venerdì 7 ottobre 2011

“Ricucire l’Italia, basta con questo governo”. Oggi scende in piazza Libertà e Giustizia

Art. 1 della Costituzione

Ricucire l'Italia

Annalisa Cuzzocrea

                                                                            ROMA– Porteranno tutti un pezzetto di stoffa con su scritto un valore da difendere, un diritto da riscrivere, un brandello d’Italia da salvare. Faranno una richiesta all’opposizione: parlare forte contro la legge bavaglio, più forte di quanto non abbia ancora fatto. E manderanno una foto al governo: centinaia di telefonini tenuti in alto per gridare “intercettateci tutti, noi non abbiamo niente da nascondere”. 




L'Arco della Pace a Milano

 L’appuntamento lanciato da Libertà e Giustizia 1 per domani alle 14 e 30 all’Arco della Pace di Milano ha un nome che dice tutto: Ricucire l’Italia. Ci riconosciamo nelle parole del manifesto firmato da Gustavo Zagrebelsky, dicono gli organizzatori: “Noi proviamo scandalo per ciò che traspare dalle stanze del governo. Ma non è questo, forse, il peggio. Ci pare anche più gravemente offensivo del comune sentimento del pudore politico un Parlamento che, in maggioranza, continua a sostenerlo, al di là di ogni dignità personale dei suoi membri, disposti ad accecarsi di fronte alla lampante verità dei fatti”.

Uniti per la pace e per Giustizia e Libertà tra i popoli

Il presidente emerito della Consulta sarà sul palco, come già al Palasharp lo scorso 5 febbraio, insieme alla presidente di Libertà e Giustizia Sandra Bonsanti. A moderare gli interventi ci sarà Luisella Costamagna. Nel talk si alterneranno i giornalisti Marco Travaglio, Lirio Abbate, Claudio Fava, Michele Serra, il segretario della Federazione nazionale della stampa Franco Siddi; i costituzionalisti
Lorenza Carlassare e Valerio Onida; gli storici Paul Ginsborg e Salvatore Veca; gli ex magistrati Bruno Tinti e Giuliano Turone; il sociologo Marco Revelli, che sarà sicuramente tra i primi a parlare. Perché Libertà e Giustizia vuole partire dal lavoro. Il lavoro nero che uccide, com’è successo a Barletta, dove sono morte quattro operaie e una ragazzina. Il lavoro che è un orizzonte troppo lontano, uno degli strappi da cucire: quello tra giovani e vecchi, tra garantiti e senza futuro. All’iniziativa aderisce anche la Cgil. Susanna Camusso sarà in piazza a Roma con i dipendenti statali per una manifestazione già programmata, ma ha mandato una lettera. Lo ha fatto anche don Ciotti: “Per ricucire l’Italia serve un ago, e quell’ago siete voi, siamo noi, anzi è “il noi” – scrive il presidente dell’associazione antimafia Libera e del gruppo Abele – quel noi fatto di cittadini, gruppi, rappresentanti del mondo della scuola, della cultura e del sindacato che ogni giorno esprimono, con le parole e i fatti, il proprio amore per questo Paese e i suoi beni comuni, primo fra tutti la democrazia”. Ma, aggiunge don Ciotti, “Serve anche il filo. E il filo è la Costituzione. Un filo che lega l’Italia di oggi e di ieri, quella di chi si è battuto per affermare la libertà, l’uguaglianza e la giustizia sociale contro l’oppressione della dittatura”.
Alla prima manifestazione del 5 febbraio 2011
da Libertà e Giustizia

Le parole strappate che i partecipanti decideranno di portare saranno unite in una gigantesca coperta patchwork, l’immagine di un’Italia fatta a pezzi che, seppur a fatica, può essere riunita. Per cominciare a farlo, alla manifestazione accorreranno in molti: il numero di pullman si moltiplica di giorno in giorno, partono da Vicenza, Pordenone, Mantova, Genova, Brescia, Pescara, Firenze, Torino, Bologna. Da Cuneo e Roma si arriva in treno. Unica bandiera prevista, il tricolore.

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