venerdì 9 dicembre 2011

Pacco bomba all’Equitalia, ma il terrorismo si fa anche con le cartelle esattoriali pazze


Equitalia
Equitalia  in via Millevoi, Roma

Un pacco-bomba è esploso nella sede legale di Equitalia di via Millevoi, a Roma. L’ordigno era in un pacco recapitato via posta e indirizzato al direttore generale dell’agenzia, che lo ha aperto rimanendo ferito a una mano e al volto. E’ stato sottoposto a intervento. Le indagini sono affidate alla Digos.
La procura ha aperto un fascicolo per attentato con finalità di terrorismo. All’interno del pacco bomba è stato trovato un volantino con la sigla “Fai”(Federazione Anarchica Informale). Rivendicazione molto simile a quella contenuta nel pacco bomba recapitato a Francoforte, alla sede centrale di Francoforte della Deutsche Bank. Anche in passato la Fai è stata protagonista di spedizioni multiple di ordigni nel periodo natalizio.
Dopo l’attentato che ha visto a Roma il ferimento del direttore generale di una agenzia Equitalia, il presidente del Consiglio Mario Monti invia un messaggio di solidarietà e sottolinea: “Equitalia ha sempre svolto e continua a svolgere esclusivamente il proprio dovere, nel pieno rispetto delle leggi. Una funzione essenziale per il funzionamento dello Stato senza la quale non sarebbe possibile erogare servizi ai cittadini ed alle loro famiglie”. Una domanda sorge spontanea, cosa fa di così importante Equitalia?
Equitalia è una società pubblica spartita tra Agenzia delle entrate(51%) e Inps(49%). Questo “carrozzone” ha circa 8 mila dipendenti e va avanti “solo” con le cartelle esattoriali. Su ogni debito contestato, all’Equitalia va l’aggio, ossia un interesse del 9 per cento. L’interesse viene maturato non sul debito reale che il cittadino ha contratto, ma sull’importo già maggiorato dalle sanzioni. In passato, questa società ha ipotecato le casa del tartassati(senza avvertirli) per debiti inferiori a mille euro.
Il 22 febbraio 2010 la Corte di Cassazione ha stabilito che sono illegittime le ipoteche iscritte sui beni immobili se il debito reclamato è inferiore agli 8 mila euro e se non dà un preavviso al contribuente. Per un paio di mesi, Equitalia è andata avanti per la sua strada senza tener conto della sentenza della Cassazione. Nel dicembre 2010 “Federcontribuenti” ha ipotizzato che le case ipotecate da Equitalia sarebbero almeno un milione e mezzo. Non è un caso, se molti hanno ribattezzato questa società “usurai a norme di legge”.

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