giovedì 7 novembre 2013

La Bce anticipa i tempi e taglia i tassi. Draghi: "Inflazione bassa a lungo"

L'Eurotower non interveniva dal maggio scorso ed è al quarto taglio del costo del denaro sotto la presidenza di Draghi. In seno al board della Bce vince la volontà di contenere il rischio deflazione e di contrastare il rafforzamento dell'euro

MILANO -  La Bce taglia il costo del denaro al minimo storico, intervenendo di nuovo dopo la variazione del 2 maggio scorso, quando i tassi furono portati allo 0,5%. Oggi la Banca centrale europea, guidata da Mario Draghi, ha nuovamente tagliato il tasso riferimento di un quarto di punto allo 0,25%. Il "refi" - il tasso di rifinanziamento pronti contro termine - aggiorna così il minimo storico, mentre il tasso sui depositi resta fermo a quota zero e il tasso marginale cala dello 0,25%, allo 0,75%. Immediata la reazione dei mercati finanziari, con i listini - incerti fino all'annuncio dell'Eurotower - che accelerano al rialzo, mentre lo spread tra Btp e Bund tedeschi si restringe e l'euro perde terreno nei confronti del dollaro toccando i minimi da 7 settimane: la moneta unica viene scambiata a quota 1,33 dollari.

Motivando la decisione del taglio, Draghi ha spiegato che le stime dell'Eurotower sono "per un prolungato periodo di bassa inflazione" e altrettanto "prolungato" sarà il periodo per il quale i tassi resteranno bassi, senza escludere il fatto che potrebbero scendere ancora. Proprio questo l'andamento dei prezzi, cresciuti solo dello 0,7% annuo nella rilevazione di ottobre, è ben lontano dal target che l'Eurotower deve mantenere (inflazione poco sotto il 2%). Ciò ha diffuso lo
spettro di una deflazione per il Vecchio Continente, che insieme alla stentata ripresa economica ha giocato un ruolo decisivo nella scelta della Bce.

A favore di un intervento ha giocato anche la quotazione della moneta unica, che recentemente si è rafforzata fino a quota 1,38 nei confronti del dollaro. Livelli che certo non favoriscono le aziende esportatrici, unico appiglio per la ripresa del Vecchio Continente di fronte a un mercato interno pesantemente indebolito. Contro il taglio del costo del denaro, per altro, si sono sempre schierati i tedeschi che temono un impatto negativo sui rendimenti dei loro fondi pensione. Non è un caso che l'associazione delle banche tedesche abbia commentato immediatamente la notizia sottolineando che "avrà un basso effetto sull'economia". Sotto la presidenza di Draghi, l'Eurotower è alla quarta sforbiciata dei tassi.

Come notano gli analisti di Ig Markets, commentando a caldo le decisioni di Francoforte, la fretta mostrata dalla Bce rispetto alla aspettative sposta ora l'attenzione sulla possibilità di nuove operazioni straordinarie, come le due aste di liquidità Ltro già fatte a cavallo tra 2011 e 2012: "Ci aspettiamo una nuova Ltro nel primo trimestre dell'anno, che in qualche modo possa avere un effetto più diretto sull'economia reale. Il taglio dei tassi infatti rimane per lo più un operazione 'civetta', con una forte valenze simbolica".

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