Ipotesi di abuso e
turbativa d'asta per le riunioni del "direttorio" con il dg dell'Asl.
L'avvocato dell'ex ministro: non abbiamo ricevuto nessun avviso. E
intanto alcuni studi professionali restituiscono somme "frutto di
calcoli errati"
dal nostro inviato CONCHITA SANNINO
Almeno quattro filoni. Dodici, almeno, le persone inquisite. Il pool della Procura che si occupa della Sanitopoli beneventana punta sui molteplici aspetti di una spy story che sembra consumata in una vera e propria "faida", tra gruppi di potere, a colpi di registrazioni incrociate. Tutto comincia quando un dirigente dell'Asl, inquisito per truffa e peculato, Felice Pisapia, nel settembre del 2013 consegna alla Procura i file audio di lunghe conversazioni in cui la De Girolamo, Rossi, lo stesso Pisapia e altri discutono di "ogni aspetto della gestione" della Sanità sul territorio, a cominciare dalla gara d'appalto da 12 milioni per il 118.
Ora, attraverso interrogatori serrati, ricerca di documentazione e forse altre azioni in arrivo, i pm Giovanni Tartaglia Polcini, Nicoletta Giammarino e Flavia Felaco stanno stringendo sui capitoli più scottanti: la presunta turbativa sugli appalti; le transazioni milionarie e le domiciliazioni fasulle autorizzate con milioni di denaro pubblico, a favore di avvocati amici; e soprattutto le gesta di quel "direttorio", guidato dalla De Girolamo, che avrebbe ispirato a criteri di interesse personale o di ricerca di consenso elettorale, le scelte della Asl, come già paventava il gip Flavio Cusani nell'ordinanza del 27 dicembre.
Da fonti qualificate, ecco l'indiscrezione: l'attuale dg, Rossi, il manager che in privato si inchinava all'allora deputata Pdl ("Nunzia io non resterei un secondo di più alla Asl, se non per te e con te, perché la nomina l'ho chiesta a te, tu me l'hai data...") è indagato con le ipotesi di abuso e turbativa d'asta. Il suo nome porta direttamente all'ipotesi di concorso per l'ex ministro De Girolamo, e dei suoi fedelissimi. L'iscrizione nel registro degli indagati, per la De Girolamo, risalirebbe già a tempo addietro, ma coperta da segreto. Un dato che non contrasta con le affermazioni di Angelo Leone, legale dell'ex ministro: "Smentisco. Non ci sono state comunicazioni della Procura. Non abbiamo ricevuto né un avviso di garanzia, né un invito a comparire". Si può essere infatti indagati e non avvertiti dalla Procura. Una fonte autorevole sottolinea: "Le dimissioni? Una scelta avvenuta anche in ragione dell'incedere dell'inchiesta".
L'istruttoria ha imboccato una svolta. Lo segnalano due elementi. Da un lato, crolla il muro dell'omertà: alcuni testi, compresi dirigenti della Asl, si presentano in Procura. E c'è un altro fenomeno insolito: alcuni studi professionali si sono presentati per restituire all'Asl ingenti somme, frutto di "errati calcoli" o di transazioni sbagliate. Dopodomani, infine, torna davanti ai pm l'indagato-accusatore Pisapia. Non è escluso che decida di vuotare il sacco.
BORSE FIMRMANTE CON I SOLDI DEI CONTRIBUENTI CHE SCHIFO...
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