Lo scrittore partecipa alla "Repubblica delle idee" l'iniziativa che inizia domani fino al 17 giugno, con incontri, spettacoli e solidarietà per le vittime del terremoto. Sarà protagonista della serata di sabato 16 in teatro, insieme all'attore Favino. Dalle 21 metterà in scena le storie dei guasti della finanza e quelle di chi prova a resistere: "Dobbiamo puntare sulle regole e sulle opportunità per i giovani"
Roberto Saviano |
"So che è difficile divulgare l'economia", ammette Saviano. "Si rischia di banalizzare o al contrario di addentrarsi in meccanismi tecnici complessi. Ma proverò a raccontare il "Romanzo della crisi". Sul palco, insieme all'autore di Gomorra, l'attore Pierfrancesco Favino, per una formula narrativa a due voci che Saviano ha già sperimentato in tv. Ma da dove si comincia per capire la crisi economica che stiamo attraversando? "È la stessa domanda che Warren Buffett, uno degli uomini più ricchi del mondo, si è visto rivolgere da un amico olandese" dice Saviano. "Per tutta risposta, Buffett ha consigliato all'amico di leggere un vecchio libro sulla Grande depressione del '29: lì avrebbe trovato ciò che cercava. Quando si è diffuso questo aneddoto, quel volume ormai fuori catalogo è diventato introvabile, con persone disposte a pagare centinaia di dollari per averne una copia. Ecco io comincerei a raccontare la crisi partendo da qui".
Come ogni romanzo che si rispetti, anche quello narrato da Saviano a Bologna ha protagonisti e comprimari. "Per esempio truffatori del calibro di Madoff e Follieri, l'italiano che aveva scalato Manhattan spacciandosi per l'immobiliarista del Vaticano. Tramite le loro vicende voglio dimostrare quanto sia facile la prassi illegale in quegli ambiti della finanza privi di regole".
Ma le truffe, i mutui subprime, i falchi di Wall Street sono solo il punto di partenza. L'approdo del racconto è naturalmente l'Italia. "Il nostro Paese vive una fase di grande difficoltà ma, paradossalmente, può trarre forza dall'abitudine, che altri Paesi non hanno, a vivere in situazioni di sofferenza" spiega lo scrittore. "In questo momento, per esempio, l'Italia ha la migliore struttura di analisi e contrasto per aggredire i capitali mafiosi. La Spagna non è attrezzata come noi, e lo dimostra la bolla speculativa edilizia finanziata dal narcotraffico che sta mettendo in ginocchio Madrid".
Ecco, rileggere la crisi, il suo romanzo, per scoprire gli errori che ci hanno portati a questa emergenza. Ma soprattutto per guardare al futuro. Lo slogan del Festival di Bologna è: idee per il cambiamento. Cosa cambiare? Cosa ci insegna questo "Romanzo della crisi"? "Che le regole servono, per esempio per evitare che personaggi come Madoff e Follieri facciano danni" risponde Saviano. "E che il capitalismo che preferisce l'austerità al credito regolamentato è un capitalismo perdente. Ma io vedo la crisi anche come una opportunità. Scopriamo che non esistono più scorciatoie. Anni fa una laurea in medicina o economia era garanzia di affermazione sociale. Oggi non è più così, e per certi versi potrebbe essere una liberazione: che ognuno segua le sue inclinazioni. Certo, le istituzioni dovrebbero aiutare i giovani a prendere il volo. E invece quelli della mia generazione sentono le istituzioni lontane. Con l'unica eccezione di magistratura e forze dell'ordine, che in molte zone d'Italia restano l'unico presidio dello Stato sul territorio, che dicono ai giovani: non siete soli contro le mafie".
Per Saviano, l'incontro con il pubblico di Bologna sarà una rara eccezione, nella sua vita fatta di scorte e auto blindate. "Conoscere i miei lettori, stringere le loro mani - spiega - sono la vita stessa. Ma a Bologna sarà diverso: sarà un'occasione in cui si ritroveranno tutte quelle persone che da giornalisti o da lettori hanno contribuito a costruire un certo modo di raccontare il mondo, quello di Repubblica".
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