Nuove accuse per l'ex direttore dell'Avanti. Presunte tangenti a politici panamensi per la realizzazione di carceri e finanziamenti all'editoria. Ordine di custodia per De Gregorio. Il suo assistente dice: "Il suo passaggio al centrodestra fu lautamente remunerato"
di CARLO BONINI, DARIO DEL PORTO e CONCHITA SANNINO
ROMA - Due nuove ordinanze di custodia cautelare, su richiesta della Procura di Napoli sono state notificate oggi a Valter Lavitola 1, l'ex direttore dell'Avanti latitante in Sudamerica dal 14 ottobre 2011, rientrato stamattina in Italia per costituirsi. Entrambe le misure sono state eseguite in queste ore e riguardano due diversi filoni di indagine. L'interrogatorio di garanzia di Lavitola davanti al gip Dario Gallo, il giudice che ha firmato l'ordinanza di custodia cautelare notificata all'ex direttore de l'Avantiquesta mattina all'aeroporto di Fiumicino, è fissato per mercoledì. Sarà il primo appuntamento di Lavitola con i magistrati. Questo pomeriggio, nel carcere di poggioreale, Lavitola ha avuto un colloquio con il suo difensore, l'avvocato Gaetano Balice.
Tutto parte dall'inchiesta originaria su appalti Finmeccanica, il colosso di Stato che tuttavia non compare negli atti di oggi (Lavitola era anche consulente dell'azienda di Stato).
Il primo è relativo a un'ipotesi di corruzione internazionale per presunte tangenti a politici panamensi per la realizzazione di carceri e l'acquisizione di appalti (l'ordinanza notificata dalla Digos e dalla Polizia di Stato, oltre a Lavitola dispone il carcere per l'imprenditore Angelo Capriotti, Paolo Passalacqua, Claudio Fagiano ed Enzo Valori). Per ottenere illecitamente alcune commesse milionarie, Lavitola avrebbe ricompensato con "utilità
Il secondo provvedimento, notificato dalla Guardia di Finanza, riguarda l'appropriazione indebita di 20 milioni di euro di finanziamenti al quotidiano l'Avanti di cui Lavitola è stato direttore.
L'Avanti!, lo storico quotidiano socialista attualmente online diretto da Giampiero Marrazzo, ha deciso di costituirsi parte civile contro Lavitola.
L'inchiesta. La procura di Napoli che contesta i reati di associazione per delinquere finalizzata alla truffa ai danni dello Stato, ha chiesto e ottenuto, con la custodia cautelare in carcere di Lavitola, gli arresti domiciliari per Santo Antonio Bifano, rappresentante legale della società Servizi soluzioni professionali, Roberto Cristiano, giornalista e indicato come prestanome del senatore del Pdl Sergio De Gregorio, Patrizia Gazzulli, segretaria particolare del parlamentare e giornalista, Vincenzo Ghionni, responsabile contabile della società International Press e pubblicista (per quest'ultimo misura è quella del carcere) e dello stesso senatore De Gregorio, per il quale è stata trasmessa alla giunta per le autorizzazione a procedere del Senato la misura per la quale vengono disposti gli arresti domiciliari. Secondo l'accusa, Lavitola "quale dominus e coamministratore di fatto della International Press", De Gregorio "quale socio effettivo dal 1997 e coamministratore occulto" della stessa società ed altri dieci indagati hanno fatto risultare che l'editrice dell'Avanti, possedesse i requisiti di legge per ottenere i contributi previsti dalla legge per l'editoria: in tutto 23 milioni e 200mila euro ricevuti dal 1997 al 2009.
Il commercialista Andrea Vetromile, ex responsabile dei conti di alcune società del senatore de Gregorio, ha detto che quest'ultimo aveva rapporti "con esponenti di vertice della Guardia di Finanza, dei Carabinieri e della polizia di Stato", ma anche "molto stretti" con il generale Nicolò Pollari, ex capo del Sismi. In questo filone d'indagine sono coinvolti anche gli indagati Filippo Giovanni Marzocco e Antonino Lauro per i quali è stato disposto l'obbligo di firma.
Il 16 febbraio 2011, Vetromile ha raccontato ai pm anche di un altro rapporto con funzionari del Sismi di De Gregorio. In questo caso si tratta del tenente colonnello dei carabinieri Lorenzo Villafranca, "persona di De Gregorio, utilizzato in varie vicende e non escludo lo stesso sia stato anche contrattualizzato come dipendente consulente o qualcosa d'altro in una società riferita al gruppo imprenditoriale De Gregorio - ha spiegato Vetromile -. Ricordo che forniva a De Gregorio delle sim dati di cellulari con le quali si poteva parlare in modo riservato. De Gregorio pagava lo stipendio per i servigi che gli rendeva pari a 5mila euro al mese. Egli doveva fornire notizie riservate al De Gregorio. Preciso che la frequentazione tra De Gregorio e Villasanta si è instaurata a partire dal 2006, epoca in cui De Gregorio è diventato senatore". Villasanta entrò nei servizi segreti nel 2000, ma nel 2008 fu coinvolto in una indagine per estorsione e lasciò il Sismi.
Senato, richiesta di autorizzazione a procedere per De Gregorio. Il Presidente del Senato, Renato
Schifani, ha deferito alla Giunta competente la richiesta di autorizzazione a procedere all'esecuzione della misura cautelare degli arresti domiciliari avanzata dal Gip del Tribunale di Napoli nei confronti del senatore Sergio De Gregorio. Lo rende noto un comunicato dell'ufficio stampa del Senato. La Giunta per le immunità del Senato si occuperà del caso De Gregorio tra mercoledì sera e giovedì mattina. Lo annuncia, contattato telefonicamente, il presidente Marco Follini (Pd). "Per leggere le carte - spiega Follini - ci sarà bisogno di tempo. La Giunta dovrà dedicargli una riunione ad hoc, forse mercoledì sera, dopo la seduta, o al massimo giovedì mattina".
De Gregorio: "Mi difenderò". "Mi difenderò con le unghie e con i denti", ha detto De Gregorio - Non essendomi mai sottratto all'autorità giudiziaria non capisco quale necessità ci sia di questa misura cautelare". Sul nostro sito l'audio di un colloquio con Lavitola. L'ex politico ha detto in tv che non aveva rapporti con lui "da sei anni". "Sfido i magistrati a dimostrare il contrario. Agli atti anche le dichiarazioni di Andrea Vetromile, commercialista e collaboratore di De Gregorio, interrogato come teste dai pm di Napoli. "Il suo passaggio al centrodestra fu lautamente remunerato. I colloqui con Berlusconi furono favoriti dallo stesso Lavitola".
De Gregorio questa sera sarà a Porta a Porta. Dopo la registrazione della puntata, il senatore ha ribadito ai giornalisti: "Mi auguro che il Senato prenda atto dell'insussistenza delle accuse che mi vengono rivolte dai giudici". De Gregorio conta anche sui senatori del Pd? "Non lo so - è stata la risposta -. Mi rivolgerò a tutte le forze politiche perché diano un giudizio sereno e senza pregiudizio sulle richieste del pm. Tutti sappiano che in ogni caso, indipendentemente dalla decisione che prenderà il Senato, io sono del tutto innocente".
Durante Porta a Porta, De Gregorio ha respinto l'accusa di aver incassato denaro dal suo passaggio al Pdl. "Assolutamente no. Non è stato un passaggio remunerato" ha affermato De Gregorio, aggiungendo di aver chiarito tutto in un processo che lo ha assolto. De Gregorio ha invece confermato di aver ricevuto "finanziamenti e benefici per la campagna elettorale".
Il legale: "Lavitola non ha scritto alcun memoriale". Valter Lavitola non ha scritto alcun memoriale e non è rimasto sorpreso dalla nuova ordinanza di custodia cautelare se non per la tempistica: lo ha dichiarato all'Ansa il difensore dell'ex direttore dell'Avanti, l'avvocato Gaetano Balice. "Valter mi ha spiegato che si tratta di una notizia falsa, non fatta circolare da lui. La decisione di rientrare in Italia - ha spiegato Balice - era basata anche sugli sviluppi degli ultimi due filoni di indagine dei pm napoletani". "Si tratta - ha aggiunto il penalista - di un'ulteriore occasione per chiarire la posizione del mio assistito; è l'inizio della soluzione della vicenda processuale".
La sorella di lavitola: "Voleva 5 milioni da Berlusconi per tacere". Lavitola avrebbe avuto intenzione di chiedere 5 milioni di euro a Silvio Berlusconi. E se il leader del Pdl non avesse pagato, Lavitola "avrebbe avuto tutte le giustificazioni, anche morali, per dire tutto quello che sapeva su Berlusconi". A dichiararlo ai pm di Napoli è Maria Lavitola, sorella del direttore dell'Avanti. La donna ha anche riferito che la moglie di Lavitola avrebbe svuotato le cassette di sicurezza presso una banca romana dopo che il marito aveva saputo in anticipo di un'imminente perquisizione. La donna si è presentata spontaneamente ai pm di Napoli il 17 febbraio scorso. "A dire la verità ho paura di mio fratello Valter che è molto manesco. Alcune volte mi ha picchiata. Inoltre è a conoscenza di quanto intendono fare gli inquirenti. Mi ha detto che in Tribunale ha qualcuno che lo aiuta e lo informa", ha dichiarato.
Il test-chiave: "A Craxi portava i soldi di Berlusconi in Tunisia". "Lavitola mi ha raccontato che lui era il 'pupillo' di Craxi e che quando Craxi, da latitante, fuggì in Tunisia, a lui (e cioè a Lavitola) era affidato il compito di portare i soldi in contante da Berlusconi a Craxi che si trovava in Tunisia". Lo afferma, interrogato dai pm di Napoli, Mauro Velocci, presidente del consorzio di imprese italiane che avrebbero pagato tangenti per costruire delle carceri a Panama, definito teste-chiave dell'inchiesta. "Lavitola mi ha sempre detto che Berlusconi non lo avrebbe mai abbandonato, in quanto lui conosceva troppe cose e troppi particolari compromettenti riguardanti lo stesso Berlusconi. A conferma di ciò - aggiunge il testimone - vi posso dire di aver assistito io stesso a telefonate tra Lavitola e Berlusconi e a telefonate nelle quali il Lavitola trattava bruscamente la segretaria di Berlusconi".
"Elicottero-tangente per Martinelli". Velocci parla anche dell'elicottero Eurocopter da 8 milioni che sarebbe stato promesso al presidente panamense Martinelli. Una 'dazione' che, "come riferito da Lavitola, doveva sopperire alla mancata consegna di un elicottero promesso come tangente da Augusta che aveva concluso un contratto con il governo di Panama. Lavitola precisò - prosegue Velocci - che il velivolo promesso a Martinelli dalla menzionata società del gruppo Finmeccanica non era stato consegnato poi per prudenza, a causa dell'apertura di un'inchiesta giudiziaria che aveva coinvolto il presidente di Finmeccanica, Piero Guarguaglini e la moglie Marina Grossi, presidente di Selex".
Lavitola porta presidente Panama a Villa Certosa. Nell'agosto 2011 il presidente di Panama Riccardo Martinelli, politico e imprenditore di origini italiane da parte di padre, fu ospite nella residenza dell'allora premier Silvio Berlusconi in Sardegna a villa Certosa. Nell'ambito dell'inchiesta della procura di Napoli, Valter Lavitola è accusato di aver fatto da mediatore per un giro di tangenti al governo panamense per un appalto da 176 milioni di dollari per la realizzazione di strutture carcerarie, che avrebbe dovuto ottenere il consorzio Svemark. Affare che poi, dopo il versamento di alcune centinaia di migliaia di euro (esattamente 530mila euro e 140mila dollari), sfumò. A portare Martinelli a Villa Certosa, secondo le carte dei pm napoletani, sarebbe stato proprio Lavitola. In una telefonata del 21 agosto 2011, Berlusconi riferisce all'ex direttore dell'Avanti di aver sentito Martinelli che lo ha chiamato per congratularsi. "Chi c'era, lui e?", chiede Berlusconi. "C'era lui - spiega Lavitola, riferendosi al presidente panamense - il ministro dei lavori pubblici, il presidente della banca centrale, un amico loro e poi c'era Claudia Ioannucci che gli ha fatto insomma da Cicerone lì in Sardegna". Maria Claudia Ioannucci è una ex senatrice del Pdl, vicepresidente di Palazzo Madama dal 5 ottobre 2001 al 27 aprile 2006. La conversazione è preceduta da quella tra Lavitola e Ioannucci, alla quale lui si raccomanda di far fare qualche foto a Martinelli in qualche punto della villa che sia chiaramente riconoscibile, in modo che il presidente panamense possa poi mandarla alla stampa del Paese centroamericano e poter dire che è stato ospite del presidente Berlusconi.
Finmeccanica-Panama, "nero" destinato a Martinelli. "Lavitola ha sempre affermato che dietro i contratti tra le società di Finmeccanica e il governo di Panama c'era un grosso movimento finanziario 'in nero' destinato al presidente Martinelli e che il contratto da lui avuto da Finmeccanica, per 30 mila dollari, era solo la copertura per giustificare la sua presenza e la sua attività a Panama". Lo afferma, interrogato dai pm di Napoli, Mauro Velocci, presidente del consorzio di imprese che avrebbe pagato tangenti per costruire carceri a Panama.
L'arrivo a Fiumicino. Questa mattina l'aereo Alitalia proveniente da Buenos Aires con a bordo Lavitola è atterrato all'aeroporto di Fiumicino alle 6:41. Piumino blu smanicato, maglioncino bianco, jeans, scarpe da ginnastica, zainetto beige in spalla e con un piccolo trolley: così è apparso Lavitola appena sbarcato dal Boeing 777 dell'Alitalia atterrato a Fiumicino.
FOTO 2 - L'INCHIESTA 3
Qui l'ex direttore dell'Avanti è stato prelevato da un nutrito dispiegamento di uomini della Polizia di frontiera e condotto negli uffici della Polizia giudiziaria, dove è avvenuta la notifica degli atti a suo carico. Da Roma sarà ora trasferito nel carcere napoletano di Poggioreale.
Lavitola era latitante da sei mesi, da quando la procura di Napoli ha emesso un ordine di custodia cautelare nei suoi confronti, accusandolo di estorsione, in concorso con Giampaolo Tarantini e la moglie, nei confronti di Silvio Berlusconi. Ai magistrati dovrà dare spiegazioni sul suo ruolo alle diverse procure che indagano sulla P4 e sulle tangenti di Finmeccanica e che hanno incontrato il suo nome nel corso delle indagini. Tra l'altro dovrà chiarire i suoi rapporti con Tarantini, l'imprenditore pugliese che procacciava le escort per le feste del premier a Palazzo Grazioli. "Ho paura della prigione ma non ne posso più", aveva detto alla partenza da Buenos Aires.
La posizione di Berlusconi. L'arresto del faccendiere Lavitola per l'inchiesta barese sulle escort pone di nuovo l'interrogativo sull'iscrizione a Bari del nome dell'ex premier Silvio Berlusconi nel registro degli indagati. Interrogativo che tuttora non è stato ufficialmente sciolto.
(16 aprile 2012)
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