venerdì 18 gennaio 2013

Diritti tv, 'no' dei giudici a Berlusconi "Nessun rinvio a causa delle elezioni"

Gli avvocati dell'ex premier avevano chiesto di sospendere le udienze fino a dopo le elezioni. L'Agenzia
delle entrate chiede di pagare i 10 milioni della provvisionale. Ghedini: "A Milano situazione insostenibile"

I giudici della seconda Corte d'appello di Milano hanno detto no all'istanza di legittimo impedimento avanzata dalla difesa di Silvio Berlusconi, uno degli imputati per il caso Mediaset, e in generale sulla richiesta di sospensione del processo fino a dopo le elezioni. L'avvocato Piero Longo nel proporre l'istanza aveva spiegato che "è un fatto notorio che l'ex premier sia un politico, presidente di partito" e che pertanto in questo periodo è "impegnato nella campagna elettorale". L'istanza di sospensione avanzata riguardava anche i termini di prescrizione.

Secondo i giudici, milanesi, le ragioni addotte dai legali di Berlusconi "appaiono generiche" e, quindi, non consentono di capire come la continuazione del processo possa influire sulla campagna elettorale. Il tribunale ha poi rilevato che il processo d'appello in cui Berlusconi è imputato per frode fiscale arriverà a sentenza dopo le elezioni e, dunque, viene meno la preoccupazione della difesa sull'eco mediatica che potrebbe avere il verdetto.

"La situazione a Milano nei processi al presidente Berlusconi è ormai insostenibile e fuori da ogni logica", commenta Niccolò Ghedini, legale del premier e deputato del Pdl. "Al di là della storica prevenzione nei suoi confronti di parte della magistratura e della continua e reiterata compressione della possibilità di difendersi - aggiunge - al di là di sentenze palesemente ingiuste, fra l'altro sempre riformate in Cassazione, al di là di provvedimenti
che hanno determinato gravi crisi politiche, quali la nota informazione di garanzia del 1994 che causò la caduta del governo, risoltasi anch'essa in una assoluzione in Cassazione solo dopo molti anni, quanto meno si era sempre consentito di svolgere serenamente la campagna elettorale".

Alla richiesta si era opposta l'avvocato generale Laura Bertolè Viale, che rappresenta la pubblica accusa, la quale ha osservato che Berlusconi "è capo di una lista ma, non è ancora candidato": la sua requisitoria è prevista per venerdì 25 gennaio. Sulla stessa linea l'avvocato dello Stato, Gabriella Vanadia, che rappresenta l'Agenzia delle entrate. E proprio l'Agenzia delle entrate, come ha fatto sapere l'avvocato Niccolò Ghedini, l'altro difensore del leader del Pdl, il 4 gennaio scorso ha inviato al suo assistito la richiesta di pagamento di 10 milioni (più gli interessi) entro 30 giorni.

Si tratta della provvisionale da versare in solido con altri due imputati stabilita mesi fa dal tribunale quando venne emessa la sentenza di condanna a quattro anni di reclusione per Berlusconi, accusato, con altre persone, di frode fiscale per presunte irregolarità nella compravendita dei diritti tv Mediaset, vicenda per cui è iniziato il processo di secondo grado. Processo di cui ora si chiede lo stop, come accaduto, senza alcun risultato, per il dibattimento sul caso Ruby. Ieri invece i giudici della quarta sezione penale del tribunale avevano accolto la richiesta di rinviare la sentenza per la vicenda Unipol a dopo le elezioni, avanzata sempre dai due legali dell'ex premier.
(18 gennaio 2013)

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