Il pacchetto arriverà il 5 dicembre per l’esame del Cdm. Note le
misure allo studio: Ici sulla prima casa, patrimoniale, aumento
dell’Iva. Ma anche liberalizzazioni (ordini), privatizzazioni (5 mld
l’anno) accompagnati da misure di equità e crescita. Previsti tagli ai
costi della politica e la nascita di un organismo indipendente di
controllo sui conti pubblici. Fiducia dei vertici dell'Ue
|
Il nuovo premier Mario Monti |
Mario Monti a Bruxelles per il vertice dell'Eurogruppo
“Molto bene”. Con queste parole a sera ormai inoltrata il premier
Mario Monti
commenta il vertice dell’Eurogruppo appena conclusosi a Bruxelles. ”C’è
grandissima fiducia” da parte dell’insieme dei membri europei sugli
impegni assunti da Mario Monti che tra l’altro “conosciamo molto bene”,
ha detto da parte sua
Didier Reynders, ministro delle Finanze del Belgio ripetendo quanto affermato dal commissario
Olli Rehn:
“Il presidente del Consiglio italiano ha ‘sottolineato con chiarezza
nella riunione dell’eurogruppo che il governo italiano assumerà le
necessarie decisioni per arrivare al pareggio di bilancio nel 2013 così
come convenuto con i partner Ue”. Si tratta di una misura “essenziale
per garantire stabilità finanziaria, fiducia agli operatori e per
invertire la tendenza negativa del debito”. Ci rallegriamo “del
programma di consolidamento fiscale e misure per la crescita”. Reynders
ha fatto capire che Monti non è entrato nei dettagli delle misure allo
studio: il governo italiano – ha detto – presenterà lunedì le prime
misure e poi “fornirà maggiori dettagli” sui provvedimenti nel Consiglio
europeo dell’otto e nove dicembre prossimo.
La correzione dei conti pubblici è destinata a diventare più corposa:
da un’ipotesi iniziale che prevedeva un intervento di circa 13 miliardi si passa infatti a circa 25, inclusi i quattro della delega fiscale.
E un primo esempio dei sacrifici che dovranno essere fatti arriverà dal
Parlamento: sistema contributivo per tutti i ‘nuovi’ eletti e in
pensione più tardi. I presidenti di Camera e Senato, ad esempio, hanno
deciso di far partire il metodo contributivo dal primo gennaio prossimo
per i vitalizi. E di mandare senatori e deputati in pensione più tardi.
Una novita che dà l’idea di un progetto battistrada che anticipa le
ipotesi che potrebbero arrivare per tutti i cittadini.
Ma in questo momento c’è anche da valutare il deciso peggioramento delle previsioni per l’Italia (
l’Ocse prevede la recessione nel 2012 con il Pil in caduta dello 0,5%) e
il costo dei maggiori rendimenti spuntati nelle aste dei titoli di Stato.
Secondo le ultime indiscrezioni, mercoledì scorso il premier Monti nel
vertice con la commissione Ue e con Merkel e Sarkozy avrebbe ribadito
due impegni:
pareggio di bilancio in Costituzione e
organismo indipendente di controllo sui conti pubblici.
Infatti sono previsti dal nuovo testo di riforma dell’articolo 81
della costituzione portato in aula alla Camera dal comitato ristretto.
Il sì dall’Assemblea di Montecitorio arriverà domani mentre per il
Senato è previsto un iter rapido. La costituzionalizzazione del rigore
finanziario, prevista dal Patto Europlus dello scorso marzo, è
diventato ancora più cogente ora che l’Italia vuole convincere i
partner Ue che la strada imboccata non è reversibile e non dipende da
uno o un altro governo. Ciò può convincere la Germania ad aprire a
strumenti come gli Eurobond o un ruolo più forte del Fondo salva-Stati
(Efsf).
Il
nuovo articolo 81 della Costituzione prevede che
“lo Stato assicura l’equilibrio tra le entrate e le spese del proprio
bilancio tenendo conto delle fasi avverse e delle fasi favorevoli del
ciclo economico”. “Il ricorso all’indebitamento – precisa poi il testo –
non è consentito se non al fine di considerare gli effetti del ciclo
economico e previa autorizzazione delle Camere, adottata a maggioranza
assoluta dei rispettivi componenti, e al verificarsi di eventi
eccezionali”.
La novità principale è l’introduzione di un “organismo indipendente” di
controllo dei conti pubblici. La riforma demanda ad una legge
ordinaria di attuazione alcuni futuri compiti, tra cui “l’istituzione
di un organismo indipendente presso il Parlamento al quale attribuire
dei compiti di analisi, verifica e valutazione in materia di finanza
pubblica, con organizzazione e funzionamento disciplinato dalle
Camere”. Ciò ha fatto storcere il naso a molti deputati che hanno visto
un depauperamento del ruolo del Parlamento. Tutti i dati che
emergeranno dal nuovo organismo, ha sottolineato il ministro per i
rapporti con il Parlamento,
Piero Giarda, “non saranno
di proprietà del Parlamento, ma del Paese e dell’Unione europea.
Queste son verità nuove della nostra vita amministrativa a cui dobbiamo
abituarci”.
Una polemica ha riguardato la Corte dei Conti. Il presidente
Luigi Giampaolino
ha inutilmente chiesto, in una lettera, che fosse mantenuto il compito
affidato alla sua Corte dal precedente testo della riforma, quello di
poter sollevare il conflitto di attribuzione presso la Consulta per le
leggi non coperte.
Si va intanto definendo meglio il pacchetto di interventi legati alla
previdenza: blocco totale del recupero dell’inflazione per le pensioni
per il 2012 (vale 5-6 miliardi ma già i pensionati della Cgil dicono
‘no’) e l’aumento di due punti delle aliquote per i lavoratori autonomi
(ora al 20-21% molto inferiore rispetto al 33% dei dipendenti) per fare
cassa. Poi aumento dell’età per le pensioni di anzianità anche oltre i
40 anni, un anticipo delle misure previste per portare l’età delle donne
a 65 anni (ora prevista al 2026 che invece sarebbe al regime nel 2020).
Ma dall’Europa le richieste (11 miliardi circa quelli indicati nel
rapporto di
Olli Rehn) sono ancora tante e riguardano, ad esempio, la maggior flessibilità in uscita nel mercato del lavoro (articolo 18).
Per quanto riguarda la
delega fiscale il percorso è
tracciato: entro fine gennaio 2012 dovrebbe esserci l’approvazione della
delega. In ogni caso se non si metterà mano alla revisione e al taglio
delle agevolazioni fiscali entro il 30 settembre 2012, scatterà
automaticamente il taglio lineare per 4 miliardi di euro il prossimo
anno di 16 miliardi nel 2013. Ma il tavolo presieduto da
Vieri Ceriani,
ora sottosegretario all’Economia, ha già ben evidenziato che esistono
sconti più importanti, che quindi è più difficile tagliare, e sconti che
valgono per ‘pochi intimi’ o per pochi spiccioli ciascuno. Quindi sui
famosi 4 miliardi si sta ancora ragionando anche per evitare un taglio
‘lineare’, cioè generalizzato su tutte le voci. Ipotesi sulla quale
Ceriani ha lavorato di recente.
Note anche le altre misure allo studio: Ici sulla prima casa, patrimoniale (
Silvio Berlusconi
continua a dire no perchè si deprimerebbero i prezzi delle abitazioni
di oltre il 10%), aumento dell’Iva (non la vogliono i rappresentanti del
commercio). Ma anche liberalizzazioni (ordini), privatizzazioni (5 mld
l’anno) accompagnati da misure di equità e crescita (ad esempio più
lavoro e meglio retribuito per giovani e donne).
Insomma la situazione è complessa e ben lo sa il premier che infatti
spiega: “Le linee di una complessa politica economico-sociale” saranno
presentate “nei prossimi giorni”. E’ già infatti noto che il pacchetto
(forse il primo di due) arriverà lunedì prossimo
5 dicembre
per l’esame del Consiglio dei ministri. Poi un esame lampo in
Parlamento dove la manovra arriverebbe di fatto ‘blindata’ e la
conversione in legge. Il tutto per per mettere all’Italia di uscire da
una situazione “molto difficile”.