un lusso che il Paese non si può più permettere: costano almeno 150 miliardi di euro l’anno, il 18 per cento del Pil.

Le norme sulla privacy bancaria del governo Monti (forse) daranno un’ulteriore arma nelle mani della Guardia di Finanza e dell’Agenzia delle Entrate per combattere il fenomeno e stanare nuovi campioni dello sport nazionale. Nel frattempo, chi è rimasto fermo a Valentino Rossi & co troverà ottimi spunti per aggiornare il file grazie al 2011, anno straordinario di italiche evasioni. Che non può prescindere da Silvio Berlusconi, il quale da capo del governo invocava il carcere per gli evasori oltre i 3 milioni di euro e da contribuente ha cercato di evitare le accuse di frode fiscale per 16 (milioni). Non stupisce allora che tra i governati, anche quest’anno, si sia registrato un campionario eccellente di evasori seriali, smaccati nell’impunità al limite dell’immaginabile.

Tra i seriali organizzati del 2011 hanno tenuto banco per mesi le ‘liste’ di clienti di contabili e commercialisti scoperti quasi per caso dai militari delle Fiamme Gialle. Storie di curatori di beni molto solerti nel dirottare le ricchezze verso paradisi fiscali e filiali svizzere, la ‘lista Pessina‘ e la ‘lista Falciani‘. La prima è relativa ai clienti di un avvocato svizzero che tra i 500 clienti e presunti evasori annovera anche la cantante Marcella Bella cui è stata contestata un’evasione fiscale da 2,5 milioni. La seconda, scoperta a ottobre, ha ben 7mila nominativi e ha portato all’accertamento di redditi non dichiarati per 570 milioni di euro e un’Iva evasa di 2,6. Ma più di tutto sorprende il campionario dei capitani coraggiosi dell’evasione, di quelli che per proprio conto e quasi per caso si sono dimenticati di essere ricchi sfondati. Se da dicembre si risale l’anno e si passano al setaccio le cronache, viene fuori davvero di tutto, uno spaccato sconvolgente del fenomeno con tutte le declinazioni possibili, le categorie professionali, economiche, umane. Roba da farci un dizionario, anzi, un “bestiario” come si usava nel basso Medioevo. Ci sono i campioni come Davide Rebellin, accusato di avere una residenza fittizia nel Principato di Monaco utile a distrarre dal Fisco 2,5 milioni e i campioncini del calcio, pagati in nero a 15mila euro al mese. Ci sono amministratori e politici di qualsiasi livello di governo. E ancora industriali, professionisti, ristoratori di fama internazionale e perfino pornostar. Un’evasione generalizzata e senza senza età. Ci sono gli anziani con l’hobby dell’aereo di lusso che non atterra mai sul 730 e gli studenti universitari che chiedevano rette diminuite per fasce di reddito da fame ma all’ateneo andavano in Porsche.

COSI’ FAN TUTTI: IL BESTIARIO DEGLI EVASORI 2011

L’ultimo caso eccellente del 2011 (forse) è quello del mediatore finanziario di 44 anni radiato dalla Banca d’Italia eppure attivissimo. Per il fisco era nullatenente, ma nella vita girava con Porsche (due a disposizione) e moto sportive e viveva tra una tenuta di lusso con piscina, palestra e spa a Ragusa e un super appartamento nel centro di Milano da 50mila euro l’anno di affitto. Optional, un motoscafo Ferretti 72 da un milione di euro con annesso personale di bordo, tutto ovviamente intestato a società di comodo. E’ stato pizzicato tre giorni prima di Natale dalla Guardia di finanza di Monza con la quale ora ha una pendenza da 2 milioni di euro. Tanto avrebbe eluso e tanto avrebbe portato in Svizzera attraverso complesse operazioni finanziarie alla luce nel del sole, nel senso che simulavano investimenti nel settore delle energie rinnovabili che non sono mai esistite.

Nella top ten delle evasioni eclatanti ancora spicca la vicenda della coppia di 65enni di Verona che dichiarava poco più di un pacchetto di sigarette ma nascondeva una fortuna da 200 milioni di euro. Mica soldi sudati, come rivendicano gli imprenditori-evasori, quelli che per lenire la colpa la buttano in politica. Quei soldi sono frutto della vendita di un terreno grande come 200 campi da calcio sul litorale tre Eraclea e Jesolo divenuto improvvisamente edificabile. I frutti dorati della terra sono stati quindi le plusvalenze della vendita, opportunamente occultate al fisco attraverso il meccanismo delle scatole societarie. L’ultima portava il tesoro in caldi paradisi fiscali. Dagli accertamenti, è risultato che l’uomo era evasore totale del 1997 al 2008 mentre nel 2009 e 2010 aveva dichiarato 4 e 5 euro. Un pacchetto di sigarette, appunto.

In realtà, dietro alla vicenda c’è un piccolo romanzo di formazione criminale, che vede un ex commerciante di bestiame, Giovanni Montresor, diventare un possidente, tenutario e facoltoso imprenditore tra terreni, centri commerciali e hotel di lusso sul litorale. Sarebbe stato il primo contribuente del Comune di Bussolengo se non avesse avuto il vizietto di occultare le sue ricchezze al fisco. Del resto, da quanto si è appreso, avrebbe mondato il peccato per altre vie, provvedendo in proprio a restaurare il tetto della chiesa del Cristo Risorto. Un benefattore, insomma. E come lui devono essere tanti se il Nord-Est detiene il primato nazionale del recupero dell’evasione che la Cgia di Mestre segnala in 232 milioni in dieci anni su una base di 350 evasori fiscali. Insomma non sarà un caso se proprio nel Vicentino, ad Arzignano, si è arrivati a proporre un “monumento all’evasore” davanti al Duomo con tanto di imprenditore incatenato dal Fisco persecutore (ci ha messo una pezza la Questura vietandolo).

POVERI STUDENTI RICCHI

L’età dell’evasione non ha età. A ottobre un 71enne di Bassano del Grappa che fino al giorno prima risultava povero in canna è risultato felice possessore di un aereo di lusso. Si era pensato a un colpo di testa, una passione senile, ma le indagini hanno accertato che il velivolo era solo uno dei 16 ultraleggeri in dotazione che facevano parte di un giro di contrabbando di aeromobili, tra San Marino e Fidenza, che coinvolgeva 31 persone.

Non che i “giovani” siano da meno. Come quello studente dell’Università di Padova così povero da ottenere l’esenzione dalle rette universitarie, ma non abbastanza da rinunciare alla Porsche per andare a lezione. A denunciarlo agli 007 del fisco sono stati proprio i compagni di corso, forse irritati da quell’evasione fatta sulle spalle di chi di soldi per studiare non ne ha davvero. A Treviso un ventenne senza neppure la dichiarazione dei redditi è risultato evasore totale per 6 milioni di euro. Emetteva fatture false.

Poi ci sono insospettabili campioni nazionali, meno famosi dei calciatori ma in qualche modo ambasciatori del made in Italy che nel mondo esportano vizi nostrani e italiche virtù. Sul New York Times si può ancora leggere una recensione a cinque stelle del ristorante “Laguna da Toni” di Torcello, un locale caratteristico della laguna veneta ricavato in un capanno di pescatori e felicemente frequentato da clienti di tutto il mondo. Mentre i giornalisti americani davano giustamente notizia dei manicaretti del titolare 66enne trevigiano, la Dgf di Mestre ne portava altre: il locale impalmato sulle colonne più celebri dell’informazione americana era completamente al nero, compresa la cuoca. Non aveva neppure le licenze. Particolare che avrebbe permesso al ristoratore di mettere da parte mezzo milione di euro senza fare i conti col Fisco.

Chiude la girandola la pornostar Jessica Rizzo che insieme al marito Marco Toto e ad altri (l’ex presidente del Pescara calcio e dirigente dell’Under 21, Vincenzo Marinelli, la consigliera provinciale dell’Idv Antonella Allegrino, che si autosospese dal partito, e il consulente tributario pescarese, Luca Del Federico) avrebbe messo in piedi un’evasione per 16 milioni di euro di capitali occultati tramite il sistema dei trust all’estero.

Nessun commento:

Posta un commento

Archivio blog