Succede nel Varesotto, dove Renato Bianchi cede l'attività ma offre
un bonus a quanti hanno lavorato per lui: "I cinesi ci hanno salvato, ma
se abbiamo trovato investitori pronti a rilanciare nel mondo il nostro
marchio, lo dobbiamo al lavoro di chi ha fatto parte di questa azienda"
“Se la CB Ferrari è cresciuta negli anni e, in un momento di crisi economica, ha trovato dei compratori disposti a rilanciarla sul mercato mondiale, è soprattutto grazie ai miei dipendenti che hanno investito tanto in questa azienda. Ho ritenuto giusto esprimere loro la mia riconoscenza”, ha dichiarato Bianchi al quotidiano La Provincia di Varese.
Nei giorni scorsi tutti i dipendenti con più di cinque anni di anzianità, ma anche gli ex dipendenti, le famiglie degli ex dipendenti defunti sono stati chiamati dall’imprenditore e hanno ricevuto un assegno circolare con una lettera di ringraziamento. La sorpresa è stata grande, in un momento così complicato per l’economia mondiale: “Già il fatto di avere un lavoro stabile è da considerarsi una fortuna, ricevere in regalo un assegno da qualche migliaio di euro è un fatto assolutamente insperato”, dice uno dei “beneficiari”. Un gesto d’altri tempi, che ha in sé tutto l’amore di un capitano d’industria per quella che considera ancora la sua azienda. Una realtà solida che dopo tanti anni è stata colpita dalla crisi, costringendo i dirigenti ad una scelta difficile ma ragionata, come racconta lo stesso Bianchi: “Un paio di anni fa, l’azienda si è trovata in difficoltà: sopravvivevamo, ma la crisi iniziava a farsi sentire anche nel nostro settore. Si è così deciso di venderla a qualcuno che potesse dare garanzie di continuità. In molti si sono proposti per l’acquisto ma la nostra scelta è ricaduta sull’offerta fattaci dai cinesi: non era l’offerta, in termini monetari, più alta ma quella più sicura. I cinesi sono il popolo più bello del mondo: ci hanno salvato”.
Ma quello della CB Ferrari non è l’unico caso in Italia. A ottobre Leonardo Del Vecchio, presidente di Luxottica, aveva festeggiato i 50 anni dalla fondazione dell’azienda, regalando ai dipendenti, sempre secondo il criterio dell’anzianità di servizio, 7 milioni di euro in azioni. 350 mila titoli che erano detenuti nel portafoglio dalla società dell’imprenditore bellunese sono così finiti nelle mani dei dipendenti, senza esclusioni, dall’operaio al dirigente, che sono diventati titolari di pacchetti dalle 15 alle 90 azioni (che a ottobre valevano 20 euro l’una). Anche in quel caso l’imprenditore aveva voluto ringraziare i lavoratori per l’impegno profuso nel successo dell’azienda: “Tramite questa operazione abbiamo voluto ringraziare in maniera concreta le persone dei nostri stabilimenti per l’impegno e la passione mostrati in questi anni: sono infatti le persone a determinare ogni giorno il vero successo di lungo periodo delle nostre imprese”.
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