Originario di Palermo, Domenico Stefano Licciardi è emigrato a Roma circa trenta anni fa: pare che un suo parente fosse dentro la gerarchia ecclesiale. Entrò in Vaticano, nell’autoparco, come ragioniere e divenne un attivista cattolico. E’ stato per molti anni uno dei fedeli più attivi della parrocchia di San Policarpo a Roma, nel quartiere di Cinecittà. “Noi lo conosciamo – racconta un sacerdote che sostituisce monsignor Antonio Antonelli, attuale parroco – ma è un po’ che manca dalle attività parrocchiali. So che nel passato ha fatto catechesi e che lavora in Vaticano”. “Mi sembra che un suo parente – aggiunge Giuseppe, un altro parrocchiano – sia stato parroco a Monreale, mentre un lontano cugino, che porta il nome di uno dei figli, era poliziotto, ma avrebbe avuto problemi con la giustizia”. Licciardi è sposato con Ivana Ceccarelli, casalinga e ha tre figli: Settimio, macchinista delle ferrovie, Antonino, impiegato anch’egli in Vaticano, Franca, vigile urbano. La casa in cui i Licciardi abitano, a Cinecittà, è intestata a quest’ultima. La moglie di Licciardi, contattata telefonicamente dalla Voce, ha rifiutato ogni commento, ha negato ripetutamente la presenza del marito in casa. Modi decisamente più bruschi da parte dei figli Franca e Antonino, che alla richiesta di un colloquio per sentire la loro versione, hanno reagito duramente, interrompendo la comunicazione e rifiutando ogni contatto successivo. Tra le amicizie vantate da Licciardi c’è quella con monsignor Guerino Di Tora. In effetti, Di Tora è stato per anni parroco di San Policarpo, prima di passare a reggere la Basilica di Santa Cecilia a Trastevere, una delle più importanti di Roma. Di Tora è personaggio di primo piano della chiesa capitolina. Attualmente è direttore della Caritas romana, subentrato a don Luigi Di Liegro. E Di Tora è anche presidente di un fondo antiusura: si chiama “Salus Populi Romani”, ha sede nella capitale, a piazza San Giovanni in Laterano, ed è nato nel 1996. Dichiara di aver esaminato quasi 1400 casi e di aver concesso crediti personali per un importo di quattro miliardi e mezzo, con l’aiuto e le garanzie di due istituti di credito convenzionati. “La fondazione è un istituto a carattere regionale per prevenire il fenomeno dell’usura – spiega un operatore – concediamo prestiti alle persone che non potendo accedere al sistema bancario finirebbero facilmente nelle mani degli strozzini. Per coloro che già si trovano sotto usura aiutiamo a trovare il percorso per uscirne”. A Roma sono in funzione tre centri d’ascolto: uno di questi è proprio nella parrocchia di San Policarpo, quella dove svolgeva catechesi Licciardi. A Di Tora risulta intestato uno degli assegni circolari con cui Rossi trasferiva il capitale a Licciardi. Sarebbe stato proprio quest’ultimo a fare il nome del monsignore e a chiedere all’agente immobiliare salernitano di intestargli un assegno. Il titolo è stato rilasciato il 22 ottobre 1996 dal Monte dei Paschi di Siena, agenzia 1 di Salerno, ed è stato girato per l’incasso dallo stesso Di Tora il 24 ottobre del ’96 presso il Credito Italiano, agenzia 2008 (nel dossier inviato alla Procura ci sono copie dell’assegno con la girata autografa di Di Tora). Altri assegni risultano intestati e girati per incasso alla Elemosineria apostolica, a Mario Giamboni, a C. A. (fondatrice di alcune associazioni di volontariato e molto nota a Roma per la sua attività di recupero a favore di barboni e tossicodipendenti), Francesco Vigliarolo, Mario Napoleoni. A dare il via all’investimento è stato il padre di Giovanni, Pierino Rossi, deceduto nel ’91, una carriera nella burocrazia, una lunga attività anche alle prefetture di Napoli e Como (da qui l’acquisto di case in queste città). La moglie, un’anziana signora, è in vita e risiede a Roma con la figlia Patrizia, che ha sposato un imprenditore romano, Lucio Tambescia. Il prefetto Rossi avrebbe cominciato nel 1986 a dare soldi a Licciardi, sperando in un buon rendimento. Licciardi gli era stato presentato dalle sorelle, che risiedevano a Roma e dal cognato, Filippo De Iulianis, questore in pensione, altro vicino di casa di Licciardi. Anche le sorelle Rossi avrebbero tentato l’investimento, senza fortuna. Attualmente il dossier è nella mani del Tribunale vaticano, dove la pubblica accusa è retta dal cosiddetto Promotore di Giustizia, incarico ricoperto dall’avvocato marchigiano Nicola Picardi, docente universitario a Roma. Rossi si è appellato anche al cardinale Cerri, tesoriere dello Ior e alla commissione cardinalizia che ha accesso ai conti dell’Istituto. Il dossier denuncia è stato presentato anche alla Procura della repubblica di Roma, che è competente per territorio visto che Licciardi è cittadino italiano e risiede nella capitale. Spetterà a questi organismi fare luce nelle prossime settimane sull’ ennesimo intrigo targato Ior, che potrebbe anche estendersi e configurare un giro d’affari più ampio, gettando nuove ombre sul rapporto tra finanza e Vaticano.
In cammino da Marsala a Venaria l'impresa di un torinese per unire l'Italia Franco Zanotto partirà il 1° aprile e percorrerà oltre 2 mila chilometri in 52 giorni. In ogni paese che toccherà lascerà un filo tricolore: "Voglio aiutare la nostra nazione a essere più unità e più solidale" di STEFANO PAROLA
venerdì 31 agosto 2012
I.O.R.PROTAGONISTI IN CAMPO
Originario di Palermo, Domenico Stefano Licciardi è emigrato a Roma circa trenta anni fa: pare che un suo parente fosse dentro la gerarchia ecclesiale. Entrò in Vaticano, nell’autoparco, come ragioniere e divenne un attivista cattolico. E’ stato per molti anni uno dei fedeli più attivi della parrocchia di San Policarpo a Roma, nel quartiere di Cinecittà. “Noi lo conosciamo – racconta un sacerdote che sostituisce monsignor Antonio Antonelli, attuale parroco – ma è un po’ che manca dalle attività parrocchiali. So che nel passato ha fatto catechesi e che lavora in Vaticano”. “Mi sembra che un suo parente – aggiunge Giuseppe, un altro parrocchiano – sia stato parroco a Monreale, mentre un lontano cugino, che porta il nome di uno dei figli, era poliziotto, ma avrebbe avuto problemi con la giustizia”. Licciardi è sposato con Ivana Ceccarelli, casalinga e ha tre figli: Settimio, macchinista delle ferrovie, Antonino, impiegato anch’egli in Vaticano, Franca, vigile urbano. La casa in cui i Licciardi abitano, a Cinecittà, è intestata a quest’ultima. La moglie di Licciardi, contattata telefonicamente dalla Voce, ha rifiutato ogni commento, ha negato ripetutamente la presenza del marito in casa. Modi decisamente più bruschi da parte dei figli Franca e Antonino, che alla richiesta di un colloquio per sentire la loro versione, hanno reagito duramente, interrompendo la comunicazione e rifiutando ogni contatto successivo. Tra le amicizie vantate da Licciardi c’è quella con monsignor Guerino Di Tora. In effetti, Di Tora è stato per anni parroco di San Policarpo, prima di passare a reggere la Basilica di Santa Cecilia a Trastevere, una delle più importanti di Roma. Di Tora è personaggio di primo piano della chiesa capitolina. Attualmente è direttore della Caritas romana, subentrato a don Luigi Di Liegro. E Di Tora è anche presidente di un fondo antiusura: si chiama “Salus Populi Romani”, ha sede nella capitale, a piazza San Giovanni in Laterano, ed è nato nel 1996. Dichiara di aver esaminato quasi 1400 casi e di aver concesso crediti personali per un importo di quattro miliardi e mezzo, con l’aiuto e le garanzie di due istituti di credito convenzionati. “La fondazione è un istituto a carattere regionale per prevenire il fenomeno dell’usura – spiega un operatore – concediamo prestiti alle persone che non potendo accedere al sistema bancario finirebbero facilmente nelle mani degli strozzini. Per coloro che già si trovano sotto usura aiutiamo a trovare il percorso per uscirne”. A Roma sono in funzione tre centri d’ascolto: uno di questi è proprio nella parrocchia di San Policarpo, quella dove svolgeva catechesi Licciardi. A Di Tora risulta intestato uno degli assegni circolari con cui Rossi trasferiva il capitale a Licciardi. Sarebbe stato proprio quest’ultimo a fare il nome del monsignore e a chiedere all’agente immobiliare salernitano di intestargli un assegno. Il titolo è stato rilasciato il 22 ottobre 1996 dal Monte dei Paschi di Siena, agenzia 1 di Salerno, ed è stato girato per l’incasso dallo stesso Di Tora il 24 ottobre del ’96 presso il Credito Italiano, agenzia 2008 (nel dossier inviato alla Procura ci sono copie dell’assegno con la girata autografa di Di Tora). Altri assegni risultano intestati e girati per incasso alla Elemosineria apostolica, a Mario Giamboni, a C. A. (fondatrice di alcune associazioni di volontariato e molto nota a Roma per la sua attività di recupero a favore di barboni e tossicodipendenti), Francesco Vigliarolo, Mario Napoleoni. A dare il via all’investimento è stato il padre di Giovanni, Pierino Rossi, deceduto nel ’91, una carriera nella burocrazia, una lunga attività anche alle prefetture di Napoli e Como (da qui l’acquisto di case in queste città). La moglie, un’anziana signora, è in vita e risiede a Roma con la figlia Patrizia, che ha sposato un imprenditore romano, Lucio Tambescia. Il prefetto Rossi avrebbe cominciato nel 1986 a dare soldi a Licciardi, sperando in un buon rendimento. Licciardi gli era stato presentato dalle sorelle, che risiedevano a Roma e dal cognato, Filippo De Iulianis, questore in pensione, altro vicino di casa di Licciardi. Anche le sorelle Rossi avrebbero tentato l’investimento, senza fortuna. Attualmente il dossier è nella mani del Tribunale vaticano, dove la pubblica accusa è retta dal cosiddetto Promotore di Giustizia, incarico ricoperto dall’avvocato marchigiano Nicola Picardi, docente universitario a Roma. Rossi si è appellato anche al cardinale Cerri, tesoriere dello Ior e alla commissione cardinalizia che ha accesso ai conti dell’Istituto. Il dossier denuncia è stato presentato anche alla Procura della repubblica di Roma, che è competente per territorio visto che Licciardi è cittadino italiano e risiede nella capitale. Spetterà a questi organismi fare luce nelle prossime settimane sull’ ennesimo intrigo targato Ior, che potrebbe anche estendersi e configurare un giro d’affari più ampio, gettando nuove ombre sul rapporto tra finanza e Vaticano.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Archivio blog
-
▼
2012
(327)
-
▼
agosto
(15)
- Lettera di Berlusconi al Papa sulla pedofilia e Pr...
- LA MASSONERIA COME ISTITUZIONE MONDIALE
- MASSONERIA, POLITICA E CRIMINALITA'
- GLI AFFARI DI TOTO’
- MAI DIRE IOR
- I.O.R.PROTAGONISTI IN CAMPO
- IL CASO IOR
- IL CASO I.O.R. "La peggiore dittatura è quella che...
- E' morto Martini, il vescovo del dialogo "Ha rifiu...
- Ottimi stipendi, pessimi risultati: ecco la mappa ...
- Duemilioni e mezzo di euro circa che continua a sp...
- 15 agosto 2012 Al Monastero Dominus Tecum a Prad' ...
- 14 Agosto 2012 Sant'Eusebio Patrono di Venaria Rea...
- Quando la verità fa male:" Monti al Wsj: "Con Berl...
- Una caduta profetica e apocalittica: "L'emittente ...
-
▼
agosto
(15)
Nessun commento:
Posta un commento