Chiesti i domiciliari per De Gregorio, deciderà il Senato
Napoli, 16 apr. (TMNews) -
Associazione a delinquere, emissione e utilizzo di fatture per
prestazioni inesistenti, occultamento
e distruzione di scritture contabili, riciclaggio,
bancarotta fraudolenta documentale e patrimoniale, truffa e fraudolenta
percezione di contributi pubblici sono le accuse
contestate, a diverso titolo, ai sei indagati nel filone di indagine che
coinvolge, tra gli altri, Valter Lavitola, ex
direttore de l'Avanti e coamministratore della società editrice
International
Press, cui è stato notificato un provvedimento
cautelare in carcere, il senatore Sergio De Gregorio indicato come
"socio dal
1997 e coamministratore occulto" della stessa
società editrice per il quale la Procura ha trasmesso al Senato la
richiesta
di custodia cautelare agli arresti domiciliari e si
attende ala decisione di Palazzo Madama.
Coinvolti anche Patrizia Gazzulli, segretaria particolare di De Gregorio per la quale il gip ha disposto gli arresti domiciliari, Roberto Cristiano, indicato come prestanome di De Gregorio e legale rappresentante di società riconducibili al gruppo "De Gregorio- Italiani nel mondo" e per il quale sono stati disposti i domiciliari in via cautelare, Vincenzo Ghionni, consulente editoriale per il quale il gip ha firmato un provvedimento cautelare in carcere.
Secondo la tesi accusatoria, "con artifici e raggiri" si sarebbe fatto in modo che la società editrice International Press percepisse dal 1997 i contributi pubblici per l'editoria, in particolare facendo ricorso a fatture e documenti falsi rilasciati da società solo apparentemente terze e attraverso fatture gonfiate o false relative a prestazioni inesistenti. Per intascare i finanziamenti (un totale, negli anni, di oltre 23 milioni di euro), secondo gli inquirenti sarebbero stati falsati i dati sulla tiratura di copie vendute o sulla diffusione, con particolare riferimento alle vendite in blocco e mediante strillonaggio. "Le somme così illecitamente incassate - spiegano i pm - sono state successivamente distratte dalle casse della società editrice e destinate prevalentemente a soggetti domiciliari all'estero, attraverso il ricorso a documenti contabili relativi a costi mai effettivamente sostenuti".
Dalle dichiarazioni di un testimone, l'ex consulente del lavoro di società del gruppo De Gregorio, spuntano presunti investimenti esteri. "Quando il pagamento delle fatture gonfiate o false era necessario avveniva tramite bonifico o assegni per la costituzione di fondi neri che servivano a Lavitola per trasferire capitali in Brasile, Uruguay, Panama, e a De Gregorio, attraverso i suoi contatti con il mondo arabo, in Kurdistan, Kazakistan, Panama e Emirati Arabi Uniti dove aveva una conoscenza diretta con Al Kassimi", ha affermato Andrea Vetromile ai magistrati.
Il teste ha parlato anche di presunti rapporti del senatore con appartenenti alle forze dell'ordine e con alcuni agenti dei servizi segreti, uno in particolare "forniva a de Gregorio delle sim dati di cellulari con cui si poteva parlare in modo riservato tra De Gregorio e i suoi più stretti collaboratori". Il teste ha riferito inoltre della vita tra i lussi del senatore e del suo passaggio dall'Italia dei Valori al centro destra, sostenendo che sia stato "lautamente remunerato". Accuse, tutte, che il senatore De Gregorio smentisce categoricamente. A marzo scorso, dopo la perquisizione disposta dall'autorità giudiziaria, si era presentato spontaneamente ai pm rendendo dichiarazioni per chiarire la sua posizione nella vicenda e fornire documentazione a sostegno della sua versione e per ricostruire le attività delle società del suo gruppo.
Coinvolti anche Patrizia Gazzulli, segretaria particolare di De Gregorio per la quale il gip ha disposto gli arresti domiciliari, Roberto Cristiano, indicato come prestanome di De Gregorio e legale rappresentante di società riconducibili al gruppo "De Gregorio- Italiani nel mondo" e per il quale sono stati disposti i domiciliari in via cautelare, Vincenzo Ghionni, consulente editoriale per il quale il gip ha firmato un provvedimento cautelare in carcere.
Secondo la tesi accusatoria, "con artifici e raggiri" si sarebbe fatto in modo che la società editrice International Press percepisse dal 1997 i contributi pubblici per l'editoria, in particolare facendo ricorso a fatture e documenti falsi rilasciati da società solo apparentemente terze e attraverso fatture gonfiate o false relative a prestazioni inesistenti. Per intascare i finanziamenti (un totale, negli anni, di oltre 23 milioni di euro), secondo gli inquirenti sarebbero stati falsati i dati sulla tiratura di copie vendute o sulla diffusione, con particolare riferimento alle vendite in blocco e mediante strillonaggio. "Le somme così illecitamente incassate - spiegano i pm - sono state successivamente distratte dalle casse della società editrice e destinate prevalentemente a soggetti domiciliari all'estero, attraverso il ricorso a documenti contabili relativi a costi mai effettivamente sostenuti".
Dalle dichiarazioni di un testimone, l'ex consulente del lavoro di società del gruppo De Gregorio, spuntano presunti investimenti esteri. "Quando il pagamento delle fatture gonfiate o false era necessario avveniva tramite bonifico o assegni per la costituzione di fondi neri che servivano a Lavitola per trasferire capitali in Brasile, Uruguay, Panama, e a De Gregorio, attraverso i suoi contatti con il mondo arabo, in Kurdistan, Kazakistan, Panama e Emirati Arabi Uniti dove aveva una conoscenza diretta con Al Kassimi", ha affermato Andrea Vetromile ai magistrati.
Il teste ha parlato anche di presunti rapporti del senatore con appartenenti alle forze dell'ordine e con alcuni agenti dei servizi segreti, uno in particolare "forniva a de Gregorio delle sim dati di cellulari con cui si poteva parlare in modo riservato tra De Gregorio e i suoi più stretti collaboratori". Il teste ha riferito inoltre della vita tra i lussi del senatore e del suo passaggio dall'Italia dei Valori al centro destra, sostenendo che sia stato "lautamente remunerato". Accuse, tutte, che il senatore De Gregorio smentisce categoricamente. A marzo scorso, dopo la perquisizione disposta dall'autorità giudiziaria, si era presentato spontaneamente ai pm rendendo dichiarazioni per chiarire la sua posizione nella vicenda e fornire documentazione a sostegno della sua versione e per ricostruire le attività delle società del suo gruppo.
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