
In cammino da Marsala a Venaria l'impresa di un torinese per unire l'Italia Franco Zanotto partirà il 1° aprile e percorrerà oltre 2 mila chilometri in 52 giorni. In ogni paese che toccherà lascerà un filo tricolore: "Voglio aiutare la nostra nazione a essere più unità e più solidale" di STEFANO PAROLA
lunedì 29 ottobre 2012
Il Cavaliere furioso costa 1,5 mld agli italiani. IDDRU..."NTU CULU". a capo...
![]() |
"IDDRU" |
![]() |
..."NTU CULU". |
di ETTORE LIVINI
VEDI ANCHE
L'ex premier del resto non ha da tempo un rapporto facile con il mondo volubile degli spread. Lo scorso novembre, negli ultimi scampoli del suo governo, la forbice Btp/bund si era allargata fino a quota 575, una zavorra insostenibile per i nostri conti pubblici che ha portato (in sostanza) al suo passo indietro. Da allora il salva-Italia del Governo Monti e - in particolare - lo scudo aperto dalla Bce sul debito dei paesi più a rischio del Vecchio continente ha contribuito ad abbassare
“Salone del Gusto”. 26 aziende nissene a Torino
CALTANISSETTA
– E’ stato più che positivo l’esordio delle 26 ditte di Caltanissetta e
provincia, produttrici nel settore agroalimentare, presenti alla
manifestazione fieristica “Salone del Gusto” in svolgimento a Torino
fino al 29 ottobre: già il primo giorno d’apertura i titolari delle
aziende nostrane hanno espresso soddisfazione sia per il numero dei
visitatori, sia per i potenziali clienti e gli affari da concludere.
Da ricordare che la Provincia Regionale di Caltanissetta, tramite l’assessorato allo Sviluppo Economico, ancora una volta s’è fatta carico di promuovere la presenza nissena a tale importante rassegna fieristica, su diretta richiesta delle stesse aziende locali per le quali l’ente ha messo a diposizione le bancarelle per l’esposizione dei rispettivi prodotti.
Il Salone del Gusto di Torino, giunto alla nona edizione biennale, è una mostra internazionale che porta all’attenzione del pubblico la produzione agroalimentare di qualità di tutto il mondo: acquisto dei prodotti, incontri, laboratori e degustazioni sono le attività attraverso cui le migliaia di visitatori possono approfondire i temi legati a una produzione di cibo che sia sostenibile e buona. Dei prodotti nisseni è stata prevista la degustazione, con l’offerta al pubblico di pasta tipica con sughi, pesti e lenticchie del nostro territorio, con il condimento di oli e formaggi nostrani.
Questo l’elenco dei 26 partecipanti: Azienda agricola Deliella (Delia), Azienda agricola Filippo Calafato (Villalba), Forno Santa Rita (Borgo S. Rita, Caltanissetta), Azienda agricola biologica Cammarata (San Cataldo), Azienda agricola Marco Farchica (Mazzarino), Ad Majora srl (Mazzarino), Mediterranea spezie e aromi (Caltanissetta), Salvatore Cannavò (Caltanissetta), Lo Bue Giuseppe & Figli srl (Serradifalco), Giovanna Raimondi (Milena), Antipasti Di Forti Ivan (Caltanissetta), Pasticceria Luigi Lo Piano (Caltanissetta), Caseificio Marina Principe (Resuttano), Bia S.a.s. (Resuttano), Azienda agricola “La Vrisca” (Serradifalco), Michele Cancemi (Caltanissetta), Casearia Fattoria Li Calzi Angelo (Caltanissetta), Azienda agricola Tatano Giuseppe (Villalba), Azienda agricola Gangi Dante (Resuttano), Azienda agricola Rovitello (Villalba), Feudo Niscima (Caltanissetta), Azienda agrituristica “Fattoria Di Gesu” (Villalba), La Uliva (Riesi), Consorzio tutela e valorizzazione lenticchia (Villalba), Caseificio Gadduzzo (Mussomeli), Azienda agricola Le Aromatiche (Mussomeli).
Da ricordare che la Provincia Regionale di Caltanissetta, tramite l’assessorato allo Sviluppo Economico, ancora una volta s’è fatta carico di promuovere la presenza nissena a tale importante rassegna fieristica, su diretta richiesta delle stesse aziende locali per le quali l’ente ha messo a diposizione le bancarelle per l’esposizione dei rispettivi prodotti.
Il Salone del Gusto di Torino, giunto alla nona edizione biennale, è una mostra internazionale che porta all’attenzione del pubblico la produzione agroalimentare di qualità di tutto il mondo: acquisto dei prodotti, incontri, laboratori e degustazioni sono le attività attraverso cui le migliaia di visitatori possono approfondire i temi legati a una produzione di cibo che sia sostenibile e buona. Dei prodotti nisseni è stata prevista la degustazione, con l’offerta al pubblico di pasta tipica con sughi, pesti e lenticchie del nostro territorio, con il condimento di oli e formaggi nostrani.
Questo l’elenco dei 26 partecipanti: Azienda agricola Deliella (Delia), Azienda agricola Filippo Calafato (Villalba), Forno Santa Rita (Borgo S. Rita, Caltanissetta), Azienda agricola biologica Cammarata (San Cataldo), Azienda agricola Marco Farchica (Mazzarino), Ad Majora srl (Mazzarino), Mediterranea spezie e aromi (Caltanissetta), Salvatore Cannavò (Caltanissetta), Lo Bue Giuseppe & Figli srl (Serradifalco), Giovanna Raimondi (Milena), Antipasti Di Forti Ivan (Caltanissetta), Pasticceria Luigi Lo Piano (Caltanissetta), Caseificio Marina Principe (Resuttano), Bia S.a.s. (Resuttano), Azienda agricola “La Vrisca” (Serradifalco), Michele Cancemi (Caltanissetta), Casearia Fattoria Li Calzi Angelo (Caltanissetta), Azienda agricola Tatano Giuseppe (Villalba), Azienda agricola Gangi Dante (Resuttano), Azienda agricola Rovitello (Villalba), Feudo Niscima (Caltanissetta), Azienda agrituristica “Fattoria Di Gesu” (Villalba), La Uliva (Riesi), Consorzio tutela e valorizzazione lenticchia (Villalba), Caseificio Gadduzzo (Mussomeli), Azienda agricola Le Aromatiche (Mussomeli).
domenica 28 ottobre 2012
Comunque la si pensi, Giuseppe Grillo ha vinto. Un comico e saltimbanco non poteva che essere sconfitto da un altro comico, non vi pare?...è la legge della natura.
In
una regione in cui la principale industria è stata sinora rappresentata
dalla politica e la cultura dominante è stata quella parassitaria, i
pentastellati dovranno dimostrare la capacità di fungere invece da
efficace antiparassitario all’interno dell’Ars
con misure che ripristino il valore del merito, della corretta
competizione tra gli operatori, che rimuovano i disincentivi a
investire, che taglino senza pietà le spese improduttive e l’invadenza
di una burocrazia fine a se stessa perché non c’è nulla di più opposto
alla mentalità parassitaria e mafiosa dell’affermazione di questi valori
liberali. Se l’impresa riuscirà in Sicilia, non potrà non avere
successo anche in Italia e potremo finalmente vedere una luce in fondo
al tunnel.
![]() |
Champagne per Tutti i cittadini onesti per festeggiare la Rinascita dell'Italia,Grazie Giuseppe |
![]() |
Beppe Grillo: "il risanatore d'Italia" per un Nuovo Risorgimento |
Detto e fatto! Tra le foto che non vedremo mai della campagna elettorale siciliana, ci sono quelle che ritraggono attivisti del M5S a pulire le piazze dopo i comizi, per lasciarle meglio di come non fossero state trovate, coerentemente con quanto fatto dagli stessi in questi anni in cui si erano adoperati per pulire spiagge, arenili, vie cittadine, ecc. per pura passione e amore verso la cosa pubblica.
Non so a quanto, solo sei mesi fa, i bookmaker avrebbero prezzato questa scommessa e, a dire il vero, neanche se l’avrebbero mai presa in seria considerazione, eppure ci deve essere una valenza strategica se sia gli Alleati che Grillo hanno scelto di sbarcare in Sicilia per cominciare proprio da qui la liberazione dell’Italia dal nazi-fascismo gli uni e dalla partitocrazia l’altro. Perché è evidente che il risultato siciliano avrà ripercussioni sulle successive tornate amministrative e politiche come un fiume in piena anche perché il M5S sta dimostrando capacità logistiche e organizzative davvero notevoli, su basi esclusivamente volontarie.
Grillo il 26 (dopodomani) lascerà comunque la Sicilia mentre rimarranno un bel po’ di candidati eletti all’Ars già il 29. Ho seguito sin dai primi passi (2005) il movimento in Sicilia e mi rendo conto che molti critici parlino non per esperienza diretta. La democrazia è un fenomeno popolare anche se promossa all’origine da elite. In una democrazia non ci si può porre perciò “elitariamente” al di sopra di essa per bacchettarla nel caso si discosti dai propri gusti: la democrazia non è una forma di governo perfetta, ma è solo la migliore che conosciamo. Se i partiti tradizionali si fossero comportati diversamente, il M5S non sarebbe neanche nato, ma così non è stato e la democrazia ha reagito in questo modo, partorendo questo fenomeno che è comunque democratico, anche se non manca certo di un po’ di populismo, di indulgenza con il sicilianismo becero, di credulità verso teorie dei complotti, di ingenuità programmatiche e pure delle dinamiche interne interpersonali comuni ad ogni organizzazione umana. Ma al di là di tutto questo che va comunque paragonato al marcio dei partiti, Grillo e il M5S parlano al cuore della gente in modo credibile e incitandola ad un salutare attivismo civico: “non ci sono salvatori da attendere”.
Il consenso comporta responsabilità: se gli eletti del M5S avranno l’intelligenza politica di farsene carico sopravviveranno altrimenti saranno dimenticati come molti candidati oggi in corsa, dagli impresentabili cuffariani divisi equamente tra Crocetta e Musumeci, all’onnipresente Lombardo attraverso i suoi uomini, alle persone perbene, pure presenti in altre liste minoritarie, che forse non supereranno neanche lo sbarramento.
Articoli sullo stesso argomento
New York, 375mila persone evacuate e scuole chiuse per l’uragano Sandy
Il sindaco Bloomberg dichiara lo stato di massima allerta per la Grande Mela. Nell'area dei Caraibi ha già provocato 66 morti. Il governatore Cuomo ha ordinato il blocco di tutti i trasporti pubblici nell'area metropolitana. Obama cancella comizi per monitorare la situazione

Chi non rispetterà l’ordine di evacuazione “non sarà arrestato” ma ignorarlo sarebbe “egoista”, ha aggiunto Bloomberg, sottolineando che la polizia si recherà nelle aree da evacuare (la zona A della città) e con gli auto-parlanti ricorderà a tutti che devono lasciare le proprie abitazioni, e che, nel caso in cui fosse necessario, verrà chiuso il ponte di Verrazzano.
Il sistema di trasporto di New York è il più grande del Paese con la sola metropolitana che trasporta cinque milioni di persone al giorno. Sandy attualmente è un ciclone di categoria 1, ma potrebbe diventare distruttivo per la convergenza con un’altra perturbazione proveniente dall’interno degli Stati Uniti e aria polare proveniente dal nord del Canada. Nell’area dei Caraibi ha già provocato 66 morti e ora minaccia gli Stati Uniti. In Maryland, New Jersey, Pennsylvania, Virginia, Washington Dc e nelle contee costiere della North Carolina le autorità hanno dichiarato lo stato di emergenza. I governatori di nove Stati hanno dispiegato le forze di 60 mila uomini della Guardia Nazionale per fornire aiuto alle autorità locali: in alcune aree si prevedono fino a 300 millimetri di pioggia.
Sono previsti danni fra i 15 e i 18 miliardi di dollari, una cifra che però potrebbe salire rapidamente, secondo le prime stime degli osservatori che – mettono in evidenza gli analisti intervistati dall’agenzia Bloomberg – in termini di distruzione può avere effetti pesanti, per danni secondari, interruzioni delle attività e black out.
E già ci sono state conseguenze sulla campagna elettorale: il presidente Barack Obama ha anticipato a oggi la sua partenza per poter tenere comizi in Florida e in Ohio, ma ha cancellato eventi previsti lunedì e martedì in Colorado per poter monitorare la situazione del maltempo dalla Casa Bianca. Il suo avversario Mitt Romney ha cancellato i comizi in Virginia per concentrarsi solo sullo stato chiave dell’Ohio. Il maltempo potrebbe inoltre ridurre il numero degli elettori che ricorreranno al sistema del voto anticipato, prima dell’election day del 6 novembre. Secondo le previsioni, l’uragano vero e proprio dovrebbe raggiungere lunedì sera la costa fra la penisola di Delamarva e il Rhode Island. Ma il suo arrivo è stato preceduto dal maltempo, con pioggia e vento.
Reggio Calabria, ex sindaco: ‘Stato potere insensibile che si rifiuta di comprendere’
L'ndrangheta, come la mafia e la camorra sono malattie contagiose e quindi devono perentoriamente essere "Estirpate". L'unica medicina contro le mafie sono la legalità, la coscienza e l'Amor di Patria. (fz)
Demetrio
Arena ha annunciato ricorso al Tar e ha attaccato il ministro
dell'Interno, colpevole di aver ordinato lo scioglimento del consiglio
comunale per contiguità alla 'ndrangheta: "E' come negare le medicine a
un malato che comincia a dare segnali di ripresa".

Più informazioni su: 'ndrangheta, Anna Maria Cancellieri, Calabria, Francesco Nitto Palma, Giuseppe Scopelliti, Reggio Calabria.
Finirà nelle aule giudiziarie, quindi, il decreto del ministro dell’Interno: da una parte lo Stato, dall’altra chi è accusato di avere consentito alle cosche di infiltrarsi nella cosa pubblica. Non risparmia colpi bassi l’ex primo cittadino che, nella conferenza stampa tenuta ieri al palazzo del Consiglio regionale, in presenza del suo dominus, il governatore Giuseppe Scopelliti, ha parlato di uno Stato “come potere insensibile che si rifiuta di comprendere. E’ come negare le medicine a un malato che comincia a dare segnali di ripresa”. “Sostenere – ha aggiunto – che l’amministrazione da me guidata fosse nelle condizioni di non potere operare perché contigua alla ‘ndrangheta non è accettabile. E soprattutto non sono disposto ad accettare che solo la città deve pagare un prezzo così grande”.
Ancora più spietato il giudizio sulla relazione della commissione d’accesso, da Arena definita “fallace, inesatta, contraddittoria, incompleta e pertanto fuorviante. Ha comportato l’impianto di una semplice equazione: a Reggio c’è la ‘ndrangheta quindi il Consiglio comunale va sciolto. Pressioni (ma non spiega di chi, ndr), le imbarazzanti fughe di notizie (quali? ndr) verificatesi durante l’attività ispettiva e la convulsa fase che ha caratterizzato i giorni precedenti la decisione hanno fatto ritenere a molti che il provvedimento sia stato assunto per ragioni politiche“. Applaudito da una claque di ‘amici’, tutta di centrodestra, Arena rincara la dose: “Leggendo quella relazione abbiamo dovuto mettere tutti la logica sotto i piedi. Nemmeno nei regimi più totalitari si è mai assistito a giudizi di questa portata. L’amministrazione comunale viene sciolta senza che un suo amministratore sia inquisito”.
Un consigliere arrestato per ‘ndrangheta, una società mista sciolta dopo che gli è stato negato il certificato antimafia dalla prefettura, appalti assegnati a ditte in odore di mafia. La relazione è devastante per l’amministrazione di Palazzo San Giorgio. Ma per Arena “c’è solo il caso di Pino Plutino (il consigliere finito in manette, ndr) che oggi è un detenuto in attesa di giudizio. Detto questo occorre stabilire anche le regole del gioco. Non si può fare una partita e modificare le dimensioni del campo o cambiare pallone”. Meglio uno stadio, in questo caso la sala ‘Green’ del Consiglio regionale, dove non ci sono tifosi avversari. Ecco allora che è il momento di far leva sulla regginità per convincere i presenti che lo scioglimento cade sulla testa dei cittadini: “E’ un provvedimento che colpisce tutti, l’intera collettività la quale dovrà convivere con un’etichetta che non dà né giustizia né sicurezza. In un momento storico in cui la comunità mostra di reagire contro il cancro mafioso è additata, dinanzi all’opinione pubblica internazionale, come città contigua. Il timore è che il provvedimento ingeneri un clima di sfiducia”.
Riattacca, quindi, il governo “insensibile”: “E’ stata un’attenzione da parte dello Stato, cambiare il prefetto, e quindi una memoria storica di quella che è la nostra realtà, durante l’accesso della commissione antimafia?”. Arena, però, dimentica che se il prefetto Vittorio Piscitelli ha chiesto lo scioglimento, il suo predecessore Luigi Varratta, parente dell’ex ministro della Giustizia Nitto Palma (Pdl), aveva avanzato al governo la proposta di inviare in riva allo Stretto la commissione d’accesso. L’ennesima dimostrazione che lo scioglimento di Reggio si configura come un dato oggettivo e non dipende dal prefetto in carica.
“Stiamo facendo un memoriale – ha concluso l’ex sindaco – Dimostreremo con dovizie di particolari, ma soprattutto con prove documentali, quanto sia stata fallace questa relazione. Ancora sul ricorso non ho preso una decisione. Se la gente mi chiede che il ricorso va fatto, lo farò perché bisogna tutelare la dignità non mia, ma dei reggini”. Un appello a Scopelliti affinché lo tenga in considerazione per le prossime elezioni politiche? Di certo quando Arena parla di “gente” non si riferisce alle Donne calabresi in rete che il 9 novembre organizzeranno una manifestazione “per dire insieme no a Scopelliti e a questa classe dirigente”.
“Avrete notato – sostengono gli organizzatori del sit in – che Scopelliti (sindaco di Reggio per 8 anni prima di Arena) ripete sempre la mia città, la mia regione. E’ il momento di fargli capire che sono la nostra città, la nostra regione. Che vogliamo partecipare attivamente, vogliamo ricostruire il nostro senso civico, il nostro senso comune da queste macerie che abbiamo ricevuto in eredità. La mobilitazione del 9 novembre a Reggio non si esaurisce nella richiesta delle sue dimissioni: se Scopelliti è ancora governatore, è perché c’è un sostrato culturale forte che ne condivide l’azione profondamente minata dalla scarsa trasparenza. Prendere posizione, oggi, in termini non solo politici ma anche e soprattutto culturali, significa riprendere confidenza con la democrazia e l’etica, due concetti che sono stati seppelliti molto tempo fa, in nome di un clientelismo e di una sudditanza che cozzano in modo duro con le basi di una società che si voglia definire civile”.
Articoli sullo stesso argomento
Sicilia, alle 19 ha votato il 37,6 per cento Exit poll: "M5S primo partito a Palermo"
L'Isola al voto per rinnovare presidente della Regione e Assemblea regionale. Clamorosi risultati secondo le prime rilevazioni nel capoluogo: Cancelleri sarebbe oltre il 27%
I risultati ufficiali arriveranno domani ma, secondo gli exit poll di PalermoReport.it e dell'emittente televisiva Trm, riferiti al solo capoluogo, potrebbe profilarsi un clamoroso risultato per il Movimento 5 Stelle, che sarebbe il primo partito in città con il 26 per cento dei voti. Il candidato governatore grillino, Giancarlo Cancelleri, otterrebbe oltre il 27 per cento. A seguire, sempre secondo il rilevamento, si troverebbero Musumeci, Crocetta, Miccichè e Marano.
LEGGI / L'analisi: le elezioni più incerte della storia
Il Comune con la percentuale di affluenza più alta è Fondachelli Fantina (Messina) con il 64,77 per cento, quello con la più bassa, invece, Acquaviva Platani (Caltanissetta) con il 18,02 per cento. La Provincia con la percentuale di affluenza più alta è Messina, con il 42,16 per cento, quella con la più bassa Enna con il 30,92. Le urne saranno aperte fino alle 22 e lo spoglio delle schede inizierà domani alle 8. Alle 12 aveva votato l'11,3 per cento degli aventi diritto. Meno delle ultime elezioni in cui si era votato solo per la Regione, e poco più della tornata elettorale del 2008, in cui però si è votato anche per Camera e Senato.
GUARDA / Sicilia al voto, lo speciale
In un caso a sottrarre gli elettori alle urne è stato il maltempo: è accaduto a Ginostra, frazione di Lipari, nell'arcipelago delle Eolie: per votare i 50 isolani avrebbero dovuto recarsi a Stromboli, ma per il mare agitato l'aliscafo della compagnia delle Isole non ha effettuato il collegamento. Riccardo Lo Schiavo, delegato di Marevivo, ha scritto al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano per lamentarsi: "Ai residenti della frazione di Ginostra (la più piccola comunità delle Isole Eolie, che ben conosce per averci già onorato della sua presenza) da circa un ventennio questo diritto garantito dall'articolo 48 della Costituzione non è più completamente garantito. Ed oggi, in occasione delle votazioni per il rinnovo dell'Assemblea Regionale Siciliana, è stato praticamente negato".
venerdì 26 ottobre 2012
Berlusconi sulla sentenza Mediaset: "Condanna politica intollerabile"
L'ex premier contro la decisione dei giudici di Milano che lo hanno punito con 4 anni di reclusione. Cicchitto (Pdl): "Tentato omicidio politico". La difesa: "Assolutamente incredibile". Di Pietro difende la sentenza: "Tutti i nodi vengono al pettine". Diplomatico Franceschini (Pd): "Le sentenze non si commentano, si rispettano". Da Fini e Casini "no comment".
![]() |
Lucifero, il più bello degli angeli |
![]() |
Silvio Berlusconi (ap) |
![]() |
Lucifero scacciato dal Paradiso Terrestre |
Berlusconi poi sferra un duro attacco contro i magistrati: "Di certo non si può andare avanti così - aggiunge - e dobbiamo fare qualcosa: quando non si può contare sull'imparzialità dei giudici, un paese diventa incivile e barbaro e cessa di essere una democrazia. Oggi purtroppo è così". Per l'ex premier "le motivazioni della sentenza sono fuori dalla realtà". E spiega: "Sono accusato di essere socio di due imprenditori americani, uno dei quali non l'ho neppure mai conosciuto".
Il Pdl contro la sentenza. "È l'ennesima prova di un accanimento giudiziario nei confronti di Silvio Berlusconi". Così il segretario del Pdl, Angelino Alfano. Un duro attacco contro la decisione dei giudici arriva da Fabrizio Cicchitto, capogruppo del Pdl alla Camera: "Non si tratta di una sentenza - dice -, ma di un tentativo di omicidio politico visti non solo la condanna penale, ma anche l'interdizione di tre anni dai pubblici uffici". Il deputato azzurro poi aggiunge: "Purtroppo non da oggi diciamo che è in atto un uso politico della giustizia, in primo luogo contro Berlusconi". Anche Daniela Santanchè attacca: "Al generoso passo indietro di Berlusconi - spiega -, compiuto per rilanciare la sua grande battaglia per la libertà, fa oggi da contraltare un nuovo e rumoroso passo avanti della magistratura politicizzata". Poi si appella all'ex presidente del Consiglio affinché "riconsideri la sua scelta e torni in campo insieme a milioni di italiani che come me vogliono tenere alta la bandiera del garantismo e della libertà". Anche Giancarlo Galan è sulla stessa linea: ""Mi verrebbe voglia - spiega - di chiedere a Berlusconi di tornare in politica". Solidale Roberto Formigoni: ""Me ne dispiaccio - dice -, confermo il mio affetto e la mia stima".
Gli avvocati di Berlusconi. "Una sentenza assolutamente incredibile che va contro le risultanze processuali e che è totalmente sconnessa da ogni logica giuridica". Così i legali dell'ex premier, Piero Longo e Niccolò Ghedini.
Di Pietro difende la sentenza. Agli antipodi la reazione di Antonio Di Pietro: "Tutti i nodi vengono al pettine. Nonostante tutte le leggi ad personam che Berlusconi si è fatto e nonostante la continua delegittimazione e denigrazione dei magistrati, la verità è venuta a galla", dice il leader dell'Italia dei valori. "Da oggi - prosegue - gli italiani possono prendere atto che una sentenza di primo grado considera Berlusconi un delinquente".
La posizione del Pd. Diplomatico il commento del capogruppo del Pd alla Camera, Dario Franceschini: "Le sentenze non vanno commentate, solo rispettate. Berlusconi ha avuto sentenze positive, di prescrizione e di condanna. Ma questo non è oggetto di confronto politico. E comunque, per fortuna, non lo è più". Dà un giudizio politico Massimo D'Alema: "Quello che di Berlusconi secondo me è grave - spiega - non sono tanto i reati che non voglio giudicare, perché spetta ai magistrati, ma sono gravi i danni che egli lascia dietro di sé, pesantissimi, nella vita economica, sociale e nella finanza pubblica". Critica nei confronti dell'ex premier Rosy Bindi: "Anche se non è definitiva, questa sentenza rivela la gravità dei comportamenti di un importante imprenditore italiano, ma ciò che inquieta è che è stato a lungo presidente del Consiglio".
Casini e Fini non commentano. "Abbiamo sempre contrastato Berlusconi su piano politico e non abbiamo mai speculato sulle sue vicende giudiziarie. Non cominceremo certo adesso". Lo dice il leader dell'Udc, Pier Ferdinando Casini. "Nessun commento - afferma Gianfranco Fini, presidente della Camera -. Non l'ho fatto ieri e non lo faccio oggi".
Il dispiacere di Storace. "A me spiace per Berlusconi. Hasegnato la storia del Paese, non merita accanimento, comunque la si pensi. Galera, interdizione, che altro?". È il commento di Francesco Storace, segretario de La Destra.
Famiglia Cristiana. "Berlusconi, game over'. È l'icastico titolo di Famiglia Cristiana online nel commento sulla sentenza del processo Mediaset. "Dopo la pesantissima condanna per frode fiscale e l'interdizione per tre anni dai pubblici uffici - scrive il settimanale -, ora esce davvero dalla scena politica. E a farne le spese è il centrodestra".
Processo Mediaset, Berlusconi condannato 4 anni di reclusione per frode fiscale
Tre anni sono stati condonati per indulto dal tribunale di Milano, che ha anche deciso per l'ex premier l'interdizione dai pubblici uffici per 5 anni. Pena di 3 anni per l'intermediario Agrama. Assolto Confalonieri. Il Cavaliere: "Una condanna politica, incredibile e intollerabile, da Paese barbaro e incivile"
![]() |
Silvio Berlusconi (afp) |
- APPROFONDIMENTI
Foto
"Sentenza politica", il sito del Pdl attacca i giudici
Articolo
Dieci anni di indagini e un processo infinito
così si è arrivati alla condanna di BerlusconiArticolo
Berlusconi sulla sentenza Mediaset:
"Condanna politica intollerabile"Foto
Mediaset, Berlusconi condannato: i siti stranieri
Articolo
Boccassini chiede lealtà, scontro con Ghedini
Barbara D'Urso: "Io ad Arcore? Dieci anni fa"Articolo
La crescita del Pil Usa
ridà fiato alle Borse europeeInchiesta
I processi del Cavaliere
video
Mediaset, Carlucci: ''Berlusconi gestiva l'azienda anche da politico''
video
Berlusconi a Studio Aperto: ''E' una condanna politica''
video
Giannini: ''Il fantasma giudiziario che insegue il Cavaliere''
DOSSIER: I PROCESSI DI BERLUSCONI 1
"Una condanna politica, incredibile e intollerabile", da "Paese barbaro e incivile". E' una reazione durissima quella di Berlusconi alla sentenza. Il Cavaliere ha scelto la tv per dire la sua, è "la conferma di un vero e proprio accanimento giudiziario" da parte dei giudici di Milano. In televisione ha spiegato che "non c'è nessuna connessione" tra la sentenza e il suo passo indietro sulla candidatura a premier. Ma poi ha aggiunto che "così non si può andare avanti", che "si deve fare qualcosa". Durante il collegamento telefonico con Studio Aperto, il telegiornale di Italia Uno, la rabbia dell'ex premier è stata in crescendo: "Ero certo di essere assolto da una accusa totalmente fuori dalla realtà. Grazie all'imparzialità di certi giudici un Paese diventa incivile, barbaro, invivibile e cessa di essere una democrazia". Berlusconi è poi entrato nel merito della sentenza, per la quale presenterà ricorso: "Sulla mia innocenza - ha detto - ci sono molte prove e due assolutamente inoppugnabili". "Ho subito più di 60 procedimenti, più di mille magistrati si sono occupati di me - ha concluso il cavaliere -. Il mio gruppo ha avuto 188 visite della polizia giudiziaria e della Guardia di finanza, ci sono state 2666 udienze in questi 18 anni e abbiano dovuto spendere più di 400 milioni in parcelle di avvocati e consulenti. E poi ci sono i 564 milioni che ho dovuto dare a De Benedetti che non sono la rapina del secolo, ma del millennio".
Gli altri imputati. Giudicato colpevole anche Frank Agrama, l'intermediario cinematografico indicato dalla Procura di Milano come il "socio occulto" del Cavaliere nella compravendita dei diritti televisivi e cinematografici all'estero. Per lui la pena è di tre anni di reclusione. Daniele Lorenzano produttore ed ex manager Fininvest è stato condannato a 3 anni e 8 mesi mentre la pena per Gabriella Galetto, ex manager del gruppo in Svizzera, è di 1 anno e 6 mesi. Alcuni degli imputati di riciclaggio, tra cui il banchiere Paolo Del Bue, si sono visti derubricare l'imputazione in appropriazione indebita con conseguente prescrizione. Altri invece sono stati assolti nel merito. I giudici hanno disposto inoltre un versamento a titolo di provvisionale di 10 milioni di euro da parte degli imputati condannati, tra i quali Silvio Berlusconi, all'Agenzia delle Entrate.
Sei anni di processo. La sentenza arriva dopo quasi 10 anni di indagini e 6 di processo 'a singhiozzo' tra richieste di ricusazione avanzate dai legali e l'istanza di astensione presentata dal giudice. E ancora slittamenti dovuti al Lodo Alfano e al conseguente ricorso alla Consulta, richiesta di trasferimento del procedimento a Brescia, legittimi impedimenti dell'allora presidente del Consiglio Berlusconi e cambi di capi d'imputazione.
Una frode per creare fondi neri. Nel merito, secondo la ricostruzione della Procura, il sistema organizzato da Fininvest negli anni Novanta per acquisire i diritti dei film americani era finalizzato a frodare il fisco. Comprando i diritti non dalle major ma da una serie di intermediari e sottointermediari era possibile gonfiarne il prezzo così da poter poi stornare la "cresta" a beneficio della famiglia Berlusconi. Fininvest quindi, secondo la tesi del pm Fabio De Pasquale, avrebbe sistematicamente aumentato il prezzo dei diritti di trasmissione dei film delle major americane. Facendo così avrebbe aumentato le voci passive dei propri bilanci, con risparmi notevoli da un punto di vista dell'imposizione fiscale, riuscendo al tempo stesso a produrre fondi neri.
Secondo il pubblico ministero, Flavio De Pasquale, Fininvest avrebbe creato fondi neri con un valore che supererebbe i 270 milioni di euro. Soldi sottratti al fisco e agli altri azionisti della società, a solo beneficio di Berlusconi.
Motivazioni. Il collegio della prima sezione penale del Tribunale, nella parte delle motivazioni relativa al trattamento sanzionatorio, sottolinea di Berlusconi il "ruolo di direzione e di ideatore fin dai primordi del gruppo di un'attività delittuosa tesa ad una scientifica e sistematica evasione di portata eccezionale". "Va poi considerata - si legge in un altro passaggio - la particolare capacità a delinquere dimostrata nell'esecuzione del disegno, consistito nell'architettare un complesso meccanismo fraudolento ramificato in infiniti paradisi fiscali, con miriadi di società satelliti e conti correnti costituiti esclusivamente in funzione del disegno delittuoso". Non si può trascurare poi, per i giudici, "che dalla suddetta attività è conseguita per l'imputato un'immensa disponibilità economica all'estero, in danno non solo dello Stato, ma anche di Mediaset e, in termini di concorrenza sleale, delle altre società del settore". Considerazioni che portano i giudici a non concedere le attenuanti generiche e a definire come equa la pena a quattro anni di reclusione.
In attesa della Consulta. Sul procedimento è inoltre ancora pendente 2 la decisione della Corte Costituzionale su un conflitto di attribuzioni con la Camera: la presidenza di Montecitorio si era rivolta alla Consulta dopo che il tribunale di Milano, nel marzo 2010, aveva rifiutato il rinvio di una delle udienze nonostante che Berlusconi, all'epoca presidente del Consiglio, fosse impegnato in attività di governo. E' rarissimo che un Tribunale emetta sentenza mentre la Consulta deve ancora decidere su un passaggio del procedimento che è stato celebrato. Non ci sono obblighi, ma la procedura diventata prassi consolidata vuole che i giudici, in attesa di una decisione che riguarda il 'loro' processo da parte della Corte Costituzionale, proseguano i lavori fino a sentenza, ma a quella si fermino. Ma così non ha fatto il collegio della prima sezione penale del Tribunale milanese.
La questione è di sostanza: se la Consulta dovesse decidere che quel giorno del marzo 2010 il Tribunale doveva accogliere la richiesta di rinvio avanzata dai legali dell'ex premier tutto quanto fatto dopo quella data, sentenza compresa, dovrà essere rifatto. In altre parole, verrà tirata una riga su due anni di lavoro compreso il giudizio finale. Ma, evidentemente, questo è un rischio che i giudici si sono sentiti di prendere.
No comment dalla difesa. La difesa dell'ex premier ha preferito non commentare il verdetto. "Non rilascio dichiarazioni, prima voglio leggere le motivazioni", ha detto l'avvocato Niccolò Ghedini uscendo dall'aula del processo. Anche l'altro legale Piero Longo ha preferito non rilasciare dichiarazioni.
Nel mondo. "Quattro anni a Berlusconi per frode fiscale". La condanna inflitta all'ex premier irrompe così sulla stampa mondiale (FOTO 3) che già nel pomeriggio aveva riportato la notizia come 'breaking news' 4. "Berlusconi condannato per frode fiscale" è il titolo della Bbc. Il Financial Times colloca la notizia in apertura e osserva come l'ex premier, "tuttavia, è improbabile che vada dietro le sbarre". "La condanna a 4 anni per Berlusconi velocemente ridotta a un anno" titola il Daily Telegraph, pubblicando una rassegna dei processi a carico del Cavaliere, "l'uomo dalle 2500 audizioni in tribunali". In Francia "Condanna al carcere ridotta per Berlusconi" è il titolo di Le Figaro mentre anche Le Monde osserva come l'ex premier "abbia beneficiato di una legge di amnistia votata...da un governo di sinistra" nel 2006. "Berlusconi condannato a 4 anni di carcere" è il titolo in prima della Suddeutsche Zeitung. "Come Berlusconi può ancora evitare il carcere" è invece il titolo che campeggia sulla prima di Die Welt. In Spagna "Berlusconi condannato a un anno di prigione per frode fiscale" titola El Pais. Oltreoceano ampio il servizio della Cnn. "Berlusconi condannato in un caso di frode" titola il Wall Street Journal mentre per il New York Times "la simbolica condanna - un chiaro colpo a Berlusconi - giunge mentre il centrodestra si sta disfacendo e l'Italia lotta dolorosamente nelle più drammatica transizione politica dall'inizio degli anni '90. Nel mondo la notizia irrompe anche su Al Jazeera e sui siti dei quotidiani brasiliani con l'Estado Do Brasil che titola in prima "Berlusconi condannato a 4 anni per frode fiscale".
mercoledì 24 ottobre 2012
Il Pomodoro Siccagno e la lenticchia prodotti a Villalba diventano Presìdio Slow Food e partecipa al Salone del Gusto di Torino dal 25 al 29 Ottobre
![]() |
Villalba (CL) Paese delle Lenticchie |
Ovviamente il risultato qualitativo è diverso quando si parla di pomodoro tipico locale. Queste varietà antiche della nostra biodiversità si contraddistinguono dalle moderne, innanzitutto per la resistenza alla siccità ed alle comuni patologie della pianta, ma soprattutto per l’eccellente resa qualitativa. La prelibatezza di questo pomodoro infatti è inconfondibile, per il dolce sapore che riconduce ad antichi sapori ormai dimenticati.
![]() |
Lenticchie di Villalba |
Per quanto riguarda il territorio di origine del siccagno, esso comprende praticamente la Sicilia all’interno e cioè quelle campagne aride che grazie al pomodoro siccagno davano ai contadini la possibilità di avere un reddito migliore da questa povera terra. I primi ad utilizzare questo termine “siccagno”, per scopi commerciali, furono i produttori di Villalba, seguiti da quelli del vicino comune di Valledolmo, i quali raggiunsero come risultato la creazione di uno stabilimento per la trasformazione del pomodoro siccagno, ottenendo ben presto un riconoscimento del nome grazie all’ampia diffusione del prodotto trasformato. Anche i corleonesi oggi usano il nome siccagno per il proprio pomodoro.
La cosa più importante è invece che, nel Territorio del Bilìci, e cioè in quella fascia rurale che si estende da Valledolmo a Marianopoli, passando da Vallelunga e Villalba, sopravvivono ancora alcune popolazioni locali di varietà antiche di pomodoro “siccagno” ai quali si dovrebbe prestare maggiore attenzione, al fine di non perdere questo importante patrimonio locale.”
Pomodoro siccagno della Valle di Bilici |
L’ufficializzazione della nascita del Prèsidio del Pomodoro Seccagno è avvenuta lo scorso agosto a Castelbuono (Pa), in occasione del convegno “Agrobiodiversità e identità territoriale” organizzato dall’Assessorato regionale delle Risorse Agricole e Alimentari, dove sono stati annunciati i nuovi Presìdi siciliani che saranno presenti al Salone del Gusto e Terra Madre 2012 a Torino dal 25 al 29 Ottobre. I nuovi progetti a tutela della biodiversità agricola siciliana sono stati realizzati grazie al sostegno dell’Assessorato Regionale delle Risorse Agricole e Alimentari della Regione Siciliana.
La nascita del Prèsidio Slow Food del Pomodoro Seccagno si deve anche al lavoro svolto in questi anni dal produttore agricolo Francesco Di Gèsu, che con la sua azienda ricadente nei territori tra Villalba e Marianopoli, da anni produce questa varietà di Pomodoro insieme alla Lenticchia di Villalba (anch’essa diventata recentemente Prèsidio Slow Food) e a varieta di grani antichi siciliani dai quali ricava farina e pasta.
Francesco Di Gèsu, a proposito di questo prodotto tipico dell nostro territorio, ci dice che “quando si parla di pomodoro siccagno, ci si riferisce ad un metodo di coltivazione che prescinde dalla varietà di pomodoro utilizzata. In sostanza, per collegarci ad un discorso tradizionale, i contadini dell’entroterra siculo dell’epoca, volendo sfruttare al meglio i propri terreni, alternavano anche il pomodoro al grano. Questa coltura ha nelle nostre zone un ciclo primaverile-estivo, per cui è necessario che la pianta abbia sufficiente umidità nel terreno per vegetare e produrre. Ovviamente, non avendo in campo disponibilità di acqua per l’irrigazione, il pomodoro veniva allevato in asciutto. Questa tecnica di aridocoltura su pomodoro, sviluppatasi nel tempo, utilizza come principio la rottura dei capillari del terreno che avviene con frequenti lavorazioni superficiali sia meccaniche che manuali. Ne risulta che la scarsa umidità estiva che risale dal sottosuolo non evapora e si rende tutta disponibile alla coltura. Questa tecnica consente di avere come risultato, un prodotto più polposo, più ricco di elementi nutritivi e soprattutto più gustoso.
Questo è un sunto tecnico sul siccagno così come lo intendiamo oggi con le nuove varietà che nel frattempo si sono imposte, a discapito delle vecchie. Il motivo è soprattutto nel fatto che le nuove varietà di pomodoro sono economicamente più convenienti in quanto, con la raccolta fatta a mano, il frutto più grosso consente di ottimizzare i tempi di raccolta, con un risparmio notevole sui costi di produzione, dove la raccolta è la voce più importante.
![]() |
Pomodoro siccagno essicato al sole |
Fino a poco tempo fa si credevano persi del tutto i pomodori tradizionali siccagni. Dopo lunghissime ricerche e alcuni tentativi falliti, Slow Food ha trovato un produttore di Villalba che conserva ancora una semente locale antica che riproduce ogni anno nella propria azienda. La forma è allungata con l’apice a punta, si chiama pizzutello. In passato ogni famiglia aveva però i propri semi e li custodiva gelosamente, e spesso li chiamava con il nome del capo famiglia.
Il siccagno è interessante oltre che per la tradizione legata alla sua lavorazione, anche sotto il profilo organolettico e nutrizionale. Ricco di vitamina A e vitamina C, nonché di antiossidanti come il licopene, ha anche un basso contenuto di calorie. E’ molto saporito, tanto che la passata può essere cucinata anche senza sale.
domenica 14 ottobre 2012
Bpm, Santanchè smentita dalle carte: “Ottenuto credito senza garanzie”
Secondo il consulente del pm, la concessionaria pubblicitaria Visibilia dell'ex sottosegretario ha avuto prestiti dalla banca senza adeguata
istruttoria. E la sua richiesta, invece di essere approvata dal Cda, come sostenuto dall'esponente Pdl, venne valutata da un "semplice"
direttore. Ecco i documenti Marco Lillo
Articoli sullo stesso argomento Santanché ad Agorà: la differenza tra il talk show e il bar+ Bpm, arrestato ex presidente Ponzellini. Mazzette per 5,7 milioni+ Bpm, perquisizioni a Milano e Roma. Sisal e Capgemini, ad indagati: “Corruzione” Inchiesta Bpm, perquisito Ponzellini E Laboccetta (Pdl) scappa col “suo” pc Quanto costa l’esercito di carta di B.
Il problema non è che Daniela Santanché dica in tv, a chi le pone una domanda sui suoi conflitti di interesse di imprenditrice-politica a caccia di soldi dalla Banca Popolare di Milano: “lei è uno stronzo!”. Il problema è che Daniela Santanché “spara cazzate”, come dice lei ai giornalisti che le rinfacciano le sue richieste di credito alla Bpm. L’ex sottosegretario mente quando dice in tv di essere stata svantaggiata dalla Bpm in quanto politico perché “quando viene deliberato qualsiasi atto [in banca,] prima di fare qualcosa con un imprenditore che è anche un politico, noi abbiamo sopra il comitato un altro controllo”. E mente quando dice: “I soldi non me li ha dati la Bpm”.
Ieri il Fatto ha pubblicato le intercettazioni nelle quali Santanché (non indagata) parla con Antonio Cannalire, il consulente dell’ex presidente della Banca Popolare di Milano Massimo Ponzellini, poi finito ai domiciliari come lui a maggio in un’inchiesta sui fidi facili
in Bpm nella quale è contestata l’associazione a delinquere dal pm della Procura di Milano Roberto Pellicano (sotto alcuni documenti tratti
dagli atti dell’inchiesta). La Guardia di Finanza ha intercettato l’allora sottosegretario del governo Berlusconi nell’ottobre-novembre del 2011, quando Andrea Bonomi prende il comando della banca. Il 22 ottobre Bonomi conquista Bpm e Santanché esulta al telefono con Cannalire: “Vinto! Il primo gol è andato in porta”.Quale sarà il secondo lo si comprende il 2 novembre: un funzionario della
banca chiama Cannalire per riferirgli il suo colloquio con Luigi Lucca, dirigente della divisione crediti. Lucca, scrivono le Fiamme Gialle:
“Gli ha detto che un conto é dire ‘abbiamo il 75% di fatture emesse non incassate’ un conto é dire 35/40%. Molteni dice che il problema esiste”.
La società Visibilia di Daniela Santanché è una concessionaria che vende spazi pubblicitari ai giornali come il Giornale
della famiglia Berlusconi e ottiene credito dalla Bpm presentando le fatture da pagare. Il pm Pellicano ha chiesto al suo consulente Michele
Lo Coco, un ispettore di Banca d’Italia, di verificare cosa c’era nelle relazioni interne della Bpm su Visibilia. Si scopre
così che “la percentuale di insoluti [sulle fatture presentate dalla società di Santanché, ] nel 2010 si è attestata al 32%, nel
giugno 2010-maggio 2011: 56% e in ulteriore peggioramento negli ultimi 4 mesi: da febbraio 2011 a maggio 2011: 79,6%”.
Chi darebbe credito a una società se presenta fatture che 8 volte su 10 non sono pagate?
Eppure il consulente del pm scrive: “Dai dati dell’ultima Centrale Rischi disponibile (30 novembre 2011) l’esposizione di Bpm verso il
gruppo è di 2,8 milioni di euro con sconfinamento di 120 mila euro. Il sistema è invece esposto per 14,7 milioni di euro (485 mila euro lo
sconfinamento)”. Poi la relazione al pm ricostruisce la vicenda delle due società operative – Visibilia 2 e Visibilia Pubblicità – e della
capogruppo Visibilia (ex Adv Srl). “I rapporti con il gruppo si instaurano nel dicembre del 2009 con l’affidamento a Visibilia 2 srl per
4 milioni di euro (anticipo fatture per 3,7 milioni e 300 mila euro apertura di credito)”.“Visibilia pubblicità Srl viene affidata nel
maggio 2010 con apertura di credito di 200 mila euro e anticipo fatture di 2 milioni”.
A differenza di quanto ha affermato Santanché ad Agorà, la sua pratica non è stata sottoposta a un livello superiore per il suo
ruolo politico: “Nonostante nella relazione di agenzia si segnalasse la necessità di innalzare la competenza deliberativa a livello di cda in
funzione della carica parlamentare [rectius politica ] ricoperta dalla signora Santanché. Il fido è stato deliberato dal Direttore Crediti.
Unica garanzia richiesta una lettera di patronage non impegnativa della capogruppo ADV srl”. In pratica, Santanché garantisce alla banca la sua
solvibilità e ottiene credito sulla parola, senza garanzie.
Insomma, secondo il consulente del pm Visibilia ha avuto credito senza adeguata istruttoria: “Il processo istruttorio rivela talune debolezze
soprattutto in relazione a un adeguato scrutinio del merito creditizio del cliente. Infatti vengono concessi affidamenti a una start up con una
dotazione patrimoniale del tutto modesta, struttura finanziaria estremamente aggressiva e con l’acquisizione di garanzie di natura
meramente ‘morale’”.
da Il Fatto Quotidiano del 13 ottobre 2012
Dell’Utri: “Pronto a creare un’altra Forza Italia. Con Berlusconi”
Per il senatore il nuovo partito sarà basato sui 'Circoli del buon governo'. Ma il Cavaliere aspetta i risultati siciliani per decidere se scendere di nuovo in campo. "Santo Domingo? Bellissima, ma dopo 10 giorni mi rompo. Temo dovrò ricandidarmi"

Articoli sullo stesso argomento
Senatore, pensa davvero che Berlusconi potrebbe farsi da parte per il bene del partito?
Perché no? Sono i detrattori che dicono che cambia sempre idea. La realtà è che è tutto in fieri. Diciamo che Berlusconi sta aspettando di vedere come si sistemano certe cose prima di decidere.
Per esempio?
Le elezioni in Sicilia sono importantissime. È quello il passaggio portante per decidere il prossimo futuro.
Chi la spunta secondo lei?
Ho l’impressione che non vincerà nessuno. Ci sarà un tale frazionamento che, alla fine, il presidente designato sarà costretto a cercare maggioranze che non avrebbe mai voluto.
C’è pure il fattore Beppe Grillo.
Bravissimo, Grillo. Prestazioni eccezionali, le sue. E non solo quelle fisiche, eh!
Mettiamo che Nello Musumeci si aggiudichi la Sicilia. Avrebbe ancora dubbi, il Cavaliere, sul suo ritorno in scena?Parliamone tra una quindicina di giorni!
Intanto può rispondere a questo: lei che ha co-fondato Forza Italia, ha un’idea sulla ricetta che può far riemergere il Pdl dal pantano?
Serve il fuoco! È il fuoco che manca.
E come si accende?
Bisogna provocarlo, ci vuole la scintilla.
A chi il ruolo del piromane, se non a B.?
Berlusconi è stato il fuoco, forse lo è ancora. Ma se stiamo tutti a piangerci addosso non andiamo da nessuna parte. Bisogna ardere.
Quindi il testimone può passare al segretario Alfano? Oppure a Montezemolo? Berlusconi ha persino aperto a Fini.Ma no, non c’è niente di determinato. E poi è vero che i cimiteri sono pieni di persone indispensabili, ma io non vedo nessuno in grado di sostituire Berlusconi.
É vero che il Cavaliere non sopporta più i suoi, e che chiama La Russa e Gasparri “quei fascisti?”
Cosa vuole, sono parole in libertà…
Berlusconi sostiene però di dover pensare alle sue aziende, che “stavano meglio prima che entrassi in politica”.
Ma va’! Questo è assolutamente falso. Ero con lui ai tempi in cui si decise a costruire Forza Italia e il tema aziende non è mai esistito. La sua ambizione è sempre stata il Paese. Poi è chiaro che difenda le sue cose.
Si dice che lei stia modellando il nuovo partito sulla base dei Circoli del Buon Governo, da lei fondati. Conferma?
L’idea è quella. I circoli ci sono e vogliono esprimersi. Abbiamo fatto un grande lavoro, e forse oggi può tornare utile.
Pensa che basterà a ripulire l’immagine del Pdl?
Non so, ma non possiamo arrenderci. É un lavoro enorme, che non so neanche se mi sento di affrontare, ma è fondamentale migliorare la classe politica. Vede che crisi morale c’è? Bisogna formare nuove classi dirigenti, mettere in campo i giovani.
Non per dire un’ovvietà, ma non pensa che le sue vicende giudiziarie rendano un po’ improbabile che l’elettorato creda ai suoi buoni propositi?
Ah beh, certo. Ma che ci posso fare? Tanto viene strumentalizzata qualunque cosa. Se mi preoccupassi di questi problemi non concluderei mai niente nella vita.
Tra poco la Cassazione deciderà sulla sua condanna. Non è che si ricandida pure per evitare (un’altra volta) l’arresto?
Gliel’ho già detto un paio d’anni fa: io ho fatto politica per legittima difesa. E ora mi pioveranno addosso altri 50 mila avvisi di garanzia. Può darsi che mi tocchi andare in Parlamento di nuovo. Io spero di no, ma non lo posso escludere.
E chi la costringe? In fondo ha pronta un’alternativa d’oro, nella sua villa a Santo Domingo.
No, guardi, questa è letteratura. Sì, ho comprato una casa, trasferendo una parte dei soldi che ho incassato dalla vendita della famosa villa sul lago. Ma ho intenzione di passarci solo le vacanze.
Quindi non è pronto a fare il latitante?
Sa qual è il problema? Santo Domingo è bellissima, ma dopo dieci giorni mi rompo. Non c’è proprio niente da fare lì. Glie-l’ho detto: mi sa che mi tocca ricandidarmi.
Iscriviti a:
Post (Atom)
Archivio blog
-
▼
2012
(201)
-
▼
ottobre
(23)
- Tutte le immagini dell'Uragano SANDY
- Il Cavaliere furioso costa 1,5 mld agli italiani. ...
- “Salone del Gusto”. 26 aziende nissene a Torino
- Comunque la si pensi, Giuseppe Grillo ha vinto. Un...
- New York, 375mila persone evacuate e scuole chiuse...
- Reggio Calabria, ex sindaco: ‘Stato potere insensi...
- Sicilia, alle 19 ha votato il 37,6 per cento Exit ...
- Berlusconi sulla sentenza Mediaset: "Condanna poli...
- Processo Mediaset, Berlusconi condannato 4 anni di...
- Il Pomodoro Siccagno e la lenticchia prodotti a Vi...
- Bpm, Santanchè smentita dalle carte: “Ottenuto cre...
- Dell’Utri: “Pronto a creare un’altra Forza Italia....
- Severino: “Oggi nuova Tangentopoli. Gravissimo luc...
- Da La Russa, alla Santanchè a Paolo Berlusconi, “t...
- Mediobanca e Corriere, le chiavi del salotto che i...
- Regione Lombardia, arrestato Zambetti "Soldi alla ...
- Il Viminale scioglie per mafia il comune di Reggio...
- Un mosaico fra parole, immagini e suoni. I 150 ann...
- Qui Awa Guajà, Amazzonia, Brasile "La tribù più mi...
- Fiorito al contrattacco "Nel Pdl sapevano tutto"
- Condannati ineleggibili, Patroni Griffi conferma "...
- Fondi Pdl, Franco Fiorito in cella da solo prima n...
- Arrestati carabiniere e poliziotto Progettavano ra...
-
▼
ottobre
(23)