In cammino da Marsala a Venaria l'impresa di un torinese per unire l'Italia Franco Zanotto partirà il 1° aprile e percorrerà oltre 2 mila chilometri in 52 giorni. In ogni paese che toccherà lascerà un filo tricolore: "Voglio aiutare la nostra nazione a essere più unità e più solidale" di STEFANO PAROLA
giovedì 31 marzo 2011
sabato 26 marzo 2011
Pier Paolo Pasolini La poesia Pasolini e gli italiani...
L'intelligenza non avrà mai peso, mai
nel giudizio di questa pubblica opinione.
Neppure sul sangue dei lager, tu otterrai
da uno dei milioni d'anime della nostra nazione,
un giudizio netto, interamente indignato:
irreale è ogni idea, irreale ogni passione,
di questo popolo ormai dissociato
da secoli, la cui soave saggezza
gli serve a vivere, non l'ha mai liberato.
Mostrare la mia faccia, la mia magrezza -
alzare la mia sola puerile voce -
non ha più senso: la viltà avvezza
a vedere morire nel modo più atroce
gli altri, nella più strana indifferenza.
Io muoio, ed anche questo mi nuoce.
[Testo in inglese]
Intelligence will never have much value
in the collective judgment of this public's opinion.
Not even the blood of concentration camps
could draw from a million of our nation's souls
a clear judgment of pure indignation.
Each idea is unreal, every passion unreal,
in a people who lost their unity centuries ago
and use their gentle wisdom
only to survive, and not to gain freedom.
To show my face -my leanness-
to raise a single, childlike voice,
makes sense no longer. Cowardice accustoms us
to seeing others die atrociously,
locked in the strangest indifference.
So I die, and this too causes me pain.
Alla Mia Nazione, brano di Pier Paolo Pasolini Intrerpretato da Vittorio Gasmann
Alla mia nazione - Pasolini
Non popolo arabo, non popolo balcanico, non popolo anticoma nazione vivente, ma nazione europea:
e cosa sei? Terra di infanti, affamati, corrotti,
governanti impiegati di agrari, prefetti codini,
avvocatucci unti di brillantina e i piedi sporchi,
funzionari liberali carogne come gli zii bigotti,
una caserma, un seminario, una spiaggia libera, un casino!
Milioni di piccoli borghesi come milioni di porci
pascolano sospingendosi sotto gli illesi palazzotti,
tra case coloniali scrostate ormai come chiese.
Proprio perché tu sei esistita, ora non esisti,
proprio perché fosti cosciente, sei incosciente.
E solo perché sei cattolica, non puoi pensare
che il tuo male è tutto male: colpa di ogni male.
....."Sprofonda in questo tuo bel mare,
libera il mondo."
Padre Nostro Che Sei Nei Cieli di Pier Paolo Pasolini Interpretato da Vittorio Gasmann
Pier
Paolo Pasolini
"Padre nostro che
sei nei cieli" (da Affabulazione)
Padre
nostro che sei nei Cieli,
io non sono mai stato ridicolo in tutta la vita. Ho sempre avuto negli occhi un velo d'ironia. Padre nostro che sei nei Cieli: ecco un tuo figlio che, in terra, è padre... È a terra, non si difende più... Se tu lo interroghi, egli è pronto a risponderti. È loquace. Come quelli che hanno appena avuto una disgrazia e sono abituati alle disgrazie. Anzi, ha bisogno, lui, di parlare: tanto che ti parla anche se tu non lo interroghi. Quanta inutile buona educazione! Non sono mai stato maleducato una volta nella mia vita. Avevo il tratto staccato dalle cose, e sapevo tacere. Per difendermi, dopo l'ironia, avevo il silenzio.
Padre
nostro che sei nei Cieli:
sono diventato padre, e il grigio degli alberi sfioriti, e ormai senza frutti, il grigio delle eclissi, per mano tua mi ha sempre difeso.
Mi
ha difeso dallo scandalo, dal dare in pasto
ironico, silenzioso
e infine inattaccabile come mio padre.agli altri il mio potere perduto. Infatti, Dio, io non ho mai dato l'ombra di uno scandalo. Ero protetto dal mio possedere e dall'esperienza del possedere, che mi rendeva, appunto, Ora tu mi hai lasciato. Ah, ah, lo so ben io cosa ho sognato Quel maledetto pomeriggio! Ho sognato Te. Ecco perché è cambiata la mia vita.
E
allora, poiché Ti ho,
che me ne faccio della paura del ridicolo? I miei occhi sono divenuti due buffi e nudi lampioni del mio deserto e della mia miseria.
Padre
nostro che sei nei Cieli!
Che me ne faccio della mia buona educazione? Chiacchiererò con Te come una vecchia, o un povero operaio che viene dalla campagna, reso quasi nudo dalla coscienza dei quattro soldi che guadagna e che dà subito alla moglie - restando, lui, squattrinato, come un ragazzo, malgrado le sue tempie grigie e i calzoni larghi e grigi delle persone anziane... chiacchiererò con la mancanza di pudore della gente inferiore, che Ti è tanto cara. Sei contento? Ti confido il mio dolore; e sto qui a aspettare la tua risposta come un miserabile e buon gatto aspetta gli avanzi, sotto il tavolo: Ti guardo, Ti guardo fisso, come un bambino imbambolato e senza dignità.
La
buona reputazione, ah, ah!
Padre nostro che sei nei Cieli, cosa me ne faccio della buona reputazione, e del destino - che sembrava tutt'uno col mio corpo e il mio tratto - di non fare per nessuna ragione al mondo parlare di me? Che me ne faccio di questa persona cosi ben difesa contro gli imprevisti? |
Risvegliamo le coscenze per unire gli italiani in occasione dei 150 anni dall'Unità d'Italia
Un cammino a piedi da Marsala alla Reggia di Venaria Reale (TO). |
Partenza da Marsala il 1aprile 2011 Arrivo previsto il 22 maggio 2011 |
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