mercoledì, 29 gennaio 2014
Il professor Luciano Canfora, filologo classico tra i più
prestigiosi dell’università italiana, prende una posizione fortemente
critica nei confronti dell’Italicum, la nuova legge elettorale voluta da
Matteo Renzi e Silvio Berlusconi. Canfora propone un paragone ardito,
ovvero che la riforma del sistema di voto abbia come esito una
spaccatura della società tra due blocchi, simile a quella tra
capitalisti contro proletari preconizzata da Karl Marx, in un’intervista
condotta da Mario Ajello sul “Messaggero” di mercoledì 29 gennaio. “La
storia invece è andata in maniera opposta, e ci è stato detto e ridetto
che le società moderne sono complesse e frastagliate. Dunque, dovremmo
dare voce a tutta la complessità del corpo sociale, politico e
culturale. Viene recuperato Marx, per semplificare lo scenario
elettorale. Ma le assurdità non finiscono qui”. Per Canfora è assurdo
che Renzi si sia sottomesso agli ordini di Silvio Berlusconi sulle
preferenze, così come è altrettanto sbagliato che i parlamentari del
Partito Democratico abbiano accettato di subire il diktat del loro
segretario ritirando gli emendamenti migliorativi alla legge. Secondo il
professor di Filologia classica questo comportamento dei deputati
democratici sembra in malafede, come se non avessero mai creduto in
quello che facevano per modificare l’Italicum. Canfora dà ragione a
Sartori quando ribadisce che bisogna respingere i trucchi elettorali
introdotti per trasformare le minoranze in maggioranze, evidenziando
come in relazione alla cosiddetta “legge truffa” della Dc si possa
definire l’Italicum una truffa aggravata. “Bisogna smettere di
escogitare leggi elettorali, più o meno alchemiche, fondate sul
presupposto seguente: siccome prevedo il risultato, devo provvedere a
truccarlo”. Luciano Canfora si contrappone infine alla litania contro i
“partitini”, ribadendo come nella storia repubblicana le formazioni
politiche minori, come il Pri di La Malfa, svolsero funzioni importanti
nel contrasto al tentativo egemonico della Dc. Canfora riutilizza una
metafora marxista quando rimarca come l’Italicum esprima un
“renzismo-leninismo” volto ad annullare tutto ciò che a sinistra del PD.
Il filologo classico, in passato candidato dei Comunisti europei alle
elezioni europee, apprezza invece la legge elettorale uscita dalla
Consulta, definita “perfetta”, che prevede preferenze e una soglia di
sbarramento al 4% per temperare la ripartizione proporzionale dei seggi.
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