La Presidenza della commissione bicamerale invita i due commissari a ritirarsi dai lavori perché sottoposti a indagine. Provvedimento senza precedenti. Il senatore di centrodestra: "Lo chiedano anche a Esposito e Mirabelli del Pd"
ROMA - Un passo indietro dall'Antimafia perché indagati: è "inopportuna" la loro presenza. Lo chiede la commissione parlamentare bicamerale al senatore Carlo Giovanardi (Idea) e al deputato Riccardo Nuti (M5S sospeso): "Valutare l'opportunità politica di sospendere la loro partecipazione, sotto qualsiasi forma, ai lavori della Commissione".
La decisione è stata presa all'unanimità dall'ufficio di presidenza dell'Antimafia, che ha esaminato le questioni relative alle vicende dei due, coinvolti in indagini giudiziarie. Ma essendo nominati, come i loro colleghi, dalle presidenze di Camera e Senato, nessun atto di imperio può determinare la loro espulsione, come ammette lo stesso ufficio di Presidenza della Commissione - guidata da Rosy Bindi - nella nota diffusa in serata. E' solo un invito, dunque. Comunque senza precedenti, perché agli archivi dell'organismo bicamerale non ci sono riscontri su analoghi "inviti" formalizzati a componenti sottoposti a indagine.
Giovanardi, senatore del gruppo Idea fondato da Gaetano Quagliariello, non si farà da parte, anche se nella sostanza - spiega - eviterà per "opportunità" di frequentare la commissione, pur contestando la decisione presa dai colleghi. "Finora sarò andato tre o quattro volte, preferendo partecipare alle sedute della commissione Giustizia e della Giunta per le autorizzazioni delle quali faccio pure parte - premette - . Dunque sarebbe stupido da parte mia iniziare a presenziare adesso in Antimafia. Detto questo, sono stato solo indagato, né rinviato a giudizio né processato, per di più per opinioni espresse e atti del sindacato ispettivo, nel pieno esercizio delle mie funzioni parlamentari. Vorrei sapere se lo stesso invito verrà ora rivolto ai due colleghi che fanno parte della Commissione, Stefano Esposito e Franco Mirabelli del Pd, sui quali la Giunta si è pronunciata in queste ore, proprio perché indagati anche loro per presunte diffamazioni".
La vicenda per la quale il senatore di centrodestra risulta indagato riguarda le liste gestite dalle prefetture sulle imprese ammesse agli appalti pubblici in base alla certificazione antimafia. Criteri che appunto ("Nell'attività ispettiva e parlamentare" dice lui ) Giovanardi avrebbe contestato: "Ne ho parlato anche con il presidente dell'anticorruzione Raffaele Cantone - racconta - e dopo le mie interrogazioni quattro aziende del Modenese sono state riammesse nelle "white" list delle prefetture, al contrario della Bianchini, i cui titolari sono invece sospettati di rapporti con la 'Ndrangheta. Ma io con quei signori non ho avuto mai nulla a che fare, la mia era una critica sui criteri generali. Insomma, sono tranquillo".
Più complessa la vicenda che vede coinvolto il deputato Nuti, sotto inchiesta a Palermo per la vicenda delle firme false sulle liste M5s alle amministrative. Il parlamentare autosospeso dal gruppo grillino deciderà nelle prossime ore come muoversi rispetto all'invito dell'Antimafia.
ROMA - Un passo indietro dall'Antimafia perché indagati: è "inopportuna" la loro presenza. Lo chiede la commissione parlamentare bicamerale al senatore Carlo Giovanardi (Idea) e al deputato Riccardo Nuti (M5S sospeso): "Valutare l'opportunità politica di sospendere la loro partecipazione, sotto qualsiasi forma, ai lavori della Commissione".
La decisione è stata presa all'unanimità dall'ufficio di presidenza dell'Antimafia, che ha esaminato le questioni relative alle vicende dei due, coinvolti in indagini giudiziarie. Ma essendo nominati, come i loro colleghi, dalle presidenze di Camera e Senato, nessun atto di imperio può determinare la loro espulsione, come ammette lo stesso ufficio di Presidenza della Commissione - guidata da Rosy Bindi - nella nota diffusa in serata. E' solo un invito, dunque. Comunque senza precedenti, perché agli archivi dell'organismo bicamerale non ci sono riscontri su analoghi "inviti" formalizzati a componenti sottoposti a indagine.
Carlo Giovanardi, senatore del gruppo Idea
Giovanardi, senatore del gruppo Idea fondato da Gaetano Quagliariello, non si farà da parte, anche se nella sostanza - spiega - eviterà per "opportunità" di frequentare la commissione, pur contestando la decisione presa dai colleghi. "Finora sarò andato tre o quattro volte, preferendo partecipare alle sedute della commissione Giustizia e della Giunta per le autorizzazioni delle quali faccio pure parte - premette - . Dunque sarebbe stupido da parte mia iniziare a presenziare adesso in Antimafia. Detto questo, sono stato solo indagato, né rinviato a giudizio né processato, per di più per opinioni espresse e atti del sindacato ispettivo, nel pieno esercizio delle mie funzioni parlamentari. Vorrei sapere se lo stesso invito verrà ora rivolto ai due colleghi che fanno parte della Commissione, Stefano Esposito e Franco Mirabelli del Pd, sui quali la Giunta si è pronunciata in queste ore, proprio perché indagati anche loro per presunte diffamazioni".
La vicenda per la quale il senatore di centrodestra risulta indagato riguarda le liste gestite dalle prefetture sulle imprese ammesse agli appalti pubblici in base alla certificazione antimafia. Criteri che appunto ("Nell'attività ispettiva e parlamentare" dice lui ) Giovanardi avrebbe contestato: "Ne ho parlato anche con il presidente dell'anticorruzione Raffaele Cantone - racconta - e dopo le mie interrogazioni quattro aziende del Modenese sono state riammesse nelle "white" list delle prefetture, al contrario della Bianchini, i cui titolari sono invece sospettati di rapporti con la 'Ndrangheta. Ma io con quei signori non ho avuto mai nulla a che fare, la mia era una critica sui criteri generali. Insomma, sono tranquillo".
Riccardo Nuti, deputato M5S (autosospeso)
Nessun commento:
Posta un commento