Le polveri hanno ucciso oltre mille persone tra soccorritori e superstiti - dall'inviato G. Pioli
Undici anni dopo il giorno che ha
cambiato il mondo a Ground Zero non ci saranno presidenti o politici
per celebrare la memoria, ma verranno letti solo i nomi delle vittime e
si allungheranno i momenti del silenzio
Dall’inviato Giampaolo Pioli
Dall’inviato Giampaolo Pioli
I pompieri di New York arrivano nella zona dove è crollata la prima torre (AFP) |
Questi gravi problemi sanitari, ben lontani dall’essere conclusi e risolti, hanno complicato la distribuzione dei 2,7 miliardi di dollari di aiuti che costituiscono il contributo federale alle vittime.
Barack Obama e George Bush, che lo scorso anno parteciparono insieme al decimo anniversario, questa volta non verranno a New York. Il presidente ha parlato del sacrificio degli americani la settimana scorsa nel suo discorso del sabato. Oggi parteciperà a una cerimonia alla Casa Bianca quindi visiterà l’ospedale dei militari feriti che hanno combattuto in Afghanistan e in Iraq. A Manhattan, invece, 100 ballerini vestiti di bianco inizieranno al Lincoln Center una danza della pace per 26 minuti e si fermeranno alle 8,46: l’ora in cui il primo aereo dei terroristi colpì la prima torre.
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IL SINDACO Bloomberg e il governatore Cuomo
stanno bisticciando e si passano la palla su chi dovrà pagare la
gestione del «monumento nazionale», gestione che supera i 300 milioni di
dollari all’anno, e che comprende anche il parco e le due grandi
fontane quadrate grandi come le impronte delle Torri Gemelle e che
portano sui bordi l’incisione dei nomi delle 2751 vittime. Lo sviluppo dell’intera area che va avanti da più di 10 anni è già costato 15 miliardi di dollari quando l’ultima rilevazione del 2008 ne fissava il costo finale a 11 miliardi.
C’È CHI parla di abusi, ritardi, speculazioni, errori, ma anche scandali edilizi dovuti ad appalti poco chiari. La Freedom Tower è in fase di completamento ma non verrà inaugurata prima della fine del 2013, anche in questo caso per dispute tra i costruttori e le autorità che hanno la proprietà del terreno. Il simbolico «National monument» che si staglia come una sorta di lama di cemento e acciaio fra la Freedom Tower e le cascate della memoria è praticamente già completato, ma è soltanto l’attrito tra i poteri politici della città e quelli dello Stato che ne ha sospeso e allontanato l’apertura.
Dall’inviato Giampaolo Pioli
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