martedì 2 ottobre 2012

Una jeep per la neve e 193 bonifici tutte le accuse del gip a Fiorito

L'ordinanza che ha fatto scattare l'arresto. Il giudice per le indagini preliminari spiega che l'ex capogruppo Pdl avrebbe movimentato in dieci anni circa 6 milioni di euro, 1,3 dei quali dirottati su conti personali in Italia e Spagna. Inoltre, avrebbe operato un "depistaggio mediatico nei confronti dei testimoni a suo carico"

ROMA - C'è anche l'acquisto di una jeep costata 35mila euro per circolare nei giorni dell'emergenza neve a Roma tra le spese contestate a Franco Fiorito nell'ordinanza del gip che ha portato oggi all'arresto dell'ex capogruppo del Pdl 1 al consiglio regionale del Lazio.

FOTO Il fantastico mondo di Fiorito 2

La caldaia e le macchine - Fiorito, secondo quanto ricostruisce il giudice per le indagini preliminari di Roma, Stefano Aprile, con i soldi pubblici, provenienti dal finanziamento al gruppo consiliare del Pdl, avrebbe comprato anche una caldaia e portato avanti la "compravendita singolare" di una Bmw X5 e di una Smart. I due fatti emergono dall'esame, ancora parziale, dei bonifici diretti verso terzi. Tra questi risulta infatti il pagamento di una caldaia per la villa del Circeo dell'ex capogruppo Pdl. Quanto alle macchine, la procura ha dei dubbi sulla regolarità dell'operazione, in cui Fiorito risulta sia compratore che venditore; nel senso che aveva fatto acquistare la Bmw e la Smart come capogruppo e poi le avrebbe rivendute a se stesso. La Jeep Wrangler, invece, risulta acquistata con 35mila euro il 13 febbraio del 2012, nei giorni della grande nevicata a Roma.

I versamenti a matrigna ed ex amica
- Alcuni bonifici "esterni" disposti
da Fiorito hanno come beneficiarie la matrigna e la ex fidanzata Samantha Weruska Reali, che non risulta collaboratrice della Regione. La procura sta valutando anche la regolarità del pagamento di due milioni di euro destinati come rimborsi ai singoli consiglieri (100mila euro a testa).

I conti italiani e quelli esteri
- Complessivamente, i bonifici contestati dal gip Aprile sono 193; quelli per un valore di 1.380 milioni di euro sono finiti sui conti di Fiorito. La somma, secondo la ricostruzione dei pm accolta dal giudice delle indagini preliminari, è stata sottratta dal conto del gruppo Pdl. In totale, per l'attività del gruppo, Fiorito avrebbe movimentato, in due anni, 6 milioni di euro. Di questa cifra, 4 milioni sarebbero di soli bonifici. Le somme "girate" sui conti personali aperti in Italia e all'estero sarebbero così suddivise: 350mila euro su un conto aperto in Spagna; un milione e 380mila euro invece su conti correnti italiani.

Sospetti sull'acquisto della villa
- Secondo l'ordinanza, è ipotizzabile che Fiorito abbia speso i fondi pubblici anche per pagare la villa al Circeo, pagata 800mila euro. "Gli ingenti trasferimenti di denaro del gruppo Pdl a favore dei conti correnti personali di Fiorito e i vari prelievi, anche per contanti, dallo stesso effettuati sui conti del gruppo Pdl - si legge nell'ordinanza - rendono verosimile ritenere che la provvista utilizzata per pagare l'intero prezzo della villa sia comunque proveniente dai delitti contestati".

I dubbi sulle indennità
- Accertamenti vengono svolti anche sulla legittimità delle indennità, con le quali Fiorito ha giustificato finora la disponibilità degli 1,38 milioni di euro. Secondo la procura, però, la legge vieta il cumulo, disponendo che in presenza del diritto a più indennità venga considerata solo la maggiore. Inoltre, anche a calcolarne la somma, non si raggiungerebbe la cifra in questione.

Bancomat incontrollato
- Da parte dell'indagato, secondo l'accusa, c'è stato un "utilizzo incontrollato" di carte di credito, carte bancomat e assegni, tanto che "molte spese, per quanto si è finora potuto verificare, non trovano corrispondente giustificazione contabile".

"Fondi pubblici per portafoglio personale"
- C'è una sorta di giudizio finale sull'ex sindaco di Anagni, il quale, si legge nel documento, ha operato un "sistematico e spregiudicato asservimento delle risorse comuni all'interesse privato, utilizzando a fini personali ingenti risorse pubbliche per oltre due anni approfittando della carica istituzionale che rivestiva". Fiorito, in sostanza, "sin dall'inizio della consiliatura ha inteso le sovvenzioni pubbliche previste dalle leggi regionali e le realizzazioni di interessi e utilità pubbliche, come il proprio personale 'portafoglio'''.

"Numeri imponenti.
Per quanto riguarda gli assegni emessi sul conto corrente del Pdl, è scritto nell'ordinanza, "i numeri sono imponenti" perché "vi sono oltre 130 assegni per un valore complessivo di euro 369.149,10". Le carte di credito/debito, invece, "sono state utilizzate per un totale di euro 184.400 e sono stati accertati prelevamenti di contante allo sportello per euro 121.350 e prelevamenti con carta bancomat per un totale di euro 26.804". Si tratta "evidentemente - prosegue il gip - di cifre la cui somma è di molto superiore a quella di euro 237.898,95 che risulta dai 51 documenti fiscali, peraltro non rinvenuti in occasione delle perquisizioni, ma prodotti dallo stesso Fiorito in sede di interrogatorio e contenuti nella cosiddetta cartellina 'spese del gruppo', relativamente al periodo 22.12.2010-2.8.2012".

Soldi pubblici per stoffe e sanitari - Con quei soldi, dice Fiorito allo stesso pm durante l'interrogatorio, sono stati ad esempio "verosimilmente" acquistati "accessori per bagno impiegati nella sede del partito di Anagni e Frosinone e... stoffa per le tende da apporre nelle medesime sedi". "Come se gli arredi di una sede locale del partito politico - chiosa il Gip - corrispondano agli scopi istituzionali del gruppo consiliare istituito presso il consiglio regionale della regione Lazio".

La ragione dell'arresto
- Se queste sono le accuse formulate dal gip, a giustificare la necessità della custodia cautelare sono tutte e tre le possibili motivazioni previste dal codice: pericolo di fuga, possibile reiterazione del reato e rischio di inquinamento delle prove. Secondo il gip c'è il "concreto ed attuale pericolo che Fiorito possa tornare a compiere, se in libertà, delitti contro la pubblica amministrazione" in quanto "continua a ricoprire la qualifica di pubblico ufficiale, come anche a disporre del denaro pubblico". In particolare potrebbe ripetere il reato di peculato "conservando la carica elettiva e le posizioni di assoluto rilievo in organi della Regione Lazio che gli consentono di agire direttamente, o per interposta persona, per mantenere e rafforzare la struttura di potere dallo stesso costituita anche per mezzo della selezione e promozione di collaboratori".

Rischio di fuga - Allo stesso modo esiste il pericolo che l'ex capogruppo tenti una fuga all'estero. L'indagato, ricorda l'ordinanza, può avvalersi di una grande imbarcazione e ha in corso di acquisizione un immobile in Francia. "Tali circostanze - continua il magistrato - hanno reso concreto il pericolo che, con l'evolversi delle indagini, e disponendo l'indagato di ingenti risorse economiche, possa darsi alla fuga".

I dossier contro i nemici nel Pdl - Inoltre l'esponente del Pdl, si legge ancora nel documento della magistratura, avrebbe messo in atto un "inquinamento probatorio" attraverso "il depistaggio mediatico nei confronti dei testimoni a suo carico". Un'operazione dolosa consistita anche nell'utilizzo di alcune fatture per "formare dossier riguardanti i suoi più diretti avversari politici nell'ambito del gruppo consiliare e consegnarli agli organi di informazione".

L'inquinamento delle prove - L'indagato avrebbe inoltre distrutto un certo numero di prove a suo carico. "Frammenti di fatture destinate al gruppo consiliare del Pdl sono stati ritrovati nel tritacarte e nella pattumiera dell'abitazione", afferma l'ordinanza. Dunque Fiorito, che disponeva "liberamente della documentazione che custodiva", avrebbe di fatto manipolato o distrutto parte della stessa. "Questo ultimo aspetto costituisce la pistola fumante del comportamento mistificatorio dell'indagato e della specifica e reiterata azione di inquinamento probatorio". Nell'ordinanza viene anche contestato a Fiorito di "non essere stato prontamente reperibile" in occasione della perquisizione del 14 settembre scorso. In quell'occasione, è detto nel provvedimento, i finanzieri non hanno infatti trovato la documentazione sottratta al gruppo Pdl della Regione, che invece lo stesso ex capogruppo ha consegnato ai magistrati cinque giorni dopo.

Ruberie "scientifiche" - Il ritratto complessivo che esce fuori dalle carte è davvero inquietante. Il gip sottolinea che Fiorito "ha commesso i fatti in modo preordinato, scientifico e reiterato circondandosi di correi e persone compiacenti in grado di fungere da bracci operativi delle azioni illecite disposte ed architettate da lui stesso, nonché da schermo delle medesime e, all'occorrenza, in grado di sottrarre e custodire la documentazione da cui emergono le responsabilità dell'indagato".

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