mercoledì 6 novembre 2013

New York, il "rosso" De Blasio è il nuovo sindaco


New York, il "rosso" De Blasio è il nuovo sindaco
L'italoamericano democratico batte con un margine molto ampio il repubblicano Lhota. Ringrazia la città su Twitter e poi, festeggiando con i suoi sostenitori promette ancora una volta "più uguaglianza".  Erano vent'anni che un democratico non guidava l'amministrazione della Grande Mela

 Perché Bill de Blasio non è un moderato, è uno che nel corso della lunga (e spesso velenosa) campagna elettorale si è sentito chiamare in tutti i modi: sandinista per la sua passione giovanile per la rivoluzione in Nicaragua, poi gli dicono anche di tornarsene in Urss. Contro di lui fuoco ad alzo zero: "Vuole riportare il crimine e la violenza nelle strade", lo punge l'ex sceriffo Rudy Giuliani nel tentativo di rivitalizzare uno spento Lhota. E' la reazione dell'ala più conservatrice della società newyorchese, dei suoi giornali, delle sue tv, tutti spaventati dalle riforme rivoluzionarie promesse dal gigante di origini italiane.

La sua tattica è ossessiva e vincente. Parole d'ordine ripetute come un mantra in questi mesi. Senza mai arretrare di un centimetro, nemmeno quando sembrano ad un certo punto controproducenti. L'era Bloomberg è finita, più tasse per i ricchi così da trovare fondi per le scuole pubbliche, le università e gli ospedali. Basta agevolazioni fiscali a costruttori che fanno a gara per ricoprire Manhattan di grattacieli per miliardari (in dollari) e soprattutto un cambio radicale nella politica della polizia, che deve rinunciare allo stop and frisk, la tattica razzista usata per fermare i sospetti (quasi sempre giovani black o latinos). Gli imputano velleitarismo e scarse capacità amministrative. Anche a questo lui replica sereno: "Dicono che sono idee ambiziose, per me sono solo buone idee".

La sala è piena adesso. Sulle note di Empire State of Mind di Jay Z e Alicia Keys parte un coro a ritmare il ritornello, la gente salta. Si abbraccia, piange. E' la fine del tunnel per chi è stato troppo tempo al buio della sconfitta. "Aspettavo questo momento dai tempi di Ed", urla Michael, capelli grigi corti, elegantissimo e felice con la maglietta del suo idolo addosso. Ed sta per Koch, il leggendario sindaco di New York: uno dei modelli di de Blasio. La moglie Clara fa sì con la testa: "Inizia una nuova era per tutti noi. Io amo questa città: ci sono nata, ci sono nati i miei figli e i miei nipoti, ma negli ultimi anni non la riconoscevo più. Troppo egoismo, troppe ingiustizie: adesso basta". Poi ci sono i giovani, tantissimi. Molti di loro non hanno mai avuto un sindaco democratico: "E' incredibile, non riesco ancora a crederci", dice Lorainne che ha 18 anni e ha ottenuto il via libera dei genitori solo perché abita due strade più in là: "Ma tra un po' non resisteranno: saranno qui anche loro", scherza. E infatti il padre Tim sbuca una ventina di minuti dopo: "Io non volevo votare, per me sono tutti uguali. Ma mia figlia ha insistito, mi ha portato ad ascoltare Bill: devo dire che mi piace, ora vediamo se mantiene le promesse".


Arrivano anche le stelle dello spettacolo, quelle che l'hanno sostenuto sin da subito. C'è Steve Buscemi e c'è Susan Sarandon che se ne sta lontana dal palco: "E' un bellissimo momento: finalmente la gente ritroverà la parola e ci sarà qualcuno ad ascoltarla. Ci sarà un po' più di giustizia sociale ed economica, sono contenta che abbia vinto". 

Quando lui, il nuovo sindaco finisce di parlare dal palco, nessuno se ne vuole andare. Ci sono notti che si allungano, che fanno giri larghi per durare il più possibile. Notti che spingono via il sole. Anche se quella che deve arrivare sarà l'alba di una nuova era: quella di Bill, il sandinista.

Nessun commento:

Posta un commento

Archivio blog