La protesta va avanti fino al 25. A Palermo preso d'assalto l'ultimo distributore di benzina
Palermo20
gen. (TMNews) - Slitta di cinque giorni la fine della protesta degli
autotrasportatori siciliani aderenti alla sigla Aias, che stanno
paralizzando da una settimana l'intera regione, impedendo
l'approvvigionamento di prodotti alimentari e di carburante in tutta
l'isola. Secondo quanto si apprende dai rappresentanti del consorzio,
gli autotrasportatori "hanno ottenuto dalle questure siciliane la
proroga del termine della protesta" prevista inizialmente per la
mezzanotte di oggi. L'azione dei manifestanti, comunque, dovrebbe
arrecare meno disagi ai cittadini, esasperati dai giorni di blocchi e
presidi. Come spiega Martino Morsello, tra i promotori del "Movimento
dei forconi", infatti, "assieme agli autotrasportatori la protesta
continuerà fino a venerdì 25 gennaio nei presidi prestabiliti non
creando intralci alla circolazione nè tanto meno all'approvviggionamento
di merce di prima necessità. Occorre in questo momento dare visibilità
in tutto il mondo alla grande responsabilità che tutti i siciliani hanno
in questo momento difficile in cui si trova non solo l'economia
dell'isola ma anche le famiglie e le aziende di saper soffrire e avere
fiducia nelle istituzioni chiamate a un compito difficile, quello di
ridistribuire il reddito partendo dallo sviluppo delle aziende"Palermocome
altre città siciliane è ormai in ginocchio. In tutta l'isola sono una
trentina i blocchi messi in atto. Tutte le pompe di benzina sono a
secco, e gli automobilisti incolonnati in auto in prossimità dell'ultimo
distributore di carburante attivo, attendono fino a 10 ore nella
speranza di poter riempire anche un bidone di benzina. Gli scaffali dei
supermercati del capoluogo siciliano sono quasi vuoti. Difficile trovare
pasta, olio, latte, acqua minerale e succhi di frutta. Dall'altro lato
dell'isola, nel Ragusano, anche oggi il mercato ortofrutticolo di
Vittoria è rimasto chiuso. E mentre il presidente della Regione Raffaele
Lombardo annuncia l'incontro con il premier Monti, fissato per
mercoledì mattina aRomala Digos
comincia a indagare sulle eventuali infiltrazioni estremiste, sia di
destra che di sinistra, all'interno dei movimenti che stanno dando vita
alla protesta. Livello di guardia massimo anche da parte delle Procure
siciliane, dopo l'allarme lanciato ieri, e ribadito oggi, dal presidente
di Confindustria Sicilia, Ivan Lo Bello, che teme che dietro la
"rivolta" possano esserci matrici mafiose. Al momento non è stata
formalizzata nessuna denuncia in tal senso, ma alla luce della volontà
del movimento "Forza d'Urto" e del "Movimento dei forconi" di continuare
la protesta ad oltranza, non è escluso che nei prossimi giorni possano
scattare le prime indagini. xpa
Nessun commento:
Posta un commento