Boom di preghiere digitali per il poverello di
Assisi dopo l'elezione di Bergoglio. E' l'effetto dell'elezione del
Papa che ne ha preso il nome
di PAOLO RODARI
Dicono i Vangeli che quando era in vita la gente lo seguiva anche solo per toccare le sue vesti. Gesù guariva, raccontano, con la sua sola presenza. Undici secoli dopo c'è chi sostiene che lo stesso carisma fu di san Francesco d'Assisi, chiamato non a caso l'alter Christus. Frotte di seguaci lo assediavano. E così in qualche modo ancora oggi, complice l'elezione al soglio di Pietro del primo papa che ha deciso di chiamarsi Francesco. La tomba che custodisce il corpo del santo all'interno di una cripta della basilica inferiore di Assisi, infatti, non solo è frequentata da milioni di pellegrini ogni anno, ma negli ultimi tre mesi è stata presa d'assalto anche virtualmente da 18 milioni di persone. Tanti sono coloro che dal 13 marzo scorso, il giorno in cui Jorge Mario Bergoglio si è affacciato alla loggia centrale della basilica vaticana col nome di Francesco, si sono collegati con la web cam che dall'aprile del 2011 è aperta 24 ore su 24 sulla cripta. Nei tre mesi che hanno preceduto l'elezione, la web cam aveva ricevuto soltanto un milione di contatti. Nulla, dunque, rispetto a quanto è accaduto successivamente. 18 milioni di utenti hanno osservato quell'immagine, sopra la quale i frati francescani hanno voluto scrivere: "In questo momento sei nel cuore del francescanesimo, sulla tomba di san Francesco". I giorni con maggior affluenza sono stati il 2 e il 3 maggio scorsi, data in cui papa Bergoglio si è collegato alla web cam dal Vaticano e ha pregato: "O Francesco d'Assisi, intercedi per la pace nei nostri cuori".
Si tratta di un fenomeno planetario. Gli accessi si registrano da tutto il mondo, la maggior parte dall'Italia, a seguire Stati Uniti. Poi Germania, Canada e Spagna. Gente comune e di ogni estrazione. Gente assetata di risposte, bisognosa di grazie, spesso di miracoli. Non solo Patti Smith, Mikhail Gorbaciov e recentemente addirittura El Baradei che fanno notizia con le loro visite ad Assisi. Da tre mesi la notizia è un'altra: la marea anonima dei 18 milioni di utenti.
Chi accede alla web cam spesso lascia messaggi che sono preghiere. A san Francesco danno del tu, certi di essere ascoltati. "Francesco mio - scrive Caterina - tu mi hai aiutata in passato, mi hai ridato la serenità quando volevo morire, quando intorno a me tutto era buio e non vedevo più via d'uscita. In ginocchio davanti alle tue spoglie mortali ho ritrovato la Speranza, la gioia e mi sono sentita ancora una volta amata da Dio. Aiutami adesso, ti prego. Ho già perso un bimbo tre mesi fa, adesso il Signore mi ha mandato una nuova creatura ma ho paura. I medici dicono che non possono fare nulla, che è troppo presto, che potrei perderlo di nuovo. Aiutami a salvarlo!". Straziante la richiesta di aiuto per un bambino statunitense di 7 anni ammalato di cancro: "Caro san Francesco, Jason ha 7 anni e ha un cancro. Non vuole più affrontare cure, è molto stanco. Francesco, se è nel volere di nostro Signore, che Jason sia risparmiato dalle sofferenze e dell'agonia di questo cancro. Possa il nostro Signore nella sua benevolenza risparmiare a questo povero bambino questa agonia e consentire che avvenga il miracolo della guarigione. Spero possa essere curato oppure che il Signore possa lasciarlo andare in pace e con poco dolore. Per favore Francesco, aiuta questo povero bambino. È solo un innocente, stanco di quei trattamenti che gli sono stati fatti all'ospedale. Aiuta anche suo fratello Zack a riuscire a capire le ragioni di Dio dietro a tutto questo, lo apprezzeremmo veramente tanto. E se puoi, prenditi cura dei suoi genitori, il signore e la signora Brown".
Le suppliche al santo non restano lettera morta. I frati le portano direttamente sulla tomba, ma soprattutto "le custodiscono nel cuore". Anche loro, intercedono con san Francesco per i fedeli. Dice padre Mauro Gambetti, custode del Sacro Convento di Assisi: "Il collegamento continuo con la tomba rende disponibile un ambiente, offre la testimonianza di un'esperienza, mostra una presenza che per natura non risponde del tutto al bisogno di contatto, ma rimanda oltre sé. San Francesco continua a chiedere a chi è connesso di entrare in contatto con la propria interiorità per incontrare l'Altro".
Il santo di Assisi ha comunicato usando tutti i mezzi a disposizione: voce, vita e inchiostro. "Aveva fatto di tutto il suo corpo - racconta il suo primo biografo Tommaso da Celano - una lingua". Ha scritto a ogni uomo: dai fedeli ai non credenti, dai potenti ai semplici frati. "La sua strada - spiega padre Enzo Fortunato - non è quella dell'autoreferenzialità, del vaniloquio, della bulimia di notizie con il rischio di un'anoressia di contenuti, ma una comunicazione di verità che lascia spazio ad un ascolto che fa crescere le persone". E ancora: "Le cose confidano nella nostra capacità di salvarle, disse Rainer Maria Rilke, e in questi nuovi spazi digitali troviamo il luogo per divenire come Francesco d'Assisi comunicatori di salvezza".
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