La filosofia di Pascal ha come centro la profonda analisi della condizione umana, in rapporto alla verità divina rivelata dal
Cristo. Egli scrive:
|
« [...]
Noi navighiamo in un vasto mare, sempre incerti e instabili,
sballottati da un capo all'altro. Qualunque scoglio, a cui pensiamo di
attaccarci e restar saldi, vien meno e ci abbandona e, se l'inseguiamo,
sguscia alla nostra presa, ci scivola di mano e fugge in una fuga
eterna. Per noi nulla si ferma. [...] » |
|
(Blaise Pascal, Pensieri, 72)
|
Dunque, per Pascal la condizione umana è nient'altro che estrema
precarietà, impossibilità di raggiungere punti fermi, insanabile
contraddizione fra il volere e l'ottenere, volubilità e continuo
movimento nell'avere e nel volere stesso. L'uomo è una pura
contraddizione in sé, posto tra
i due abissi dell'infinito e del nulla,
fra l'infinitamente grande e l'infinitamente piccolo, fra l'essere
spirituale (eterno) e l'essere corporeo (temporale). L'uomo non può
sapere né ignorare totalmente. In sostanza:
|
« [...]
che cos'è l'uomo nella natura? Un nulla in confronto all'infinito, un
tutto in confronto al nulla, un qualcosa di mezzo fra nulla e tutto.
[...] » |
|
(Blaise Pascal, Pensieri, 72)
|
Nessun commento:
Posta un commento