giovedì 12 marzo 2015

Vescovi contro Berlusconi, Galantino: "La legge arriva fino a un certo punto, dato morale è altro"

Il segretario della Cei torna sull'assoluzione dell'ex Cav in Cassazione per il caso Ruby: "Bisogna andare a leggere le motivazioni: se un fatto è legale, non è detto che sia anche morale". Anm: "Fuori luogo parlare ora di responsabilità civile delle toghe"
ROMA -  Il segretario della Cei mons. Nunzio Galantino si schiera con il quotidiano dei vescovi Avvenire nella vicenda processuale che ha visto l'assoluzione di Silvio Berlusconi nel processo Ruby. Il direttore del quotidiano, Marco Tarquinio, ha scritto in un editoriale che "l'esito penale favorevole a Berlusconi non cancella il rilievo istituzionale e morale" e aggiunge che "un'assoluzione con le motivazioni sinora conosciute non coincide con un diploma di benemerenza politica e di approvazione morale". "Avvenire ha preso una posizione coraggiosa che va sostenuta e confermata" dice Galantino, che poi aggiunge: "La legge arriva fino a un certo punto, ma il discorso morale è un altro".

Dura anche l'Associazione Nazionale Magistrati, contro chi oggi impugna la "dimostrata innocenza" dell'ex Cav per evocare òa responsabilità civile delle toghe: "Assolutamente fuori luogo" afferma il presidente dell'Anm Rodolfo Sabelli, a Sky Tg -. Basta leggere le varie sentenze, la complessità dei ragionamenti fatti, della valutazione sulle prove raccolte, l'esistenza di una riforma del reato di concussione dopo i fatti e prima della sentenza per capire che siamo totalmente fuori dall'ambito della responsabilità civile dei magistrati". "Non vorrei - aggiunge Sabelli - che si utilizzasse questa assoluzione in chiave di attacco alla magistratura. Sarebbe una cosa profondamente sbagliata".

Non è la prima volta che la Cei prende posizione contro alcuni comportamenti dell'ex premier. Nel settembre 2011 l'allora segretario della Cei Angelo Bagnasco aveva parlato di "comportamenti contrari al pubblico costume e alla sobrietà richiesta dalla stessa Costituzione", riferendosi all'art. 54 della Carta che impone ai funzionari pubblici di "adempiere con disciplina e onore" a ogni pubblico ufficio. E aveva definito tali stili di vita come "difficilmente compatibili con la dignità delle persone e il decoro delle istituzioni e della vita pubblica".

L'EDITORIALE/L'ASSOLUZIONE E L'AMNESIA di Ezio Mauro

Galantino spiega il senso delle sue affermazioni parlando a margine di un convegno sul servizio civile. Il segretario della Cei precisa che "la questione non riguarda solo Berlusconi. Tutte le volte in cui c'è una assoluzione bisogna andare a leggere le motivazioni". Poi aggiunge: "Il dettato legislativo arriva fino a un certo punto, il discorso morale è un altro". E fa l'esempio dell'aborto, una pratica legale, "ma - spiega - se un fatto è legale non è detto che sia morale".

La sentenza della Corte di Cassazione che ha assolto Berlusconi continua a far discutere il mondo politico. Oggi è intervenuto anche il vicepresidente del Csm Giovanni Legnini, che ha replicato alle affermazioni dell'ex premier che aveva definito i giudici che lo hanno assolto "finalmente indipendenti". "Se la domanda è: esistono giudici dipendenti? La risposta è no. Non lo dico io, lo dice la Costituzione" ha detto Legnini a margine della relazione della Corte costituzionale a palazzo della Consulta.

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