Il premier alla conferenza stampa di fine anno: "Eviteremo tensioni sociali, eravamo sul burrone con gli avvoltoi"
Roma, 29 dic. (TMNews) - I dettagli del
"Cresci-Italia" mancano ancora, ma Mario Monti prova a infondere un
"moderato ottimismo" nel futuro del Paese: "Non servirà un'altra
manovra", assicura. Spiegando che i provvedimenti per lo sviluppo
saranno sostanzialmente a costo zero, visto che non è ancora il tempo
della "larghezza finanziaria", ma garantendo che saranno centrati
sulla"equità e che il governo farà tutto il possibile per "evitare
tensioni sociali". In primo luogo spiegando agli italiani già oggi nella
conferenza stampa di fine anno, con piglio professorale e tanto di
slide, perché la manovra economica varata a fine dicembre non poteva
essere evitata: "Era un atto dovuto" e se è vero che può essere
recessiva, non farla avrebbe portato conseguenze ancora più disastrose,
"il sistema sarebbe scoppiato". Visto che "eravamo sull'orlo del
burrone, con gli avvoltoi nel cielo". Né era ancora sopportabile
l'ottimismo alla Berlusconi: "Un anno fa disse che non servivano
manovre, ne abbiamo dovute fare cinque". Ma ora la fase degli "atti
dovuti" è finita, gli avvoltoi "non ci mangeranno", e può iniziare la
fase degli "atti voluti". Ora l'impegno del governo sarà tutto
concentrato sulla crescita, con gli interventi sulle liberalizzazioni e
sul mercato del lavoro che "procederanno parallelamente" per far
digerire i primi al centrodestra, i secondi al centrosinistra. Sulle
liberalizzazioni l'intenzione è quella di affrontare la questione in
maniera complessiva, sul mercato del lavoro la promessa è di un
negoziato con le parti sociali, di un intervento sugli ammortizzatori
sociali e di un superamento del "dualismo" che oggi genera effetti
negativi su "equità ed efficienza". Negoziato che comunque dovrà portare
a "decisioni rapide". Ovvero entro gennaio, visto che "ci attendono due
scadenze europee: l'Eurogruppo del 23 e il Consiglio Ue del 30".
Insomma, "sarà una corsa" con partenza "da fermo" e "con handicap", in
cui agli italiani sono chiesti "molti sacrifici e molte rinunce". Ma la
convinzione di Monti è che gli italiani capiranno la necessità di "uno
sforzo comune per dare un'Italia più degna a tutti noi e una maggiore
speranza ai nostri figli e nipoti". Con qualche segnale "incoraggiante"
dalle ultime aste di titoli di Stato. Non si può dire che siano
"cessate" le "turbolenze" dei mercati, tuttavia, con la manovra di fine
anno i conti pubblici italiani sono "strutturalmente in sicurezza", il
debito pubblico via via sarà considerato "sostenibile" dai mercati e se
lo spread scenderà si creeranno "maggiori spazi finanziari anche per
interventi di alleggerimento di situazioni di sofferenza sociale". Così
come "se la lotta all'evasione avrà effetto, e mi aspetto che abbia
effetto, ovviamente determinerà risorse che potranno essere impiegate"
nella stessa direzione. Legando quindi alla crescita, è la promessa di
Monti, anche l'equità, come obiettivo e come "leva" per la crescita
stessa. Agli italiani però Monti spiega anche che per uscire davvero
dalla crisi non bastano gli sforzi dell'Italia: "E' un problema di
carattere europeo, cui bisogna dare una risposta comune, solidale e
convinta". Per questo nel nuovo patto europeo la disciplina di bilancio
dovrà essere "essenziale", accompagnata da meccanismi sanzionatori
efficaci, ma deve essere integrata da una altrettanto efficace politica
comunitaria per la crescita che possa contare anche su "maggiori
risorse". Int4
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