martedì 2 ottobre 2012

Arrestati carabiniere e poliziotto Progettavano rapina a Bankitalia

Con i membri delle forze dell'ordine in manette due pregiudicati pugliesi che non avrebbero legami con la criminalità organizzata. L'obiettivo era la sede marchigiana della Banca d'Italia. Puntavano ai 200 milioni di euro custoditi nei forzieri. Un dossier per ricattare un militare onesto

ANCONA - Avevano progettato un colpo ai danni alla Banca d'Italia di Ancona il cui bottino avrebbe fruttato oltre 200 milioni di euro, corrompendo uno dei carabinieri di sorveglianza ai dispositivi di sicurezza. Questa l'accusa che ha portato l'ex comandante della stazione dei carabinieri di Collemarino, Ivano Brocca di 49 anni; il sovrintendente della Squadra Mobile di Ancona, Francesco Restigi; Bonalumi Olinto, 53enne foggiano esperto in informatica e Michele Cristiani, 38enne di Andria. Questi ultimi sono pregiudicati, ma non  avrebbero legami con la criminalità organizzata.

Secondo quanto reso noto dal procuratore capo di Ancona Elisabetta Melotti, a progettare il 'colpo della vita', poi sfumato, sarebbe stato Bonalumi, che avrebbe convinto il sovrintendente di polizia Lestingi a coinvolgere nel piano il maresciallo dei Carabinieri Brocca, già comandante della stazione Cc di Collemarino. Ora quest'ultimo è in permesso per malattia.

Brocca a sua volta avrebbe dovuto corrompere uno dei militari dell'Arma in servizio presso Bankitalia, per poter avere accesso ai dati informatici che garantiscono la sicurezza dell'istituto, e neutralizzare nottetempo il sistema di videosorveglianza e introdursi nel caveau. Il denaro trafugato sarebbe stato sostituito con altro materiale cartaceo, in modo da ritardare la scoperta del furto. Al colpo avrebbe collaborato anche Cristiani.

Dall'inchiesta è emerso anche un dossier anonimo, confezionato per ricattare il basista 'designato': un carabiniere in servizio
di vigilanza davanti alla sede della Banca d'Italia di Ancona, che tuttavia rifiutò l'offerta. Il militare aveva respinto un primo tentativo di concussione, e così il maresciallo Brocca, in concorso con gli altri tre indagati, avrebbe predisposto un dossier falso sul suo conto. La vittima del ricatto però aveva già denunciato il superiore. Quando, qualche mese fa, Brocca lo convocò in caserma per parlare del 'fascicolo' che lo avrebbe potuto incastrare per non meglio precisati addebiti, il militare si presentò all'appuntamento con un registratore nascosto, registrando la conversazione che ha inchiodato il maresciallo e i suoi complici.

Il piano è fallito e i quattro sono stati arrestati con l'accusa di associazione per delinquere finalizzata alla corruzione, tentata concussione e istigazione alla corruzione. Le indagini, iniziate a gennaio, sono state effettuate dai carabinieri di Ancona e gli arresti sono stati effettuati questa mattina. Il pm Marco Pucilli ha ottenuto dal gip Alberto Pallucchini la custodia in carcere per tutti gli indagati.

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