Il ministro dello Sviluppo Economico e le elezioni del 2013: Non lo so quello che farò. Ma so che questo governo ha un compito difficilissimo che sta riuscendo a realizzare proprio perché non ha vincoli elettorali. Occuparsi del bene comune è bellissimo sentire l'appoggio della gente è di conforto"
A chi critica il governo rimproverano la mancanza di quel colpo di reni e di creazione di idee che molti si aspettavano l’ex numero uno di Poste Italiane risponde: “Ce ne sono tante ma attenzione, nessuna scorciatoia: la crescita vera non si fa con gli annunci, schioccando le dita. Questo decreto contiene mesi di lavoro e riforme profonde. Su questo fronte l’impegno del governo è continuo, non esistono fasi 1 e 2. Fin dal salva Italia abbiamo inserito 14 miliardi per la riforma fiscale della crescita e altri 20 per il credito alle Piccole medie imprese con garanzia dello Stato. Da allora non ci siamo mai fermati”. Certo che è che i mercati sembrano aver accolto bene il provvedimento: “Ho visto crescere intorno a questo provvedimento, da quando le misure sono emerse, un’attesa e un supporto che mi hanno confortato, confermando che siamo nella direzione giusta. E forse anche i mercati hanno voluto mandarci un segnale”. Degli attriti con il vice ministro dell’Economia Vittorio Grilli, che avrebbe comportato il ritardo del dl in Cdm di due settimane, Passera dice: “Con Grilli abbiamo trovato in questi mesi la soluzione a tantissimi problemi e cosi è stato anche stavolta” e così il ministro dello Sviluppo ha dovuto rinunciare “al credito d’imposta per l’innovazione, che valeva 6-700 milioni. Ma è solo un rinvio, in attesa delle risorse che verranno da review e dismissioni”. Molti hanno visto nella formula “salvo intese” un paracadute per il governo in caso di mancata copertura finanziaria, ma Passera smentisce questa eventualità sostenendo che: “Riguarda solo alcuni provvedimenti ed in particolare quelli di altri ministeri confluiti all’ultimo minuto nel decreto”.
Nell’attesa che il dl porti i suoi frutti ci sono aziende che chiudono anche perché non ottengono dallo Stato i soldi dovutigli oppure pensano di andare all’estero come un grande gruppo come la Fiat: “Entro l’anno si potranno rendere liquidi i primi 20-30 miliardi. Anche le decisioni di ieri contribuiscono a creare risorse. Con l’adozione della direttiva europea, il problema sarà risolto definitivamente. Sono le sue scelte (Fiat, ndr). Noi lavoriamo per facilitare lo sviluppo delle imprese in Italia e l’attrazione di investimenti dall’estero”.
Il lavoro del ministro che deve rilanciare l’Italia appare un compito gravoso che incontra anche resistenze: “Di resistenze ce ne sono tante, e su tutto. L’importante è riuscire a superarle. Ad esempio, il beauty contest non è stato una passeggiata ma, lavorando con l’Europa e l’Autorità per le comunicazioni, alla fine siamo arrivati a una soluzione. Anche sulle rinnovabili tanti avrebbero preferito che si continuasse a regalare incentivi in eccesso. Poi però l’accordo c’è stato”. Il rapporto con il Parlamento è stato intenso, ma fruttuoso per il ministro: “Tutte le nostre proposte sono state approvate e a volte migliorate dal Parlamento. Al di là della polvere, vedo una sostanza positiva e riconosco alla politica che non è facile sostenere questa linea di rigore. Sul fronte dello sviluppo l’appoggio è stato forte. Abbiamo messo mano a settori inimmaginabili come il gas, dove la separazione Eni-Snam è stata realizzata in qualche settimana, non in anni. Siamo intervenuti sul trasporto pubblico locale, dove ci sono più di mille aziende e forti resistenze, mettendo in moto un meccanismo che cambierà il settore. Abbiamo dato più poteri all’Autorità Antitrust e creato quella dei Trasporti. E abbiamo iniziato sei mesi fa…». E in questo tempo il ministero guidato da Passera è dimagrito di 200: “Abbiamo iniziato dagli uffici di mia stretta pertinenza, e siamo all’inizio. Ci sono migliaia di società dipendenti da ministeri ed enti locali che spesso non hanno ragion d’essere e su cui bisogna intervenire”. Sulla questione esodati, che vede il ministro del Lavoro Elsa Fornero al cento di polemiche e richieste di dimissioni, Passera media: “Bisognerà trovare una soluzione che tenga conto del disagio umano e sociale, senza venir meno agli impegni su cui è basata la credibilità finanziaria del Paese”. L’elezioni del 2013 diventano sempre più vicine e il ministro più importante del governo di Mario Monti, per molti, potrebbe aspirare a diventare il primo ministro: “Non lo so quello che farò. Ma so che questo governo ha un compito difficilissimo che sta riuscendo a realizzare proprio perché non ha vincoli elettorali. Monti ha fatto il miracolo di riportare l’Italia protagonista su tutti i tavoli importanti. Dobbiamo continuare così. Occuparsi del bene comune è bellissimo sentire l’appoggio della gente è di conforto. Dopodiché sono già sui prossimi dossier: agenda digitale e misure per le start-up, entro l’estate, e i cantieri della Salerno-Reggio entro il 2013. Poi si vedrà”
Nessun commento:
Posta un commento