mercoledì 2 ottobre 2013

"Il Papa ad Assisi saprà sorprenderci" I francescani e un viaggio simbolico





Venerdì per la prima volta un pontefice con il nome Francesco arriverà nella terra in cui nacque il santo col saio. Sono attesi oltre 100mila pellegrini. Una visita che è quasi un manifesto per il nuovo corso della Chiesa: su ambiente, pace, povertà. Parlano l'ex ministro generale dei frati minori, chiamato da Bergoglio in curia, e i religiosi del Sacro convento
"Il Papa ad Assisi ci sorprenderà ancora". José Rodríguez Carballo conosce bene le sorprese di Bergoglio: era il ministro generale dei frati minori di san Francesco quando il pontefice argentino, appena eletto, lo ha scelto come segretario della Congregazione per gli istituti di vita consacrata e lo ha elevato a dignità di arcivescovo. È stata la prima e inattesa nomina di un papa che, di recente, ha dichiarato di non essere propenso a prendere decisioni impulsive. Lasciata la guida dell'ordine, Carballo in Vaticano è diventato il francescano più vicino al pontefice gesuita. E venerdì, quando per la prima volta un papa col nome di Francesco arriverà nella terra in cui nacque il santo con il saio, lui sarà al suo fianco, in mezzo alla folla degli oltre centomila pellegrini attesi per quel giorno. Numeri che, secondo il custode del sacro convento padre Mauro Gambetti, testimoniano quanto siano ancora vivi "il senso dell'umanità, profondamente rappresentata da Francesco, e del vivere insieme". "Ci auguriamo  -  ha aggiunto il religioso  -  che rimangano attuali anche oltre il 4 ottobre". Mentre Marco Tasca, ministro generale dell'ordine francescano Frati Minori Conventuali, insiste sul tema della povertà: "Ci aspettiamo, al centro dei discorsi di papa Francesco ad Assisi, un forte richiamo al tema della povertà della Chiesa nel suo insieme ma anche di ogni singolo cristiano. Non per fare dello sterile pauperismo, ma per annunciare al mondo e a ogni uomo che la vera e unica ricchezza della Chiesa e del cristiano è Gesù Cristo amato sopra ogni cosa. Rinnovare la Chiesa non significa cambiare qualcosa, per un certo tempo, dentro un quadro di sostanziale immobilità. Significa, piuttosto, come ha fatto san Francesco agli inizi del '200, dare pieno credito al Vangelo".

Bergoglio arriverà in elicottero e dietro di lui viaggeranno anche gli otto cardinali componenti il consiglio per la riforma della curia, che fino a giovedì saranno in riunione con il pontefice. Appena atterrato ad Assisi, attorno alle 8 di mattina, il primo incontro lo riserverà ai bambini disabili e ammalati ospiti dell'Istituto serafico. Poi sarà il momento della preghiera davanti al crocifisso del santuario di San Damiano, dove san Francesco ricevette il mandato a "riparare" la Chiesa. È il primo dei nove luoghi sacri di Assisi nei quali il pontefice andrà nel corso della giornata: visiterà le suore di clausura nella basilica dedicata a santa Chiara, dialogherà con i poveri nella sala del vescovado, dove il santo si svestì e riconsegnò al padre i suoi abiti. Anche il pranzo il pontefice lo vivrà insieme alle persone che ogni giorno ricevono un pasto caldo dalla Caritas diocesana. E poi un altro momento lo trascorrerà con i giovani, alle 17,30 davanti alla chiesa di Santa Maria degli Angeli, poco prima di visitare la Porziuncola.

Ma la fase centrale del pellegrinaggio di Bergoglio ad Assisi è la visita e la preghiera alla tomba di san Francesco e poi la messa celebrata alle 11 davanti alla basilica superiore. Carballo sarà tra i concelebranti, come è avvenuto in occasione della liturgia di inizio pontificato, quando Bergoglio lo volle vicino. In quell'occasione Francesco fece un richiamo alla custodia del creato che sembrò un ulteriore intreccio con il carisma del santo di Assisi: "E' uno degli aspetti che li accomuna  -  commenta il frate arcivescovo  -  perché in entrambi l'ecologia è vissuta come sacramento, come richiamo all'essenza delle cose, al Creatore, che è il tutto, il sommo bene, la bellezza: nella custodia del creato si lavora per il benessere dell'uomo e si diventa quindi partecipi di una nuova creazione". Ma da Assisi Carballo si aspetta di sentir pronunciare anche un richiamo alla pace: "L'appello di papa Bergoglio per la Siria  -  dice l'ex ministro dei minori  -  ha mosso tanti cuori. E ha ricordato quello che ha fatto san Francesco nel 1218, quando in piena crociata è andato in Terra Santa, proprio nell'attuale Siria, e mentre i crociati usavano le armi contro l'islam, ha promosso il dialogo presentandosi da solo davanti al sultano. Dove non sono arrivate le armi è arrivata la semplicità di un uomo, Francesco. Allora come adesso. E senza nascondere la propria fede ma facendosi ambasciatori nella diversità di un progetto basato sulla pace e la riconciliazione".

Proprio la semplicità è secondo Carballo la chiave del successo di Bergoglio: "Il Papa ha adottato quella che francescanamente viene chiamata la minorità come espressione del suo ministero petrino e questa è stata una scelta in linea con il modello di Gesù Cristo, ma anche con le attese dalla gente, che apprezza ogni gesto del pontefice perché vi riconosce un cuore evangelico".

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