Il ministro Cancellieri: "Un atto sofferto, fatto a favore della città". La pesantissima relazione del Prefetto
di GIUSEPPE BALDESSARRO
Il consenso nel Cdm è stato unanime: il Comune di REggio è in pieno dissesto finanziario "ma speriamo che il Commissario riesca ad aveitare il crac" ha detto la Cancellieri. Lo scioglimento è stato decretato "per la contiguità con alcuni ambienti" e per "alcune azioni" o omissioni che facevano pensare appunto ad una "contiguità". "Lo scioglimento riguarda questa amministrazione, non quella precedente ed è un atto preventivo, non sanzionatorio".
L'INCHIESTA DI REPUBBLICA 2
La relazione. Il prefetto di Reggio Calabria, Vittorio Piscitelli era stato piuttosto
Ad Arena, la relazione concede una sola attenuante. Ossia lo scioglimento della Multiservizi, società infiltratta dalla cosca Tegano. Passaggio che tuttavia è stato imposto dal fatto che la Prefettura non aveva più rilasciato il certificato antimafia alla componente privata dell'azienda a maggioranza pubblica. In altri termini se qualcosa è stato fatto, non sembra essere stato il frutto di valutazioni dell'attuale governo cittadino.
I consiglieri inquisiti. La relazione passa allo scanner degli esperti, ad esempio, i consiglieri comunali e i componenti della giunta eletti nel 2011, di cui analizza rapporti di parentela e frequentazioni. Ci sono intere pagine dedicate ad esempio a Giuseppe Plutino, il consigliere del Pdl detenuto con l'accusa di concorso esterno in associazione mafiosa, e alle amicizie discutibili di Pasquale Morisani (assessore al Lavori pubblici) con il boss Pasquale Crucitti. Senza dimenticare della vicenda dell'allora assessore all'Urbanistica Luigi Tuccio, genero (anche se non formalmente sposato) di Giuseppa Santa Cotroneo, madre di Giampiera Nocera. La Cotroneo, è finita mano e piedi nell'inchiesta "Lancio" del Ros dei carabinieri per avere offerto riparo alla latitanza del boss Domenico Condello. Tra l'altro la compagna di Tuccio è sorella di Bruna Nocera sposata da 20 anni a Pasquale Condello, fratello del latitante, cugino e omonimo de 'U Supremu', fondacapo storico della cosca. C'è poi l'episodio dei funerali del boss Domenico Serraino, morto nel 2010. A quelle esequie, benché vietate in forma pubblica dal Questore, c'era l'attuale presidente del Consiglio Comunale (tra l'altro poliziotto in aspettativa) Sebi Vecchio.
Fin qui quanto si sapeva già, a cui va aggiunto che nella relazione vengono segnalate "posizioni a rischio", per altri componenti della maggioranza di centrodestra che sostiene Arena e per un componente dell'opposizione coinvolto per i guai giudiziari del padre.
I dipendenti e l'influenza dei clan. I commissari dell'Interno chiamati a svolgere il compito guidati da Valerio Valenti, (Antonio Giaccari e Michele Donega) e i tre tecnici che li hanno coadiuvati (Carlo Pieroni, tenente colonnello dei Carabinieri di Reggio; il tenente colonnello della Guardia di Finanza, Gerlando Mastrodomenico e il funzionario di polizia Enrico Palermo), non si sono fermati e continuando a scavare hanno messo assieme le schede personali di una quarantina di dipendente del Comune di Reggio (ovviamente si tratta di persone che occupano posti di responsabilità) legati a vario titolo ad esponenti della criminalità organizzata reggina. Tra essi, moltissimi funzionari ed alcuni dirigenti. C'è poi la partita vera, ossia quella degli appalti. Gran parte della relazione infatti disegna la mappa delle aziende in odore di 'ndrangheta che si sarebbero accaparrate decine e decine di commesse pubbliche affidate, anche in via diretta, da Palazzo San Giorgio. Ed è questa, secondo la relazione, la dimostrazione che i clan non solo hanno la possibilità di fare affari con il comune, ma che li hanno già fatti. Naturalmente non si tratta di aziende spuntate dal nulla con l'elezione di Arena, ma di società che anche durante l'amministrazione di Giuseppe Scopelliti (attuale governatore della Calabria) allungavano le mani sulle commesse del comune. Non solo appalti edili, le cosche infatti avrebbero addentella menti anche nelle stanze dei Servizi sociali con proprie aziende che operano con la benedizione del centrodestra anche nel terzo settore.
Le reazioni. Per il segretario del Pd, Pierluigi Bersani, "Lo scioglimento del consiglio comunale di Reggio Calabria per contiguità mafiosa deve farci riflettere sulla gravità alla quale è arrivata la situazione nel nostro Paese. Non è possibile che una larga parte del territorio nazionale debba fare i conti con una così forte infiltrazione delle organizzazioni criminali". Critico, invece, il presidente della Regiona Calabria, Giuseppe Scopelliti: "Se la scelta sarà politica assumeremo le nostre decisioni, chiedendoci se questa sia democrazia. Perchè - si è chiesto - in comuni limitrofi a quello di Reggio in cui sono state dimostrate evidenti commistioni tra amministratori e appartenenti al crimine organizzato, non si è proceduto con lo scioglimento?". Per Nichi Vendola, segretario del Sel, "ora i reggini hanno l'occasione e la possibilità di riscatto e di rinascita. La città che vuole cambiare può mettersi alle spalle questa indegna e triste stagione". Secondo il leader dell'Idv, Antonio Di Pietro questa contiguità rilevata nel comune di Reggio, "non è solo in Calabria, ma anche in amministrazioni del nord Italia".
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