sabato 13 maggio 2017

Papa a Fatima, Francisco e Giacinta sono santi

I due pastorelli di Fatima Francisco e Giacinta Marto sono santi: papa Bergoglio ha infatti letto la formula canonica che li iscrive nel registro dei santi. Lo ha fatto nella messa davanti al santuario che ricorda le apparizioni cominciate il 13 maggio del 1919, delle quali beneficiò anche la cugina Lucia. I due piccoli veggenti erano stati beatificati da papa Wojtyla, qui a Fatima, il 13 maggio del Duemila. Di Lucia, morta nel 2010, è in corso il processo di beatificazione.La canonizzazione;- Dopo la veglia di ieri, con la suggestione di 600.000 candele accese nella notte a dimostrazione dell'attaccamento dei portoghesi, e non solo, al messaggio di Fatima, tutto è pronto nella spianata davanti al santuario per la messa che papa Francesco celebrerà alle 10 ora locale (le 11 in Italia), per la canonizzazione di Giacinta e Francisco Marto, i due pastorelli che dal 13 maggio 1917, esattamente cento anni fa, ebbero visioni della Vergine, riconosciute dalla Chiesa come fenomeno soprannaturale già nel 1930. Prima di celebrare la messa, l'agenda del Papa prevede un incontro privato, nella saletta di ricevimento della Casa "Nossa Senhora do Carmo", con il primo ministro del Portogallo, Antonio Luis Santos da Costa. Dopo la messa il Pontefice pranzerà con i vescovi portoghesi e il seguito papale e successivamente, dopo una breve cerimonia di congedo nella base aerea militare di Monte Real, partirà per Roma. L'arrivo è previsto all'aeroporto di Ciampino per le 19,05, ora italiana.Papa a Fatima:imploro concordia popoli.Viaggio speciale- "Imploro per il mondo la concordia tra tutti i popoli"; "vengo come profeta e messaggero", "e come vescovo vestito di bianco ricordo tutti coloro che, vestiti di candore battesimale, vogliono vivere in Dio e recitano i misteri di Cristo per ottenere la pace". Il Papa, nel suo primo discorso pubblico in Portogallo, ha fatto ricorso anche alle parole del "terzo segreto" di Fatima (che descriveva un "vescovo vestito di bianco caduto a terra come morto", e nelle quali papa Wojtyla identificò se stesso dopo l'attentato di Ali Agca), per portare davanti alla Madonna e "le gioie dell'essere umano" e "i dolori della famiglia umana". Lo ha fatto nella preghiera nella cappellina delle apparizioni, che sorge nel luogo dove il 13 maggio del 1917 i tre pastorelli videro per la prima volta la Vergine, per dare al suo viaggio - un "viaggio un po' speciale", lo ha definito in volo verso Fatima salutando i giornalisti - il senso di una missione dedicata alla fine di ogni conflitto. Si tratta infatti in tutto e per tutto di un pellegrinaggio, durante il quale, il Papa vuole soprattutto rinnovare la preghiera per la pace e la speranza per il mondo. La Chiesa riconobbe il carattere soprannaturale delle apparizioni già nel 1930, anche se i contenuti dei "segreti" affidati dalla Vergine ai tre pastorelli, essendo rivelazioni "private", non vincolano i cristiani a credervi. Nella cappellina il Papa ha pregato a lungo in silenzio, e poi ha letto la preghiera. Nel santuario tornerà dopo cena, per recitare il rosario e rivolgere un saluto pubblico ai malati. Bisognerà chiedere a papa Francesco cosa abbia voluto intendere precisamente ricorrendo all'immagine del "vescovo vestito di bianco". Da sempre, la Chiesa ha riconosciuto nel messaggio di Fatima una attenzione alle sofferenze dei cristiani, e dei papi con loro. Suor Lucia, dopo la divulgazione completa del "terzo segreto", nel Duemila, ricordò che lei e i cuginetti, quando la Madonna gli parlava del dolore del papa, neppure sapevano come si chiamasse allora il papa regnante. Stasera papa Francesco si è collocato come vescovo vestito di bianco accanto a tutti i battezzati, vestiti di "candore battesimale", che pregano per ottenere la pace. Se seguiremo l'esempio di Giacinta e Francisco e di quanti "si consacrano all'annuncio del Vangelo", ha detto ancora papa Bergoglio, "percorreremo così ogni rotta, andremo pellegrini lungo tutte le vie, abbatteremo tutti i muri, e supereremo ogni frontiera, uscendo verso tutte le periferia, manifestando la giustizia e la pace di Dio". Nel tragitto dalla base militare dove è atterrato e dove ha incontrato il presidente della Repubblica, il Papa è stato accolto con molto calore, da una discreta folla di gente. Non essendoci stati discorsi pubblici nell'incontro tra il Papa e il presidente del Portogallo, Marcelo Rebelo, svoltosi in una sala della Torre di controllo della base aerea militare di Monte Real, papa Francesco apre di fatto il viaggio con parole di preghiera. Come noto occasione di questo suo 19.mo viaggio internazionale è la commemorazione del centenario delle apparizioni e, nella messa di domattina, la canonizzazione di Francisco e Giacinta Marto, cugini di Lucia dos Santos, poi divenuta suor Lucia e monaca carmelitana, vissuta fino a 97 anni e custode del messaggio di Fatima per tutto il Novecento. Papa Francesco ha lasciato in dono nella cappellina delle apparizioni del santuario di Fatima - dove è stato accolto da circa mille bimbi - la "Rosa d'oro", che è un dono esclusivo dei sommi pontefici in visita mariana. E' in argento, composto da una base in marmo rosa, sormontata da un vaso in argento;">con lo stemma papale, da cui partono i rami con tre rose e le foglie.

domenica 7 maggio 2017

Papa Francesco ai sacerdoti: “La doppia vita dei preti è una brutta malattia della Chiesa”

Il discorso di Bergoglio arriva in occasione della messa per l'ordinazione dei nuovi preti a San Pietro. Il Pontefice invita anche a "predicare in modo semplice" e a essere "pastori" e non "signori".
di  | 7 maggio 2017

Papa Francesco ai sacerdoti: “La doppia vita dei preti è una brutta malattia della Chiesa”


“La doppia vita è una brutta malattia nella Chiesa”. È l’ammonimento di Papa Francesco ai sacerdoti, nell’omelia durante la messa per l’ordinazione dei nuovi preti a San Pietro. I sacerdoti, ricorda ancora il pontefice, “sono stati eletti da Cristo non per fare carriera ma per svolgere il loro servizio”. A tal proposito, Francesco esorta a “predicare in modo semplice“, a “non essere intellettuali ma parlare al cuore”. Perché “le parole, senzal’esempio di vita, non servono”.
Bergoglio ha pronunciato l’omelia rituale, ma l’ ha integrata con diverse osservazioni a braccio, parlando in particolare del ruolo dei sacerdoti all’interno della comunità, spiegando che i preti “sono stati addetti dal Signore Gesù non per fare carriera, ma per fare questo servizio”. E ha aggiunto che “un presbitero che ha studiato forse tanta teologia e ha fatto una, due, tre lauree ma non ha imparato a portare la croce di Cristo non serve: sarà – ha spiegato Bergoglio – un buon accademico, un buon professore, ma non un sacerdote”.
Poi ha invitato a far visita ai malati, “compito anche doloroso” ma necessario e che “avvicina a Cristo”. Infine ha esortato a non essere “signori” ma “pastori“. E alla fine della recita del Regina Coeli a San Pietro, papa Francesco ha incoraggiato l’associazione Meter, “che da oltre 20 anni contrasta ogni forma di abuso sui minori”, ad andare “avanti con coraggio”, ringraziandoli poi per il loro “impegno nella società e nella Chiesa”. Sono 10 i nuovi sacerdoti ordinati da Papa Francesco nel giorno in cui la Chiesa celebra anche la giornata mondiale di preghiera per le vocazioni, di cui sei per la diocesi di Roma.
E proprio oggi Dagospia ha pubblicato un’indiscrezione su un giovane sacerdote “che opera nei comuni del Centro Italia devastati dal terremoto” e arriva a spendere anche 3mila euro a notte per festini a base di prostituticrack e cocaina. Solo due anni fa, lo scandalo che aveva coinvolto l’ex abate di Montecassino Pietro Vittorelli, anche lui dedito a feste private con escort e droga, al quale la Guardia di finanza aveva sequestrato 500mila euro di cui il sacerdote si era appropriato indebitamente, prelevandoli dai conti del monastero.

domenica 6 novembre 2016

Giubileo dei carcerati, Papa Francesco: “Ipocrita chi vede la prigione come unica via”. E chiede un “atto di clemenza”




Cronaca



Bergoglio ai numerosi detenuti: "Ogni volta che entro in un istituto penitenziario mi domando 'perché loro e non io? Tutti abbiamo la possibilità di sbagliare'". Ha proposto pene alternative alla detenzione che "tocca nell'intimo" e ha chiesto il "miglioramento delle condizioni di vita nelle carceri, affinchè sia rispettata dignità umana". Il ministro Orlando in un'intervista ad Avvenire esprime dubbi sulla possibilità di un'amnistia

venerdì 13 novembre 2015

Una minaccia al giorno, tra spari, macchine bruciate e insulti: la vita nel terrore degli amministratori locali

Il rapporto di Avviso Pubblico sugli atti intimidatori contro sindaci, assessori e consiglieri. E lo scorso anno si sono quadruplicati i casi di aggressione fisica. Il sindaco di Reggio: "Al Sud è una guerra, governo ci aiuti"

ROMA - Gli sparano, tentano di accoltellarli, gli bruciano le macchine, li aspettano sotto casa per pestarli a sangue, gli scrivono lettere anonime o li insultano pubblicamente. Continua a crescere il numero degli amministratori locali aggrediti quotidianamente in Italia. Lo afferma nel suo rapporto annuale Avviso Pubblico, l'associazione degli enti locali che s'impegnano a promuovere legalità e democrazia sui territori che governano.

Uno studio che questa mattina sarà presentato ufficialmente a Napoli, nell'ambito del convegno "Quale Antimafia per il futuro", e che restituisce una fotografia del Paese per nulla rasserenante.

Nel 2014 gli atti intimidatori e di minaccia nei confronti di sindaci, assessori, consiglieri e burocrati degli enti locali sono stati 361, praticamente uno al giorno. Con un incremento rispetto all'anno precedente del 3%. Un fenomeno in crescita costante, ma anche in evoluzione. Rispetto al 2013, ad esempio, lo scorso anno si sono quadruplicati i casi di aggressione fisica.

Complessivamente si tratta di un fenomeno che ha interessato 18 regioni, 69 province e 227 comuni. Come sempre è "ancora una volta il Sud d'Italia con il 64% dei casi l'area geografica dove gli amministratori locali e il personale della Pubblica amministrazione risultano maggiormente esposti". Un'area geografica seguita dal Nord Italia con il 14% dei casi e il Centro Italia con il 12%.

Secondo i dati di Avviso Pubblico a livello regionale, il primato spetta alla Sicilia (70 casi, pari al 20% del totale), seguita dalla Puglia (54 casi, pari al 15% del totale) e dalla Calabria e Campania (entrambe con 52 casi, pari al 15% del totale). Seguono le regioni del Centro-Nord, tra cui il Lazio (8%), la Lombardia (4%), il Veneto e la Liguria (3%). A livello provinciale, il primato degli amministratori sotto tiro spetta alla provincia di Napoli (29 casi), seguita da quella di Palermo (28 casi), Cosenza e Roma (19 casi), per concludere con quella di Foggia (15 casi).

LE MINACCE
Se fino a qualche anno fa le minacce erano spesso indirette gli ultimi dati forniscono un dato che mette di gran lunga al primo posto quelle dirette (83% dei casi). Nel mirino ci sono soprattutto i sindaci (47% dei casi), seguiti dagli assessori (25%) e dai consiglieri (19%) e in particolare, dai capigruppo di forze politiche.

Nella maggior parte dei casi, quindi, si tratta di persone che hanno un ruolo specifico e definito all'interno delle istituzioni locali, cui si accompagna la possibilità di esercitare determinati poteri di carattere decisionale. E se un tempo gli amministratori bersagliati erano quelli dei piccoli comuni, ora affiorano in maniera consistente anche quelli di comuni importanti e capoluogo.

È, ad esempio, il caso di Catania (Enzo Bianco), Livorno (Alessandro Cosimini), Lucca (Alessandro Tambellini), Monza (Roberto Scanagatti), Palermo (Leoluca Orlando). A Firenze, è stato colpito l'allora vice Sindaco e attuale primo cittadino Dario Nardella; a Venezia il vice Sindaco, Sandro Simionato. Un atto intimidatorio è stato compiuto anche nei confronti del Presidente della Provincia di Salerno, Antonio Iannone e di quello della Provincia di Barletta-Andria-Trani, Francesco Spina.

Il 13% dei casi riguarda poi i dirigenti, funzionari e impiegati. Si tratta, in particolare, di comandanti e agenti di Polizia municipale; di responsabili degli uffici tecnici, del personale, dei servizi di fornitura dell'acqua e della raccolta e trattamento rifiuti; di assistenti sociali; di commissari prefettizi che amministrano comuni sciolti per mafia; di commissari straordinari e presidenti di enti; e persino dei responsabili degli uffici stampa.

INCENDI
Tra le forme di intimidazione ci sono sempre gli incendi (31% dei casi) così come nel 2013. Le fiamme sono state appiccate di notte ed hanno distrutto automobili di proprietà personale (64% dei casi), oltre che mezzi dell'amministrazione pubblica (17%), strutture e uffici pubblici (10%). A fuoco sono andate anche abitazioni di amministratori, attività commerciali e aziende di loro proprietà (9%). Restano molti casi di minacce scritte come le lettere contenenti minacce di morte (46% dei casi); lettere che, insieme ad uno scritto, contengono anche dei proiettili (calibro 7,65, 38, 357 magnum, pallottole di fucile, ecc.) o una foto della persona che si vuole minacciare con segni (es. croci) e simboli (32% dei casi); lettere diffamatorie; messaggi minacciosi e intimidatori postati sui profili Facebook.

LE AGGRESSIONI FISICHE
Dato allarmante è l'aumento di casi di aggressione fisica che si sono quadruplicate rispetto all'anno precedente (12%). Aggressioni che si sono concretizzate in agguati compiuti soprattutto da parte di singole persone che hanno dato schiaffi, tirato pugni, bastonate e spintoni, non solo in luoghi pubblici  -  lungo strade, vie o piazze, magari al termine di un comizio pubblico  -  ma anche all'interno degli uffici comunali com'è accaduto, ad esempio, ai sindaci di Frattamaggiore (Na) e di Ampezzo (Ud). Non sono mancati anche casi di tentato omicidio attraverso l'accoltellamento come a Pompei, in Campania nei confronti dell'ex Sindaco, Claudio D'Alessio. Lo sparo con arma da fuoco, come a Lula, in Sardegna, nei confronti dell'ex vice Sindaco Giovanni Cabua. E il tentativo di investimento con un'auto avvenuto ad Ardea, nel Lazio, nei confronti del consigliere Luca Fanco.

ARMI E ORDIGNI
Raddoppiati risultano i casi in cui si è fatto ricorso ad armi e ordigni (8% dei casi). Per quanto concerne le armi, queste sono state impiegate per sparare contro case e auto personali, contro mezzi e uffici pubblici. Gli ordigni impiegati sono stati di vario tipo: bottiglie molotov, petardi, bombe carta, veri e propri esplosivi, come avvenuto nel caso di un assessore del Comune di S. Vito dei Normanni (Br). L'uso di ordigni si è registrato in Calabria (provincia di Cosenza), Campania (provincia di Napoli e Caserta, in particolare, in quest'ultimo territorio, contro la Sindaca di Recale) e Puglia (in provincia di Brindisi e di Taranto).

LE REAZIONI 
"Il rapporto di Avviso Pubblico sulle intimidazioni agli amministratori locali disegna un quadro davvero preoccupante. E' necessario intervenire con misure concrete che evitino di lasciare soli i Sindaci in trincea, soprattutto in territori difficili come quelli del Sud" dichiara il Sindaco di Reggio Calabria Giuseppe Falcomatà. "La situazione ha ormai raggiunto i connotati di una vera emergenza e come tale necessita di un intervento deciso ed organico. Non bastano più
i provvedimenti spot. Quella che si consuma su alcuni territori è una vera e propria guerra. Chiederò di affrontare la questione all'interno dell'Anci con l'obiettivo di presentare al Governo una proposta organica sul tema della sicurezza".

giovedì 12 novembre 2015

Per l'ex abate di Montecassino 34mila euro al mese per la carta di credito con i soldi della carità




Viaggi, cene e lussi di Pietro Vittorelli indagato, insieme al fratello accusato di riciclaggio, per appropriazione indebita del denaro del monastero



12 novembre 2015



E' bufera sull'Abbazia di Montecassino dopo il sequestro di beni a carico di Pietro Vittorelli e di suo fratello Massimo, indagati l'uno per appropriazione indebita e l'altro per riciclaggio per aver sottratto dalle casse del monastero più di 500mila eurodestinati alle opere di carità e di averli invece usati per scopi privati. Un'accusa pesante come un macigno. La comunità monastica resta in silenzio, l'attuale abate, Dom Donato Ogliari, nominato nel 2014 da Papa Francesco, non rilascia dichiarazioni e ieri era a Firenze. Ma sull'Abbazia, culla della cristinanità in provincia di Frosinone e fondata da San Benedetto, si è abbattuto uno scandalo che da ieri fa parlare di sé. E che qualcuno, vista la vita sregolata dell'ex abate, aveva forse previsto.

La storia è iniziata circa un anno fa a seguito di una segnalazione dell’Uif, l’Unità di informazione finanziaria di Bankitalia: qualcosa non tornava nei conti della diocesi. È partita così un’indagine che ha permesso ai finanzieri di ricostruire le ruberie dal 2008 al 2013, quando Vittorelli ha lasciato l'incarico per problemi di salute. Gli investigatori, coordinati dal pubblico ministero di Roma, Francesco Marinaro, hanno ricostruito decine di prelievi e versamenti: 141mila sottratti dal conto Ior dell’Abbazia e giustificato anche dall’Aif, l’Autorità di informazione finanziaria vaticana, come denaro prelevato per fini caritatevoli, 200mila euro sempre dallo stesso conto; e poi 202.000, 44.500 e 164.900. Denaro che l’abate girava al fratello, promotore finanziario, che lo nascondeva, lo ripuliva e poi lo faceva riapparire su qualche conto cointestato a sé e al fratello religioso o alla moglie.

Ma che l’abate di Montecassino fosse un personaggio controverso con una vita da nababbo non lo si scopre oggi. C’è chi racconta di cene romane e londinesi a base di ostriche a champagne da 700 euro e la sua carta di credito registra spese da 34mila euro mensili. E, ancora, viaggi in mezzo mondo e alberghi a cinque stelle: solo a Londra avrebbe speso di hotel 7mila euro, da sommare ai 2mila dilapidati nella boutique di Ralph Lauren. Mentre una minivacanza a Milano al Principe di Savoia gli è costata 2mila euro. E tra i beni sequestrati ieri dalla Guardia di Finanza (per la maggior parte conti correnti) sono spuntate anche due case a Roma intestate al fratello Massimo.
Suonai ma non mi fu aperto, era la casa della Carità di Cassino.

Vittorelli aveva anche velleità politiche.
 Dopo la grave  crisi cardiaca, la lunga degenza e il periodo di riabilitazione, anche in una clinica svizzera, che lo hanno portato lontano da Montecassino, l'ex abate, che vive a Roma, lo scorso settembre era ricomparso in pubblico nel frusinate in occasione della convention di Forza Italia al Palazzo della Fonte a Fiuggi, con tutti i big azzurri e del centrodestra. Nell'ultimo periodo si era mostrato vicino al Partito Popolare Europeo e si vociferava addirittura di una sua possibile candidatura.

giovedì 5 novembre 2015

Le spese pazze del cardinale Pell: 500mila euro in 6 mesi per abiti, viaggi e arredi

giovedì, 5 novembre 2015

Pell Cardinale Vaticano Papa Francesco
(Franco Origlia/Getty Images)
Il cardinale australiano George Pell, ex arcivescovo di Sydney e attuale prefetto della Segreteria per l’Economia della Santa Sede, era balzato agli onori della cronaca dopo essere stato accusato inun’inchiesta australiana di aver aiutato alcuni preti sospettati di pedofilia, spostandoli da una parrocchia all’altra, coprendoli per proteggere l’arcidiocesi e il suo patrimonio. Ora torna sulle prime pagine dei giornali in questi giorni, in seguito alle tante rivelazioni uscite dopo lo scandalo Vatileaks 2, come ormai molti media lo stanno definendo.
Tra i documenti segreti usciti con l’inganno dalle stanze del Vaticano hanno infatti destato parecchio scalpore quelli che riportano le spese sostenute da Pell. Come si può leggere nel libro “Avarizia”, realizzato in gran parte proprio utilizzando quelle fonti segrete, “da luglio 2014 a gennaio 2015 gli esborsi hanno infatti toccato i 501 mila euro”. Una cifra veramente impressionante che lascia interdetti se si va a vedere il dettaglio delle varie voci. Tra le altre si possono leggere un sottolavello da 4600 euro, alcuni metri di tappezzeria da 7292 euro, 47mila euro di mobili e arredi vari. Per non parlare dei 2508 euro spesi presso la sartoria Gammarelli, storico negozio che dal 1798 veste la curia romana.
Poi c’è tutto il capitolo viaggi fatti sempre ed esclusivamente in business class. Roma-Londra a 1103 euro, Roma-Dresda 1150 euro e un altro viaggio verso l’Inghilterra a 1200 euro. E questi sono solo alcuni esempi dei tantissimi spostamenti di lusso effettuati dal cardinale Pell e dal vice Casey.
Insomma una situazione fuori controllo che fa letteralmente a pugni con tutte le indicazioni date da Papa Francesco sin dall’inizio del suo pontificato. Si parlava qualche tempo fa della spending review imposta da Bergoglio a tutti i livelli ecclesiastici. Forse la comunicazione non è arrivata chiaramente a Pell che ha continuato a fare i propri comodi come se niente fosse.
F.B.

Per i casi di Pell e Barros Contro gli esperti di pedofilia nominati dal Papa criticato il Vaticano Le accuse pubbliche dure mostrano il ruolo crescente di esperti José Manuel Vidal,

 5 Giugno 2015 a 15:53


 La pioggia di accuse e denunce pubbliche sono un segno del malessere della commissione per la lentezza di procedere Vaticano
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In Plaza de San Pedro

 Francesco I in Plaza de San Pedro
I membri della commissione per la protezione dei minori stabiliti dal Papa Francesco non ha esitato a criticare le azioni dei cardinali o la nomina dei vescovi e laici spesso in imbarazzo il Vaticano.

In pochi mesi, due decisioni del Papa hanno generato reazioni del pubblico di alcuni dei 17 membri del comitato che il papa Francisco creato 12 mesi fa per combattere la pedofilia nella Chiesa.

L'ultimo caso è stata la nomina del Cardinale George Pell australiano in una posizione equivalente a Ministro dell'Economia per lo Stato del Vaticano. Pell è stato accusato da una vittima di abuso sessuale di voler comprare il suo silenzio.

Da parte sua, il cardinale, che nega le accuse, si è detto disposto a comparire di nuovo davanti a una commissione d'inchiesta la questione in Australia.

Un altro caso famoso è stata la nomina di Papa all'inizio di quest'anno il vescovo cileno, Juan de La Cruz Barros, che ha generato forti critiche da parte di questo gruppo per le accuse di abusi appeso sopra la religiosa.

Poi, alcuni membri della commissione hanno espresso pubblicamente la loro "preoccupazione" dopo Barros ha assunto l'incarico di vescovo di Osorno, una città nel sud del Cile.

Nel giro di due membri della commissione, Peter Saunders capo dell'Associazione Nazionale per i bambini maltrattati in Gran Bretagna (APAC) e gli irlandesi Marie Collins, che rappresentano le vittime di abusi sessuali.



"Cardinale George Pell è la Chiesa e la sua autorità è, dunque, immenso in Vaticano. Sarebbe una enorme spina nel fianco di Papa Francisco se si autorizza a rimanere in carica", ha detto Saunders in un'intervista per l'australiano Channel Nine .

La Commissione per la protezione dell'infanzia ricorda ai membri Martedì che "non è competente a discutere singoli casi o indagini in corso." Ma ha anche chiesto ai vescovi e cardinali per combattere gli abusi, dicendo che coloro che sono in una "posizione di autorità deve agire rapidamente e in modo trasparente con la chiara intenzione di far sì che la giustizia faccia il suo corso."

Marco Politi, vaticanista e biografo di Papa, i membri del comitato si sentono in dovere di denunciare e criticare la frustrazione gerarchia per l'atteggiamento vile della Santa Sede per combattere il problema.

"La pioggia di accuse e denunce pubbliche sono un segno del malessere della commissione per la lentezza di procedere Vaticano", ha detto Politi.

Il gruppo di consulenti, molti dei quali sono psichiatri di fama, è strettamente collegata con le associazioni di vittime di abusi da parte di religiosi e sono molto scettico e critico delle azioni del Vaticano.

Inoltre, dato che molti non sono ufficialmente legati al Vaticano, si sentono liberi di commentare senza indulgenza o ciò che essi considerano disfunzionale trasparente.

Le accuse pubbliche dure mostrano il ruolo crescente di esperti all'interno del Vaticano e spesso sono visti dai funzionari della Santa Sede come ingiusto ed esagerato. Tuttavia, Polini ha osservato che dopo la sua costituzione, la Commissione non ha emesso direttive e ha creato una commissione centrale per informare il papa dei casi in cui le autorità ecclesiastiche hanno scelto di non agire.