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Sommateli e dal 2005 a oggi (anni in cui i bilanci neanche venivano prodotti) il conto che il contribuente italiano ha pagato per tenere in piedi la Croce Rossa supera il miliardo di euro. Il bello, o meglio il grottesco, è che il maxi-contributo pubblico serve in realtà solo per pagare gli stipendi.
Il salasso per gli stipendi
Ma il tema rilevante è l'ingente somma che ogni anno viene spesa solo in stipendi. Oggi dopo l'opera di razionalizzazione operata da Rocca i dipendenti sono quasi 4mila. Erano 5mila sei anni fa. Ma il costo è sempre elevatissimo. Solo per il personale, documenta la Corte dei Conti, si spendevano 208 milioni nel 2005. Corrispondono a più della metà dell'intera spesa corrente dell'ente che vale poco meno di 400 milioni. Nel 2007 il mega-stipendificio della Croce Rossa elargiva 209 milioni di stipendi e nel 2010 la cifra si è attestata a 208 milioni. Con il 2010 e il 2011 c'è finalmente un calo, ma non tale da cambiare l'ossatura del bilancio della Cri. Per le ambulanze, la benzina e tutto ciò che serve a far funzionare il servizio di assistenza si spendono mediamente 150 milioni di euro, mentre solo per il pagamento dell'esercito degli stipendiati se ne vanno almenno 200 milioni. Per anni la Croce Rossa oltre che assolvere a una funzione assistenziale è stata in realtà un gigantesco welfare sociale sia per il personale civile che per quello militare. Molte delle assunzioni avvenivano per chiamata diretta. Il modus tipico dei sistemi clientelari. E non è finita qui. Perchè premono alle porte degli uffici circa 1.500 precari. Vogliono essere stabilizzati e di fatto è loro consentito sia da una vecchia finanziaria del 2007 sia dai giudici che il più delle volte accolgono le richieste nelle cause. In più pendono numerosi contenziosi sui compensi per la produttività che i precari richiedono alla stessa stregua del personale di ruolo. Cause e contenziosi giuslavoristici che secondo la Corte dei Conti peseranno per 50-70 milioni sui bilanci dei prossimi anni.
Più di un miliardo dallo Stato
Ma il tema rilevante è l'ingente somma che ogni anno viene spesa solo in stipendi. Oggi dopo l'opera di razionalizzazione operata da Rocca i dipendenti sono quasi 4mila. Erano 5mila sei anni fa. Ma il costo è sempre elevatissimo. Solo per il personale, documenta la Corte dei Conti, si spendevano 208 milioni nel 2005. Corrispondono a più della metà dell'intera spesa corrente dell'ente che vale poco meno di 400 milioni. Nel 2007 il mega-stipendificio della Croce Rossa elargiva 209 milioni di stipendi e nel 2010 la cifra si è attestata a 208 milioni. Con il 2010 e il 2011 c'è finalmente un calo, ma non tale da cambiare l'ossatura del bilancio della Cri. Per le ambulanze, la benzina e tutto ciò che serve a far funzionare il servizio di assistenza si spendono mediamente 150 milioni di euro, mentre solo per il pagamento dell'esercito degli stipendiati se ne vanno almenno 200 milioni. Per anni la Croce Rossa oltre che assolvere a una funzione assistenziale è stata in realtà un gigantesco welfare sociale sia per il personale civile che per quello militare. Molte delle assunzioni avvenivano per chiamata diretta. Il modus tipico dei sistemi clientelari. E non è finita qui. Perchè premono alle porte degli uffici circa 1.500 precari. Vogliono essere stabilizzati e di fatto è loro consentito sia da una vecchia finanziaria del 2007 sia dai giudici che il più delle volte accolgono le richieste nelle cause. In più pendono numerosi contenziosi sui compensi per la produttività che i precari richiedono alla stessa stregua del personale di ruolo. Cause e contenziosi giuslavoristici che secondo la Corte dei Conti peseranno per 50-70 milioni sui bilanci dei prossimi anni.
Vista così la situazione appare sempre meno sostenibile. Già perchè nonostante il miliardo e oltre immesso dallo Stato nei bilanci dell'ente dal 2005 a oggi, la Croce Rossa finisce per chiudere in disavanzo: l'equilibrio tra entrate e uscite è stato negativo per 14 milioni nel 2011 e per 9 milioni nel 2010. Imponente è il buco della Cri della Regione Lazio dove il disavanzo è stato di 26 milioni nel 2011 dopo il buco di 16 milioni l'anno prima. Vero è che la Cri conta su un avanzo cumulato di amministrazione che a inizio del 2011 era di 69 milioni e che per il 2012 il preventivo finanziario è stimato in pareggio.
Ma sui bilanci così spendaccioni della Croce Rossa pesano residui attivi e passivi giganteschi, cioè entrate e uscite scritte a bilancio ma non incassate o pagate, tali da rendere aleatorie le scritture contabili. Si pensi che i soli residui attivi, cioè le entrate non incassate negli anni valevano 621 milioni a fine 2011. Una volta e mezza l'intero bilancio sul lato delle entrate. Una bomba inesplosa su cui la Corte dei Conti ha lanciato più di un allarme. Il neo-presidente Rocca ha pulito 7mila voci di bilancio e ha cancellato entrate addirittura del 1981. Incassi fantasma di oltre trent'anni fa e tenuti per anni nei conti come se fossero davvero riscuotibili. Uno dei tanti aspetti grotteschi del mega-stipendificio pubblico sotto le insegne della croce rossa in campo bianco.
Si riducono a fare i pacchetti per rastrellare ulteriori fondi per la vergogna, togliendo lavoro alle aziende professioniste del settore.
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