A piedi da Marsala a Torino. Zanotto fa tappa nella sua Mussomeli
Percorrere l’Italia a piedi per festeggiare i 150° dell’Unità
d’Italia è un’impresa che fa molto scalpore. Se poi ha compierla è un
mussomelese di nascita e torinese d’adozione allora tutto ha un altro
senso. Perché Franco Zanotto, 53 anni, nel suo lunghissimo itinerario
porta in dono nei luoghi che raggiunge un filo tricolore, mentre nelle
mani tiene la Costituzione e il Vangelo. Due punti di riferimento di un
viaggio lungo e faticoso, per ripercorrere, 150 anni dopo, la missione
dei “mille” sbarcati in Sicilia per unificare l’Italia. Un’Italia unita
sì, ma spesso violentata dalla corruzione e dal disfacimento. Ecco
perché il cammino di Franco Zanotto acquista un senso, un significato
che rendono il suo progetto ancora più affascinante. Dal primo aprile,
dopo il suo “sbarco” in Sicilia, è partito da Marsala. Obiettivo:
completare il suo tragitto a Torino il 22 maggio, dopo 52 giorni di
cammino e dopo avere divorato più di 2 mila chilometri. E quest’oggi
raggiungerà Mussomeli, il suo paese d’origine. Perché Franco Zanotto,
imprenditore di successo nel settore del packaging, 53 anni fa è nato
nella capitale del Vallone. Poi a due anni, quando i genitori si
trasferirono in Piemonte alla ricerca di un lavoro, Franco andò a vivere
da una zia a Villalba, e da lì, all’età di quattro anni traslocò
definitivamente a Venaria, dove vive. Una vita tra alti e bassi, divisa
tra le sue idee industriali e i duri colpi inferti da uomini avidi e
corrotti. “A 20 anni avevo aperto la mia azienda, facevo borse e pacchi
per i grandi marchi. Poi nell’86 fui vittima di una prima truffa.
Nell’87 tornai sul mercato, cominciai a lavorare per la Benetton, per
Prada, per La Rinascente. Attorno al 2000 un’altra dura prova, un altro
raggiro”. Ma Franco Zanotto è riuscito sempre a rialzarsi e questo
grazie ad una incrollabile fede. Il conforto della preghiera, la sua
spiritualità profonda lo hanno convinto ad andare avanti, a credere in
un mondo migliore. Il suo credo è diventato stimolo, una convinzione che
vuole manifestare al mondo intero. “Voglio portare una testimonianza
all’Italia, gridare che bisogna dare un senso alla nostra vita. Voglio
comunicare quanto importante siano i valori di bontà, giustizia e verità
contro la corruzione che invece soffoca”. Un percorso fatto di piccoli
segni, elementi che si uniscono, date che si combinano, tappe della sua
esistenza che diventano tappe di un itinerario tortuoso. Punti di
congiunzione legati da un filo, ”Un filoperlItalia” appunto, il nome
che ha voluto consegnare alla sua “missione”. Ogni sosta è raccontata
nel suo blog, unfiloperlitalia.blogspot.com. Ci sarà pure Mussomeli, una
fermata con la ricongiunge ancora di più suo passato.
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