sabato 26 marzo 2011

Pier Paolo Pasolini La poesia Pasolini e gli italiani...


[...]
L'intelligenza non avrà mai peso, mai
nel giudizio di questa pubblica opinione.
Neppure sul sangue dei lager, tu otterrai
da uno dei milioni d'anime della nostra nazione,
un giudizio netto, interamente indignato:
irreale è ogni idea, irreale ogni passione,
di questo popolo ormai dissociato
da secoli, la cui soave saggezza
gli serve a vivere, non l'ha mai liberato.
Mostrare la mia faccia, la mia magrezza -
alzare la mia sola puerile voce -
non ha più senso: la viltà avvezza
a vedere morire nel modo più atroce 
gli altri, nella più strana indifferenza.
Io muoio, ed anche questo mi nuoce.

[Testo in inglese]
Intelligence will never have much value
in the collective judgment of this public's opinion.
Not even the blood of concentration camps
could draw from a million of our nation's souls
a clear judgment of pure indignation.
Each idea is unreal, every passion unreal,
in a people who lost their unity centuries ago
and use their gentle wisdom
only to survive, and not to gain freedom.
To show my face -my leanness-
to raise a single, childlike voice,
makes sense no longer. Cowardice accustoms us
to seeing others die atrociously,
locked in the strangest indifference.
So I die, and this too causes me pain.

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