L'ex premier contro la decisione dei giudici di Milano che lo hanno punito con 4 anni di reclusione. Cicchitto (Pdl): "Tentato omicidio politico". La difesa: "Assolutamente incredibile". Di Pietro difende la sentenza: "Tutti i nodi vengono al pettine". Diplomatico Franceschini (Pd): "Le sentenze non si commentano, si rispettano". Da Fini e Casini "no comment".
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ROMA - "È una condanna che posso tranquillamente definire politica, incredibile e intollerabile". Sono queste le parole di Silvio Berlusconi riguardo alla sentenza del tribunale di Milano 1che lo ha punito con 4 anni di carcere per frode fiscale nel processo Mediaset. Per l'ex premier non esiste "nessuna connessione" con la sua rinuncia a candidarsi di nuovo alla presidenza del Consiglio. "Io e i miei avvocati - spiega - ritenevamo impossibile una condanna".
Berlusconi poi sferra un duro attacco contro i magistrati: "Di certo non si può andare avanti così - aggiunge - e dobbiamo fare qualcosa: quando non si può contare sull'imparzialità dei giudici, un paese diventa incivile e barbaro e cessa di essere una democrazia. Oggi purtroppo è così". Per l'ex premier "le motivazioni della sentenza sono fuori dalla realtà". E spiega: "Sono accusato di essere socio di due imprenditori americani, uno dei quali non l'ho neppure mai conosciuto".
Il Pdl contro la sentenza. "È l'ennesima prova di un accanimento giudiziario nei confronti di Silvio Berlusconi". Così il segretario del Pdl, Angelino Alfano. Un duro attacco contro la decisione dei giudici arriva da Fabrizio Cicchitto, capogruppo del Pdl alla Camera: "Non si tratta di una sentenza - dice -, ma di un tentativo di omicidio politico visti non solo la condanna penale, ma anche l'interdizione di tre anni dai pubblici uffici". Il deputato azzurro poi aggiunge: "Purtroppo non da oggi diciamo che è in atto un uso politico della giustizia, in primo luogo contro Berlusconi". Anche Daniela Santanchè attacca: "Al generoso passo indietro di Berlusconi - spiega -, compiuto per rilanciare la sua grande battaglia per la libertà, fa oggi da contraltare un nuovo e rumoroso passo avanti della magistratura politicizzata". Poi si appella all'ex presidente del Consiglio affinché "riconsideri la sua scelta e torni in campo insieme a milioni di italiani che come me vogliono tenere alta la bandiera del garantismo e della libertà". Anche Giancarlo Galan è sulla stessa linea: ""Mi verrebbe voglia - spiega - di chiedere a Berlusconi di tornare in politica". Solidale Roberto Formigoni: ""Me ne dispiaccio - dice -, confermo il mio affetto e la mia stima".
Gli avvocati di Berlusconi. "Una sentenza assolutamente incredibile che va contro le risultanze processuali e che è totalmente sconnessa da ogni logica giuridica". Così i legali dell'ex premier, Piero Longo e Niccolò Ghedini.
Di Pietro difende la sentenza. Agli antipodi la reazione di Antonio Di Pietro: "Tutti i nodi vengono al pettine. Nonostante tutte le leggi ad personam che Berlusconi si è fatto e nonostante la continua delegittimazione e denigrazione dei magistrati, la verità è venuta a galla", dice il leader dell'Italia dei valori. "Da oggi - prosegue - gli italiani possono prendere atto che una sentenza di primo grado considera Berlusconi un delinquente".
La posizione del Pd. Diplomatico il commento del capogruppo del Pd alla Camera, Dario Franceschini: "Le sentenze non vanno commentate, solo rispettate. Berlusconi ha avuto sentenze positive, di prescrizione e di condanna. Ma questo non è oggetto di confronto politico. E comunque, per fortuna, non lo è più". Dà un giudizio politico Massimo D'Alema: "Quello che di Berlusconi secondo me è grave - spiega - non sono tanto i reati che non voglio giudicare, perché spetta ai magistrati, ma sono gravi i danni che egli lascia dietro di sé, pesantissimi, nella vita economica, sociale e nella finanza pubblica". Critica nei confronti dell'ex premier Rosy Bindi: "Anche se non è definitiva, questa sentenza rivela la gravità dei comportamenti di un importante imprenditore italiano, ma ciò che inquieta è che è stato a lungo presidente del Consiglio".
Casini e Fini non commentano. "Abbiamo sempre contrastato Berlusconi su piano politico e non abbiamo mai speculato sulle sue vicende giudiziarie. Non cominceremo certo adesso". Lo dice il leader dell'Udc, Pier Ferdinando Casini. "Nessun commento - afferma Gianfranco Fini, presidente della Camera -. Non l'ho fatto ieri e non lo faccio oggi".
Il dispiacere di Storace. "A me spiace per Berlusconi. Hasegnato la storia del Paese, non merita accanimento, comunque la si pensi. Galera, interdizione, che altro?". È il commento di Francesco Storace, segretario de La Destra.
Famiglia Cristiana. "Berlusconi, game over'. È l'icastico titolo di Famiglia Cristiana online nel commento sulla sentenza del processo Mediaset. "Dopo la pesantissima condanna per frode fiscale e l'interdizione per tre anni dai pubblici uffici - scrive il settimanale -, ora esce davvero dalla scena politica. E a farne le spese è il centrodestra".
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